Partenza per Mombasa e Chisimaio

Partenza per Mombasa e Chisimaio L'Africo è fatta così Partenza per Mombasa e Chisimaio Genova. 25 notte. ] (m. g.) L'altro ieri, al Ponte dei Mille, è avvenuto un imbarco che per qualcuno aveva addirittura l'ìmpor-tanza di un varo. Da mesi si sussur-' rava infatti a La Stampa di una più o meno misteriosa impresa, in gran parte voluta da uno dei reporter del, giornale, U Quadrone, il quale s'era. ficcato in mente di farsi promotore d'un film da girarsi in Africa : titolo', provvisorio, L'Africa è fatta così, L'anno scorso, inviato laggiù per ra- gionì di servizio, vi si era buscata lai malaria; ne era tornato magro, tre-\ mante, allampanato; che il film do- resse essere la sua vendetta sul con-' Unente nero? A poco a poco le roei si precisarono, ambizioni e limiti si definirono; si cominciò a sussurrare qualche nome, come regista si fece quello del Dreyer, il regista danese della Passione di Giovanna D'Arco,' «no dei più notevoli se non il più importante tra i film d'avanguardia; ed effettivamente il Dreyer si recò qualche tempo in Somalia, come consulente per il soggetto e la sceneggiatura, mentre a regista del film 'veniva scelto Paul Paulin, un giovane parigino che ha al suo attivo anche una riduzione de La femme nue di Bataille. Aiuto direttore un italiano, il Talamo. Poi vennero i soliti contrattempi; di alcuni di questi i lettori de La Stampa furono informati dallo stesso Quadrone; e finalmente si dovette affrontare la parie più concreta e fattiva dell'impresa, il vero preludio al film. Un preIndio che per quei contrattempi divenne movimentato e febbrile, e dovette condensare in cinque o sei giorni ciò che si sarebbe dovuto fare in un mese. Il postale che deve salpare per Mombasa sospende la partenza. Tutti gli apparati seniori, con il personale addetto, radunati per quel detcrminato giorno a un noleggio giornaliero da non lasciare indifferente il più insensibile tra gli amministratori. Si sarebbe così dovuto attendere la partenza di un altro piroscafo, ritardare ancora l'inizio del film. Un primo invio di pellicola, andato perduto, in Somalia pare s'annunci la stagione delle piogge. Tutti i serinzi logistici predisposti per il luglio. Impossibile attendere ancora. E poiché il nome de La Stampa era stato fatto in più di un'occasione, ecco allora il comm. Fanti, direttore amministrativo del giornale, trasformarsi, per cinque o sei giorni, nel condottiero della spedizione, lui che di bobine e di scherma e di riflettori non aveva mai visto nemmeno l'ombra. Ci si è buttato a corpo perduto; e se l'è cavata coti una disinvoltura invidiabile. Radiotelegrafato al Llandoff Castle, in rotta diretta da Gibilterra a Monbasa per uno scalo straordinario a Genova. Non è una cosa tanto semplice, far mutar rotta a una nave; lo si è ottenuto in poche ore. Telegrafato, telefonato, ritelefonato alla Compagnia di Londra. Telegrafato a Genova. Ritelegrafato al Llandoff Castle. Ritelefonato a Genova. («Mi vogliono morto, mi vogliono: morto » sospirava- ogni tanto l'ottimo Fanti, tergendosi la fronte ròrida; ma, sotto sotto, era contento. Tutto] ciò gli appariva come un nuovissimo', sport). La pellicola? La pellicola de-' ve arrivare in due giorni da Londra a Genova? Ma in aeroplano! Impossibile avere subito due apparecchi] liberi? (Sono quasi dieci quintali di pellicola). E allora la si fa viaggiare in « lusso », sissignori, in sleeping. Jean Rigot, l'attore che sarà il pro-\ tagonista del film per le tre versio-' ni, italiana, francese ed inglese, par- \ te in aeroplano da Parigi, con il regista Paulin, e Madame Paulin, che sarà l'attrice dell'edizione francese. Occorre anche un barattolo dì vernice d'alluminio, per schermi rifrangenti di fortuna, Una cassettina di bistro numero tre. Sei schermi rossi. Riscuotere e inviare fondi. Contraili. Assicurazioni. Preventivi. Ricevute. Bolli. Una cussettina di cerone numero sei. Altre ricevute, altri bolli, altri contratti, altri fondi. (« Mi vogliono morto, mi vogliono morto »). In cinque giorni si definì ogni co-i sa. La S.A.F.A. di Roma ha dato i\ mezzi tecnici, con l'ìng. Mclchiorri,' l'operatore Martini, gli assistenti Croci e Allegretti. Una settimana] prima i soliti diffidenti e i soliti pes-, simisti vedevano la spedizione ancó-\ va molto lontana; ora, sfx di una1 banchina, sono cause e cassoni; bobine e bobine di pellicola sono accatastate in un canto; e qui all'agenzia, sprofondata, in una poltrona, attende l'eroina del film, Dapprima, allo scorgerla sepolta fra i due bracciuoli, con ciucila, gran borsa sulle ginocchia, la si direbbe U)1a scolaretta che attenda l'esame dj latino o di matematica. (Liceo, lice.o, non università). Egisto Olivien\ che ne sarà il padre sullo sehernio, non ha davvero nessuna difficoltà ad avere fin d'ora sguardi ed atteggiamenti pclrrni. La piccina alta gli occhi, trattiene a stento uno e ancora una volta vtIn tre giorni il corredo. Decisa in mezz'ora una- zia ad accompagnarla. Passata la notte in treno. Dimenticato il casco coloniale. Comprato in fretta e furia un sostituto; che se ne sbadiglio; chiede: — Quando si va a mangiare? — Un momento figliola, un momento — sospira. Olivieri — bisogna prima, che firmi anche lei, che firmi anch'io, che /{rotiamo tutti. Povera diva, Fa. spallucce. Granì brutte invenzioni, firme, bolli, carta\bollata, passaporti, biglietti. La sei-lUmana scorsa, è stata scritturata.\ sta su quella seggiola, ancóra.avvolto nella busta del cappellaio. A poco a poco la piccina si riprende, si anima. Diciotto, diciannove anni, non di più. Il nome? Luisa Gary. Non ci credete? Non fa. nulla. Si capisce, uno pseudonimo. Se l'è pre. so la signorina Greta Gnstaffson,scegliendosi quello di Greta Garbo, e vorreste impedire alla signorina Lnisa. Gar... G<à, comincia per Gar,, . ,, . r ' >ed e abbastanza lungo, e non troppo armonioso. Povera piccina, in tutto e per tutto s'è accontentata d'una ipsilon. E può anche darsi che lo pseudonimo sia provvisorio, come il titolo del film. Ma è inutile che insistiate, il nome vero non ve lo diremo. Sappiate soltanto che l'attrice Gary ha studiato regolarmente all'Accademia, di Santa Cecilia, che ha esordito qualche mese fa, nella compagnia di Renzo Ricci, e che la settimana scorsa ha finito d'interpretare una parte ne II paraninfo, con Museo, un film diretto da Amleto Palermi. Tutto quii Tutto qui. E che vorreste di più, a. diciotto, a dicianno- ve anni? Quando, quel che più conta, in questa fanciulla affiora un temperamento, c'è una volontà protesa, una vivacità sicura, una maschera interessante? — Sicuro, francese, inglese, nuoto, cavallo, automobile. Enumera le sue virtù senza che nessuno glielo chieda, e per ognuna ha un cenno del capo, convinta. Poi ei prende in. un canto, sottovoce ci chiede: — Com'è Quadrone? E' cattivo? Un tenente-colonnello degli Alpini. Non è cattivo. Ma quella ci guarda atterrita: — Un colonnello?] Tra poco, se lo promuove a generale. Ma subito dà in. una risatina, ha giù trovato la eappatoia gerar- chica: — lo dipendo da Paulin. E Pau Un è bbono. E madame Paulin mi voi bene. Ed ecco ora un'altra nube, sul volto mobilissimo (in primavera, sole e nuvole, nuvole e sole). Afferra Olivieri per una falda della giacca, e di nuovo atterrita : — Ce le lasceranno portare, le valige, sul piroscafo? L'altro congiunge le mani, e, come se fosse alla ribalta, leva lo sguardo al cielo: ■—• Figlia mia, vorresti forse lasciarle in porto, o darle ai pasci? Già, forse era meglio non farla, quella domanda. ■— Che colpa ne ho io, se per mare non ho mai viaggiato? E quasi piagnucolando: — Però non lo dite a nessuno. spcedcvucsnsmvnrsfmacrr'nSm ^.SKS Egisto Olivieri e Luisa Gary a bordo del « Llandoff ... ^.......SKS Castle >. Il rituale « gruppo > prima della partenza.