Mussolini e Hitler lasciano Venezia salutati da nuove fervide manifestazioni

Mussolini e Hitler lasciano Venezia salutati da nuove fervide manifestazioniMussolini e Hitler lasciano Venezia salutati da nuove fervide manifestazioni II cordiale commiato tra i due Capi di Governo - Il Duce visita gli impianti di Porto Marghera accolto da ardenti dimostrazioni di popolo - I colloqui nella persistente risonanza mondiale -CID .A. I NOSTRI INVIATI)- Saluto guna Venezia, 16 notte. Le grandiose giornate di Venezia, per l'incontro del Duce col Cancelliere germanico c Capo delle Camicie brune, sono finite. Hitler è partito stamane in volo, dall'aeroporto Nicclli, a S. Nicolò di Lido, per Monaco di Baviera. E, poco più tardi, in automobile, da Marghera, è partito Mussolini, per la Romagna. Il Cancelliere era uscito dall'albergo assai di buon'ora. E accompagnato dal Ministro degli Esteri tedesco, von Ncuruth, dall'Ambasciatore tedesco a Roma von Hassel, dal capo dell'ufficio stampa del partito socialnazionalc Dietrich, dagli aiutanti addetti e da varie persone del suo seguito, si, era recato a piedi a piazza San Marco c aveva visitato la Basilica. Egli si fermò a lungo nella chiesa, osservando minutamente i tesori d'arte che la costituiscono e che essa contiene, ed esprimendo replìcatamente la sua entusiastica ammirazione. Persona del seguito del Cancelliere hanno spiegato che Venezia, col suo impareggiabile panorama naturale, con le sue sontuose costruzioni, coi suoi monumenti superbi, con le sue preziose raccolte artistiche, ha prodotto un'enorme impressione su Adolfo Hitler, come del resto non si potrebbe supporre diversamente. Ammirazione entusiasta Egli è rimasto affascinato dalla bellezza, dalla spcllacolosità, dallo splendore di questa città, unica al mondo, e della, sua laguna, e del lido e non ristava di esprimere la sua ammirazione, ansi la sua commozione. E anche un'impressione fortissima Hitler ha riportato dall'immensa adunata popolare del pomeriggio di ieri, in piazza San Marco. La passione della folla, le accoglienze al discorso del Duce, le acclamazioni, le ovazioni, l'interminabile ovazione finale, hanno colpito profondamente il Cancelliere germanico, gli hanno' dato un'idea nuova e più precisa del Fascismo in Italia, dell'assoluta venerazione che il popolo italiano nutre per il Duce, c della fede unanime che ha trasformato l'Italia, animandola di una nuova e tesa v,olontù. Hitler è rimasto poi vivamente lusingato dalla formidabile acclamazione con cui è stato salutalo dalla moltitudine di popolo in piazza San Marco, quando il Duce, nel suo discorso, ha parlato dei colloqui di Venezia, e ha pronunciato il suo nome. E un altro fatto ancora ha specialmente commosso il Cancelliere germanico: quando, passando per il Canal Grande, ha veduto che la ban-. diera germanica, bianca, rossa e ne-\va, e la bandiera hitleriana, con] l'emblema della croce uncinata, era-\no state issate, in questi giorni, sul\palazzo Vendramiu Calergi,dove abi tò lungo tempo e dove morì Riccardo Wagner, il 13 febbraio 1883; Hitler è tra i più appassionati del grande maestro. E ha detto di interpretare come un omaggio particolarmente significativo, come un tributo di amicizia e di cordialità, di cui egli era particolarmente lusingato e orgoglioso, questo avere, per la circostanza, pavesato coi colori germanici il palazzo dove morì Wagner e avervi innalzato la croce uncinata dei social nazionali tedeschi. All'Aeroporto di San Nicolò Dopo la visita mattutina alla Basilica, Hitler col seguito è tornato' al Grand Hotel, E alle 7,55 s'imbur-\ cava sul motoscafo che dal Canali Grande, attraverso il bacino e il ca-\ naie di San Marco, lo portava allo] scalo dell'aeroporto di San Niccolò a Lido. Sul campo dell'aeroporto era arrivato poco prima Mussolini, che vestiva un semplice abito grigio, col berretto bianco, ed era accompagnato dal Segretario del Partito S. E. Starace, dal Sottosegretario di] Stalo agli Esteri S. E. Su vidi, dal-] l'Ambasciatore d'Italia a Berlino, S. E. Cerniti, dal Cupo di Stato Maggiore della Milizia S. E. Teruzzi,] dal barone Aloisi, dal Capo dcll'Uf-ì fido stampa, conte Galeazzo Ciano,' da funzionari del Ministero degliì Esteri e dell'Ufficio stampa del Capo del Governi). Il Duce, annunziato dai tre squilli di attenti, passò in rivista la compagnia, .schierala che Gli rese gli onori e gli ufficiali capi servizio. In mezzo al campo, pronto alla partenza, era l'apparecchio di Hitler, il Junker trimotore IX 2600, pilotalo dal colonnello Buucr, che da anni è il fedele pilota di Hitler, colui che lo porta sempre nei viaggi aerei attraverso la Germania. Mussolini osserva attentamente, da com- PreS0 f?st°- P«!'e s!ll° stess0 ttV Varecchio presidenziale, e parte su cfn due dentici Junker trimotori, ^^^camm^^mm^ petente, l'apparecchio, la sua sagoma, la sua struttura, ogni caratteristica esteriore. Poi sale a bordo, discorre col pilota, siede al posto di pilotaggio, e prova- i comandi. Scendendo quindi dal velivolo, si intrattiene a parlare col colonnello Coccolino, capo di Stato maggiore della seconda Zona aerea territoriale di Padova, e col maggiore Tessavi, comandante l'aeroporto di S. Andrea, ■interessandosi di particolarità tecniche della costruzione degli Junker. Alle 8,5 il Cancelliere germanico arrivava all'aeroporto. Mussolini gli muoveva incontro ad accoglierlo, mentre la compagnia d'onore presentava le armi, e la fanfara eseguiva l'inno tedesco, e subito dopo l'inno delle Camicie brune, l'inno del martire della causa socialnazionalista, Horst Wcssel. Mussolini e Hitler, dopo avere, fermi in posizione di attenti, ascoltato gli inni, passano in rivista la compagnia d'onore, mentre la fanfara suona Giovinezza. / saluti del commiato, quindi, tra i due Uomini di stato e ì rispettivi seguiti, sono brevi, ma improntati alla più calorosa cordialità. Il Duce si mostra sorridente ; e sorride anche Hitler. Essi si fermano a parlare ancora, alcuni momenti, al piede dello sgabello disposto per salire sull'apparecchio. Il seguito del Cancelliere ha già ìl D.2600 nel volo, Mussolini e Hitler si stringono la mano con effusione. Il Cancelliere germanico sale gli scalini dello sgabello ed entra nell'apparecchio. Prima che venga chiuso il portello della carlinga egli s'affac¬ cia ancora e si sporge, col braccio levato nel saluto romano. La partenza di Hitler Strepito tempestante di motori; la corsa dell'apparecchio sull'erba del campo, lucida e molle ancora della pioggia dirotta di stanotte; e il D. 2600 si solleva a volo, gira sul Lido, verso il mare aperto, ritorna, acquistando quota, punta direttamente verso il settentrione, verso le Alpi. Subito dopo, partono gli altri due apparecchi. \ Mussolini, col seguito delle principali autorità, lascia il campo; e sale in automobile. Per la strada che conduce verso la parte centrale dell'isola del Lido, il Duce si ferma a visitare la nuova Cosa del Balilla, presso la riviera di San Niccolò, e davanti a cui, nel canale di San Marco, è ormeggiata la Scilla, nave scuola dell'Opera Nazionale Balilla. I marìnaretti, che stanno facendo manovra allo vele, gettano il saluto alla voce. Proseguendo per la stessa strada, più avanti il Duce si ferma ancora al Tempio Votivo, il tempio votato dal popolo e dal Patriarca di Venezia, durante la guerra, se la città fosse salva dalla minacciante invasione austriaca. Presso il tempio, tuttavia in costruzione, subito dopo l'arrivo del Duce, si raccoglie accorrendo una piccola folla, che applaude insistentemente. Il Duce è ricevuto al cancello del recinto del tempio da S. E. il Cardinale La Fontaine, Patriarca di Venezia, col comitato del tempio, con vari canonici e prelati, e il parroco di Santa Maria Elisabetta, mons. Tizianello, e i progettisti della costruzione, Von. Fantucci e ardi. Torres. Quindi il Cardinale Patriarca accompagna il Duce nella visita ai lavori del tempio, e nell'interno della criptu, dove si raccolgono le salme dei caduti per la difesa di Venezia durante la grande guerra. Mussolini sosta in raccoglimento davanti alla lapide die ricorda il primo dei ca dutì, l'aerostiere dardi. Il Cardinale Patriarca mostrando poi al Duce il modello che rappresenta quale riuscirà la monumentale costruzione del tempio, quando sarà compiuta, esprimeva l'augurio che. Romualdo Guic-ìcon l'aiuto di Dio e Suo, del Duce, ilquale già in passato largì in favore idell'opera una cospicua offerta, i la-vari abbiano quell'incremento che li porti presto a buon fine. Il Duce as-Usentì, promettendo il suo appoggio.'All'uscita del Duce dal tempiojdue Piccole italiane si fecero corag-\gio di pregarlo se volesse firmare]le loro tessere, la figlia dodicenneMdel custode del tempio e un'altra*bambinetta di sette anni. E il Ducenon mancò, sorridendo, di acconten-tarle. E tra gli operai della costru-\miere stesso dove Egli maggiore dei Bersaglieri, venne ri coverato, durante la guerra, per ie tremende ferite riportate in tvincca.\1 Indi, accomiatatosi dal CardinalePatriarca, dalle rappresentanze del cZero e dai costruttori del tempio, ed entusiasticamente acclamato dalla folla che si era raccolta, il Duce ri- montava in automobile e si recava all' Istituto al mare per adulti e barn- bini. La benefica istituzione presieduta dal gr. uff. Garioni e patrocinata dall'opera dcll'«Italia Redenta» di cui è augusta presidentessa S.A.R. i la Duchessa d'Aosta Madre, e vice-] presidente il senatore Tosti di Val-] minuta, ospita ora per le cure monne e del sole circa 1500 persone. a-\ dulti e bambini; e tra questi, per' l'interessamento appunto dell'Opera, dell'« Italia Redenta», 650 alloge-. ni, della Venezia Tridentina, della Venezia Giulia e della Venezia Istriana. Tra i bimbi al mare Il Duce, ricevuto all'ingresso dell'Istituto ed ossequiato dui presidente gr. uff. Garioni, dal senatore Tosti di Valminuta, dal direttore dell'Istituto dott. Diun, da Donna Giulia Beer, moglie del Prefetto di Venezia, dal prof. Lotti con tutti i medici dell'Istituto, passa tra una doppia fila di bambini, succintamente vestiti, per la cura del sole, di un paio di mutandine bianche, col cappello bianco in testa. Ma in mano hanno, ciascuno, una bandierina tricolore, e la sventolano, gridando gli evviva al Duce con le loro argentine voci infantili. Il Duce visita successivamente i ventidue padiglioni dell'Istituto, che si estendono lungo il mare, in doppia e triplice fila, per un'area di oltre centomila metri quadrati. Il Duce si interessa particolarmente dei bambini ricoverati, e si informa minutamente delle loro condizioni di salute, del vantaggio che ritraggono dal regime elioterapico e talassoterapico, di ogni particolarità del vitto, della vigilanza, e delle cure. Vedendo una bambina che ha la te- sta fasciata, si china ad accarez- zarla, confortandola paternamente. E con il suo chiaro e buon sorriso;accetta i fiori che qualche piccino è corso a strappare dalle aiuole, per offrirglieli. lì- Salilo sulla terrazza di un padì gl'ione, il Duce contempla con mani-festa soddisfazione la spiaggia a/-follata davanti a Lui dalle centinaia e centinaia di bambini, che sì c Ul sole, coi torsi e braccia e gambe ignudi, che respirano la salutifera aria marina. Dai sanitari il Duce si ì'"for>nai delle ricerche ei dei.^j" taU dello speciale gabinetto di studi Mlassotcrapici, annesso all'Istituto,'™ PTrn^incTnm^tnat X"do-E ai compia^ ammirando altre scllwre ai bambini, intenti, ali ariaaVe^> suttariya del mare, agli eser- bambini ricoverati, che ^«^Ec'ttDat tlUh cos}> un° >,er ^'^J^Ì tunata prescelta, Maria Nicchiurelh, otto anni dell'Opera Maternità ed /«/ansio di Trieste, con quale orgo- ljUo e commozione ricorderà per ty^\ ta la vìta quel paterno bacieidei\ Duce, che le ha sfiorato t capelli. madia dacci MAKIU BAaal Tra i lavoratori del porto Centocinquantamila lire destinate dal Capo del Governo per l'E.O.A. e per le famiglie povere. Venezia, 16 notte. aTgvtnlPrima delle ore 9, Piazzale Roma presenta una visione stupenda. Dal-1 se rive del Rio Nuovo alla mole gran- diosa deii'autorimessa è tutta una fiumana di gente che sbocca alla periferia di Santa Chiara, mentre le squadre degli studenti assiepano le fondam^ntaDitioresc^e sulle quali gli alberi aéi giardini Papadopoli Il Duce prima di lasciare Venezia, irr\liitn trr\ ri n vii-i I r\ -»/->*-! n 1 n r 111 f f vii o I gettano delle ombre tremanti. ?* y.°i\}to. vedere la zona industria creazione lucuta cne costituisce "I nuovo Pronto della citta, wuanao ili mo ^|C3p°n^ e Ujm^jaa^jacanale del' piazzale, scoppia un applauso intermin.dbìle « bamMn?Gli offimWfiri gicchè rautomobile del Capo del Go_ verno jn un attimo è piena di que- sto fragranle omaggio floreale. Nel fa nel nastro del Ponte E»^ mjM^ Nelle acque della Laguna, molte b?*ch.e sono lnimobili 1uasi sotto,1 ^^:JS^SSi& T^rilL»1 S^l%S^SiSèSSÌZ giunti dai vicini cantieri salutano romanamente. Il grido d'i «Duce! Duce! .> echeggia ad ogni passo, fino appare al sommo della Rampa Ma-1 ai due pili che reggono i leoni di Traù. Il quartiere industriale di Marghera è ormai in vista. Nella zona urbana il Capo del Governo è salutato dall'applauso nutrito della folla, mentre gli operai, neri di fumo e di bitume, escono dalle fabbriche per assistere al passaggio del Duce ed i marinai salarono sulle tolde delle navi mercantili che hanno gettato le ancore nei canali, che tagliano a segmenti la zona immensa nella quale ferve il lavoro delle officine in piena efficienza. Dallo stabilimento « Vetro e Cristalli », eh* è tutto festoso di bandiere e di orifiammi, il Duce passa nei laboratori clamorosi della « Società Uva » dove gli operai Lo circondano e Lo acclamano lungamente. 0 A questo punto S. E. Mussolini ìffljj^ta^Prlntó MinTstro V ri corda di un>a]tra Sua vjsita iontana endici an.m pr_sono,_quando il porto industriale di Venezia non aveva ancora la sagoma poderosa che ha acquistato in questi anni. Dall'alto i Suoi occhi possono abbracciare tutto lo spettacolo mirabile di grandezza che la nuova città Gli offre: dall'entrata del Ponte del Littorio gettato sulla Laguna a questo imraen- —idisceso dalla torretta, Mussoli ni entra fra la folla. Sono le squa¬ dre degli artieri che vogliono salutarLo, dirGli una parola di riconoscenza, ascoltare dalle Sue labbra una Sua parola. Ma ormai è tardi. La macchina ripassa per il quartiere urbano, tutto nereggiante di una folla che straripa dalle strade vicine, e si dirige al piazzale d'accesso dell'autostrada eia Venezia a Padova. Sono le donne più povere del quartiere che adesso Gli gridano evviva. Mussolini discende. Lascia qualche soccorso. Dice parole di bontà. Lo accompagnano le benedizioni di tutti. Poi non si sente che lo stesso grido « Duce! Duce! », nella strada arroventata dal sole. S. E. il Capo del Governo ha fatto pervenire lire centomila al Segretario federale di Venezia per l'Ente Opere Assistenziali, e lire 50 mila al Podestà di Venezia per sussidi al'e cinquecento famiglie povere più numerose della città. G. O. GALLO Il Duse a PJsskns RICCIONE, 16 notte. II Duce, dopo aver visitato il porto industriale di Marghera, è partito alle ore 11 in automobile, accompagnato dal Soiicse^-sLano agli Esteri on. Suvich e rb.l O.-'jio dell'Ufficio Stampa dei Capo del Covcrno conte Ciano. Il Duce, guidando porscnalmen te la sua macchina, e percorrendo la via Roma, è passato per Piove di Sacco, Pegolotte, Cavarzera, Adria, Ariano Polesine, Codigoro, Porto Magsloi-e, Corcandolo, Argenta Polesine, Ravenna, ed è giunto a Ricciars alia ora 15. Lungo il tragitto, ii Capo del Governo, riconosciuto dalle popolazioni, ò stato fatto segno ad affc ; manifestazioni di simpa* tia e di omaggio. MUSSOLINI E HITLER ALL'AEROPORTO DI SAN NICCOLO' DI LIDO IL DUCE BACIA UNA BIMBA OSPITE DELLA COLONIA MARINA Piazza San Marco gremita dalla folla innumerevole che ascolta la parola del Duce.