Aspetti di una dittatura

Aspetti di una dittatura Aspetti di una dittatura Quel che resta di venti partiti » Contenti e malcontenti « L'incognita macedone (NOSTRA INTERVISTA CON ZANKOFF) SOFIA, giugno. Ai 19 di maggio, giorno del colpo di Stato militare, si trovava a Sofia il sindaco di Parigi, signor Ficquet, al quale, al momento della partenza, Herriot aveva detto : — Vai in Bulgaria e ammira una vera democrazia. Visto che i francesi si compiacciono degli avvenimenti bulgari, sperandone beneficio per la loro azione politica nel sud-est europeo, è probabile che anche l'ex-presidente del consiglio oggi giudichi con ottimismo le conseguenze della rivolta dei capitani; ma certo è che la Bulgaria antidemocratica deve aver cagionato a Herriot una delusione, così come, nel gennaio del '29, il colpo di Stato nell'alleata Jugoslavia. Rimedio non c'è: i tempi mutano, ed il sindaco di Parigi, signor Ficquet, passato da Sofia a Bucarest, ha avuto agio di convincersi che anche nel vicino reame le azioni della democrazia sono in forte ribasso. Alle democrazie balcaniche il viaggio del primo cittadino della capitale francese è riuscito piuttosto fatale. Del consenso popolare Il nuovo regime bulgaro è forte? è sostenuto dal consenso popolare? dato che questo consenso gli manchi, ha speranza di assicurarselo in un non iontano avvenire? Quando nel giugno del 1923 gli uomini ritornati adesso al potere rovesciarono un partito — l'agrario — il giubilo fu immenso e per le vie di Sofia dei generali furono trasportati a spalla; ai 19 maggio, invece, sebbene gli stessi uomini fossero insorti contro tutti i partiti, l'entusiasmo non ha assunto evidenti forme: il popolo ha preso nota e s'è messo a guardare. Accorti a dedurne che il popolo disapprovi che ai partiti si sia fatta la festa: mai più. Esso è rimasto soltanto interdetto dalle circostanze di tempo e di luogo, e soprattutto dall'apprendere che Re Boris, lungi dall'essere informato dei preparativi, abbia dovuto sanzionare un fatto compiuto. Al disorientamento degli spiriti ha poi contribuito la voce, convalidata dal contegno di certi serbi, che fra i protagonisti della faccenda fosse il famoso Costa Todoroff, un agrario che negli anni d'emigrazione trascorsi in Jugoslavia ed in Francia si sarebbe convinto dell'opportunità di servire interessi stranieri. Ma il patriottismo dei bulgari che hanno voluto impadronirsi delle redini del Governo non dovrebbe, fino a prova in contrario, permettere ombra di dubbii: se i nuovi governanti ad un certo momento si sono sentiti in disaccordo col modo di vedere e di agire dei predecessori e hanno deciso di rovesciarli, questo non può ancora significare che essi mirino alla rigenerazione interna del Paese, per prepararne l'asservimento a stranieri. I nuovi governanti hanno capito così bene la diffidenza del popolo per un'azione alla quale sia legato il nome di un Costa Todoroff, da consigliare al Todoroff, giunto qui all'indomani del colpo di Stato, di ritornare alla svelta oltre frontiera. Con ciò abbiamo implicitamente detto che il regime incontra un primo ostacolo nell'esitazione con la quale i buoni bulgari aspettano di conoscere le strade della politica estera che intende scegliere il Gabinetto presieduto dall'eroico mutilato di guerra Kimon Gheorghieff. Esitanti si potrebbero considerare anche i macedoni, che non sanno se la dittatura tradurrà in atto i propositi, ad essi ostili, attribuitile all'inizio, propositi che andrebbero dallo scioglimento dell'organizzazione rivoluzionaria al licenziamento di tutti i numerosissi: mi funzionari oggi in servizio in ogni ramo dell'amministrazione statale. Nell'attesa, non risulta che dei capi macedoni siano stati tratti in arresto : l'unica misura effettivamente eseguita sarebbe la soppressione del distretto amministrativo di Petric, con la contemporanea ■ sostituzione nella zona delle guarnigioni ritenute « macedonizzate ». L'Esercito e gli impiegati Mentre l'attitudine dei macedoni dipenderà dall'attitudine che il re girne vorrà assumere verso di loro e verso i serbi, è fin da ora pacifico che il regime non possa contare nè sull'appoggio degli ufficiali costretti a lasciare l'esercito, nè su quello degli ufficiali che, pur rimanendo nell'esercito, disapprovano l'accaduto. Salda per il momento è la compagine delle sole forze militari che hanno fatto il colpo. Nel campo dei malcontenti dobbiamo poi annoverare la massa degl'impiegati e dei servitori dello Stato d'ogni categoria che in questi giorni viene messa sul lastrico: il nuovo regime ha fatto della stabilita dei funzionari il terzo punto del manifesto lanciato al popolo la mattina del 19 maggio, ma sembra che il principio debba incominciare a valere solo dopo che, more indigeno, ai posti dei vecchi impiegati nominati dai precedenti partiti sia stata messa la gente propria. E qui è da chiedersi : la « gente propria » — il che sia detto senza svalutare l'importanza dell'appoggio dell'esercito — è poi tanta? Oggi come oggi, no. Venuto al potere grazie ad una congiura, Io Zvenò non ha radici nel popolo, nè dispone di uomini politicamente e tecnicamente preparati per coprire tutti i posti di comando : per dare un saggio della leggerezza con la quale si erano escogitate le riforme, si narra che qualcuno avesse pensato di sopprimere il ministero della Giustizia, per ridurlo a una sezione del ministero degl'Interni. Appunto perchè difettavano di uomini, i nuovi hanno dovuto sollecitare, per mettere assie¬ mdcrznstanpnagaclppclpagLfiaumvmsndmmmtdprzmr e e a i a e l i a o i l a a l i i e a o n i i o e r o ¬ me il gabinetto, la collaborazione dello zankoffista Molloff, del democratico Batoloff e dell'agrario Zacharieff, nè esitano ad assegnare a zankoffisti molte cariche dell'amministrazione statale: dirà il tempo se questo giovi a Zankoff per infiltrarsi nel campo degli avversari, o alla dittatura per demolire l'organizzazione zankoffista. Anche al tempo toccherà dire se in materia economica il nuovo regime possa dare all'elemento agrario, in gran bisogno, i vantaggi materiali che esso apprezzerebbe non meno della difficilissima soluzione del problema dell'organizzare secondo l'assetto corporativo un paese composto per l'85 per cento di contadini. Ricordiamoci che l'assetto corporativo qui lo voleva, per il bene esclusivo del suo partito agrario, Stamboliski, l'uomo abbattuto dai capi dell'odierna Bulgaria. La sorte delle formazioni politiche Siccome nessun decreto-legge ha finora provveduto a disciogfiere le antiche formazioni politiche, diamo uno sguardo alla situazione nella quale le ha poste la dittatura. Da solo si è sciolto lo Zvenò, che in omaggio ai principii propugnati ha voluto sparire, « per dare ai suoi membri la possibilità di unirsi agli sforzi intesi a favorire la formazione dell'unione nazionale ». Pure s'è disciolto di propria iniziativa il Democraticeski Sgovor, o unione democratica, che faceva capo all'ex ministro degli Esteri Burofr, ma interessante e che il Buroff, malgrado la censura preventiva sulla stampa, datosi a collaborare a giornali, rivendica il diritto di criticare le azioni del Governo e manifesta il timore che non verificandosi anche un rinnovamento spirituale di tutti i bulgari, il nuovo regime possa ben presto rassomigliare all'antico. Il partito radicale ha deciso di appog giare il gabinetto Gheorghieff, gli agrari tacciono (e negano al ministro dell'agricoltura Zacharieff la qualità di un loro rappresentante al potere) e il partito Zankoff, pur avendo fatto dichiarazioni favorevoli, viene considerato di attitudine incerta. Se si vogliono precisare le cause che hanno, in ultima analisi, reso 5ossibile l'audace colpo di mano del 9 maggio, basta dire che i militari si sono imposti perchè la Corona, desiderando rimanere fedele alle norme costituzionali e parlamentari, aspirava ad attendere la fine dell'attuale legislatura e perchè Zankoff, anche lui sul terreno della più stretta legalità, ragionava che il timone dello Stato gli dovesse venire affidato sulla base di una manifestazione indubbia della volontà popolare. La tattica di Hitler, insomma, a Zankoff era parsa la giusta : e se le cose fossero andate per il loro verso, è certo che la coorte dei suoi proseliti sarebbe cresciuta a simiglianza di valanga. Proprio per il 20 di maggio, Zankoff aveva convocato un congresso, attirando a Sofia trentamila delegati, però ventiquattr'ore prima il congresso è stato proibito dal gruppetto degli « Zvenari », che mai più Zankoff avrebbe ritenuto capaci di togliergli autorità e gloria. Se avesse voluto, dicono tutti, il colpo di Stato coi militari Zankoff avrebbe potuto farlo lui. Sarà; ma le recriminazioni non servono, e del resto Zankoff dichiara che non ha mai tentato di attirare gli ufficiali nel suo movimento. dmsqmsramddhceldgsLzL'uomo rimasto in disparte La casa di Zankoff sulla Strada Vitoscia, ora ribattezzata in Strada Zarina Giovanna, è sempre guardata, come da anni, da una sentinella, e nel giardinetto seggono amici del capo. Si entra sempre col solito cerimoniale e nell'anticamera s'incontra la bella cagna poliziotta Lotte, la quale, poverina, non sembra entusiasta di servire un padrone che, in fondo, di lei non ha bisogno e che ha poco tempo da dedicarle. M'avevano raccontato che l'ex presidente del consiglio fosse di umore nero. Io l'ho trovato dell'umore solito: contro uomini e destino Zankoff è da anni abituato a lottare. Discorrendo sugli ultimi avvenimenti bulgari, esclude analogie con le situazioni nelle quali hanno vinto Mussolini e Hitler, investiti di un mandato popolare. — L'organizzazione dei nostri partiti in una grande forza nazionale, dice, è ancora di là da venire. Appunto mentre lavoravo a tale compito è avvenuta la sorpresa, che però non ai'resterà, credo, il nostro processo. Ignoro se il Governo deci derà il nostro scioglimento; per ora esso si dedica ai molti compiti in terni. ,. 1Q— Era necessario il colpo del 19 maggio. — Necessario non o si può dire, ma certamente e stato il risultatologico del nostro sistema politico. Nelle liti per dividersi il potere, i partiti perdevano un tempo enorme. L'esercito, non potendo tollerarlo, ha voluto prendere le sorti del paesenelle sue mani. E' fuor di dubbio che l'esercito sia stato animato da patriottici motivi, anzi dubbiamo ritenerci fortunati che l'esercito si sia messo al di sopra dei partiti. Certo vi erano anche altre vie: ad esempio, si sarebbe potuto dare ad un nuovo Governo, fortemente indicale, l'incarico di riorganizzare il paese, liquidando senza violenza l'antico sistema politico. — Quale sarà adesso la sua atti- tudine? — Non avendo mai fatto una po- litica di partito, noi abbiamo sem-pre mirato al bene della Nazione. Il nuovo Governo comprende molti miei amici, coi quali ho lavorato nel 1923 e dopo: io spero che questi buoni patrioti giudicheranno la situazione politica con calma e ragionevolezza e per conto nostro anche noi intendiamo giovare al paese. I nostri aderenti sono liberi di accettare cariche governative. — I progressi da lei realizzati negli ultimi tempi erano notevoli? — Alle ultime elezioni comunali, dice Zankoff, abbiamo raccolto 220 mila voti, venendo così, per numero, subito dopo le frazioni agrarie, le quali nel loro insieme formano il maggiore partito. Noi abbiamo riscosso il 25 per cento dei voti e il resto se lo sono divisi, compresi gli agrari, undici partiti. Nella Bulgaria di poco più di sei milioni di abitanti c'erano dunque dodici partiti: ma contando le suddivisioni, una ventina. Una raffica li ha travolti. La dittatura ha ora il compito di formarsi un partito suo; e se la parola « partito » è da abolire completamente, diciamo che la dittatura ha da farsi la piattaforma, guadagnandosi il popolo. Oggi posa su puntelli. ITALO ZINGARELLI Il Duce riceve in udienza il Capo del partito nazista greco Roma, 8 notte. Il Capo del Governo ha ricevuto l'ex Ministro greco S E. Giorgio Mercouris capo del Partito nazionale socialista della Grecia. S. E. Giorgio Mercouris si trova da qualche giorno a Roma, per studiare le evoluzioni e le realizzazioni del Fascismo. Il partito nazionale sociale, creato da circa un anno in Grecia sulla base della dottrina fascista, rappresen. ta un movimento patriottico che auspica l'unione ed il progresso in marcia del popolo greco e la sua organizzazio. ne sui principi di equità, di solidarietà e di disciplina statale. S. E. Mercouris, dopo aver visitato e studiato la Mostra Fascista e il Dopolavoro, le istituzioni di cultura fisica, j il Foro Mussolini, le organizzazioni dei Balilla e degli Avanguardisti e dopo aver recato omaggio al Duce, ha visitato il Segretari del Partito. L'ospite ha lasciato Roma per tornare ad Atene, entusiasta di aver potuto apprezzare da vicino la colossale trasformazione morale e il progresso del rjopolo italiano, le vaste misure di previdenza sociale applicate dal Governo fascista. Lo sciopero agricolo in Spagna Quattro contadini uccisi a rivolteflate Madrid, 8 notte. Uno dei dirigenti socialisti implicati nella faccenda dell'importazione clandestina d'armi ha varcato la frontiera riparando in Francia. E' stato accertato che la consegna di armi fatta al deputato socialista Lozano constava di mille pistole, delle quali poco più di trecento erano state distribuite a diverse persone prima dell'arrivo della polizia, ed altre G90 sono state ritrovate poi nell'appartamento del detto deputato e parte "nella rimessa ohe era stata affittata a tale uopo da due organizztori sindacali. Lo sciopero agricolo continua con scarso successo in poche province. In complesso il- pericolo di veder compromessa gran parte dell'abbondante raccolto è stato scongiurato. A Ubeda due contadini che si recavano stamattina al lavoro sono stati assassinati a rivoltellate dagli scioperanti. A Jaen, in Andalusia, altri due braccianti sono stati uccisi per lo stesso motivo dagli estremisti. Incidenti di minor conto si segnalano da numerose altre località. II putsch di Valdemaras miseramente fallito L'ex-dittatore dal confino alla prigione ■• Gii insorti deferiti al Tribunale militare ordinario •■ Regna la calma Berlino, 8 notte. Il sì e il no delle notìzie contradditorie del putsch di Kovno è durato ancora fino a tutta questa notte; e questa mattina già la luce completa è fatta: il putsch di Valdemaras è miseramente fallito, col risultato di trasferire di sede l'ex-dittatore, dal luogo di conlino in cui si trovava nel fondo di Mia prigione. Egli — si apprende ora — appena arrivato a Kovno in aeroplano, rilevalo dai suoi troppo avventati amici dal suo luogo di confino non ha nemmeno per un'ora riassaggiato il potere, il quale non è sfuggito di mano al Governo regolare neppure per un minuto. Valdemaras è arrivato a Kovno unicamente per farsi arrestare, dappoiché i suoi amici non erano nemmeno in grado di proteggerlo nemmeno con un ritardo di pochi minuti dall'arresto da parte degli agenti del Governo. Appena arrivato a Kovno egli è stato portato in prigione Ma i comunicati oramai ufficiali precisano che non si trattava nemmeno di reparti completi veri e propri, bensì soltanto di poco più che isolati elementi di troppo entusiastici amici dell'ex dittatore. Il Presidente di Stato, Smetana, anzi, pare che non abbia nemmeno l'intenzione, in considerazione del fatto che non è stato versato del sangue, di far giudicare gli insorti da un tribunale di eccezione, bensì essi saranno deferiti al tribunale militare ordinario. Smetana ha poi destituito anche u Capo di Stato Maggiore Kubìljnmas, il quale pare avesse simpatizzato con gli insorti. La città di Kovno è perfettamente tranquilla, e cosi anche tutto il resto della Lituania. Il Governo continua a governare coinè prima. L'avventura rivoluzionaria è finita. Potrà soltanto essere di un certo interesse ricostruire in poche righe come essa si è svolta. Nella notte tra mercoledì e giovedì un gruppo di giovani ufficiali comandanti dei tanks si sono presentati al palazzo del Governo con i loro strumenti, tanks e mitragliatrici, e lo hanno occupato alla chetichella, fra la sorpresa generale; non però il palazzo del Presidente di Stato, che non è stato toccato. Contemporaneamente, un ucroplano era partito per rilevare Voldemaras dal suo luogo di confino e tre altri aeroplani si erano recati in provincia per sobillare le altre guarnigiorni. Qualche tanks si presentava anche al Palazzo dello Stato Maggiore e appena arrivato a Kovno l'aeroplano che portava Valdemaras, gli insorti non hanno fatto altro che telefonare al Presidente di Stato, Smetana, informandolo che, secondo loro, la rivoluzione era avvenuta, e che bisognava senz'altro nominare Capo del Governo Valdemaras. Allo Smetana fu contemporaneamente inviato il Capo di S. M. Kubiljumas, il quale, in parte forse obbligato, e in parte forse perchè aveva preso sul serio l'insurrezione, si offriva come mediatore e proponeva al Presidente di Stato la nomina di Valdemaras come Capo del Governo. Ma Smetana, senza scomporsi, ricevuto freddamente Kubiljumas, gli disse semplicemente: «Nemmeno per sogno: io non ho nulla da trattare con degli avventurieri politici! ». E' bastata la fredda doccia di questa ferma risposta, per smontare ad un tratto un'insurrezione che non era se non infantilmente montata. spRrlcll'mtgdcgbpzdIl programma sociale di Roosevelt in un messaggio al Congresso Washington, 8 notte. Il Presidente Roosevelt ha inviato un messaggio al Congresso sull' ordinamento economico sociale degli Stati Uniti, messaggio che, per le proposte contenute, è ritenuto in molti ambienti come uno degli atti più importanti emanati dalla Casa Bianca negli ultimi lustri. Esso illustra la necessità che gli Stati Uniti diano sviluppo organico e integrale ai seguenti postulati per mettersi all'altezza delle altre Nazioni: 1) il Governo federale deve promuovere direttamente e indirettamen-te in un primo tempo e poi renderea n i e a a , eventualmente obbligatoria l'assicurazione operaia contro la disoccupazione e la vecchiaia; 21 garantire la sicurezza assoluta di ogni cittadino e della sua famiglia e dei suoi averi in qualsiasi senso considerati; , 3) necessità che il Congresso nella corrente sessione approvi il completamento delle misure legislative di emergenza per combattere la crisi; 4) riduzione delle spese elettorali dei deputati e senatori nei rispettivi collegi e, a tale scopo, razionale semplificazione del metodo elettorale; 5) maggior collaborazione fattiva fra Governo federale e Governi statali, ciò forse potrà portare a qualche riduzione dell' autonomia di questi ultimi ed al passaggio di alcuni servizi essenziali dagli organi statali a quelli federali e conseguente abolizione di doppioni amministrativi; 6) per quanto riguarda le assicurazioni sociali gli oneri debbono essere sostenuti in eguale misura da datori di lavoro e prestatori d'opera; 7) necessità di rapida attuazione di un programma organico di risanamento edilizio stimolando con opportu-ne provvido _e legislative Tinte) vento del capitale privato; 8) bonifica idraulica e utilizzazione delle forze idriche del Paese per la messa in valore di vasti territori. La crisi beli*a - i , a i , a i 1 Broqueville è noto per la sua politi | ca severamente deflazionista. Il reincarico a De BroquevilleBruxelles, S notte. Il Re Leopoldo, dono aver consultato il presidente della Camera e capi dei partiti, ha ricevuto i! Presiclente del Consiglio De Broqueville al quale ha confermato l'incarico di formare il nuovo Gabinetto. De