Il Duce fregia la bandiera della Croce di Guerra

Il Duce fregia la bandiera della Croce di Guerra IL 120° ANNUALE DELL'ARMA FEDELISSIMA Il Duce fregia la bandiera della Croce di Guerra e consegna le ricompense ai valorosi e e l e n a a a i o a Roma, 5 notte. Alla presenza del Capo del Governo, stamane l'Arma dei Carabinieri ha solennemente celebrato il 120.o annuale della sua fondazione. La guerra mondiale vide in atto le virtù militari dei Carabinieri, ed essi oggi accanto ai Fanti eroici, accanto ai Cavalieri e agli Artiglieri e al Genio, possono ricordare orgogliosamente di aver saputo rinnovellare le loro più fiere tradizioni con innumerevoli prove di attaccamento al dovere e di fulgido eroismo, dando validissimo contributo alla radiosa vittoria delle armi d'Italia. La tradizione eroica dell'Arma, iniziata 119. anni or sono con il battesimo del fuoco di Grenoble, affermatasi con la carica di Pastrengo, è durata e dura ininterrotta in guerra e in pace con uguale disciplina e sacrificio. L'arrivo del Capo del Governo La cerimonia celebrativa di questa mattina, rievocante le glorie dell'Arma, ha avuto austero carattere militare. Il Duce è giunto alle 8,25 alla Caserma Pastrengo, sede degli squadroni territoriali dei Carabinieri. La caserma era tutta imbandierata, come imbandierate erano le finestre delle case circostanti per un raggio assai vasto: balconi e terrazze erano gremite. Quando il Duce è giunto accompagnato dal Segretario del Partito, tutta questa folla Lo ha salutato con applausi frementi. Compagnie di Carabinieri a piedi e squadroni territoriali erano schierati lungo il lato del viale con la lacera bandiera della Legione e la musica. Schiera mento irreprensibile, magnifico. Un quadro di colore sobrio, austero e pure ricco di note vivacissime. All'arrivo del Duce, le truppe sono scattate sull'attenti e hanno presentato le armi, e la musica ha suonato successivamente le prime battute della Marcia Reale e di Giovinezza. Il popolo da lungi ha applaudito e l'applauso si è propagato lontano. Il Duce vestiva la divisa di Comandante generale della Milizia; il Segretario del Partito vestiva la divisa fascista. A ricevere il Duce all'ingresso della caserma era il comandante dell'Arma, generale Enrico di San Marzano, con i comandanti dello schieramento. Subito il Duce, con passo militare, ha percorso tutto il viale passando in rivista i reparti. Poi si è diretto verso il palco delle autorità, eretto nel mezzo del viale dinanzi alla palazzina del Comando. Ad attendere il Duce, sul palco erano fra le altre gerarchie, autorità e personalità, il Presidente della Camera S. E. Ciano, il Ministro delle Colonie generale De Bono, il Ministro dell'Agricoltura on. Acerbo, il Sottosegretario alla Guerra generale Baistrocchi, i vicesegretari del Partito Marpicati e Serena, il Prefetto di Roma, il generale Bonzani capo di Stato Maggiore dell'Esercito, il generale Teruzzi capo di Stato Maggiore della Milizia, il generale Goggia comandante il Corpo d'Armata di Roma, il generale della Milizia Lambruschini, comandante il terzo Raggruppamento Camicie Nere, il generale Tringali, Presidente del Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, il generale Liotta, comandante la zona aerea territoriale di Roma, il generale Guzzoni, comandante la Divisione, i senatori Forges Davanzati e Schanzer, l'on. Guglielmotti, uno stuolo numeroso di ufficiali generali e di ufficiali superiori di tutte le Armi. Presso il palco era schierata una rappresentanza dell'Associazione dei Carabinieri in congedo con la bandiera e il medagliere. Le ricompense al valore Non appena il Duce ha preso posto sul palco, è stata fatta avanzare la gloriosa bandiera dell'Arma, che, decorata dal Re con medaglia d'oro il 5 giugno 1920, per il prezioso contributo dato dai Carabinieri alla Ggcdqlctpsb o a , o a Guerra e alla Vittoria, è stata fre-1 mgiata dal Capo del Governo con la croce di guerra per l'attività svolta dalla Divisione della Cirenaica in quella Colonia. Quindi si è svolta la consegna delle ricompense al valore. Un ufficiale chiamava un nome, leggeva una motivazione. Il milite rapidamente si poneva dinanzi al Duce, irrigidito sull'attenti; e il Duce appuntava la medaglia sul petto, abbracciava e baciava il valoroso. Ma qualche volta alla chiamata non ha risposto il milite. Si sono sgvvp9taSmsnspresentati penetri, un vecchio popò- i slano o una vecchia contadina, umili, vimpacciati, con gli occhi lucidi di | vpianto: babbo o mamma del valoroso caduto nell'adempimento del dovere. Premio alla memoria: la commozione vibrava intensamente in tutti i cuori; e la cerimonia militare acquistava, in quel momento, un tono di profonda umanità per il gesto umanissimo col quale il Duce accoglieva i parenti del Caduto. Le motivazioni delle ricompense fanno risaltare il valore e l'abnega dvriuvbp1czzione dei singoli militi e l'alto senso IRdel dovere di tutti i reparti dell'Ar- ! ima. Il maresciallo capo Amedeo An-1 sdreoli è stato decorato di medaglia |gd'argento con questa motivazione: « Rintracciato in una tomba del cimitero del paese dove erasi nascosto un pericoloso latitante, autore di gravi delitti contro la persona, pure essendo stato fatto segno a un colpo midi pistola che lo ferì lievemente alla, testa e pur sapendo il malfattore de-,ciso ad accanita resistenza, con co-'raggio e sprezzo della vita, dopo es-1 sersi disarmato, affrontò inerme il,ribelle che, disorientato da tanto ardimento, si arrese». Lottomanoppello (Pescara), 4 dicembre 1932-XT. La lunga schiera dei valorosi 'II carabiniere Oreste Colticela ha avuto una medaglia d'argento per- Lche «di nassa<r°-?o rientrando diisiyo con la miccia in combustione e intuito il pencolo incombente, affer- ro 1 ordigno stesso e ne strappo con ! i denti il pezzo di miccia ancora in combusta sventando cosi 1 imminen- te esplosione. Ammirevole esempio di elevato sentimento del dovere e disprezzo del pericolo ». Milano, 25 ottobre 1932-X. Ma la schiera dei valorosi non è finita. Il Duce ha ancora consegnato al carabiniere Pietro Accinelli la medaglia di bronzo al valor milita re; al carabiniere Saverio Anterita-| no, al carabiniere Boeti Giuseppe e al vice-brigadiere Antonio Fundone,1 la medaglia d'argento al valor ciyi- le; al brigadiere Battista Fenocchio, al carabiniere Giuseppe Gardin, al vice-brigadiere Giuseppe Giorgi, ali carabiniere Alfonso Socciarelli, laimedaglia di bronzo al valor civile. \ Inoltre alcuni graduati e militi sono ; stati premiati, sempre per atti di' valore, con le rendite della Fonda- [zione del Monumento al Carabiniere | Reale. Ventimila lire ha ricevuto il! carabiniere Vito Zani, con la motivazione soprariportata. Un premio di 15 mila lire è stato concesso al vice-brigadiere a piede Debaude Giovanni, della Legione di Alessandria: comandante interinalmente di stazione, avvertito che un pericoloso malfattore, autore di tentato omicidio in persona del fratello, si era rifugiato in una cascina isolata, in località accidentata di montagna, vi accorse senza indugio per conseguirne l'arresto. Giuntovi a sera inoltrata, malgrado l'oscurità, sprezzando il pericolo e precedendo un carabiniere dipendente, penetrò arditamente nella casa per una finestra a pianterreno, e salì al piano superiore per una scaletta interna con la pistola in pugno, rischiarandosi il cammino con la tenue luce di una lampadina tascabile. Improvvisa- Ij mente colpito da una fucilata espio- sagli contro dal delinquente in ag- nguato, cadde gravemente ferito alivolto. Magnifico esempio di elettelvirtù militari nell'adempimento del proprio dovere. Gorzegno (Cuneo), 9 ottobre 1933-XI. Dopo la premiazione è incominciato lo sfilamento dei reparti davanti al Duce, musica e bandiera in testa. Sfilamento bellissimo, impeccabile, marziale al massimo grado, tale da suscitare l'ammirazione profonda negli stessi militi che vi hanno assi stito. Quando l'ultimo reparto è i scomparso, ecco apparire all'improv viso, sbucato come per incanto sul viale, un superbo plotone di soldati d'altri tempi. Marcia lentissima, la vera marcia di pattuglia: carabinieri anche questi, ma del 1814. Tipi uniformi, armi, passo, comando, evoluzioni, tutto come allora. I carabinieri del 1934 hanno salutato nel primo plotone i loro commilitoni di 120 anni or sono, nel tempo cioè in cui l'Arma gloriosa fu fondata. Dopo la interessantissima esibizione il primo reparto si è ritirato R Duce, i gerarchi, le autorità, gli1 invitati hanno lasciato il viale e si sono portati al vicino ampio maneg|gh> scoperto. Allora la festa dell'Ar- ma è diventata festa di popolo, che! il popolo vi ha partecipato piena- i mente dalle finestre e dalle terrazze degli ci litici circostanti. Quando il Duce è apparso tutto questo popolo Gli ha gridato a lungo, fra gli , applausi, la sua fede e la sua pas ,sione. Subito nel maneggio sono in'cominciate le talvolta difficilissime 1 esibizioni dei reparti a cavallo. Pri,ma un plotone dalle uniformi del 1834 (carabinieri del primo ventennio dell'Arma), poi un plotone di carabinieri di oggi. Il tenente ha presentato il plotone al Duce: « Sa'luto al Duce! » A noi! hanno rispo- Jrf5*« f°!la Ha f'f"? e9°' L S^»».^ manifestazione ile aclobazIC degli sopite libici sui p0CQ d le g 30 u Capo del Go_ ossequiato dalle autorità, do¬ ! una nuo^a entusiastica e vibrante dimostrazione da t d u f n e dd carabinieri in congedo, ha lasciato la Caserma Pastrengo. Le direttive del Duce ai Segretari dei Fasci all'esteroRoma, 5 notte. // Capo del Governo ha ricevuto a | Palazzo Venezia i segretari dei Fasci all'estero, che avevano montato la 1 guardia alla Mostra della Rivoluzio „e< Era presente u Segretario del p„.;f„ e, r, „,„ n P("/'/0 S' E- «comm. Po-i ha Presentato % vari segretari, i™ na riaffermato i sentimenti di \ devozione assoluta al Duce delle Ca ; micie Nere italiane che vivono in ' ogni parte del mondo e che sono [stretti intorno ai Fasci all'estero. | R Capo del Goverm ha voluto co_noscere uno per uno ì segretari ed ha poi pronunciato un breve discorso dando precise direttive per il lavoro delicato dei Fasci all'estero e per la sempre maggiore compattezza spirituale delle grandi masse di lavoratori italiani oltre confine. l! i i a n l a - Dopo uvei- montato la guardia alI la Mostra della Rivoluzione, i Scgrej fari dei Fasci all'Estero si erano di; retti, inquadrati e con la musica del■■ la 112.a Legione, a Palazzo Littoriodove avevano deposto una corona di fiori nella Cappella votiva dei Martiri fascisti. Quindi erano stati ricevuti dal Segretatrio del Partito, il quale aveva rivolto loro un vibrante discorso, incaricandoli di portare il saluto del Partilo alle Camicie Nere oltre confine.