L'Inghilterra sospende il "token"

L'Inghilterra sospende il "token" IL PROBLEMA DEI DEBITI A UNA NUOVA SVOLTA Il Duce appunta la medaglia sul petto di un valoroso Carabiniere L'Inghilterra sospende il "token" Verso l^naderripièiizar^nerale I'Anche il token col 15 giugno prossimo avrà fatto il suo tempo; misura di compromesso adottata dà alcuni Stati debitori verso l'America per non rompere troppo bruscamente i ponti. In realtà i debiti di guerra erano una partita strettamente collegata colle riparazioni; cancellate queste, venivano a cadere anche quelli. E' la tragica contabilità di guerra che sta scomparendo perchè è storicamente assurdo pretendere di regolare dei pagamenti attraverso delle generazioni e perchè è economicamente provato che non possono avvenire forti e reali trasferimenti di ricchezze da un paese ad un altro se non in merci e in servizi. Naturalmente sarebbe stato molto, molto più vantaggioso per i popoli se si fosse arrivati ad una simile lineale soluzione alcuni anni addietro con reciproco sforzo di comprensione e non oggi in uno stato di necessità; immaginate, purtroppo per pura ipotesi, che le tesi mussoliniane fossero state accettate fin da quando furono ufficialmente presentate alla Conferenza di Londra del dicembre 1922; certamente sarebbe stata prevenuta, almeno in notevole parte, la situazione di crisi che si è sviluppata alcuni anni dopo. Quanti errori, quante illusioni commerciali e monetarie sarebbero state risparmiate, se non avesse agito la volontà di eludere dei pagamenti praticamente impossibili! Una delle chiavi di volta per spiegarsi i fenomeni di inflazione monetaria e di autarchia economica deve essere ricercata nella instabilità determinata dal binomio riparazioni-debiti. Gli Stati Uniti colla loro intransigenza assoluta hanno finito, sia pure in extremis per chiarire le posizioni; già nel luglio 1931 la così detta moratoria di Hoover diede il colpo di grazia al precario sistema basato sui setllcments da una parte e sul Piano Young dall'altra; fin da allora si capì che la partita doppia era ormai insostenibile. Oggi il « bill » Johnson che mette insieme in una dichiarazione di insolvenza tanto chi non ha pagato un soldo quanto chi, sia pure con versamenti modesti, non ha sconfessato il suo debito, ha indotto alla conseguenza logica dell'abolizione del sistema del token. Se gli americani avessero creduto altrimenti, che cioè i debitori si sarebbero affrettati a pagare integralmente le scadenze, avrebbero dato segno di una ingenuità spaventosa. L'Inghilterra, che pure ha un bilancio in forte attivo, che ha risorse immense, ha risposto sospendendo ogni pagamento interinale: è probabile quindi che col 15 giugno prossimo tutti i debitori verso l'America verranno a trovarsi sullo stesso piede. Sono prevedibili delle ritorsioni? No, davvero; in un periodo di depressione dei traffici e di annullamento degli scambi creditizi internazionali quale è l'attuale, gli Stati Uniti non possono adottare alcuna misura pratica di ostilità economica. E del resto ne hanno essi veramente desiderio? O forse non è nelle intenzioni di Roosevelt che si forzi la mano in modo che si finisca la commedia semestrale di discus-sioni e di contrasti intorno ad un credito inesigibile? La presa di posizione Londra, 5 notte. Come era stato previsto, l'Inghilterra ha deciso di non pagare nulla all'America fino a quando non sarà raggiunto un accordo finale sul debito di guerra, e ciò perchè il governo di Washington si e rifiutato di accettare dei token a prova della buona fede del debitore senza dichiararlo inadempiente. La decisione inglese, in considerazione del fatto che il debito dell'Inghilterra è il più grosso di tutti, non fa che preludere evidentemente a un'inadempienza generale dell'Euro; pa. In qual modo essa influenzerà i l'apporti internazionali non è ancora il caso di dire, ma certo si è che le conseguenze politiche dell'inadem pienza non potranno essere peggiordelle conseguenze economiche che avrebbe un eventuale trasferimento di oro europeo oltre Atlantico. Dichiarazioni di N, Chamberlain Tali ragionamenti, presso a pococostituiscono lo sfondo della nota inviata ieri da Londra a Washingtonpubblicata a Washington ieri sera e a Londra quest'oggi in un Libro bianco e illustrata alla Camera deComuni dal Cancelliere dello Scaccliiere Neville Chamberlain con undiscorso molto franco nel pomeriggio di oggi. Chamberlain ha ricordato anzi tutto la Nota britannica all'America del l.o dicembre 1932con la quale erano state esposte lragioni per cui il sistema dei debitdi'guerra ncn poteva funzionare in avvenire come aveva funzionato prima della moratoria Hoover. Ha ri- cordato la risposta dell'America che si dichiarava pronta a discutere il problema da cima a fondo. Discussioni si svolsero effettivamente ma non condussero a nulla. « Al 15 giugno e ni 15 dicembre 1933 — ha continuato il Cancelliere — il nostro governo ha fatto all'America ilei token in segno di riconoscimento del debito, ed in entrambe le occasioni il Presidente degli Stati Uniti espresso l'opinione personale che l'Inghilterra non si rendeva inadempiente. Il governo britannico avrebbe desiderato fare un ulteriore versamento del genere il 15 giugno prossimo sempre a riconoscimento del proprio debito e senza pregiudizio del suo diritto di chiedere la revisione dell'intero problema. Ma esso è stato informato che in seguito alla nuova legge recentemente approvata dal Congresso degli Stati Uniti, una dichiarazione presidenziale simile alle precedenti non era più possibile, per cui la procedura adottata di comune accordo nel 1933 non potrà essere applicata nel caso presente. Infatti — ha soggiunto Chamberlain — il nostro ambasciatore è stato informato dal governo americano in data 11 maggio che ogni governo il quale non pagherà integralmente la rata scadente il 15 giugno sarà considerato inadempiente. Al 25 maggio prossimo il Tesoro degli Stati Uniti ci ha comunicato dettagliatamente l'ammontare del nostro debito compresi gli arretrati di 196 milioni di dollari dell'anno scorso, in modo che la somma complessiva era di 262 milioni di dollari, cioè più di cinquanta milioni di sterline. Quindi il governo era dinanzi all'alternativa di pagare 50 milioni di sterline al 15 giugno e venti milioni alla scadenza di dicembre o di sospendere ogni pagamento interinale in attesa di una revisione finale di comune accordo della attuale convenzione sul debito ». Il Cancelliere ha osservato che nel primo dei due casi l'Inghilterra sarebbe stata costretta a rivolgere una corrispondente domanda di pagare ai suoi debitori di guerra, « La ripresa di pagamenti Integrali agli Stati Uniti — ha detto Chamber lain — riesumerebbe tutto il sistema dei pagamenti intergovernativi di una volta e rinvierebbe alle calende greche ogni probabilità di ritorno del mondo alla prosperità. Dopo un coscienzioso esame della situazione il Governo britannico ha compreso di non potere as sumersi la responsabilità di ima politi ca che avrebbe conseguenze così disastrose ». Ecco come si è arrivati alla elaborazione della Nota inviata ieri a Washington. In essa il Governo ha espresso il suo rammarico per essere stato costretto a prendere una decisione simile e ha sottolineato che l'Inghilterra non intende ripudiare il debito, ma è pronta invece ad avviare trattative al riguardo appena il Presidente Roosevelt riterrà giunto il momento. La Nota doveva essere pubblicata contemporaneamente nelle due capitali nel pomeriggio di oggi; ma per un errore Washington l'ha resa pubblica fin da ieri sera cosicché i lettori inglesi per conoscerla non hanno dovuto attendere il Libro bianco del Governo di Londra, ma ne hanno trovato un riassunto nei giornali del mattino. ir taglio del nodo gordiano Nota e discorso di Chamberlain avranno probabilmente in Inghilterra una favorevole accoglienza. Ci sarà senza dubbio qualche vecchio adoratore del prestigio del Paese ad ogni costo che protesterà, ma la maggioranza del popolo non potrà non approvare la decisione del Governo, specie in considerazione del fatto che il pagamento integrale del debito avrebbe come ineluttabile conseguenza un aumento delle tasse. Dai commenti dei giornali dunque non è il caso di aspettarsi sorprese. L'unica opinione espressa stasera da un organo liberale è che la decisione del Governo avrebbe dovuto essere presa già anni or sono. I dispacci dall'America informa no che gli ambienti politici di Washington non sono rimasti affatto sorpresi dell'atteggiamento britannico. ,Se l'aspettavano e, secondo alcuni, j perfinr/se lo auguravano. Londra ta 1 giia il nodo gordiano con una decisio a n a ; i a e i e o , , e o i - ni legge in parola a causare 1 madera a , e i n ne che forse sarà capace di convince re anche i congressisti americani più refrattari alla realtà economica internazionale che i debiti di guerra non possono essere pagati integralmente. In genere i commentatori americani comprendono che si è alla vigilia di una inadempienza su tutta la linea per cui dei 175 milioni di dollari che il Tesoro di Washington dovrebbe ricevere al 15 giugno, saranno versati soltanto i 165 mila dollari della Finlandir Filosofi?5 «"«ericana New York, 5 notte. Da quello che sii può giudicare finora gli americani hanno accolto il rifiuto inglese di pagare con molta filosofia. Borali, il dichiarato antieuropeo ha espresso l'opinione che Londra abbia scelto la strada della inadempienza solo per indurre l'America a discutere i problemi commerciali. « Andate a Londra ad offrire un trattato commerciale — dice il senatore Borali —■ e vedrete che Londra è pronta a ricominciare i pagamenti del debito ». Il senatore Pittman, presidente della commissione degli Esteri deSenato, ritiene che l'Inghilterra pagherebbe se si giungesse alla stabilizzazione dei cambi. Il senatore Johnson, autore della legge che, in fondo, ha determinato l'odierna decisione inglese, ha già cominciato a scusarsi col dire che non è stata lapienza inglese, giacché l'Inghilterra aveva in animo di non pagare da lungo tempo. Ma il suo collega Snell glha fatto rimprovero di essersi reso responsabile di una perdita di milioni e milioni di dollari che sarà patita durante l'anno dagli Stati Uniti.