Tra due colpi di stato

Tra due colpi di stato Tra due colpi di stato La Bulgaria dal '23 al '34 Fine del parlamentarismo Dalla Cospirazione al Governo ( J_>£» 1 nostro inviato) SOFIA, giugno, jChe il parlamentarismo bulgaro!dovesse morire se l'aspettavano tut-ji, il modo nel quale esso è morto ha costituito viceversa una sorpresa. Le analogie col fascismo italiano o col,nazionalsocialismo tedesco sono fuori juogo, nè si può parlare di un movimento di masse, o d'una rivolta di giovani: le masse s'andavano schierando dietro al nrofessor Alessandro Zankoff, il quale presto avrebbe pouto contare sulla forza di duecentomila aderenti, i cosidetti fascisti erano inquadrati nei ranchi della Rodna Zastita, organizzazione che non ha saputo trarre profitto dallo slancio niziale e dalla simpatia con la quale era stata salutata la sua nascita, e perfino il nazionalsocialismo tedesco avevo trovato degl'imitatori, raccoltisi attorno al medico Cristo Kunceff, messosi a sventolare una bandiera dalla bianca croce gammata in campo rosso. Forse per aver fatto bian ca una croce ch'era nera, e verde il sole che verde non fu mai, il nazionalsocialismo indigeno aveva di poco superato le proporzioni di una set ta. E per ultimo la botta di grazia al sistema parlamentare l'ha vibrata un gruppetto di vecchi cospiratori, con l'ausilio di ufficiali subalterni. All'obiezione che il popolo non fosse con i membri della congiura si può replicare che per sollecitare il preventivo consenso popolare si sarebbe dovuto sacrificare il segreto, premessa d'ogni congiura. Gli uomini saliti al potere — la oro età si aggira fra i 50 e i 60 anni — sono gli stessi che hanno fatto il colpo di Stato del 9 giugno del 1923, astraendo da Zankoff, il quale s'è tirato da parte nel '30, rimanendo fedele all'idea di seguire vie legali. Per tutti i protagonisti del 23 la riconquista del potere significa una specie di esame di riparazione, giacché dieci anni addietro essi non seppero condurre a termine l'onera affrontata; e per indicare qua-e fosse, davanti a tale constatazio a lo stato d'animo del popolo, me glio vale riferire alcuni brani del programma della citata organizzazione fascista Roclna Zastita: «L'atto del 9 giugno 1923 non fu che reazione contro una situazione (si allude al regime Stamboliski) che si rendeva sempre più intollerabile, una protesta dei cittadini onesti e ansiosi dell'avvenire contro l'opera demolitrice dei partiti politici in genereMa il Governo del 9 giugno e quello che lo seguì non rimasero fedelagli ideali degli autori del pronunciamento e presero la vecchia strada dei partiti, e si riebbero così gl stessi uomini, le stesse tare, la stessa perniciosa politica ». Sicché precisiamo: in un primo tempo sono stati i fascisti a denunciare le manchevolezze dell'opera dei congiurati del '23 ed a riprendere la campagna' per la vittoria degl'ideali in cui aveva confidato la popolazione Ma in un secondo tempo l'iniziativa è ritornata ai cospiratori del '23, che questioni di carattere personale avevano frattanto divisi. La colpa della scissura —■ andiamo un po' alla ricerca del peccato originale — sarebbe stata di Zankoff, in quanto lui appunto si sarebbe messo a civettare coi partiti: i malcontenti si raggrup- parono allora attorno al giornale Lasc, il raggio, ed ebbero da esso ilnome di « lascisti », così come dalgiornale Platine, il mattino, gii agra- ri di sinistra hanno recentemente ri- cavato il nome di >■■ pladniari ». Ma i « lascisti » non restarono compat- ti: parecchi si lasciarono convincere dalle idee di Zankoff, ed il gruppodegli irreconciliabili nemici dei par-titi assottigliatosi alquanto, prese a vivere una vita propria, pubblicando la rivista Zvcnò (l'anello) ed il giornale Isgreff (l'ascesa). Zvenò si chia mò anche il gruppo stesso; i suoi eapi furono l'ex-colonnello Damiana Velceff, l'organizzatore vero del colpo di Stato del '23, l'ex-ministro Di¬ po mo Kasassoff, un socialista che aveva favorito quella rivolta, l'ex-colonnello Kimon Gheorghieff, che nel .. . '26 aveva lasciato il Ministero delle ferrovie essendo in disaccordo con Ljapceff in merito al prestito per la stabilizzazione (e rari sono nella storia politica del paese i casi di mi; nistri dimessisi per divergenze di vedute), e l'ex ministro Peter Todoroff (nell'attuale gabinetto Gheorghieff ministro delle finanze), che all'avversione per gli antichi partiti accoppiava un'attitudine ostihssima ai macedoni e qualche debolezza repubblicana. I gregari erano pochi, e fra i pochi molti massoni. Lo Zveriò si diede a predicare la necessità di un Governo estraneo ai partiti, di un'organizzazione amministrativa basata sulle corporazioni, d'un parlamento composto di tecnici non eletti ma nominati, di radicali riforme statali. Altri importanti punti del programma erano il ristabilimento dell'autorità governativa nel distretto di Petric, sciogliendo il comitato rivoluzionario macedone, e, in politica estera, l'amicizia con la Jugoslavia. Ma a determinare la scissione nel campo dei cospiratori del '23 (i quali negli anni '24 e '25 ebbero a reprimere l'agitazione agrario-comunista) contribuì un fatto che ha poi influito in maniera decisiva sull'attitudine dell'esercito e, in ultima analisi, sulla preparazione del pronunciamento del 19 maggio. Il colpo di Stato del '23 era riuscito grazie all'aiuto dell'esercito regolare e della falange degli ufficiali messi a riposo in seguito all'obbligo assunto dalla Bulgaria a Neuilly di mantenere forze militari modestissime: questi ufficiali costituivano una lega che la gente chiamava « dei cavalli selvaggi », o « squadrone », e che all'indomani de! successo reclamò ed ottenne compenso sotto forma di larghe assunzioni a pubblici uffici, conferimento di cariche nella polizia e via via. In breve, l'elemento militare potè vantare nella vita del paese una preponderante posizione, cosa che ai fattori politici ad un certo momento dispiacque. Si diede macchina indietro, quindi, e si cercò di rimediare, eliminando gl'infidi e i turbolenti. Andrea Ljapceff, successo a Zankoff alla testa del Governo, con astuzia affidò l'ingrato compito al ministro della Guerra, generale Volkoff, un altro congiurato del '23. Diventato arbitro dell'esercito, il Volkoff incominciò a trasferire e a destituire quanti ufficiali, per un verso o per l'altro, non gli fossero riusciti graditi e perfino ufficiali che lungi dall'aver svolto attività politica avevano osato criticare il suo distacco dalla moglie ed un nuovo matrimonio, come pure certe misure di carattere amministrativo utili a lui e dannose per l'erario. E fra i molti che dovettero scontare l'ira di Volkoff troviamo il suo ex amico e compagno di congiura colonnello Damiano Velceff, nel '26 bruscamente rimosso dalla carica di comandante dell'Accademia militare. Osteggiato dal ministro degli Esteri Buroff, il generale Volkoff lasciò, per ultimo, il dicastero della Guerra e venne nominato ministro a Roma. I fatti esposti bastano ad illustrare perchè mai il colonnello Velceff, condotto felicemente a termine il colpo del 19 maggio, abbia chiesto la telegrafica destituzione del Volkoff; ma per la cronaca si può asrsr'imerere avere il ! Velceff. nell'ottobre del '29, pubblicamente accusato il colonnello Porkoff, funzionario de! ministero della Guerra e fiduciario del generale Volkoff. di volerlo uccidere. Di questo ! Porkoff si vocifera che sia coinvolto : nell'assassinio degli ex ministri Ghenadieff e Petkoff. Nell'atmosfera avvelenata dai residui del complotto del 1923, i partiti bulgari pensavano di potersi rinvigorire. Senza mutare tattica, oggi si davano la mano per stringere una coalizione di corta vita, domani riprendevano a pugnalarsi. Non vogliamo assimilare nel giudizio uomini del cui patriottismo sarebbe slealtà jil dubitare, ma purtroppo anche al j l'inferno politico si giunge per una i strada lastricata di eccellenti inlenl2101". La terza fase della storia bulgara del dopoguerra (la prima fu l'agra ria, la seconda la zankoffista e liap- ceffiana) si apre con lo scoppio dele la mina che il democratico signor o, Malinoff fece brillare nella prima-; vera del '31, ottenendo lo sfacelo a o dell'Unione democratica. Le elezioni rivelarono un ulteriore disperdimento .ielle energie politiche del paese e per formare il Governo si ebbe ad iIimpastare un nuovo blocco, dividen* Il Ministro deile Finanze: Peter Todcroff: II Ministro dell' Interno: Midileff Il Presidente del Consiglio: Kimon Gheorghieff

Luoghi citati: Bulgaria, Jugoslavia, Roma, Sofia, Zankoff