Bellezze negre a Mogadiscio per un concorso al ruolo di prima attrice

Bellezze negre a Mogadiscio per un concorso al ruolo di prima attrice Cacciatori di omone in Africa Bellezze negre a Mogadiscio per un concorso al ruolo di prima attrice ( Spedizione cinema-giornalistica de " La Stampa „ MOGADISCIO, maggio. Prima che la nave getti le ancore, la visione dì Mogadiscio, distesa dalle dune al mare, protetta dai due campanili della cattedrale, ci viene incontro come un saluto bianco: la diresti, cosi da lontano, non una città ma un volo di candide colombe posate sulla spiaggia. Conosco già la capitale della Somalia e me la posso raffigurare, stando sul ponte, nei suoi particolari più caratteristici. Dall'anno scorso molte cose sono mutate, molti lavori sono stati compiuti. Il disegno delle strade, ora appare più nitido e preriso sul bruno colore dell'asfalto che le ricopre e le giovani e freschissime chiome delle nitore piantagioni di casuurìne, cocchi e palme che ai lati le vivificano, si agitano al vento in una doppia fila di inchini oltre ai quali rosseggia la terra scarlatta, dura e levigata come una pista per la corsa leggera degli indigeni. Adesso, che per l'avvicinarsi del piroscafo riesco a distinguere nitidamente il paesaggio, mi accorgo che «mcschinopoli », la città di paglia e di fango che cresceva come una fungaia ai margini del Mogadiscio, è stata rasa al suolo e trasportata molto lontano dal cuore della città, sulla groppa di una duna che s'arriccia all'orizzonte come un'onda color di porpora. Il vaiolo nero ha fatto strage l'anno scorso nell'accampamento indigeno e il governo, che ha opposto al terribile morbo tutte le risorse della profilassi e un'inflessìbile disciplina fra le noma- o e e e o , e n i e di genti dell'interno che obbligava ad arrestarsi fuori dalle mura in appositi campi di concentramento, ha bruciato « meschinopoli » centro d'infezione, vivaio di mosche e di piaghe. Ora Mogadiscio è monda e bianca e par uscita, fresca e pulita, da un bagno di calce che la rende abbagliante. Di sera, all'ora del tramonto, su tutto questo candore, l'aria azzurra del mare e quel-,la argentea della boscaglia distende-\ranno le trasparenze delle loro tinte irreali e dolci come colori appena sognati. Il nostro arrivo non Soltanto è stato segnalato dal Ministro delle Colonie al Governatore della Somalia S. E. Maurizio Rava ma, appena sbarrati abbiamo l'immediata e consolante sensazione dell'aiuto morule e materiale che il Governo ci darà per la realizzazione della nostra impresa. L'accoglienza del Governatore Il tenente degli alpini Farello, vec.chio africanista ed ex-comandante del- Ile bande irregolari scaglionate sul con-]1 fine abissino e che ci ha preceduti diìtttt mese per l'organizzazione logistica,]\ha provveduto ai nostri alloggiamenti] te il Governatorato ci ha fatto trovare za pronte e schierate le due automa-] bili e i tre camìons che formeranno la\nostra carovana. ; S. E. Rava, con squisita gentilezza \mi ospita per i tre giorni che mi fer\merò a Mogadiscio nel suo palazzo, assegnandomi la camera che già l'anno scorso aveva messo a mia disposizione-.]Mi par che. non siano passati parecchi mesi ma poche settimane dal giorno in cui ho lasciato la colonia, delirando per un attacco di malaria. Dalle ampie finestre mi viene incontro a folate l vento salmastro e umido dell'Oceano Indiano che si frange conttro le mura del palazzo, e l'ampia calmerà ne è tutta palpitante e sonora. Eassun, il servo scalzo e silenzioso, èIsorto come un'ombra dietro la nube va-Iporosa dell'ampia zanzariera che av-.volge il letto di legno nero, e mi porgeila sua mano lunga e magra chieden-domi se non lo riconosco più. Sì, flas'san ti riconosco: riconosco il buon sor¬ riso che ti scintilla negli occhi e at-tendo da te, dopo il saluto cordiale chelricambio volentieri, il caffè aromatico \ e il pampelmo succoso e profumato al cintile l'anno scorso mi avevi abituato, Con il caffè e il pampelmo Hassan, mi porta due lettere: una del Govcr-ìnatore che dà appuntamento al registaìDreyer e a vie nel pomeriggio, nellaìsua abitazione privata, e un'altra del'.commissario di Mogadiscio, Carlo de di donne che, non avendo indovinato il perchè dell'ordine ricevuto, si sono presentate a lui con il cuore in tumulto e con mille domande sulle labbra. Fra le donne raccolte sulla terrazza «e ne sono di quelle che, per delicatez ~n definirci «emancipate», e delle aitre addirittura selvatiche come belvct- San Marnano, che mi avverte d'avere adunate nel suo ufficio tutte le bellezze della capitale, fra le quali dovremo scegliere la protagonista nera del nostro film. Dodici donne sulla terrazza Mario Craveri, il signor Dreyer e io ci affrettiamo al commissariato, poiché la missiva del gentile amico ha un tono di supplica più che di invito. Leggiamo fra le righe la disperazione dell'eccellente funzionario stretto nella cerchia canora e petulante di una dozzina te di boscaglia. Il nostro ingresso è piuttosto sensazionale. Il capo operatore Craveri che ha attraversato due volte l'Africa si dà l'uria di un vecchio domatore nella gabbia delle pantere; il signor Dreyer, biondo e bianco come un Cherubino. parlata tedesca Non bisogna illudersi che sia cosa facile trattare con le donne indigene e sbaglia chi crede di poterle addome-\sticare con l'autorità e l'energia. 8ha-elle prende in tal modo il primo contatto con l'Africa piuttosto violentemente, si comporta come se fosse nel salotto di una dama alla presenza dì molte dame raffinate e ad un certo momento, cambia la lingua francese, ritenendola troppo difficile per essere compresa dalle indigene, in una sciolta Icespcurc quandr ha scritto La bisbeti-ca domata .1011 ha pensato che al mon- do esistono anche le somale caparbie e le fiere migiurtinc. A7ninà, per esem- pio, bellissima fra le bellissime migiur-i Une e che un ricchissimo mercante in-\ diano aveva dominato per qualche] giorno con la forza del danaro, s'è ri-\ìscattata da seìdo all'innamor ìbuone e sonanti raccolte fra i capi del- '.lc cabile amiche. Cinquantamila lire'co-1 estituiscono in Migiurtina un tesoro fa- , pentita e ribelle. pagan-\irato cinquantamila lirelin corsa sfrenata su una motociclettada grande turismo. Quale sarà il bianco, il «gal» comelteso dall'Europa la motocicletta sulla\quale per notti e notti aveva concepito voloso e per raggranellarle occorre di-Istruggere qualche centiìiaio di matidre'.di cammelli e di mucche. \L'orgoglio della nobile gente migiurtina è sempre superiore all'idea di qualsiasi sacrificio materiale da sopportarsi per l'onore della razza. Fra le donne raccolte negli uffici del commissario Carlo di San Marzano, di migiurtine ìion ve ng sono. Troviamo delle donne Bimal e delle Rahanuin appartenenti a speciali cabile di gente nè schiava nè libera mache ha acquistato qualche «quarto» dinobiltà seguendo o i migiurtini o i non meno aristocratici Ogaden durante leloro peregrinazioni guerresche oltre il confine abissino, seminando per i combattenti i campi di dura e costruendo i tukuls per i loro riposi. Una Scelta diffìcile \Fra le Bimal e le Rahanuin ne tro-damo alcune bellissime e una di esseper provocare la nostra meraviglia eforse strappare la «scrittura» per il ruolo di prima attrice ci mostra unafotografia che la ritrae perfettamentenuda, con i capelli al vento, lanciata lo chiamano qui, che in un momento di ribellione alla terribile nostalgia ealla solitudine del suo «posto» avan-zato ha voluto uscire dal cerchio di ai- letizio nel quale era chiuso con la rio- lenza di una simile fatica didattica, equanti giorni, e quanti mesi avrà at- ic maturato il disegno di far volare la -\sua amica nera e selvaggia? 8cartia- mo senz'altro, la Rahanuin troppo civilizzata e fermiamo l'attenzione su Alima Cristiana, una ragazza di una ventina di anni per i quali molti uomini hanno commesso molte pazzie. Alima Cristiana ha un musetto provocante in cima al quale scintillano ì denti in un perenne sorriso provocatore. Il signor Dreyer trova che Alima possiede veramente quello che gli americani hanno definito il sexe-appeal, ma è troppo ornata di collane d'oro ogni chicco delle quali forse rappresenta e ricorda una battaglia d'amore. Anche Alima viene scartata dopo essere stata « girata » come documentario da Mario Craveri. Le donne Sciavelì e le Gidle appartenenti alle cabile schiave dell'UebìScebeli so>w docili e ottime come delle pecore. Si potrebbero macellare siti posto che non opporrebbero nessuna resistenza e senza che dai loro occhi dallo sguardo attonito, ne scendesse una lacrima di dolore. Non occorrono inaile parole per far cadere la « futa » dalle loro spalle e metterle tutte in fila come reclute uscite dalla doccia per la visita medica. Tutte scartate. I loro corpi sono sfasciati dalla fatica, i loro visi non hanno alcuna espressione, neppure quella dello stupore. Liberiamo Carlo di San Marzuno per correre fra le stradicciuole più vecchie di Mogadiscio alla ricerva di una certa slsnina arrivata nella notte apposita mente per noi da Bulo-Burti. Isnina, che vuol dire lunedì, ha fatto più pelle nera maschile per presentarsi al... concorso e ora s'è nascosta nel covo di una casa araba, irta di scale, ombrosa jjitreccnto chilometri pigiata nella" gab- j bia di un camwns con un mucchio di ^'orizzonte che si scorge dalla finestra Abbiamo capito. A Bulo-Burti ha la- • con cheremo di corridoi, abbagliata qua e là dall'improvvisa apertura di verande sotto le qitali le mura precipitano coinè le pa- reti di un pozzo nella frescura dei vicoli in fondo ai quali le mosche dormono sulle piaghe tropicali dei mendicanti. Per trovare Isninu, venuta apposta per noi, ci occorre la guida di alcune sul nostro passaggio In camera del sottotetto, l'ulti-1 ma forse e la più nascosta di tutta la casa, troviamo Isnina che s'è rifugiatuqoscInbpssinambmdlgagfnetsLdqdpmegere troppo gentili che ci precedo-1 no prendendo a calci sciami di gallinejle uniche cose vive che si presentano 'ta nel riquadro della finestra, tutta fremente, come pronta a difendersi o a saltare nel cortile. Isnina è bella e morbida, ha ta pelle color del dattero, gli occhi splendenti Per una Pennellata color d'acciaio az- zurro dentro la quale, come in uno specchio, si precisano in miniatura i ri- ,lessi bianchi di un'anfora posata pres-\.so di lei su un canterano degli artigia-jlui di Ge/ib. Isninu è bella ma inciucco- nicu, di una melanconia indicìbile e in- vincibile. { Perchè Isnina non ridi' ifti(.ni isninu non 1 tui. Icci «11 gesto della mano accenna ai-;1^»,^^alò^'ai iu^^lsnina non sorriderà mai più. , „, ...... , meglio ripigiarla sul camion e ri '»«"<*n'7« dl d°™ * «*•"*«■ \ Lu prima donna ce l'andremo a ccr carc noi> domani, nella boscaglia e ada- molta dolcezza l'adttomesti leopardo, \ . ---onte si fa con i cuccioli del PDVCCTn ni U't'UVP tKIVtSIU yUAUKUNt A destra: Allma Cristiana, venti anni, collane d'oro, denti tigreschi. — A sinistra: Una- negra « Rahanuin » quasi civilizzata, che corre le strade africane in motocicletta e In questo costume. Eden Douno Bimol, delle Concessioni Dotrino-Busto, vestita a nuovo per concorrere al ruolo di prima attrice. Ragazza « emancipata » di Mogadiscio (Fotografie eseguite con apparecchio «Leica»).

Persone citate: Burti, Craveri, Eden Douno Bimol, Farello, Mario Craveri, Maurizio Rava, Rava