Gli stranieri danno battaglia Vervaecke vince la tappa e la maglia rosa passa a Olmo

Gli stranieri danno battaglia Vervaecke vince la tappa e la maglia rosa passa a Olmo Lotta senza quartiere e classifica sconvolta nella Bari-Campobasso del Giro ciclistico d'Italia Gli stranieri danno battaglia Vervaecke vince la tappa e la maglia rosa passa a Olmo Guerra fora nel finale, giunge al traguardo con 8' di ritardo e retrocede al secondo posto - Scorticati al comando nella categoria isolati - Lungo tutto il percorso fughe ed inseguimenti hanno reso appassionante fa gara D -A. I NOSTRI INVIATI) io qncllu prospettata alla vigi-ìto un altro colpo di scena, ec- !Campobnsso, 29 notte. •Proprio quando sembrava che U\Gi.ro dovesse mancare, alle sue pro-imesse e fosse già in parte svuotato1del suo intercise, o per lo meno as- mmesse una fisonomia che non eraproprio ciucila lia, ce cori risollevarsi delle più lieteaspet-itativs. Non avevo escluso ieri, dopo avere rilevato la delusione provoca- taci dagli stranieri, che qualcuno di essi con l'attenuarsi del ealdo c but-<tandosi decisamente allo sbaraglio,]compisse qualche impresa un po' più consistente dei sciiti inconcludenti s:a!ti, desse il tono a una tappa,mayari portasse lo scompiglio nellasituazjone che minacciava di conno lidarsi sulle posizioni assunte dalle nostre squadre. li gusto del ccsr.bcttimento La cosa sembrava non molto faci! perche pareva che , nostri ospuusi andassero anche essi adattando oquesta situazione c non avessero nessuna voglia di dannarsi in tenta- tivi molto rischiosi e probabilmente poco fruttuosi. Ma il temperamento col quale si nasce, l'abitudine de! mestiere, lo stile dell'opera personale non. si perdono d'un tratto e non sf soffocano col ragionamento. Francesi e belgi sono abituati a correre a modo loro, hanno formato muscoli e spirito nel battagliare, nell'arrischiare, nel tentare. Non sanno 'allattarsi al^iosiro' modo-di correre, non Ternsi dorano mai disperata una situazione: hanno il gusto del combattimento e non vi sanno rinunciare. Battuti ormai per la classifica, vanno alla caccia di premi e di soddisfazioni in affermazioni di tappa. Ammirevoli, questi atleti che in fondo sentono il mestiere in funzione dello sport e benvenuti, perchè, senza di essi, certe tappe sarebbero cadute nella- monotonia e quella di oggi non ci avrebbe offerto emozioni e interesse in quantità. Intelligenti anche, perchè hanno capito che nell'atteggiamento di riserva e di prudenza, nella situazione di equilibrio fra i nostri favoriti essi avevano tutto da guadagnare a giocare di sorpresa. Un attacco di sorpresa è stato infatti lo spunto della corsa finita mezz'ora, fa. Eravamo partiti da Bari sfidando il vento che veniva dall'alto Adriatico con violenza di burrasca. La temperatura, che domenica «i'cu« ■raggiunto i 32, il giorno di riposo non aveva passato i 24 e la mattinata non ci prometteva di più, per quanto completamente serena. Demuysère e Vervaecke mi dissero prima di partire che così andava meglio per loro. Fresco e vento è ciucilo che. ci vuole per questi nordici lavoratori del pedale. Rinaldi si mise in testa a condurre con nessuna intenzione di strafare. Il suo comando fu rotto solo da uno Sfatto di Ghesquicre, preludio alla musica che i belgi volevano farci sentire. Andammo fino a Molfetta a 27 chilometri all'ora, media insolita per gli inizi di tappa, che ci faceva pensare con non troppa letizia a un arrivo a Campobasso al calar del gorno. Ma Ghesquicre tornò alla curica, nonostante Battesini e Rinaldi die gli si attaccarono alla ruota e lo copersero di improperi. E' da sperare, per il buon nome del nostro sport rato i termini più « chic » del vocabolario dei nostri corridori. I 300 metri che Ghesquicre, Battesini e Giacobbe presero al gruppo furono anullati dentro Bisccglie. Sette «omini se ne vanno Tutt'aliro che scoraggiato da questo primo insuci i so, Ghesquière riprese a fare volate su volate, intercalandole a quelle di Salazar, di Rovida, di Teani e di Demuysère. Per una buona mezz'ora fu un susseguirsi di scatti a- zig-zag per staccare gli altri, finche un passaggio a livello chiuso tagliò le file in due con grande spavento del casellante, che vedeva venire la velocissima « Littorina ». Il primo anello, tirato da Bovet, fu scosso da strappate di Galateau e Sieronski, ma non si ruppe, anzi, si riallacciò col secondo. Tutte queste sfuriate, di marca esclusivamentc straniera, fecero ere-'che il belga non abbia, ancora impa- ancora per un quarto d'ora ad aspet tare delie novità, finche queste ven- scere la media a S. Ferdinando di Puglia a 31 all'ora. Fino a Ceriynola, e cioè per 1S chilometri, fu De muysère a tener viva la marcia, cosi che i primi 90 chilometri, furono copertì a 80,500 all'ora. Si continuò nero prima de! bivio del' Ortanova. Uno scatto di Vervaccke provocò una immediata reazione di Mara fa nior, il quale sulla volala continuò a insistcre. Il belga a sua volta rispose e ai due si aggiunsero Sieronski, Ghesquière, Abondio, Gacobbc e Ma'- ra senior. Qui la corsa prende la suanuova faccia. In breve i sette lasciano a mezzo chilometro il gruppo incui gli «assi», come al s'olito, gio- cavano a scarica barile. Ma questa volta. Guerra si credette in dovere, cnon senza ragione, di interessarsi} della faccenda. Giacobbe era con i fuggitivi e nella peggiore delle ipotesi la maglia rosa avrebbe cambia-fo poaaessore ma sarebbe sempre ri ,„'.„ ;.. inasta in casa. Vedremo poi come il conio fatto da Guerra era senza l'oste, che nelle, corse ciclistiche è rappresentato dalla sorte che non guarda in faccia a nessuno. Gli altri pensavano che i grigi avrebbero fatto ancora ({nello che non hanno fatto sempre fin qui, cioè avrebbero levato ile castagne dal fuoco anche per loro le se ne stettero alla finestra. Non fe, cero lo stesso calcolo Scorticati, Ga\lateau e Scacchetti che, fra coloro che stanno sospesi, non vollero far la figura del sorcio in trappola e a loro volta salutarono il gruppo e se ne andarono alla, caccia dei sette. In poco più di dicci chilometri si sono creati questi distacchi: 2'3" dai primi ai secondi, 3'.'(7" da questi al gruppo. A Foggia, cioè in altri undici chilometri, tali vantaggi erano così rispettivamente cambiati: 3'10" e 5'50". In testa tutti si davano da fare, visto che sembrava che gli altri non prendessero sul serio il loro tentativo, per guadagnare minuti su minuti, meno, s'intende, Giacobbe, cne slava li a far au guardia ma nonivolcva aggravare la posizione ai\Guerrae non pensava neppure diportargli via la maglia Poco oltre la pattuglia di avanguardia fu privata di Mara Junior e di Ghesquière, entrambi appiedati dalle gomme. La perdita non era lie- ve, perchè i due si erano dimostrati i più fermamente intenzionati di non dar tregua a chi dormiva. Riparalo, Mara e Ghesquière si unirono nella caccia, iniziandola con 3'32" di ritardo e precedendo di soli 22" i tre che li inseguivano. Il distacco aumenta E, dietro, che cosa sì stava facendo" Si andava al passo. Ecco tutto. Non mi meravigliai, quindi, quando, fermatomi a metà strada tra Foggia e Lucerà, controllai che il grosso ave- Per il momento la « maglia ro-sa» era di Giacobbe, il quale rice- vette l'ordine di puntare diritto sen-vo. za preoccuparsi di Guerra. Allora ^fu chi capi la minaccia e si svegliò. Perchè, infatti, se il distacco nonfosse diminuito, Giacobbe avrebbe imruìarniatn hpn otto minuti a 01moguadagnato ben otto minuti a Uimopencolo di Guerra.Chi capì la situazione fu Olmo, che chiamai suoi compagni al lavoro persenza che questi, come Camusso eBertoni, per non dire degli altri, Si\liberassero del pericolo di Guerre. azione fu Olmo, che mpagni al lavoro perinseguire a tutta forza nello stessomomento in cui forarono Camusso eRinaldi. In testa, intanto, si ebbe unmomento di esitazione che si può di- re soltanto più Vervaecke e Sieron-ski tenessero la quota, essendo Abon-dio già provato, Mara non molto me-no, Giacobbe ancora passivo, forsein attesa di dare il suo colpo in sa-litu. Cos'i Mara Junior e GhesquiéreAquello più di questo meraviglioso pergenerosità, poterono ricostituire ilgruppo di sette. Si attaccò la salìtadi Motta Moni ecorvino al comando di Sieronski, ma Vervaecke scatenò un'offensiva facendo la sua prima vittima in Abondio, un isolato re- sidente in Francia che è tuff altro che una nullità. Poi cedettero Mara Junior, Sieronski e Ghesquicre; infine anche Mara Senior. Nel paese olmo, Camusso, che era rientrato,irBertoni, Barrai, Sella, Vignoli, PicAcmonfesL \dbpeposto a tre chilometri dalla cima ! iVcrvaccke precedeva Giacobbe d'unpochi metri, Mara Senior di45", M a-\ cra Junior, Sieronski e Ghescjuicre di {nl'35", Abondio di 3'35", Gaiatcau,\tScorticati e Scacchetti di 3'5". Ridgruppo forte non passò che a 17' ini squesta formazione: Trucba, Gucrra,\ugslnMa la salita riprendeva fino al bivio per Custclnnovo dì Aunia, dove era posto il traguardo per il premio della montagna. Vervaecke tentò in ogni modo di liberarsi definitivamente di Giacobbe, ma non potè che lasciarlo a 25", insieme a Mara Senior, mentre il fratello di questi era a l'30" con Ghesquière e Sieronski; distacchi insufficenti per poter dire] che la bataglia fosse decisa. In discesa Vervaecke fu- ripreso da Giacobbe e Mara Senior, ma poi il « grigio * forò suU'altiqiiano, poco prima dì Sieronski. Mara Junior cadde e perse contatto. Scesi a Ponte Tredici Archi si ricominciò a salire verso Gambatesa. Vervaecke tentò l'impossibile per impedire il ricongiungi mento di Giacobbe e ver liberarsi di Mara, ma non riuscì nè nell'una nè nell'altra cosa. Il « grigio » ritornò e il « bianco-celeste » rimase lì. Frattanto, dietro, Guerra aveva avuto il suo primo infortunio: aveva forato. Immaginatevi gli altri quando lo videro a terra. Via a tutto va pare. A Spinte sul Fezzano, ai piedi della salita detta Cantoniera, l'ulti ma della giornata, Giacobbe, Vervaecke e Mara Senior precedevano Ghesquière di 48", Mara Junior di'. 2'45", Sieronski, Scacchetti, Galateau e Scorticati dì 3'49", Abondio, che aveva il movimento centrale della bicicletta guasto, di 7'23", Camusso, Mealli, Barrai, Gotti, Cazzulani, Olmo. Bertoni, Zanzi di 13'45", Bovet, Morelli e Teani di 14'5", Vignoli, Merlini di 14'10", Erba di 14'20". Guerra con Piemontesi e gli altri di 15'. Come costoro fecero la salita ve lo dicono, meglio di ogni cronaca, che non potrebbe essere che\parziale, dato che ci sarebbe volutoWil dono di Sant'Antonio per assiste-\re alla lotta su tutto il suo profondissimo fronte, questi distacchi, an n eli Scori; sl« »'« Verse in confronto del f^VP0 di OImo che era quello che \doyeva mteressargh di più e che ora ^minacciava non solo la «maglia ro- *a» ma ancllc f/"/'/e Vare-.™ dovesse passare: Giacobbe. E la V'ornata doveva proprio finire cosi,ic1le 'a niaglia, fra i due « grigi », an- fa fl finìre (( m <( W((„c0 celesfe ».*■ Mcal-" " — - -*J—"y "«(>uar- «? Ver assisi ereallavolata tra i tre \™e„ non erano riusciti a staccarsi. Ai ■■ si vifle Vervaecke j«°,a.*""re « ««—o «™ \*!ot™ a»cor(< foratura di Me § • <h Barr.a] c diportai al tragu *» Ver assist'cJìcn nonerat *300 ìnetr.1 s» ™«e Vervaecke impel^rsi a fondo Mara cercare di reaW™™* ** ce(1eì:e> Gfcobbe batter j« disperatamente col belga ma ri\manere soccombente per una ruota. \ Guerra fora e perde terréno \ , , , ', Rimaneva solo da vedere a chi sa>rebbe toccala la «maglia rosa», se Aa Giacobbe o a Olmo, giacche ormai 1 Guerra era fuori discussione, aven\do notato che non poteva farla da \™lo contro la muta in cui era Olmo [Bastava-che questi tardasse di 8 12 {perchè la rosea divisa andasse a - Giacobbe. A poco meno di tre minuti dall'arrivo dei primi si vide spun-\ tare in fondo al violone il gruppetto di Cazzulani, Camusso, Olmo, Gotti, Bertoni. Esattamente 6'22" dopo Olmo tagliò il traguardo senza impegnarsi nella volata. Non era il decimo posto della tappa che gli faceva gola, era il primo della classifica generale. E se lo guadagnò: per 27" su Guerra che giunse insieme a Barrai ,anche egli non curandosi di un posto più o meno. La vittoria è dunque toccata all'iniziatore della bat\taglia, al più generoso, al più audace, insomma, al più meritevole:' Vervaecke.. ra ha vivacità anche quando il percorso è piano, devono essere in grande maggioranza gli stranieri a dar-Anche oggi si potrebbe dire che il belga non è stato preso sul serio perchè in classifica a Bari era il 1/6.0 e con un ritardo di 1,25'. E molto in ritardo erano pure coloro che so- no scappali con lui. Ma in questecon dizioni c'erano anche parecchinostri corridori che non hanno ten-tato quello che ha tentato lui. Io midomando da quando è iniziato que-sto giro perchè se Vignoli, ha osatouna impresa simile perchè, se la ga-aggioranza gl gliela? Un giornalista francese che segue questa corsa mi diceva che la lezione dataci dovrebbe servire ai nostri corridori e che in fondo do- vremmo esserne lieti, perchè ci ha Wlato modo di vedere una bella gara, Ed e proprio così. Se lo notino colo o per ro che dicono che le corse ciclistici!e 'sono eguali in tutti i paesi del mon-l volta, con Giacobbe tra\primi, ^ si e sobbarcato l'onere dell'inseguì- mento. Ma le altre squadre che cosaìfacevano, che cosa pensavano quan\do i fuggitivi accumulavano minuti su minuti? Il mistero dice atta la ,loro mentalità. ,1 loro stile, il loro si sterna che non sono certo quelli che \noi desideriamo per la bellezza del \nostro sport. w 7 • * t • \ Ma lasciamo r{ueste malinconie. Guerra, contro cui si appuntavano finora le armi di tutti gli avversari, doveva una volta o l'altra esserne colpito. E' bastalo che la sorte gli voltasse le spalle per un momento. Ora il bersaglo è un altro: Olmo. E Guerra dalla difesa passerà all'ai tacco non appena gli si presenterà l'occasione. La Bari-Canupobasso, pur nel suo svolgimento tumultuoso e sorprendente, col suo rimltato sconvolgente è ben lontana dall'ave re compromesso per nessuno dei fa voriti di ieri la vittoria finale. Laclassifica ci dice che pochi secondi separano i primi cinque uno dall'altro. Il fatto che Gacobbe è salito e Piemontesi è calato vuol dir poco. C'è invece da notare che la « maglia bianca x> non intende stare più dì un giorno sulle stesse spalle. Domani la vestirà Scorticati, ma Gotti è lì, a tre minuti, pronto a portargliela via. Due giovani, questi, che oggi hanno rivaleggiato con i migliori. ■ Lascieremo Campobasso per Teramo. I 276 chilometri si svolgeran■ no nel Molise e negli Abruzzi fra i monti del Sannio; toccheremo i 1052 ! metri a Rio Nero Sannitico e i 1280 al Piano delle Cinquemiglia. Il finale sarà reso duro dalle salite di Silvi., di. Atri e di Teramo. E' la tappa che dovrebbe stabilire la classifica non facilmente poi modificabile a fondo prima di Firenze. GIUSEPPE AMBROSINI Fotografie di VITTORIO ZUMAGLINO L'ordine d'arrivo 1, VERVAECKE (Belgio) alle ore 16,39'30", impiegando ore 8.2ÓT0" a percorrere la tappa Bari-Campobasso di Km. 245 alla media di Km. 29,080; agli effetti della classifica il tempo è di ore 8,24'30"; 2. Giacobbe, in ore 8,25'30"; 3. Mara Michele, id.; 4. Scorticati (primo degli isolati), in 8,28'33''; 5. Scacchetti (secondo degli isolati), id.; 6. Galateau (Francia), in 8,29'11"; 7. Ghesquière (Belgio) in 8,29'25"; 8. Sieronski (Germania), in 8,29'59"; 9. Mara Enrico (terzo degli isolati), in 8,30'30"; 10. Camusso, 8,31*47"; 11. Cazzulani, 8,31' e 47"; 12. Gotti: 13. Bertoni; 14. Olmo, tutti in 8,31'47"; 15. Zanzi, 8,32'14"; 16. Barrai, 8.33'28"; 17. Guerra, 8,33' e 28"; 18. Decroix, 8.34'22"; 19. Piubellini, 8,35'29"; 20. Rogora, 8,34'29"; 21. Battesini, 8,35'29"; 22. Merlini, 8,35*45"; 23- Piemontesi, 8,36,14"; 24. Gerini, id. Trueba, 8,42'58"; 34 Como; 36. Macchi; Andretta; 39. Grassi; Astrua; 42. Pavesi; ; 45. Moretti; 46. i; 48. Masi; 49. 51. De Paoli; 52. ; 54. Gulli; 55. Ro- ^^i?a^^^m^ Idlandi-' ^^L; 6Ì gS 63 Mtoìntaa a Rimoidi; 65. Meini; 66. Lievens; 67. Bulla; 68. Buchi; 69. Altenburger; 70. Lazzaretti. La classifica generale J- Olmo Giuseppe, in ore 50,46'19* . *,\.G"^a'^v%^£W, il1^,0 27 ); 3. Camusso, 56 41 13 ' (dist. 54 ) 4. Giacobbe, 56,48'll" (dist. l'52"); 5. Cazzulani, 56,48'23" (dist. 2'04"); 6. Scorticati (l.o degli isolati), 56'50'44 dist. 4'25"); 7. Piemontesi, 56,50'47" dist. 4'28"); 8. Gotti (2.o degli isolai); 9. Bertoni, 56,51'37"; 10. Barrai, 6,54'56"; 11. Vignoli (3.o degli isolai), 56,55'44"; 12. Teani, 56,59'33"; 13. Demuysère (l.o degli stranieri), 57,1' 11"; 14. Rog-ora, 57,2'38"; 15. Zanzi, 7,2'58"; 1G. Decroix (2.o degli stranieri), 57,3'9"; 17. Como, 57,425"; 18. Mealli, 57,5'37"; 19. Orecchia, 57,5'41"; 0. Macchi, 57,9'17"; 21. Masarati, 57,H'5S"; 22. Gerini, 57,1S'15"; 23. Astrua, 57,18'55"; 24. Erba, 57,19'7"; 5. Morelli, 57,21'35"; 26. Battesini, 7,22'31"; 27. Masi, 57,26'34"; 28. Oria, 7,27'15"; 29. Sella, 57,29'29"; 30. Piubellini, 57,34'49"; 31. Mara Enrico; 32. Grassi; 33. Pauserà; 34. Buchi; 35Scazzola; 36. Meini; 37. Ghesquière; 38. Scacchetti; 39. Merlin!; 40. Bellandi; 41. Ferrando; 42. Baroni; 43. Vervaecke; 44. Giupponc; 45. Depaoli; 46Carletti; 47. Galateuu; 48. Mara Mihele; 49. Guarducci; 50. Merlini; 51Andretta; 52. Morelli; 53. Bovet Alfredo; 54. Trucba; 55. Rovida; 56. Salazar; 57. Lievens; 58. Sieronski; 59Zucchini; 60. Rimoldi; 61. Gcunis; 62Fraccaroli; 63. Bulla; 64. Altenburger; 65. Abbondio; 66. Rinaldi Angelo; 67Gulli; 68. Lazzaretti; 69. Mammina70. Pavesi. Il belga Vervaecke, primo a Campobasso. l'inchiaturo Foggia Pente L o J Giorgio Benevento o p Ter Ut zi Scorticati, « maglia bianca » a Campobasso. Olmo nuovo capo della classifica. A destra: Giacobbe, che è stato il più fiero avversario di Vervaecke. CamusPo firma autografi alla partenza. Guerra... ancora in maglia rosa fra avversari ed ammiratori.