Le verità enunciate nel discorso del Duce

Le verità enunciate nel discorso del Duce IL DISARMO E LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE Le verità enunciate nel discorso del Duce confermate dall'inutilità delle discussioni ginevrine Ginevra, 29 notte. Dopo mesi e mesi di inattività le aule del Palazzo ginevrino del disarmo si sono aperte oggi al pubblico delle grandi occasioni per la seduta utile Kicxiiui ULLQOiyiu i-ici lei. ocuuia della Commissione generale convo- ! . _ .cata allo scopo di decidere circa lo stato attuale della Conferenza e il suo eventuale proseguimento. Battuto in breccia dai raggi solari, il poco razionale scatolone di cemento armato che è stato costruito dal la- to del vecchio palazzo della Lega per : ndar ricetto alla Conferenza del dis- ?armo, nell'attesa che sia terminato | gil mastodontico complesso dei nuovi fabbricati societari, il Palazzo del Disarmo sembrava oggi tramutato in un vero e proprio calidarium. Il senso di rinchiuso ha pesato su tutti, delegati e pubblico, e gli occhi hanno istintivamente cercato, fuori delle ampie vetrate volte verso il lago, più ampi orizzonti. Appello alla buona volontà Sin dalle prime battute della di- dsitgglddlteschiarazione presidenziale di apertu- cra, Henderson ha posto crudamente : iin rilievo come ben poche speranze' restino alla Commissione generale di condurre a buon porto il suo compito: i negoziati diplomatici non hanno eliminato nessuna delle divergenze essenziali e, d'altra parte, l'atmosfera politica è oggi ancor meno farevole di quel che fosse all'inizio della Conferenza. Ciò detto, Henderson ha passato in rassegna le varie risoluzioni votate nel corso della Conferenza dalla sua apertura fino alla sospensione dei lavori, in seguito al ritiro della Germania ed ha cercato di dedurne delle conclusioni indicative, ad uso della commissione generale. Tre problemi, particolarmente necessitano, a suo avviso, una soluzione: 1) il problema della sicurezza nazionale, che sta alla base di tutto il disarmo; 2) una regolamentazione internazionale nel campo degli armamenti aerei; 3) un accordo sul controllo internazionale della fabbricazione e del commercio delle armi. Affermata l'importanza primordiale di una soluzione del primo problema, dato che dall'instaurazione di un senso generale di sicurezza dipende la possibilità del disarmo, Henderson non ha potuto, per altro, trai —seitpsztenersi dal dichiarare quello che è i sempre stato il suo concetto fonda- mentale, e che cioè una riduzione ge-1 nerale degli armamenti mondiali co-1 stituirebbe il primo e più importante ; contributo alla sicurezza delle na> zioni. Egli quindi ha terminato con un nuovo appello alla buona volontà perchè gli sia concesso, a dispetto di tutto il pessimismo, di condurre ad una soddisfacente conclusione l'opera che gli è stata affidata come presidente della Conferenza del disarmo. Ha preso quindi la parola il delegato americano, Norman Davis, il quale ha tenuto a sua volta a fare la _ storia delle varie Conferenze, con I particolare riguardo al concorso da-Ito dal suo governo con le varie prò- poste tendenti: 1) a diminuire la po-!tenza offensiva e ad accrescere la ipotenza difensiva; 2) a ridurre prò-! porzionalmente tutte le categorie di!armamenti, precisando anzitutto la | necessità della polizia interna; 3) a realizzare un sistema efficace di regolamentazione della fabbricazione e del commercio internazionale delle armi e del materiale di guerra. E' quest'ultimo problema che sta oggi particolarmente a cuore del Governo americano, convinto della necessità di sopprimere, nell'interasse della stabilità del mondo, le forze che hanno un interesse materiale ad aumentare i motivi di discordia. « Il governo degli Stati Uniti — ha continuato Norman Davis — è pronto a negoziare un trattato che permetta di trovare una soluzione radicale a questo problema. D'altra parte, gli Stati Uniti sono pronti ad aderire a qualsiasi proposta di carattere positivo nel campo del disarmo e in particolare a consentire delle nuove riduzioni nel campo degli armamenti navali, benché l'America abbia già sentito la necessità di portare le sue costruzioni al livello contrattuale. Nondimeno, gli Stati Uniti sono disposti ad accettare une riduzione sostanziale del tonnellaggio navale. Lo scopo degli sforzi degli Sta- i Uniti è sempre quello del disarmo in utti i campi e non soltanto quello di una tregua o, peggio ancora, di misue di riarmo ». Concludendo, Norman Davis ha j. . ... . ]• Proposto di tornare all ultimo staduo Hot MfirTr.r/in + i mio a Ha 'M crincTnn dei negoziati, quello dell'8 giugno 1933, quando veniva adottato alla unanimità, compreso il voto della Germania, il progetto MacDonald come base della futura convenzione. Se a Germania desidera una convenzione del disarmo, come appare logico, essa deve poter accettare di riprendere i negoziati sulla base originariamente accettata. Proposte sovietiche Una nuova rassegna dei lavori della Conferenza dal suo inizio al 'attuale stasi è stata fatta sfilare.nnanzi agli occhi del pubblico dal successivo oratore con la variante, stavolta, di una proiezione attraver so lo schermo sovietico. Con la usuale causticità (<; Ci hanno forse qui riuniti per farci discutere per amore della discussione o perchè eleviamo in coro al Cielo dele preghiere per il disarmo! ») Litvinof ha rivendicato alla sua delegazione il merito di avere presentate le proposte più radicali, dal piano di disarmo totale ai vari progetti tendenti a delle riduzioni parziali de- !gli armamenti. Dopo avere scoccato ;alcune frecce all'indirizzo della Ger- jmania hitleriana e alle nazioni chejpreconizzano l'espansione con la for- za a spese degli Stati vicini e avere jdichiarato testualmente che « la con-Jcessione della parità di diritto a que- ste nazioni, facile a risolversi in cam- 'po teorico, si urta, sul terreno pra-tico, contro le legittime preoccupa- zioni degli Stati minacciati», Litvi- nof ha spiegato come il suo Gover-|no abbia un concetto assai più am-!pio di quello comunemente ammes-:so, della Conferenza del disarmo. Al :di fuori di quella che è la concezio- ne„ Puramente formale e pedante, ;?ulla base del titolo stesso della Con-;gerenza, il governo sovietico consi- dera lo scopo della Conferenza non soltanto in funzione del disarmo, ma n funzione della pace e dell'aumento delle garanzie di pace a favore degli Stati che non nutrono dei disegni aggressivi. Questo spiega come a delegazione sovietica, invece di dedurre dalla stasi attuale la necessità di chiudere una buona volta questi avori, si sia decisa a proporre altri temi all'esame della Conferenza: per esempio, quello dello studio delle sanzioni contro i violatori della pa- ce 0 contro i violatori del Patto Kel ogg di rinuncia alla guerra, x. Si potrebbe — lia detto Litvinoff — stabilire una gradazione per queste sanzioni, senza cioè arrivare al caso estremo delle misure militari che sono nnammissibili per molti Stati. Un patto concluso su questa base e di portata più o meno universale od europea, potrebbe essere ancora completato da altri patti regionali separati di assistenza mutua. Non si tratta di alleanze militari, di divisione degli Stati in campi ostili e ancor meno dell'accer-chiamento di alcuni Stati. Quando si tratta di misure di sicurezza di questo genere, il principio dell'uguaglianza di dritto di tutti gli Sta,ti, senza nessuna eccezione, non può provocare nè dubbi nè esitazioni. Se noi ci mettiamo su questa strada il tempo e l'energia che sono stati spesi per la Confe- renza del disarmo non saranno stati vani e noi non torneremo con le mani vuote verso i popoli che ci hanno qui inviati. Chi sa se il consolidamento della sicurezza, con l'effetto che essa eser-citerà sui Governi degli altri Stati animati da intenzioni aggressive, non fi-nirà per creare delle condizioni tali che si possa poi affrontare con migliori speranze di successo il problema fondamentale del disarmo? ». Conferenza permanente per la pace Concretizzando il suo progetto, Litvinof ha proposto di trasformare la Conferenza del disarmo in un organo permanente, con lo scopo di vagliare alla salvaguardia della sicurezza di tutti gli Stati e alla sai- vaguardia della pace in generale. La Conferenza del disarmo dovrebbe quindi trasformarsi in una Conferenza permanente della pace, da riunirsi periodicamente. A differenza delle precedenti di questo tipo, la Conferenza della pace proposta dalla delegazione sovietica dovrebbe riu nirsi per prevenire la guerra elaborando e perfezionando i metodi di consolidamento della sicurezza, rea- gendo in tempo utile contro i peri coli di guerra, esaminando gli appel-li all'aiuto da parte degli Stati mi-nacciati e fornendo a questi ultimi un soccorso opportuno nella misura deile sue forze, soccorso morale, e- conomico finanziaria o altro. Questoprogetto non deve essere inteso co-me una concorrenza alla Società delle Nazioni, la quale ha una quantità di obiettivi diversi. « Nel momento attuale, in cui il pericolo della guerra è presente ai nostri occhi — ha dichiarato Litvinof — è tempo di pensare alla creazione di un organo speciale il quale diriga la suaattività verso un solo obbiettivo, quel-lo di prevenire o di diminuire il peri¬colo di guerra. D'altra parte, la Società delle Nazioni è troppo legata dalle clausole del suo patto; il ricorso alla sua competenza e la messa in azione delle sue decisioni hanno un carattere troppo strettamente regolamentatomentre si potrebbe fare in modo che la tribuna della nostra Conferenza sia più accessibile, più libera, più suscettibile di rispondere ai bisogni del momento. Comunque, questa Conferenza potrà continuare a funzionare come unòrgano.della Società delle Nazioni e ^appoggiarsi ad essa, anche a costo diessere più strettamente legata alla Le-ga, pur rimanendo inteso che essa nondovrà sostituirsi in nulla alla Società delle Nazioni, la quale manterrà la pienezza delle sue prerogative ». Subito dopo il discorso di Litvinof, la seduta è stata tolta dato che gli altri oratori iscritti, fra cui Barthou e sir John Simon, hanno deciso di parlare soltanto domani. E' stato così possibile rendersi immediatamente conto della impressione suscitata dall'inatteso progetto di trasformazione della conferenza del disarmo in una conferenza permanente della pace. Con particolare interesse sono stati raccolti i commenti degli ambienti della Società delle Nazioni propriamente detta, dato che è evidente, malgrado tutte le assicurazioni di Litvinof, che la sua proposta tende a creare un vero e proprio contro altare alla Lega. L'intensa attività diplomatica odierna che comporta una quantità di incontri in modo speciale da parte del ministro degli Esteri france- se Barthou, dimostra come conti nuino gli sforzi nella ricerca di una soluzione. Anche il barone Aloisi, pur essendo assorbito dalla direzione dei negoziati per la soluzione della questione della Sarre, ha preso parte attiva alle conversazioni sul disarmo incontrandosi, fra l'altro, con il generale ungherese Tanczos. Sul problema della Sarre il barone Aloisi ha poi avuto delle discussioni con il francese Massigli, con il signor Krauel, console generale di Germania a Ginevra e col barone von Lers- ner, uomo di fiducia del commissa rio del Reich per il territorio della Sarre che è il vice-Cancelliere von Papen. L'arrivo a Ginevra del baro ne Lersner che si afferma sia rnuni to di pieni poteri da parte del go verno del Reich, ha fatto subito pen sare che i negoziati fossero giunti nella loro fase decisiva. Sia da parte tedesca che da parte francese si è infatti precisato che il barone Aloi si sarebbe stato questa sera in grado di presentare alle due parti inte ressate un progetto completo di ac cordo sulle questioni politiche. Il ri serbo sui dettagli di questo proget to è comprensibile e sarà tenuto fino al momento in cui l'accordo non sarà perfetto.. Si assicura tuttavia che, in base a questo accordo, sarà possibile senz'altro fissare ancora entro questa settimana la data del plebiscito. 0. t. L'Italia è l'unico Paese che vuole l'accordo fra i popoli europeiBerlino, 29 notte. Il Volkischer Beobachter riporta sta-mane, senza commenti un lungo riassunto del discorso del Capo del Gover-no italiano. La Deutsche AllgemeineZeitung se ne occupa invece in un edi-tortale osservando che il discorso di sa-bato non è certamente un « S. O. S. »,ma, se si vuole, un segnale d'allarme,non tanto per l'Italia, quanto per l'Eu-ropa in genere. Dopo aver detto che già sono note-volissimi i risultati della lotta contro le evasioni fiscali, il giornale conclude affermando che l'anno decorso è stato per l'Italia un anno di risanamento interno, in cui è stato dato un nuovo assetto al sistema bancario, l'agricoltura ha avuto un buon raccolto, e l'in- dustria, a parte alcune eccezioni, è stata discretamente occupata, come lo provano i dividendi migliorati delle Società per azioni. Dal chiaro e netto discorso di Mus- solini si può desumere che Egli continuerà imperturbabile nelle direttive di politica economica che ha adottato, chiedendo al popolo italiano di seguirlo con ottimismo e fiducia per quella strada La seconda edizione del Volkischer Beobachter, sotto il titolo : « L'Europa al bivio - serio mònito di Mussolini », pubblica un largo riassunto del discorso del Duce così commentandolo: « Mussolini ha parlato con tutta chiarezza alla Camera italiana ponendo il problema fatale: si rinnoverà l'Europa, oppure eviterà una decisione facendo trionfare l'antico mezzo della guerra quale regolatore dei rapporti umani? L'Italia è l'unico Paese vincitore che desidera un accordo fra > popoli dell'Europa per rendere questa matura ed atta ad una politica continentale. La Francia non vuole che la politica francese a spese e ai danni di tutta l'Europa, e l'Inghilterra sta da parte. Dato che anche la Germania tende verso un nuovo ordine europeo, le parole quasi pessimistiche del Duce hanno la massima importanza per la Il suo mònito mostra al ^S^é^m1&V^S& " ' * . è fermata l Sa sa si Il giornale conclude rilevando che il discorso del Duce fu virile, di fatale importanza, ed anche ad intonazione triste se si pensa al dramma in cui da due decenni si dibatte l'Europa senza trovare una via di uscita. Gli industriali al Duce Un fervido telegramma di Pirelli; Roma, 29 notte. Il Capo del Governo ha ricevuto] da Milano, dal Commissario della Confederazione generale fascista dell'industria italiana, il seguente telegramma: « Gli industriali italiani seguiranno con fervida convinzione e disciplinata devozione le direttive tracciate con mano maestra da Vostra Eccellenza, onde diminuire la disoccupazione e aumentare l'esportazione per assicurare la stabilità della valuta e potenziare l'economia nazionale. Essi si propongono di mostrare a Vostra Eccellenza che non mancano di quel carattere di cui Vostra Eccellenza- ha richiamato la necessità, e che sapranno darne l'esempio ai propri collaboratori. — Alberto Pirelli ». If premio del Partito alla Biennale ai pittori Barbieri e Giarrizzo Roma, 29 notte. Il Segretario del P. N. F. ha assegnato il premio di lire diecimila del Partito, destinato alla Biennale, in parti eguali a due opere di ispirazione fascista: « Giorno di adunata » del pittore Contardo Barbieri e * U Duce a Littoria » del pittore Manlio Giarrizzo. Ha inoltre acquistato un'altra opera: « Passa il Duce », dovuta al pittore Antonio Barrerà, pure esposta alla Biennale. La csmss-gna al Duce della più alta onorificenza cinese Roma, 29 notte. Il Capo del Governo ha, ieri sera, partecipato ad un pranzo offerto In Suo onore- dal Ministro di Cina, signor Liou-Von-Tso. Il Ministro di Cina, nel rimettere al Duce le insegne della gran croce del l'Ordine della Giada, la più alta onori licenza cinese, per la prima volta offerta a uno straniero, ha pronunciato parole di omaggio e di ammirazione, cui il Duce ha risposto ringraziando e riconfermando la sua simpatia per 11 popolo e per la nazione cinese.