Cesare Ferro commemorato fra le sue opere

Cesare Ferro commemorato fra le sue opere La postuma mostra d'un artista puro ed onesto Cesare Ferro commemorato fra le sue opere La fervida esaltatrice parola del senatore Rubino L'uomo e l'opera Il 15 marzo scorso Cesare Ferro, proessore di pittura all'Accademia Alber- disggina di Torino, moriva per una crisi I tardiaca in seguito a un incidente au- qomobihstico. Scompariva cosi, repen-sinamente, una delle più belle figure cdclla vita artistica torinese: un uomo ; ddi cinquantaquattro anni, fiero e seve-,go, che aveva diviso sentimenti e.pen-(gieri fra due ideali - la pittura e la.famiglia. Due mesi dopo la tragica mor-,oe, 1 Accademia Albertina per iniziati-1 sva del suo presidente, il sen. Edoardo IdRubino, oggi onora il suo antico allie-idvo, il suo insegnante, il suo presidente i adal 1930 al 1933- Lo onora nel miglior | dmodo con cui un istituto artistico pos- l* onorare un artista: raccogliendo ed tesponendo al pubblico un folto gruppo tdi opere, dai primi saggi agli ultimi ravori; anzi — particolare qui commo- q «— -ii- «■-!- -v.- -i ~ i vente — fino alla tela che rimase in-, terrotta, il quadro sul quale, un'orajf ettuosamente scelte da Edoardo Ru omo e da Giacomo Grosso, con la colaborazione di alcuni fedeli amici dell'estinto che prestarono ritratti e diPinti vari> da Ernesto Lugaro ad Annitoale Pastore. Ed una di esse sarà acquistata dagli amici medesimi ed offerta. all'Accademia Albertina, perchè Cesare Ferro anche come maestro vi sia ricordato. La pittura e la famiglia: le due parole spontaneamente s'associano quando si voglia nel suo insieme considera-, re l'attività artistica di Cesare Ferro., Quante volte la moglie e i figli posarono per lui nel suo studio, od in questo e in quell'angolo della casa, od all'aperto sui prati di Usseglio? Egli che negava alla pittura la possibilità di esprimersi come puro esercizio stilistico, egli che voleva che l'arte — tutta l'arte — ampiamente ed eloquentemente narrasse e con la narrazione ritornasse alle sue origini rappresentative, egli che sdegnava ogni forma di ava-' TÌZia spirituale e non poteva ammettere che un quadro si limitasse ad un semplice godimento visivo, colore per il colore, forma per la forma, negli affetti più intimi, nelle speranze più for-, WU nei doveri più imperiosi, in tutto ciò, insomma, che concorre a creare in un uomo una coscienza di fronte a sè stesso, trovava il soggetto più limpido e convincente. La scelta dell'argomento non era per lui mai casuale e soltanto pittorica: era, prima ancora che un intuito d* artista, un bisogno del-, l'uòmo. Pensiero e sentimento, tanto per intenderci, in lui procedevano ad un tempo. Ciò spiega la sua arte fino in fondo, e la nobiltà dalla quale non andò mai disgiunta. Pittore essenzialmente di figura (quantunque poi in certi piccoli paesaggi, da lui considerati quasi come annotazioni coloristiche, manife stasse intera la sua sensibilità per gli aspetti naturali), per Cesare Ferro le figure eran iempre ritratti, trattate.cioè con un intento di rappresentazione precisa e rema, con la volontà di deter-1 minare un carattere o un momento psi-i cologico. Taglio, atteggiamento, gesto !rispondevano quindi sempre ad uno SC0D0' ed °£ni arbitrio era rigorosa-1niente bandito. Questo forse giustificajquel tanto di compassato, di reticente quel tanto di compassato, di reticente e di meno libero che si nota nella sua composizione : dove talvolta appare so- X!ro,^\f^^^^ un poco soffocato l'estro: quasi che dietro il Pittore vigilasse l'uomo con^v°PP° frequenti ammonimenti. Basta- va Pero che un volto materno si chi-nasse amorosamente su un lattante, che un bimbo movesse i primi passi guidato dalla madre, che una scena familiare determinasse il soggetto, perchè fra l'uomo e il pittore venisse annullato ogni distacco, e nascesse sulla tela la poesia. Si vedano qui i quadri eseguiti durante i due soggiorni al Siam : cose degne d'una buona tavolozza, e nulla più. Si osservino invece i \ritT&iU deila moglie e dei figli: salvo il colore sempre delicato e puro, non paiono della stessa mano; un che di commosso, di patetico, d'intimo vi pal pita e crea la suggestione del dipinto. ,Non a caso a proposito di Ferro s'è fatto ripetutamente il nome di Spadini. rjei suo temperamento, del suo mo- d0 di concepire la pittura come una ! funzione sociale vera e propria, del suo ' instancabile proclamare la necessità Idi tornare al lavoro di commissione — \cioè al lavoro esegu'to con un deter- |minato intento — e quindi all'affresco, del suo continuo incitare i giovani ad intendere l'arte come esercizio e mis- sione di moralità, già si disse su questo giornale il giorno della sua morte. Og-gi ci si può limitare ad un giudizio sol- tanto artistico, e di fronte a queste cin- quanta e più opere concludere che Ce- sare Ferro, anche là dove le sue preoc- cupazioni di grazia, di compostezza e di gentilezza sembrano menomare il vi- gore espressivo anche là dove il suo gusto - talora influenzato dal preraf- fae hsmo inglese - appare ai nostri occh più stanco e sorpassato, sempre si salva per la schiettezza e la bellezza deila pura pittura. Indipendentemente dal «quadro», la materia è sempre i aristocratica e genuina, il mestiere è ■- anni di lavoro non ebbe a rimprove- | di una probità esemplare. Pittore più letterario che d'istinto, come tutti i sen- timentali, Cesare Ferro in oltre tren- t anni di lavoro non ebbe a rimprove- rarsi un solo ripiego tecnico, uno di quegli «effetti» alla cui tentazione è i difficile sfuggire, nè un tono sporco, , juna pennellata dubbia. Certi accordi orgoglio, ed oggi fanno la sua nobiltà Pittorica. Il colore in lui è inevitabil- mente «bello», prima di tutto perchéè libero da ogni trucco. Allo stesso mo- do che dal periodare di uno scrittore si Può, astraendo dal racconto, determi- narne il carattere in 1 motto che lo stile è l'vi determi- base al vecchio motto cne io suie e i uomo, cosi dalla tecnica della pittura è possibile risaliro al temperamento del pittore. E que- ^JS^^^Sl^J^S^ la misura delle qualità poetiche di Cesare Ferro, ci riconferma quella che fu la sua dote più evidente: l'onesta, la purezza dell'artista. mar. ber. La cerimonia inauguraleLa Mostra è stata allestita ad ini-ziativa dell'Accademia Albertina diBelle Arti sotto la direzione del suopresidente sen. Edoardo Rubino e dcisenaiore Giacomo Grosso. Anche S. E.Carena, dell'Accademia d'Italia, ha voluto prender parte all'affettuoso tribù.-to di ammirazione e di simpatia con cui tutta la grande famiglia degli artisti torinesi ha voluto onorare il Mae- 's''''°' lamtco scomparso, 7Z nome degli intervenuti? Basti dire che c'erano tutti: pittori, scultori e or- ehitetti; giovani e vecchi; i coetanei del Ferro che insieme a lui avevano com- battuto tante belle \>".t!'<>lì«. e ì dxsee- poli che con commossa devozione rieor- davano il Maestro. Mai mostra personale ha avuto più ferventi, entusiasti ammiratori. Gli ero gi per l'uno o l'altro quadro, erano /airt da competenti, da gente che conosce per esperienza personale le difficoltà e il travaglio che impone la creazione di un'opera d'arte, da chi non si inganna nel giudizio. Un simile tributo non po teva' non commuovere e vi era del pìan to nella voce del senatore Rubino quan do ricordato a fatnìe accidente au tomobilistico che ,/„ costato la ^ta a Cesa,.e F e pM u „, rf j. la sua te maturità, come erano vi .,... ... .... "'S*™'™ i*fffni dì ™'n em°sìo»e sul volU « Presenti, quando ha ac- innato che xI collega e l'amico non poteva essere più degnamente ncorda- se non nel luogo a lui più caro, nelAccademia, che per anni aveva vaio rosamente presieduto lasciando il com- ?" to ^ ro ptro alle sue opere di dire con limpida eloquenza del suo valore d'artista. Que ste opere assai meglio delle parole of- frono una diretta sicura, conoscenza del lotta per ti raggiungimento di un alto ideale. Quando il senatore Rubino, al termi ne della sua bella sentita orazione, chiamò ad alta voce: « Camerata Ce sa,.e Ferro! », tutti hanno fascistica- ,ne,l(e risposto: viveva nelle sue opere, Con le parole del Presidente dell'Ac- cademia si è conclusa la cerimonia <■■ Presente ! », perchè effettivamente lo spirito dello scom parso era presente a tutti, ed egli ri¬ . ^«licita e di „.«„ 1™?JL™a'l.aLVl? semlll™la,e dl una bellezza grandi. Le autorità si sono recate più tardi a visitare la Mostra. Nella mattinata solamente i colleghi, gli amici, gli ammiratori, hanno recato il «1^™^^ famiSlia. La vedova di Cesare Ferro, in gra "ift0'ie. assisterò ritta toccante cerìmonla> vivamente commossa per lo sponU!!W0 tnb"to <*< affetto recato al marito. CESARE FERRO: « Checco

Persone citate: Cesare Ferro, Edoardo Idrubino, Edoardo Ru, Edoardo Rubino, Ernesto Lugaro, Giacomo Grosso, Spadini

Luoghi citati: Cesa, Italia, Torino