Le ripercussioni politiche dello scandao Stavisky e del delitto di Digione

Le ripercussioni politiche dello scandao Stavisky e del delitto di Digione Le ripercussioni politiche dello scandao Stavisky e del delitto di Digione Parigi, 21 mattino. Mentre V inchiesta della polizia, sotto la direzione del commissario divisionale Guillaume, della polizia giudiziaria, ricomincia su nuove basi, proponendosi in particolar modo di esaminare minuziosamente tutte le testimonianze delle persone che hanno potuto essere immischiate da vicino o da lontano nella tragedia del 20 febbraio, e di seguire le piste degli assassini del consigliere Prince, cercando di stabilire l'impiego del suo tempo tanto a Parigi quanto a Digione nelle ore che precedettero il delitto, 1' Edio de Paris pubblica alcune informazioni estremamente precise su quelli che, secondo il giornale, possono essere considerati gli esecutori del delitto della Combe aux Fées. Un biglietto da visita « I due uomini che nei dieci giorni che precedettero l'assassinio — scrive l'organo parigino — studiarono le abitudini del magistrato sorvegliando la casa nella quale abitava, erano ben vestiti. L'acquirente del coltello, acquistato nel bazar Hotel de Ville il 17 febbraio, era un uomo di buone maniere: è questa l'impressione che ne ha conservato il venditore. L'individuo che il 20 febbraio alle ore 10,40 telefonò alla signora Prince per attirare il consigliere nell'agguato, aveva una voce netta, chiara e si esprimeva benissimo. Le sue frasi avevano una certa eleganza; i termini medici da lui usati furono esatti. Il testo della comunicazione telefonica perfettamente ricostruito è stato sottoposto a dei medici i quali hanno detto: « è qualcuno che conosce da vicino la medicina, o che ha ripetuto la sua lezione; ma in tal caso vi è un maestro ». «L'uomo che nel pomeriggio del delitto della Combe aux Fées guardava la linea ferroviaria da una cresta rocciosa era un uomo appartenente a una classe distinta. Quest'uomo, che dimostrava una trentina di anni, vestiva un costume sportivo color marrone chiaro, la maglia e le calze erano un po' più scure del vestito, e in testa aveva un berretto grigio. Era alto circa metri 1,70. Egli ha assistito alla scena dell'anestesia. Rileviamo a questo proposito che tutti gli assassini dovevano essere alti per il fatto che l'aggressione che dovevano compiere era diretta contro il consigliere Prince, egli pure di alta statura. Rileviamo pure che il giorno del delitto due uomini pur essi ben vestiti si sono recati alle ore 16,30 a ispezionare la cava di sinistra della Combe aux Fées dove degli operai lavoravano ancora. Uno di questi uomini che aveva l'apparente età di 50-55 anni era vestito con un pastrano nero e aveva un cappello floscio di colore scuro; l'altro che deve avere circa 45 anni indossava un pastrano color marrone. « Ora sembra stabilito che ad una certa ora della notte il consigliere Prince, anestetizzato, venne steso nella cava sinistra della Combe su una tela bianca per impedire che i suol vestiti si impolverassero. Segnaliamo infine che due giorni dopo il delitto venne raccolto al di sopra della stessa cava il biglietto da visita di un medico che aveva viaggiato con un'altra persona nello stesso treno su cui' viaggiava il consigliere Prince occupando uno scompartimento vicino di seconda classe, le cui tendine rimasero costantemente abbassate durante tutto il percorso. « Interrogato dalla Sicurezza Generale questo medico ha dichiarato « che aveva consegnato il suo biglietto da visita a parecchi colleghi di bigione e che poteva darsi che fosse stato uno di questi a perderlo ». Quale valore possono avere queste indicazioni, spetta alla polizia giudiziaria e al commissario Guillaume di accertare. « Non si potrà certo rimproverare alla chiaroveggente di mancare di precisione. Guernut ed Herriot La commissione d'inchiesta per l'affare Stavisky riprenderà come già si è detto i suol lavori martedì, ma il suo presidente, on. Guernut, presente al congresso annuo della Lega dei diritti dell'uomo che si tiene attualmente a Nancy, ha compiuto un gesto coraggioso che merita di essere segnalato. Il delegato di Cherbourg, Montazot, avendolo messo in causa nella sua qualità di Presidente della Commissione parlamentare per lo scandalo Stavisky, Guernut salì alla tribuna e dichiarò che non poteva che rendere omaggio alla perfetta correttezza dell'ex prefetto di polizia Giovanni Chiappe che in questo affare aveva compiuto scrupolosamente il suo dovere, trasmettendo all'autorità giudiziaria della Senna e alla Cancelleria 19 rapporti successivi sul truffatore. E l'on. Guernut precisò cosi il suo pensiero : « Io appartengo alla «vecchia lega». Io sono di quella lega che senza preoccuparsi di cose politiche ha assunto la difesa di Leon Daudet, e che ha protestato contro le costrizioni imposte a un certo momento alla coscienza degli ufficiali cattolici. Siccome le sue dichiarazioni vennero accolte da grida ostili il deputato dell'Aisne ribattè: — Da solo affronto l'impopolarità: è questo il dovere del vero leghista. Questa dichiarazione formulata con grande chiarezza produsse viva impressione tra i presenti e indusse al silenzio gli oppositori di Guernut. Da parte sua Herriot, espulso dalla sezione di Lione della lega del diritti dell'uomo per avere accettato di entrare a far parte del Ministero, è stato oggetto di un voto di biasimo da parte del congresso per avere come sindaco di Lione aggravato le sanzioni prese dal consiglio di disciplina contro 22 impiegati dei macelli che avevano rifiutato di partecipare ad una esercitazione di protezione contro i gas asfissianti. Il Presidente della Lega dei diritti dell'uomo Basch fece osservare che il Congresso non possedeva le informazioni necessarie per apprezzare l'incidente. Ma avendo il proponente, il delegato Alexandre di Versaglia, insistito affinchè la sua mozione venisse messa ai voti, questa venne approvata con 836 mandati contro 591. In seguito a questo voto il signor Basch ha presentato le sue dimissioni da Presidente della Lega dei diritti dell'uomo, ed ha lasciato immediatamente la sala del Congresso. La deposizione del caporale Masson Desideroso di non lasciare nulla nell'ombra il Giudice Istruttore Ordonneau al è recato a Brest per l'interrogatorio di un militare della fanteria coloniale che anni or sono fece parte di un comitato terrorista esistente in Borgogna. Questo militare, il caporale musicista Andrea Masson, ha dichiarato che quando era operaio della compagnia Parigi-Lione-Mediterraneo a Verray sous Calmane, nel 1926, faceva parte di una organizzazione terrorista ed era fnpstm2 stato incaricato di uccidere il signor Gastone Gerard sindaco di Digione. Il Masson ha precisato che non si trattava affatto di uno scherzo, e che per timore di rappresaglie da parte dei suoi camerati, quando egli rifiutò di compiere l'atto per il quale era stato prescelto, fuggì e si arruolò nella fanteria coloniale. Qualche settimana fa il Masson venne trovato all'alba privo di sensi nel cortile della caserma. Egli era caduto dal terzo piano e aveva varie fratture alle gambe e alle braccia. Egli affermò di essere stato assalito da ignoti e precipitato nel vuoto. Ha aggiunto che supponeva che fosse un atto di vendetta dei suoi ex-camerati terroristi. Però l'inchiesta condotta delle autorità militari avrebbe stabilito che' il musicista era tornato ubriaco in caserma, e che era caduto dalla finestra poiché nessuno si trovava nella camera al momento della caduta. Egli fu punito con 25 giorni di prigione e condotto all'Ospedale. Il Giudice Ordonneau sta ora ricercando se l'organizzazione terrorista che esiste a Verray sous Calmane possa avere rapporti con l'affare Prince. Ad ogni modo il Masson deve essere messo fuori causa perchè al momento dell'assassinio del consigliere Prince egli si trovava ricoverato all'Ospedale.

Persone citate: Andrea Masson, Gastone Gerard, Giovanni Chiappe, Herriot, Leon Daudet, Masson

Luoghi citati: Brest, Cherbourg, Lione, Nancy, Parigi, Versaglia