Profonda soddisfazione per gli accordi economici di Roma

Profonda soddisfazione per gli accordi economici di RomaCancelliere federale Dollfuss perchè ossi restarono fermamente aderenti ai igrandi principii stabiliti nei negoziati |svoltisi nel mese di marzo a Roma, ed egualmente deve riconoscenza agli esperti che hanno saputo degnamente apprezzare i risultati dei triplici negoziati di Roma che rivestono estrema importanza non soltanto per i tre Stati interessati, ma anche dal punto di vista internazionale. Necessariamente c'è stata qualche difficoltà perchè noi abbiamo voluto distruggere non soltanto il principio dcll'autarchia in generale, ma anche e specialmente le autarchie dei nostri tee Stati. Ma la buona volontà c lo spirito di comprensione dei negoziatori riusci- rono ad eliminare tutti gli ostacoli. Dalpunto di vista dell'agricoltura ungherese i risultati raggiunti a Roma sono pienamente soddisfacenti, e l'industria ungherese, che può sostenere una qualunque concorrenza internazionale, non sarà compromessa dai sacrifici che le si domandano. Gli accordi di Roma segnano un importante passo innanzi per la prosperità delle principali branche delia produzione, e garantiscono un effettivo impulso al lavoro produttivo. Se si riuscirà ad applicare gli accordi di Roma così come essi sono stati concepiti nei Trattati, l'Ungheria godrà di una ripresa delle proprie forze tale da estendere i suoi effetti benefici su tutta la vita economica ». Con titoli cubitali tutti i giornali dàn- no grande risalto al comunicato ufficialo della firma degli accordi economici di Roma. Il filogovernativo Budapcsti Hirlap scrive : « Chi conosco i tre Capi di Governo di Italia, d'Austria e d'Ungheria, era, fin da principio, certo che essi sarebbero giunti alla mèta che si erano proposta. Con uno sguardo, il Duce ha compreso il modo miglioro di giungere alla soluzione del problema danubia re alla soluzione del problema danubia- no; a Lui e all'Italia spetta perciò la parte direttiva in questa regione di Europa ». Analoghe osservazioni e constatazio- ni fanno il conservatore Pesti Hirlap e « Mamtar Hirlav 'u"!,!"u a""V- Compiacimento e rilievi inglesi Londra, 15 notte. Il New Chrótlicle scrive che gli accordi italo-austro-ungheresi fir- mati ieri a Roma rappresentano un altro importante contributo dell'I-talia al rafforzamento dell'indipen denza dell'Austria e dell'Ungheria. Tanto il New Chronicle quanto il Daily Tclegraph mettono in rilievo che l'Italia Fascista contribuisce al risanamento economico dell'Austria e dell'Ungheria con grandi e prati- che concessioni. Auspicata cooperazione industriale austro-italiana Vienna, 15 notte. La stampa viennese, riferendo e commentando i risultati degli accordi italo-austro-ungarici firmati ieri a Roma, mette generalmente in rilievo il fatto che l'Austria ne esce con notevoli vantaggi. Il Linz Volksbìatt prevede fra l'altro una vasta cooperazione del l'industria, austriaca con quella italia na T giornali notano che con la conclu- si ,ell trattative romane quelle a'u°"tero 'ceceho „sumeranno un ritmo più austro cecne assumeranno un ritmo più spedito. A Vienna si trova una delega¬ zione commerciale cecoslovacca con a ^^^J^^s^rt inizicranno le trattative parallele con l'Ungheria e la Cecoslovacchia, se' «Gradita è ogni persona che voglia collaborare al nuovo sistema statale ». Il vice-Cancelliere Starhenberg ha tenuto in una località della Alta Austria un discorso alla presenza di molte migliaia di persone e di 4000 componenti delle Héimwehren. Egli ha rilevato l'assoluta necessità della unione di tutte le forze ricostruttive del Paeaggiungendo : Profonda soddisfazione per gli accordi economici di Roma ¥ T • j r^/fj C$CIttl31.0 !eaasozumscano le ombre di questioni già net-;atamente superale, come i debiti di gguerra, o si è presi nei tentacoli di Acontrasti minacciosissimi, pregni di Lìnsidie e di catastrofi, quale è il con-|sflitto del Pacifico. L'unico esempio in;sNon si può dire davvero che l'Eu ropa e il mondo attraversino un pe- ! riodo di chiarificazione politica; si' discute intorno a progetti che hanno ormai solo una consistenza metafisica, come il disarmo, o si rievo- ! questo marasma di una sincera vo lontà di collaborazione servita da metodi precisi e pratici è offerto dall'Italia cogli sviluppi della sua po¬ tppnlitica danubiana; siamo a fianco diUdue piccoli Stati che hanno però una funzione essenziale di equilibrio nella vita del nostro continente, l'Austria e l'Ungheria; fissiamo con esse delle direttive chiare e rettilinee di cooperazione politica e rafforziamo tale concezione basica di solidarietà con feconde intese di carattere economico. Il punto di partenza è, come è sempre necessario, politico; non ci si può accordare lealmente con uno Stato se non si è convinti de' suoi pieni diritti di sovranità e di indipendenza; ma nella vita moderna simili convergenze acquisteranno un valore maggiore se integrate sul terreno della cooperazione economica. Sana semplice metodologia diplomatica, che il Fascismo col suo sen so realistico ha adottata. ccdmlmtnVnepdimmediatamente |tusOgnuno dei tre Stati ha cercato [dSzrdtzicdi andare incontro agli interessi degli altri convinto che il proprio sacrificio avrebbe avuto il suo compenso; si è arrivati così ad una sintesi di interessi, per cui nessuno è privilegiato a danno altrui. Se un giorno i vari Paesi fatalmente travolti nelle spire dell'autarchia tenteranno di uscirne fuori, la via non potrà mai essere indicata da miracolistiche conferenze universali, ma aspra e faticosa dovrà seguire questo processo di discussioni, di esame, di accordi. Non è il caso di prendere la bilancia dell'orafo e soppesare ogni voce di tariffa o di contingentamento; le produzioni caratteristiche di ciascuno dei tre Paesi sono state specialmente valutate in rapporto ai bisogni di ognuno; un Paese era particolarmente colpito dalla crisi di eccedenza granaria, l'Ungheria; l'Italia e l'Austria le sono andate incontro con una cifra notevolissima rispetto alla produzione magiara, ma modesta rispetto ai propri bisogni interni., specialmente per quanto riguarda l'Italia. Il respiro economico dei tre Stati si allarga anche se qualche piccolo, esclusivo interesse crederà di essere sacrificato; ne risulterà uno stimolo, una linfa più fresca nell'intorpidito sistema di scambi internazionali. E per l'Italia è motivo di soddisfazione vedere riconosciuta l'importanza degli scali di Trieste e di Fiume, che costituiscono i due veri polmoni dei traffici marittimi dell'Austria e dell'Ungheria; era assurdo, innaturale convogliare le merci di quelle regioni verso altri porti più lontani: l'Adriatico, il golfo mediterraneo che più profondamente penetra nel cuore del continente europeo, doveva riavere la sua funzione compromessa da ostacoli politici. Ma, ripetiamo, un vantaggio non trascurabile, anzi di primo piano, è nell'avere aperto uno spiraglio di luce sull'affannoso^ orizzonte che ci avvolge; nessuna difficoltà è insuperabile quando si dimostra l'assoluta necessità di una collaborazione, pena il pericolo di precipitare verso le più oscure incognite. Italia, Austria e Ungheria formano un nucleo che non dovrebbe restare isolato; mentre dei gruppi che vantavano pomposamente un'unità solidale che conta solo sulla scacchiera diplomatica non sono riusciti attraverso anni di incontri e di conferenze a concretare comunque i loro fantasiosi progetti economici, noi siamo arrivati nel giro di pochi mesi a realizzare delle intese che sembravano impossibili nell'attuale clima di egoismi. E poiché noi non siamo un blocco armato con piani di Stati Maggiori in continua evoluzione, verso le nostre realizzazioni dovrebbero polarizzarsi gli uomini e gli ■ Stati animati da una schietta volontà di pace. ' I Protocolli romani del marzo scoi so segnarono un punto fermo di importanza fondamentale per il rias setto del bacino danubiano; la tap na di ieri è la conferma che queiZ. ... ,. . , Protocolli non sono semplici docu-menti d'archivio. Una certa rielabo- razione di idee e di programmi si era ^ notata nei due mcsi scorsi; accese propagande di odio si erano andate riducendo, irrigidimenti asoluti si erano alquanto smontati: ormai la maturazione della coscienza dei nuovi bisogni potrebbe avere un ritmo più rapido, sol che gli uomini cui incombono le massime reponsabilità, avessero il coraggio di abbandonare gli ingombranti pregiudizi del passato. In primo luogo Austria e Ungheria non sono res LMWi«s; tra le sofferenze e le ingiustizie del dopogucrra, hanno dimo. strat0 una tempra che dà loro dirit. dddsSdro di guardare liberamente da pari a pari i loro vicini; come è inconcepibile che l'Austria venga ingoiata nel Reich o considerata un terreno U manovra per U congiungimento ceco-jugoslavo, così è inconcepibile che l'Ungheria venga tenuta in condizioni di assoluta inferiorità da una muta di cani di guardia. In secondo uogo la funzione di equilibrio e di moderazione in una zona etnicamente e politicamente così tormentata non può spettare che alla Nazione di Vittorio Veneto; non ò un'esclusiva, non è vana ambizione; per l'Italia erede di Roma il diritto non è una parola vuota, l'equità è un principio di vita e dì governo. ALFREDO SIGNORETTI lspIl valore dell'intesa Roma, 15 notte. Alcuni aspetti particolarmente in teressanti degli accordi italo-austro ungarici ieri firmati sono oggi ìllu-,strati in brevi dichiarazioni del capo della Delegazione austriaca ministro Schueller, e da quello della Delegazione ungherese consigliere ministeriale dott. Winchkler, che hanno dato prova di tanta abilità e spirito di collaborazione durante i negoziati felicemente conclusi: « La firma degli accordi — ha detto il ministro Schueller — è avvenuta due mesi appena dopo la firma dei Protocolli romani, secondo il <'. programma » tracciato il 17 marzo. Possiamo ben dire che un materiale straordinariamente vasto e complicato è stato « domato >:> in un periodo relativamente breve e gli accordi-cornice, por così dire, anticipati dai Protocolli, sono stati riempiti dalla materia vivente di provvedimenti concreti. Il loro contenuto coincide perfettamente con il programma voluto dai Protocolli; la mèta verso la quale sono orientati tutti questi provvedimenti, è il miglioramento della situazione economica nel Bacino danubiano. « I dazi preferenziali accordati all'Austria, si muovono, in grandissima parte, nell'ambito di contingentamenti moderati che non possono inquietare né la produzione italiana nè gli Stati concorrenti, « Dell'eccedenza de: grano di esportazione ungherese, ùi cinque milioni di quintali, sono stati conerti due milioni da parte dell'Italia e ! .. milioni da parte dell'Austria, di modo che la situazione della coltura ungherese del grano può dirsi senza <. obio notevolmente migliorata. Le co icessioni fatte all'Italia da parte ueil A.11. ia e dell'Ungheria, entrano nellr clausola della Nazione più favorita e riguardano tanto una serie di articoli di esportazione italiana quanto l'abolizione di certi vincoli doganali. Nello stesso tempo sono stati presi degli accordi per il miglioramento del regime del Semmering dei così detti Trattati Brocchi. A sua volta il consigliere ministeriale dottor Winchkler si è così espresso : « L'indomabile volontà del Duce, di questo eminente Uomo di Stato, a com piere un'altra opera concepita da Lui solo, parte di una concezione più vasta riferentesi al riassetto economico di tutto questo vecchio continente pericn lante. Per l'Ungheria l'accordo concai so sotto l'egida del Duce può ben dirsi di una importanza vitale: già da pa recchio tempo i tre Presidenti del Con oiglio hanno manifestato la volontà di orientare la linea economica parallela a quella politica, e questa intenzione si è concretizzata negli accordi conclusiPer l'Ungheria è di grandissima-importanza, non solo di avere assicurato un mercato in Italia ed in Austria di quattro milioni e duecentomila quintali di grano, ma anche di avere garantito così un relativo prezzo clic porterebbein forte misura, anche ad una rivalorizzazione del grano ungherese all'interno del nostro Paese. « Mi dà una gioia particolare di avere previsto, nell'ambito dei Trattati vigenti, un notevole aumento delle merci e dei prodotti italiani sul mercato ungherese, perchè così possiamo provare di non essere solo una parte contraente che prende, ma anche una parte contraente capace di dare. Dopo igrave lavoro di queste settimane romane, svoltosi per noi molto più nelle riunioni tecniche che non nulla dolce ariaromana, partiamo soddisfattissimi, nella speranza i avere contribuito validamente a stringere sempre più intimamente i rapporti economici tra i dunostri Paesi ». Le dichiarazioni di Goemboes Budapest, 15 notte. Parlando dei negoziati di Roma iPresidente del Consiglio Gombds ha dichiarate che essi hanno portato ai risultati che egli prevedeva e garantivaPer quanto riguarda l'Ungheria tuttjIe previsioni sono state realizzate seguendo e rispettando, beninteso, il prin!cipio deUa £cipl.oclta. L'Ungheria de! ye profonda riconoscenza al Duce e a

Persone citate: Brocchi, Duce, Linz, Schueller