Conti chiari

Conti chiari Conti chiari L'importanza della riforma della contabilità statale ansuseGfiamnnvppgtezpincmcpsimdpFsuptedcrgedFVè sostanza ÀI Consiglio dei Ministri del 23 luglio il Capo del Governo pose sette capisaldi all'edifìcio della nuova finanza italiana: alcuni di essi già solidamente e felicemente costruiti (essenzialissimo quello della rivalutazione monetaria), altri in via di costruzione. Tra questi ultimi, il caposaldo della « più cristallina semplicità e chiarezza in tutti i conti dello Stato » entra ora in azione con la riforma del Conto del Tesoro, che è riforma d'importanza non soltanto tecnica, ma anche di molta portata politica e morale per il prestigio finanziario della Nazione. Questione di forme contahili? Ma nel campo dell'amministrazione pubblica, più che in quello di ogni azienda privata, la forma è sostanza, poiché dalla evidenza intelligibile, dalla semplicità chiarificatrice dei conti, deriva quella coscienza della realtà, quella forza di persuasione, che sono essenziali alla fiducia ed al credito. Rendere i conti dello Stato cosi semplici e chiari, « che ogni cittadino possa leggerli e comprenderli senza l'aiuto dei metafisici della contabilità e della computisteria », Vu:il dire rendere consapevole il Paese delle possibilità dei suoi mezzi, educarlo al più disciplinato razionale costume economico e finanziario, salvaguardarlo dalle insidiose malizie del disfattismo menzognero e ingannatore. Perchè siamo giusti: leggere un bilancio non è da tutti, e il veder chiaro nel bilancio di uno Stato è stata sovente cosa assai ardua, anche nelle Nazioni più prosperose. L'aritmetica non è un'opinione; ma l'arte di disporre le cifre dell'attivo e del passivo nei bilanci pubblici si era venuta facendo ovunque, nella finanza europea del dopoguerra, così preziosa da indurre molta gente a dubitare un po' anche dell'aritmetica. Un'arte complicata e sottile, che ha dato sempre più da fare agli esperti, che sulle medesime cifre trovano da disputare tra le più divergenti inter prelazioni, e sempre meno ai profani, i quali preferiscono generalmente passar oltre per non smarrir si nel labirinto di bilanci indeci frabilL Per la contabilità statale il labirinto si è fatto nelle grandi Na zioni più che mai intricato con le necessità amministrative della guerra, che han portato nel bilancio elementi eccezionali di complicazione, rendendo difficile il distinguere l'accessorio dal principale, il temporaneo dal permanente, il fittizio dal sostanziale, quel che si possiede veramente e quel che si possedeva e non c'è più, o si vorrebbe avere e non si ha ancora. Anche in questo l'Italia dà oggi il buon esempio all'Europa: semplificando e chiarendo i suoi conti essa ridurrà gradatamente «il divario tra la competenza e la cassa dovuto al vario gioco dei residui attivi e passivi», fino ad arrivare alla quasi totale coincidenza tra i due bilanci. Ora, la grande opera del Regime per il risanamento economico-flnan ziario della Nazione è così al concreto delle cose sostanziali — la lira, il credito, il lavoro, la produ zione — che la più aderente intel ligibile forma dei conti dello Stato, nei quali si riassumono le resultanzc sintomatiche della economia nazionale, porterà non soltanto chiarezza di cifre nel bilancio, ma anche e soprattutto dimostrazione veridica di fatti compiuti, di forze ope ranti, di vita in progresso. Rilievi romani Roma, 22 notte Le innovazioni apportale al Conto del Tesoro sono messe in rilievo dai giornali romani, che rilevano sopra tutto la semplificazione introdotta nel le cifre del « fondo di cassa » ridotto alle disponibilità liquide del .Tesoro, ' Scrive La Tribuna: «Un paese come il nostro e un Regirne come il nostro, che da sei anni lottano contro la malafede straniera che si sforza di falsificare sistematica niente ogni nostro ordinamento e ogni mostro successo, devono levare agli avversari ogni pretesto d'insinuazione o sospetto. La riforma contabile del conto del Tesoro, fu pertanto voluta dal Duce per questa triplice ragione di carattere altamente morale e politico: 1. dare agli italiani la possibilità di rendersi facilmente e periodicamente conto dello stato effettivo del Tesoro 'dello Stato; 2. togliere ogni possibili^ ai nemici del Regime e dell'Italia di speculare sulla oscurità e ambiguità del documento contabile per mettere ita dubbio i risultati in esso rispecchia ti e alimentare il sospetto e il discre dito sulle nostre finanze; 3. sottrarre agli amministratori la tentazione di ricorrere a espedienti contabili per fa re fronte con mezzi straordinari e non legittimamente autorizzati, ad eventua lità straordinarie ». Il Giornale d'Italia osserva che con la nuova riforma, voluta e indicata da Mussolini, il conto del Tesoro italiano in Regime fascista raggiunge una pre cisazione pubblica dei suoi mezzi e del suo stato e una concreticità di do eurnentazione, che non hanno l'uguale net conti di alcun altro paese del mon do, Inghilterra compresa. bndsdcdlmlvcs1stttalnbamrladdsd Roma, 22 sera. A meno di un mese di distanza dalai riunione del Consiglio dei Ministri, nella quale il Capo del Governo riassunse in pochi punti di cristallina semplicità le direttive finanziarie dui Governo fascista, uno dei capisaldi fissati dal Duce, il sesto, trova pratica applicazione nel generale riordinamento e nell'opportuna semplificazione del conto del Tesoro. Si ricorderà nfatti che il sesto paragrafo del breve codice finanziario dettato dal Capo del Governo, dice testualmente: « Data la fine delle gestioni e delle partite straordinarie reliquate dalla guerra e della lotta del Tesoro in ma teria di cambi, che imponevano ecce zionali contabilità, sarà introdotta la più cristallina semplicità e chiarezza in tutti i conti delio Stato, in modo che ogni cittadino, senza l'aiuto dei metafisici della contabilità e della computisteria, possa leggerli e comprenderli ». I provvedimenti attraverso I quali si è attuata questa importante diret iva finanziaria riguardano sostanzia1 mente il fondo cassa, la situazione dei debiti e crediti di Tesoreria e i debiti pubblici. Fondo Cassa Nei precedenti conti del Tesoro, 11 Fondo Cassa erariali1 comprendeva non soltanto il denaro effettivo, ma anche una cospicua somma di titoli non rap presentanti valuti, di cui il Tesoro po tesse avere la disponibilità immediati e costituita nella quasi totalità da ordinativi di sovvenzioni alla posta, da certificati doganali, e da biglietti logori ritirati dalla circolazione. Al termine dell'esercizio scorso 30 giugno 1ÌI28 il Fondo Cassa erariale era cosi costituito (in milioni di lire) : denaro contante1 conto corrente con la Banca d'Italia 1.531,8 Fondo presso la Tesoreria centrale, la Zecca o i corrispondenti all'estero 269,1 Valute non disponibili 1,290,6 a o i o , ei a a ni vo nal a: di e o ^ di à re a e re di a n a n a no e e o le n trficbiuchPmnmè slteun3.081,5 SITotale Fondo Cassa Equivoco estero Considerando le valute non disponibili come Fondo d Cassa, si determinava un considerevole ingrossamento di questo ultimo, che pur non contrastando con la legge sulla contabilità dello Stato, cagionava comprensibili confusioni e malintesi, anche da parte di studiosi. Ciò si e rivelato panico larmente in talune epoche, quali 1 mesi di ottobre e novembre 1926, per l'apparente contrasto che si credette verificarsi fra i dati relativi al conto corrente, Tesoro Banca d'Italia, che si chiudeva con un saldo passivo, ed 1 dati del Fondo Cassa che presentava una giacenza attiva. Ed anche poste rlormente riapparve il rilievo per la sproporzione fra il Fondo Cassa rlsul tante dal conto del Tesoro e l'ammon tare del saldo attivo del conto correa te suddetto. Taluni incresciosi rilievi di giornali finanziari esteri, che senza alcun fondamento, mettono in dubbio l'esattezza delle cifre ufficiali concernenti il Tesoro e il Bilancio, sono probabilmente dovuti in parte a queste apparenti discordanze. La nuova forma data al conto del Tesoro, elimina radicalmente ogni possibilità di malinteso poiché limita il Fondo di Cassa alla valuta effettivamente ed immediatamente disponibile, e cioè: saldo attivo del conio corrente con la Banca d'Italia; fondi esistenti presso la Tesoreria centrale e presso la Zecca; fondi disponibili presso i corrispondenti del Tesoro all'estero. Tutti i titoli non costituenti denaro contante sono trasferiti nella sede più logica e appropriata dei erediti di Tesoreria. Al 31 luglio 1928 il fondo cassa risulta di milioni 452,2. La considerevole diminuzione rispetto al mese precedente è dovuta al pagamento della cedola semestrale del Consolidato 5 per cento e del Littorio, sommante ad una spesa di oltre 1.500 milioni; si deve inoltre tenere conto del fatto che il luglio è mese dispari, nel quale manca l'incasso delle imposte dirette riscuotigli per ruoli, cosi che la cifra di 452,2 milioni può essere considerata come soddisfacente. Debiti e crediti di Tesoreria Nella situazione sono state apportate le seguenti innovazioni: 1) Trasferimento fra i crediti di Tesoreria dei titoli finora considerati come facenti parte del Fondo Cassa; 2> Una diversa classificazione delle varie partite attive e passive che vengono raggruppate in maniera più razionale e più conforme alla loro natura ; 3) L'inclusione fra i debiti di Tesoreria delle due Importanti gestioni del depositi provvisori di terzi e delle contabilità speciali, costituite queste ultime dall'apertura di crediti e dai versamenti speciali di somme a favore di amministrazioni statali; 4) Eliminazione ned crediti di Tesoreria del gruppo « pagamenti da rimborsare sui conti correnti, infruttiferi delle amministrazioni correntiste », a cui fa riscontro, nel gruppo corrispondente dei debiti di Tesoreria, l'indicazione deJ solo saldo del rispettivi conti correnti. Nelle precedenti situazioni venivano indicati fra i debiti ili Tesoreria il totale credito delle varie amministrazioni ; fra i crediti di Tesoreria l'importo dei pagamenti eseguiti per conto di esse. La mutata classificazione delle varie partite di debiti, ha fatto trasferire fra i debiti fluttuanti i due conti correnti fruttiferi esistenti con gli Istituti di previdenza e col Banco di Napoli, prima compresi in una diversa categoria e sommanti complessivamente a milioni 531,4. Il debito fluttuante appare pertanto accresciuto, rispetto alla sùuazione precedente, mentre, in realtà, ha subito nel mese una effettiva diminuzione di milioni 64,8. dovuti in parte alla riduzione nei biglietti di Staio e per la rimanenza ad una diminuzione dei conti correnti fruttiferi. Debiti pubblio! Inoltre, è stato posto in evidenza il conto di accantonamento interessi a favore dell'istituto di liquidazione, con un saldo al 31 luglio, di milioni 171,7. Per rendere possibili e agevoli gli opportuni confronti, si è provveduto a ricompilare, secondo i nuovi -riteri, la situazione riassuntiva del Tesoro, e quella analitica dei debiti e :rediti di Tesoreria al 30 giugno 1928, aggiornando contemporaneamente le cifre in base alle scritturazioni coni ibill successive. Anche la situazione riassuntiva dei debiti pubblici interni presentav una modificazione. I debiti vengono riuniti in tre- categorie secondo la lo-o natura, e cioè: consolidati, redimibli e flut- afodndppSteparsvaSsclsaipllsqmdmmdtnzvlfiddddsrblcdgmzmbdmt 'tanti, mantenendosi per ogni categoria la consueta specificazione analitica. Nel mese di luglio si è verificato un aumento di un milione nei redimibili, (obbligazioni delle Venezie) ed una riduzione di 65 milioni nel debito fluttuante con una diminuzione netta di 64 milioni. Queste, in succinto, le modificazioni apportate nel conto ' del Tesoro. Si tratta, come si vede, non di insignificanti modificazioni di indole contabile, ma di innovazioni sostanziali in un documento che per essere lo specchio della situazione finanziaria del Paese, ha una importanza grandissima cosi nei riguardi dell'Interno come nei riguardi dedl'estero. Con la riforma deliberata il conto del Tesoro, che è un documento senza eguale nei paesl stranieri per larghezza e compiutezza, acquisterà una precisione ed una evidenza che tornerà a tutto beneficio ed onore della Finanza italiana.

Persone citate: Duce, Fondo Cassa, Mussolini

Luoghi citati: Europa, Fondo, Inghilterra, Italia, Napoli, Roma