Trumbic designato da Radic "in extremis,, a capeggiare l'opposizione croata

Trumbic designato da Radic "in extremis,, a capeggiare l'opposizione croata Trumbic designato da Radic "in extremis,, a capeggiare l'opposizione croata fcSia gloria a lui»: cosi la Scupcina Io ha commemorato togliendo la seduta in segno di lutto » II fiero appello del « Narodni Val » ai contadini Belgrado, 9, notte. (R.). - Tutti i giornali del mattino dedicano la prima pagina alla commemorazione ed alla biografia di Radia II massimo organo serbo, che tira 80.000 copie, la « Politika », scrive che Radio fu il maggior tribuno di masse rurali dell'epoca nostra: quando, al tempo della dominazione austriaca, il contadino nulla contava, egli seppe — solo fra i borghesi — risvegliarne la coscienza con magnificò altruismo. Anche allorché egli mutò di idee, il contadino croato si persuase che egli lo faceva per il suo bene e fanaticamente lo seguì nell'entusiasmo per le idee wilsoniane, sognando una pacifica repubblica di contadini croati, sia pure nella cornice della monarchia serba. Quel che scrivono ì giornali Sorvolando sul tutto della liberasrione e soffermandosi su quello dell'unione, Radic continuamente sostenne che detta unione era avvenuta eselusivamente per volontà del popolo croato. L'idea del jugoslaviBfflo gli sembrò subito una sfacciata menzogna inventata onde sommergere i croati entro un immaginario jugoslavismo per togliere loro il prezioso diritto all'autodeterminazione. Ma la realtà — conclude il giornale — era ben diversa: la Serbia aveva portato sulle sue baionette il nuovo ideale, e il tribuno croato trovò di fronte a se l'idea dello Stato S. H. S. Radic nella lotta impari cadde, sempre sperando vicino il compimento del suo ideale. Egli, pel suo sconfinato amore del disprezzato contadino, merita profonda e sincera gratitudine. Il « Vreme », organo dell'ex-ministro degli Esteri Nincic, scrive che Radic ebbe in Jugoslavia una parte fatale. Politico ed oratore di prima forza, lucidissimo negli intenti, seppe patire per l'ideale.della Croazia. I suoi successori non lo varranno. Il giornale democratico «Pravda » esalta in Radic il grande ideologo internazionale dei contadini, una grande' figura enlgmmuèl{ della politica, l'oratore elettrizzante ed insuperato, profondamente religioso. Pur attaccando il Cattolicesimo, Radic, incominciava i discorsi ai suoi contadini colle parole « Lodati sieno Gesù e Maria». Egli sapeva interessare lo spirito dinamico degli intellettuali e l'inerzia delle masse. Radic fu un grande jugoslavo pel suo desiderio ardente di unione coi bulgari. Anima . complicata, perchè profonda, amò il suo Paese, e quando nel 1925 giunse per la prima volta a Belgrado, cantò un inno alla capitale. Il suo passato tumultuoso presenta pagine auree. Il giornale et Ree -, organo di Pribicevic, chiama Radic un genio del popolo croato, cui la storia fu sempre matrigna. Lo stesso giornale scrive di sapere da fonte sicura che due gruppi di sicari sono giunti a Zagabria onde ammazzare Pribicevic e far saltare in aria la stamperia del' giornale di Zagabria. I piani ed il nome dei sicari sono stati rivelati alla polizia. I funerali a domenica I contadini arrivano continuamente in gran numero a Zagabria, e si recano alla villa di Radic in via Herzegovacka. Si è constatato che la morte di Radic fu causata dall'indebolimento deli cuore. Nella seduta di stamane della coalizione demo-rurale, il presidente Pribicevic ha deciso che i funerali di Radic avvengano domenica alle 10. Gli oratori parleranno dal balcone della Casa del contadino. Sabato nel pomeriggio, verrà pubblicato un proclama al popolo. E' stato deciso pure di vietare la presenza ai funerali di membri del Governo, come pure di delegati del Parlamento belgradese. II prefetto di Zagabria avendo comunicato alla coalizione che il Governo desiderava che i funerali avvenissero a spese dello Stato, la coalizione ha respinto la proposta. A Zagabria, tutti i negozi sono chiusi; dappertutto sventolano bandiere nere, anche sugli edifici statali, per ordine del prefetto. Stamane si è convocata la Scupcina alle 11,30. Il presidente Kujungic annunziò la morte di Radic, il quale — disse — si era occupato durante tutta la sua vita delle grandi questioni nazionali, entusiasmando tutti per il suo amore pel contadino. Tutto il popolo prende parte al cordoglio per la sua morte. I deputati alla Scupcina gridarono tre volte « Slava » (« Sia gloria a lui! »). Indi la seduta fu rimandata a domani in segno di lutto. Il capo degli agrari all'opposizione, Jova novic, domandò la parola, ma il pre Bidente Rujungic fece finta di non vedere, tra le proteste dei deputati agrari. L'odierno Narodni Val, organo del Partito dei contadini croati, uscito In edizione straordinaria, proclama che Radic è stato ucciso onde inde bolire le compatte file dei contadini croati, ma che questi si ricorderanno sempre delle parole del Capo: ■«Possono uccider me, ma non l'idea ». E suo lavoro di otto lustri condusse il popolo croato alla vittoria della giustizia e, fidando n«l la direzione del partito, i contadini croati continueranno incrollabili la lotta fino alla vittoria. In occasione dell'autopsia, del cerilo di Radic. si è constatato che il pio cervello pesava 450 grammi. alvrspnisPubdbmdsc { Il successore Vienna, 9 notte. L'emozione della Croazia attorno alla salma di Stefano Radic supera le frontiere della Jugoslavia. Davvero si ha l'impressione che sia sparito un individuo che reggeva una situazione intera, la quale adesso potrà trasformarsi con direttive che nessuno sa intravedere. Nella villa in cui Radic si è spento ed al cospetto della salma, la notte scorsa Pribicevic e Trumbic sono caduti uno nelle braccia dell'altro, e Pribicevic — la cui faccia quadrata e dura lo fa credere uomo poco sensibile — ha anche avuto uno .sviànimento. La villa è sempre circondata da decine di migliaia di persone, che già stanotte avrebbero voluto sentire la parola di qualcuno dei capi della coalizione demo-rurale. La designazione testamentaria La polizia è quasi sparita dalle strade della città, come ne era spa rita l'8 luglio, quando Ra'dic si trasferì da Belgrado a Zagabria lusingandosi di essere ormai fuori pericolo. Negli scorsi giorni Belgrado aveva cercato dì mettere da parte le autorità croate di P. S. dispo nendo che, in caso di disordini a Zagabria, la polizia locale dovesse ritirarsi per cedere il servizio della strada alla gendarmeria belgradese, ma il grande giupano di Zagabria, dottor Zrelec, ed il prefetto di polizia Vragovic minacciarono di dimettersi e così il presidente del Consiglio e ministro degli Interni, Korosecz, ha revocato il provvedimento. Sinora la calma non è stata turbata nè a Zagabria nè nelle Provincie, dove i delegati della coalizione demorurale girano in automobile ammonendo la popolazione a rispettare la Volontà di Radic, mantenendosi tranquilla. Sembra che i comunisti siano causa di apprensione, venendo ad essi attribuito il proposito di giovarsi della tensione odierna ai loro fini. Ma, ammesso anche che il sospetto sia fondato, è certo che la popolazione non si presterà mai a tentatiAri del genere. " Mentre stamane si diceva che, no nostante le sue origini serbe, il nuovo capo della coalizione demorurale avrebbe dovuto essere Pribicevic, il quale durante tutta la degenza di Radio è stato in realtà l'anima della coalizione, verso mezzogiorno si è appreso che il defunto, nel suo testamento politico subito aperto designa a suo successore alla testa del blocco croato l'ex-ministro degli Esteri Ante Trumbic, notissimo in Italia per la parte sostenuta du rante tutto il periodo delle trattati ve diplomatiche. Facendosi seguire flcsdaljpari^ da lui diretto, Trumhic si era unito |al partito radiciano appena la settimana scorsa, con tale gesto praticamente dimostrando di voler dimenticare gli antichi dissensi e di proclamare l'unità del popolo croato. Trumbic è nato a Spalato nel 18&4 ed è stato per parecchi anni membro dell'ex-Reichsrath austriaco. Scoppiato il conflitto mondiale, egli si recò all'estero a dirigere la propaganda a favore del movimento jugoslavo e concluse con Pasic a Corfù, il 20 luglio 1917, quel patto per la creazione del regno dei serbo-croato-sloveni che i serbi non hanno poi inteso di rispettare, determinando così in ultima analisi celi avvenimenti attuali. Ora, se Radic lo ha designato capo del partito croato bisogna dedurne che il defunto ebbe tempo di ricavare nei pochi colloqui! da lui avuti con Trumbic avanti di morire e nell'azione svolta da Trumbic ultimamente, la convinzione che il vecchio programma jugoslavo di Trumbic ha fatto posto ad un programma più ristretto e spiccatamente croato. Giudizi austriaci e ungheresi In Austria come in Ungheria, Paesi dai quali la Croazia venne staccata dalla catastrofe del 1918, la notizia della morte di Radic ha una vasta ed interessante eco. Nella Reichspost scrive la necrologia del defunto lo stesso direttore del eiornaìe, dottor F.under, al cui giudizio la fine di Radic è forse l'avvenimento più grave' verificatosi nei 10 anni di esistenza della Jugoslavia. Il dottor Funder non riesce a na scondere la simpatia e magari la stima per il capo popolo croato, del quale rammenta che non contribuì in nessun modo al crollo della vecchia monarchia. La parte sostenuta dajpadic dopo quella crisi viene da lui definita grande e spesso eroica, ma una parte diffìcile a capire. A coloro che non lo conoscevano, veramente Radic appariva talvolta un ciarlatano; e non lo era. Il suo fascino sulle masse aveva già raggiunto il punto culminante quando le rivoltellate sparate contro di lui alla Scupcina sopraggiunsero ad impedire che la sua parabola di scendente avesse inizio. « Ora la sua ombra — conclude il direttore del la Reichspost — tende anche oltre tomba il pugno minaccioso verso Belgrado e lo Stato unitario jugo slavo, ed è inconsistente ed inafferrabile come un fuoco fatuo ma ^ al tempo stesso, per la prima volta, nella minacciosa oscurità, uVim mutabile indicazione », La Neue Frate Presse loda di Radic l'indifferenza verso ogni adulazione ed il desiderio costante di'ma nifestare un'opinione propria senza curarsi delle altrui. Per quanto si dica che nessun uomo è insostilul bile, di fronte alla morte di Radic 11 giornale afferma che essa apre un'immensa lacuna: non si sa chi debba prendere Q posto di quieto uomo eccezionale, la cui influenza non era nemmeno valutabile: « Radic venne chiamato spesso un camaleonte politico, ed è sin troppo noto che egli, senza speciali motivi, si trasformò da monarchico in repubblicano, per ridiventare poi monarchico; da austrofìlo in austrofobo, da serbofllo in serbofobo. Ma ad una cosa egli rimase sempre fedele, cioè alla sua fede nella potenza e nell'avvenire del contadini. Si può dire di lui tutto ciò cht si vuole; tuttavia, fu un genio raro, però sfrenato •. IT Nette Wiener Tageblatt, più che commentare la situazióne, fa una biografìa critica dello scomparso, spiegando il suo passaggio dalla fede repubblicana alia monarchica nel 1925 coll'infiuenza esercitata da Re Alessandro: « Il Sovrano, se da un lato volle attirare Radic a sè, per attenuare la potenza del vecchio Pasic, che accennava a diventare troppo grande, aall'altro Intuì come dietro l'etichetta socialdemagogica del movimento radiciano si celasse un movimento nazionale •. Per la socialista Arbeiter Zeitung, indizio sintomatico della tragica situazione in cui si trova il piovane Stato jugoslavo è che per esporlo a grave pericolo basta la morte di un uomo che non faceva nemmeno parte del Governo. In Jugoslavia dunque vi sono molte cose che non' dovrebbero esserci, e molte viceversa ne mancano delle quali ci sarebbe bisogno. La paura davanti all'imponderabile che adesso può sopravvenire — dice il giornale — è una confessione della grave colpa di cui si è gravato uno Stato che ha di- jsprezzato in modo sacrilego le ra-jgioni della sua nascita. LM rbeiter Zeitung però non teme che adesso in Croazia si debbano verificare eccessi, altrimenti — osserva -■■ si avrebbe veiamente la giustificazione di una certa mentalità dei potentati serbi. Il Pester Lloyd non sa perdonare a Radic.di essere stato sempre sleale nei confronti dell'Ungheria. Egli ten. tó sempre di servirsi di Vienna contro Budapest, dimenticando come un matrimonio di convenienza imponga dei sacrifici ad ambedue le parti. Quello che adesso potrà avvenire è per il Pester Lloyd un eniema. I croati — conclude — non seguiranno Pribicevic. Rimane anche da vedersi -se Pribicevic e Trumbic potranno intèndersi. La morie del vero capo dei croati, Stefano Radic, crea in Jugoslavia un'oscura situazione I • z*