Il sole a scacchi

Il sole a scacchi Il sole a scacchi ]a tenenza dei carabinieri di Saluzzo, • Ladri di damasco antico • Un arrestato e un ricercato Ci informano da Saluzzo di una operazione di polizia che, iniziata con la denunzia e con le prime ricerche nel- j a cittadina piemontese, ha avuto poi sviluppi conclusivi, o quasi, nella nostra città. " L'antiquario sahizzese signor Angelo Osella qualche mese addietro acquistò a Torino per circa tremila lire fi damasco rosso antico. L'Osella, portatasi a casa la preziosa merce, fu però preso da un dubbio, da un sospetto di galantuomo. Egli temette, cioè, che si trattasse di merce proveniente da furto, tanto più che da qualche tempo nella cerchia degli antiquari della regione era giunta la voce che alcuni furti di damaschi si fossero verificati in chiese della Valsesia. L'antiquario espresse ì suoi dubbi al- che l'invitò a stendere denuncia, dopo di che la tenenza avvertì della faccenda la nostra Autorità di Polizia, poiché l'acquisto era stato fatto nella no .... , _ ■li- »V.\*n con là r stra città. La squadra mobile ebbe l'incarico di mettere luce nella cosa. Ai . o ]fl poTS0Jla cne era stata inter . rocella e ìd venditore, si cato e rintracciato in certo Angelo Chiesa fu Felice, torinese, L^^óhzìa incominciò a nutrire la !certezza che si trattasse di un affare !piuttosto lo=co nel riscontrare che il Ivenditore del damasco, cioè il Chiesa, è un pregiudicato senza fissa dimora, Chiamato a interrogatorio, il Chiesa, infatti non seppe essere esplicito nello spigare la provenienza del damasco, nìscTche l'aveva avuto con l'incarico ^ vLderlo dHn tale che conosceva sólamente di vi<T Z rjnanto a fargli TSIlSap^enieniató-'cca merce non ci fu verso. Ad oravi modo la Squadra Mobile ne*perdette il suo tempo e subito si mie in moto Per identificare la per- ™_° IL., varrnmpntP dal sona accennata cosi vagamente dal Chiesa. Anche quest'inchiesta fu coronata da successo. L'individuo che consegnò il damasco ài Chiesa risultò essere certo Porrona. Anche costui — vedi caso! — è un pregiudicato, e le indagini esperite per rintracciarlo riuscirono vane. Questa circostanza dell'eclissamento e quella della fedina penale non pulita convinsero più che mai la nostra polizia ctie i due dovevano essere fin troppo al corrente della provenienza del damasco; in altre parole, che essi dovevano far parte di una combricola di ladri, proLabilmente di quelli stessi che operavano in Vaisesla. Perciò il Chiesa è stato dichiarato in arresto e denunciato all'autorità giudiziaria, mentre il Perrona viene •attivamente ricercato perchè ne segua la stessa sorte. Intanto la stessa autorità di polizia, sta prendendo gli opportuni provvedimenti per stabiliredove e da chi il damasco in guistionee stato rubato. L'arresto d'un portalettere che manometteva la corrtsp' idenza La Direzione Centrale delle Poste da tempo era a conoscenza di misteriose manomissioni di lettere ordinarie, operate indubbiamente da qualche ini piegato infedele e dava opportuni ordini agli ispettori, perchè intensificassero la sorveglianza. Oltre gli ad detti allo smistamento furono partico larmente oggetto di attenzione i portalettere. Il severo controllo esercitato abilmente riuscì a individuare il misterioso trafugatore della corrispondenza e ad assicurarlo alla Giustizia. L'ispettore signor Azzoli, aveva messo specialmente gli occhi sopra un portalettere il quale gli aveva giustamente ispirato dei sospetti, per il modo con cui eseguiva il suo mandato. Infatti, pochi giorni or sono, coglieva in pieno fallo l'infedele che, avuta la sua parte di corrispondenza da distribuire, aveva nascosto tra gli abiti una diecina di lettere. Egli veniva immediatamente fermato. Risultò essere tale Giovanni Meschia, da Torino, d'anni ! 34, abitante in via S. Paolo n. 34, e addetto al recapito della zona Borgo San Paolo. 11 Meschia scoperto in flagrante non poteva opporre alcuna contestazione. Abbattuto, pallidissimo non negò, anzi tentò impietosire i supe riori, chiedendo perdono delle mara chelle commesse, ma ormai era tardi poiché non si trattava di un fallo oc casionale, compiuto in un momento ili- debolezza, ma tutta una serie di manomissioni. Come poi ebbe a con fessare, egli, da .oltre quattro mesi si era dedicato a quel lavoro ricavando uti i e benefici. " Meschia, quoiidjanamente faceva I - Passare • tra le mani le lettere, una Per ™* scaltrito dall'esperienza. ! riusciva a indovinare se le lettere con- tenevano semplicemente della corri spondenza. oppure dei valori: ane -W^miflla. biglietti d. banca. I E^li per la bisogna, aveva escogi¬ tato un sistema pratico, comodo, e che oltre a rendere, era esente da rischi e da sospetti. Soppesato il volume della lettera, il... prudente postino apriva la busta dal lembo incollato. Se trovava i valori cercati, la lettera veniva bruciata, se, invece, la busta non conteneva che il solito foglio epistolare, il Meschia rimetteva in ordirle incollando nuovamente il lembo manomesso. Per il suo servizio, non tutti i giorni | egli aveva tempo da dedicare alle... delicate operazioni e, perciò, accumulava in casa uu certo numero di lettere che, poi, con tutta tranquillità apriva, chiudeva e distruggeva a seconda dei casi. Il cattivo impiegato, in base a ciò, veniva arrestato, tradotto alle Carceri e denunciato all'Autorità giudiziaria. In una perquisizione operata nella sua abitazione furono trovate una trentina di lettere ordinarie, parte da aprire e parte senza busta, molte delle aSdalilèmftgarpdd I quali" contenevano vaglia biglietti' d ] Banca e un assegno da lire cento

Persone citate: Angelo Chiesa, Angelo Osella, Giovanni Meschia, Meschia, Perrona

Luoghi citati: Saluzzo, Torino