Di Valparaiso e di alcuni aspetti della vita cilena

Di Valparaiso e di alcuni aspetti della vita cilena Di Valparaiso e di alcuni aspetti della vita cilena p(DAL NOSTRO INVIATO Da VALPARAISO. Vorrei definire Valparaiso la citta 'dove il viaggiatore che ha errato fra le rovine preistoriche del Perù e le Ande boliviane ritorna finalmente nella febbrilità del mondo moderno. Il porto e pieno di navi venute d'ogni parte del mondo: navi di cabotaggio a destinazione del Calino o di Panama, bastimenti maggiori che vanno direttamente a New York e in Europa, velieri e vapori di San Francisco e d'Australia, transatlantici che hanno fatto il giro del Magellano. 11 porto ha-tutta l'aria di essere eccellente, ma in inverno, quando il vento di libeccio (ovest) soffia violento, le navi che non hanno il tempo di andare al largo a tutto vapore, rischiano di esser buttate contro le banchine, poiché 1 moli protettori sono incompleti: l'acqua 6 tanto profonda che le gettate costituiscono un lavoro colossale e dispendiosissimo. Esiste veramente a qualche miglio al nord un rifugio più riparato, ma la città che conta oggi quasi 200 mila abitanti è sempre rinata dopo i disastri the la semi distrussero e si è sviluppata, dinanzi al vecchio porto. Inoltre un altro porto, attrezzato superbamente, s'apre a 6oM 80 chilometri al sud: Sant'Antonio, legato direttamente per ferrovia a Santiago. Sant'Antonio forma un poco una spina al cuore di Valparaiso, poiché la capitale lo considera come il suo sbocco oceanico particolare e. il traffico a detrimento di Valparaiso vi 6 intenso, sopratutto per il rame (una delle produzioni maggiori cilene), i massicci e preziosi pani del quale, le navi vanno direttamente a prendersi a Sant'Antonio. Seducente emporio -marittimo Vista dal mare Valparaiso è una città pittoresca e che ha un carattere bene a sò, benché il « paradiso » sia relativo al deserto lasciato al nord e durato per migliaia di miglia. Si pensa, per le colline sulle quali la citta sorge e per la limpidezza assoluta dell'atmosfera, a qualche città italiana o spagnuola ridente sull'alta costa guardando il Mediterraneo. Valparai60, città lunga e stretta rassomiglia a Messina, .le alture che si drizzano ripide dalla riva non lasciano che poco spazio ptr le case e la parte inferiore della città ha meno di un quarto di miglio di larghezza. Lungo questa striscia si trovano gli uffici commerciali, le banche le società di navigazione, i magazzini, gli alberghi. Sulle colline a picco sovrastanti il mare d'un centinaio di metri, si stende la città alta, dove risiedono principalmente i ricchi. Le ville separate da giardini, circondate da grandi pini ombrelliferi, fanno un superbo effetto viste dal basso e lungo le strade che s'arrampicano verso altro alture più retrostanti si godono bellissime vedute lungo la costa. Nulla è' antico a Valparaiso (la città fu quasi interamente distrutta dal terremoto nell'agosto 1906), varietà architettoniche non ne esistono, si può dire, ad eccezione di qualche palazzo nella Calle De Montt, ma i colori chiari delie case, le roccle che si drizzano alla estremità est di ciascuna strada, .mentre all'estremità- ovest' Il mare brilla, i giardini peristili della- paTte alia, i fiori profusi dovunque; le vedute sulla baia e sopratutto, nel lontano nord-est, la mole nevosa dell'Aconcagua sospesa nel cielo come una nube, rendono l'emporio marittimo del Cile assai seducente. Molto gradevole pure è il clima ad eccezione di quando soffiano i venti gelidi che dlscendon dalle Ande o il libeccio passante sulla fredda corrente antartica o arrivan le tempeste dal nord, inconvenienti però non frequentissimi e che non impediscono a Valparaiso di continuare ad essere l'emporio più florido del commercio mondiale sulla costa occidentale del continente, la sola città rivale, nell'America del Sud, di San Francisco, Seattle e Vancouver. E' anche il centro del commercio marittimo del Cile, il solo paese ispanoamericano che mostri delle attitudini per il mare, che abbia delle pagine glorioso nella storia della sua marina militare, che possegga una vera flotta e spinga le sue navi di commercio nel Nord-America. E' a Valparaiso che si rivede la Borsa. Nessuna delle capitali delle repubbliche del Sud-Pacifico, è provvista di questo organo lipico dell'intensità degli affari. Le case di commercio straniere sono in maggioranza inglesi e tedesche. Ne esistono però anche di italiane, fra cui una Panca importante e stabilimenti industriali impiantati e diretti da connazionali nostri. Parlerò a parte della posizione degli Italiani in Cile, ragguardevolissima, ora dirò che gli europei venuti qui dopo qualche anno si trovano come a casa loro ed i loro discendenti divengono cileni devotissimi alla patria cilena. Il porlo Non voglio trascurare di ricordare la chiesina del Porto, l'jnlco resto valpnraisiano dei tempi coloniali resistito ai terremoti, dove hanno pregato dieci generazioni di genti del mare. E fra le istituzioni più notevoli noto l'Accademia navale, situata sulla collina, dalla quale escono ufficiali destinati a navigare sui mari più perigliosi del mondo, com'è appunto il Pacifico meridionale. Una delle particolarità di Valparaiso sono gli ascensori o se volete funicolari, numerosissimi, che congiunsono la parte bassa della città con l'alta. Il porto fu scoperto e segnalalo da Giovanni di Saavedra nel 1536 a don meco de Alma grò primo corxn'istntore sfortunato della terra araucana. Peiiro de V.'ildivia, otto anni più tardi, -"ito la suggestione del suo «tenente -'•nerale sul mare » il genovese Capitano Giovanni Battista Pastone, gli ordinava di fondar la città (a Pastone è intitolata una fiorente colonia agricola di connazionali nostri a! nord di Teinuco). Non fu che dopo il sacco di Drake proveniente dal Magellano e diretto a Panama {l.078) che Valparaiso ebbe una guarnigione ed un gover natore. In seguito venne ben fortificata e al sorgere della Repubblica vide la prima squadra militare cilena uscir dalla rada sotto il comando di Bianco Encalada e, nella guerra contro il Ve. ni, sorgere quella singolare figura di ammiraglio cileno che fu Lord Cochrane, il quale, benché irlandese, servi il suo Paese d'adozione con tanta gloria da rendersi immortale. 11 Lord è monumentato a Valparaiso e gli inglesi hanno rafforzato le simpatie generali diffuse al Cile per gli anglo sasso ni d'Europa con il dono alla città di un bell'arco monumentale. P$ ardite avventuro marinare cilene • -: ■ ----- ' esalpsggfitllci hanno a Valparaiso il dovuto culto, ma ben più si ricordano i memorabili terremoti che l'hanno sconquassata e gli incendi che la ridussero ih cenere. E' per questo che si guardano con ammirazione i nuovissimi palazzi di otto o nove piani e i viaggiatori che ricordano le condizioni del porto di vent'annl or sono, quando si raggiungeva la riva a rischio della pelle, rivolgono un pensiero di gratitudine ai cileni che- con grandiosi lavori stanno neutralizzando quasi al completo gli effetti del venti del nord e dell'ovest rendendo gli sbarchi rapidi e comodi. E' un vantaggio che si apprezza molto dopo aver conosciuto gli sbarchi dei porti peruanl. A quel vantaggio va aggiunta l'elettrificazione di tutto il macchinarlo portuale e della rapidissima ed elegante ferrovia che in qualche ora permette di raggiungere Santiago (186 chilometri). Un elegante sobborgo Ma la meraviglia di Valparaiso e Vlfia del Mar, il suo elegante sobborgo di villeggiatura, celebre in tutta l'America latina, a nove chilometri dal porto, fra le colline dove fiorisce il papavero giallo comune alla California e le roccie marine che serrano di quando in quando tratti di spiaggia dove vengono a rompersi le grandi onde verdi del largo. Vifia del Mar non è in ultima analisi che un vasto conglomerato di ville, un « bàlneario » che ospita non soltanto l'alta borghesia di Valparaiso (la chiamano il « dormidero » della città) ma nella estate la società più elegante di Santiago ed anche un notevole numero di ricchi argentini. Conta dei magnifici olubs, e, nella parte più ampia di uno del suoi valloni è stabilito un amenissirao campo di corse e di polo, uno dei primi che siano stati stabiliti nel Sud America (è da notarsi che l'America del sud non ha ancora rivelato al mondo nessun gioco che le sia proprio, mentre gli indiani dei Nord America ci hanno insegnato il « polo ». I cileni, razza di cavalieri, hanno una spiccatissima passione per le corse di cavalli. Quando ho parlato di Santiago ho trascurato di dire che il campo delle corse della capi tale è impressionante di ricchezza e di grandiosità. A parte la veduta soprannaturale della Cordigliera che vi si gode, gli edifici delle tribune e In generale tutti quelli del campo, non trovano paragone neppure In quelli simili di New York, Londra e Parigi. Basta pensare che sono provvisti di enormi ascensori che portan gli spettatori ai più elevati piani e nell'interno è profuso un lusso di marmi, di balaustre, di decorazioni fastoso. Furono i facili guadagni dell'esportazione del salnitro che hanno fatto nel passato di cotesti miracoli, rendendo possibili spese pubbliche che un cosi piccolo popolo non avrebbe mai potuto sopportare. Sino a non molti anni fa le imposte al Cile erano poco meno che sconosciute. Lavori pubblici, bilanci della guerra e della marina, istruzione pubblica, tutto o quasi era pagato largamente dalle tassa d'esportazione del salnitro che ha profuso al paese miliardi dì « pesos » di benefici. Purtroppo i tempi, anche in Cile non son più quelli di. Balmaceda I voleva egli percepir delle 'imposte senza il consenso dèi Corpo Legislativo. Fu obbligato a cedere dopo una lotta violenta avendo la marina dato il suo appoggio al Congresso e rappresentando il dominio del mare una parte decisiva In un paese di lunghissima costa. Ma il paese era cosi ricco che Balmaceda da una parte ed I suoi avversari congressisti dall'altra, pretendendo d'essere entrambi il governo legale, offrirono insieme ai portatori stranieri del debito pubblico di pagarne gli interessi, mentre la lotta seguiva il suo corso. Quando gli sportsmen di Valparaiso non possono andare alla capitale per le corse si riuniscono nei loro clubs e ecommettono durante tutta la durata di ciascuna corsa, le vicende della quale vengono man mano trasmesse per telefono e il giuoco delle scommesse e le commozioni della gara procedono rapidi e serrati, come se 1 cavalli fossero in vista fra grida e tumulto. Ho assistito a una di queste corse per telefono, nelle quali il « Siempre! • dell'annunciatore, ripetuto di continuo, che indicava che un certo cavallo era sempre in testa, elettrizzava la folla adunata sul campo attorno agli apparati telefonici o radio che trasmettevano o raccontavano le vicende della corsa. Le grandi proprietà Da quel poco che ho potuto dire sulla capitale e su Valparaiso il lettore avrà certamente tratto l'impressione che mentre la seconda è la città del commercio e di gran parte delle industrie, in una parola degli stranieri; Santiago è quella dei latifondisti, degli uomini politici, dei funzionari, delle arti, delle scienze. Anche il Cile è il paese delle grandi proprietà, avendo i primi conquistatori ricevuto vaste concessioni di terre che nel tempo non vennero suddivise. Esiste quindi qui un'aristocrazia terriera con dei contadini (■ rotos ») che coltivano 11 suolo affittandolo o come giornalieri, mentre la classe media si compone di industriali, professionisti, esercenti e artigiani abitanti le città. 1 grandi proprietari passano l'estate nelle loro case di campagna, l'inverno e la primavera a Santiago, dove la società è assai distinta e piacevole: molta intelligenza e fervore d'idee negli uomini, molta gaiezza e spiritualità nelle donne, un ambiente insomma più moderno e raffinato di quello delle repubbliche situate al nord. Santiago è sempre stata il vero cuore del Cile, politico e sociale, contribuendo a dare unità alla Nazione, impedendo ogni tentativo di federalizzare la Repubblica, la cui vita interna è caratterizzata da una coesione certamente superiore a quella ad esempio argentina. Anche la coltura e la scienza hanno progredito in Cile più che altrove nei Sud America, prova ne sia che a Santiago esistono le Case editrici più Importanti del continente ed un giornalismo per nulla inferiore a quello bonearenfo. Vedremo a suo tpnipn che cosa la prosente generazione cilona abbia prodotto in fatto di scrittori, di uomini di scienza, di artisti. Tuttavia il genio cileno si è applicato essenzialmente alla politica e alla materia guerresra. Lo sviluppo materiale del Paese, la costruzione delle ferrovie e dei porti, lo sfruttamento riolla ricchezza minorarla, l'agricoltura, per importanti che siano, non occupano qui gli spiriti come ,ln Argentina o nella massima parte elei peesi . nuovi t.La politica tiene sempre i! ri imo 'piano, malgrado la dittatura ttedbnblmggtsdinbovanqspnbtbmibganLmtnuèrmrtdsnmsigagcqvvNcltnsl che, soprattutto per il popolo, ha rappresentato certamente un beneficio avendo attuato quello che i governi più democratici non seppero o non poterono, come ad esempio l'assicurazion<: obbligatoria per i lavoratori e l'istituto per i pegni fiscali. La dittatura 'militare cilena segue con molta attenzione tutto quello che il Fascismo compie in Italia in materia di provvidenze sociali; si è Istituito presso la Presidenza un ufficio apposito per lo studio della nostra legislazione corporativa, in una parola la rivoluzione militare cilena mira, come la rivoluzione fascista, all'elevazione del popolo, cercando di abbattere i conservatori, di spezzare l'oligarchia ed il mercantilismo costituiti da non più di un centinaio di famiglie privilegiate che nel passato si succedevano nei poteri statali. L'araldo di questo movimento fu tuttavia il Presidente Alessandri, di famiglia, come tutti sanno, originaria italiana, ora esule. Alessandrl fu l'uomo più idolatrato ed odiato del Cile. Sorse dal marasma nazionale, nell'epoca che più imperava l'oligarchia e osò per il primo proclamare il principio dell'eguaglianza sociale suscitando deliri d'entusiasmo nella massa dei «rotos» cileni. Le ragioni della sua caduta furono più personali che politiche, poiché la dittatura militare e specialmente l'attuale formata da giovani (la prima dittatura militare tendeva verso i conservatori) ha tutt'altro che ripudiato i principii alessandrini. Si potrebbe domandare qual'è il carattere dei « rotos », del contadini cileni. E' certo che posseggono uno spirito nazionalistico assai spinto confinante talvolta con la xenofobia per II contadino straniero, ma la cosa a noi poco interessa non esistendo o quasi al Cile contadini italiani immigrati. Malgrado la xenofobia il Cile non è certo privo di vaste, importantissime organizzazioni straniere (leggi nord-americane) soprattutto per lo sfruttamento delle miniere che un osservatore meticoloso potrebbe scambiare addirittura per Stati nello Stato, inquantochè posseggono impianti, porti, linee ferroviarie, navi e persino polizie loro proprie. L'organizzazione cilena assolutamente libera da ingerenze straniere è la ferroviaria (merita la pena di citarla poiché è la sola del genere, in queste condizioni, nel Sud-America). Quasi tutta l'immensa rete delle ferrovie cilene è statale, bene amministrata, con buon materiale e in continuo aumento e sviluppo. Verso un nobile avvenire Tre anni fa il Cile ebbe un periodo turbolento (e la dittatura militare in fondo non è che il risultato di cotesti eventi), il comunismo sembrava avere allucinato il popolo di Santiago e di Valparaiso che scese in piazza seguendo le rosse bandiere in processioni abbastanza impressionanti. Le turbe erano ingrossate dai • rotos » della campagna, cioè della famosa valle di QuiiIota fra la capitale e Valparaiso, e dai servi delle città. Fu allora che ambasciatori e ministri europei domandarono al Governo garanzie per le minacce di saccheggi ai negozi degli stranieri. Ma il movimento bolscevizzante fu contenuto. Ora la condizione del popolo è soddisfacente, e i salari discreti. Si è istituita la forma del risparmio obbligatorio, fatto nuovo in un popolo che mai pensò a risparmiare. Cosi pure il Governo ha emanato provvide leggi contro l'alcoolismo abbastanza pericoloso nei « rotos », inquantochè il bere smodato, l'ubbriachezza insomma, sembra suscitare nello spirito della popolazione più umile, meticciata di sangue araucano, 1 peggiori sentimenti e far diventare sanguinari degli esseri generalmente miti ; contro la sifilide purtroppo diffusa e contro la prostituzione che aveva assunto aspetti allarmanti. Si parla ora di divisione delle terre, di politica di immigrazione, di sfruttamenti razionali delle ricchezze naturali, di collaborazione con gli stranieri, di grandi organizzazioni turistiche per attirare verso le incantevoli regioni del Sud, argentini e brasiliani; grosse questioni tutte, che saranno affrontate con quella fede nei propri destini che ha sempre caratterizzato questo nobile popolo. I cileni, nel paese privilegiato nel quale vivono, possono senza dubbio conquistare una maggiore felicità, risolvere soprattutto il gran problema del popolamento che è il fondamentale. Infatti il Cile è il paese dove il fattore demografico è rimasto più basso che altrove nel Sud-America. Perfino il Perù l'ha sorpassato e l'Argentina, la quale vent'anni or sono aveva una popolazione pari alla cilena, è oggi tre volte superiore. Un eminente uomo politico cileno, 11 vice presidente della Camera, avvocato Lisone, figlio d'italiano nato In Cile mi riassumeva con queste parole la si tuazione interna del suo paese: ■ La nostra vita con l'impressionante di-mi unzione delle esportazioni del salnitro è alquanto fittizia. Molta della nostra ricchezza è ipotecata dagli stranieri, molte delle nostre terre sono incolte. Il Governo militare non ha avuto sinora il modo e neppure il tempo di entrare in pieno nel necessario periodo della trasformazione, essendo stato as sorbi'.o dall'opera di ordinaria ammi nistrazlone. D'altra parte parlare di im migrazione è a questi lumi nazionalistici mondiali assurdo. Noi non voglia no corto tirarci in casa 1 cinesi o i ne gri. E' piuttosto di colonizzazione che abbiamo bisogno, sul tipo di quella grandiosa inaugurata da un suo con cittadino, il torinese Ettore Bozzalla, il quale con grandiose opere idrauliche va conquistando all'agricoltura una vasta plaga non lungi da Coquimbo. Ne 6arà largamente ricompensato poiché la fertilità della terra cilena è eggendaria. Pensi che nel sud si ottiene ancora 11 grano nella proporzione del 40 per uno gettando la semento, senza nessuna aratura, negli spazi della foresta bruciata... ». ARNALDO CIPOLLA.

Persone citate: Alessandri, Ettore Bozzalla, Giovanni Battista, Lord Cochrane, Pastone, Saavedra