Il discorso del Trono che manda in vacanza Westminster

Il discorso del Trono che manda in vacanza Westminster Il discorso del Trono che manda in vacanza Westminster Kellogg;, Tangeri, le comunicazioni imperiali, la disoccupazione Londra, 3, notte. La proroga, oggi avvenuta, del Parlamento inglese al 6 novembre, è stata sottolineata da un discorso del trono che passa in rassegna la sessione parlamentare interrotta ora dalle vacanze estive. La parte iniziale del discorso concerne, come sempre, i più salienti fatti di politica estera, ignorando però di sana pianta gli avvenimenti cinesi. La prima allusione del discorso è rivolta alla visita del re dell'Afganistan a Londra. Le buone relazioni fra i due Paesi risultano confermate e rafforzate — dichiara la Corona — lanciando una esplicita smentita indubitabile a certe dicerie orientali che in questi giorni attribuivano al Re Aman Ullnh l'allestimento di una crociata anglofoba per fare piacere a Mosca. La seconda allusione è al patto antibellico: «II mio Governo' — stabilisce il Re — è stato felice di accettare il progettato trattato di rinunzia alla guerra, nella maniera in cui ebbe a proporlo il governo degli Stati Uniti. Il trattato proposto è stato simultaneamente accettato dai governi dei Dominions e dal governo delle Indie. La mia fiduciosa aspettativa è che questo patto, una volta portato a compimento, costituirà una nuova importante garanzia alla pace mondiale ». Il brano successivo richiama il felice esito dei negoziati per la revisione dello statuto di Tangeri. Il Re prende atto che, in virtù del raggiunto accordo il cui contenuto sarò comunicato prossimamente alle Camere, « l'Italia diventa una delle parti contraenti dello statuto tangerino e la Spagna riceve garanzie yei la sicurezza della propria zona ». Ln soddisfatto accenno al recente trattato anglo-persiano chiude il paragrafo della politica estera, al quale tiene dietro un intermezzo di rilievi imperiali, che rivestono l'ordinario carattere di routine, salvo un brano relativo ad un piano di unificazione dei servizi cablografici e radiografici attraverso l'Impero, sotto gli auspici della iniziativa privata. Questo progetto venne dibattuto ieri sera ai Comuni dietro pressione dei laburisti, i quali vi intravedevano la minaccia di un enorme monopolio della telegrafia da parte di certi grossi imprenditori che il governo proteggerebbe. La Camera ha ascoltato le agevoli difese governative e, con l'adesione degli stessi liberali, ha approvato, in linea di massima, i grandioso piano, illustrato dal relatore di un'apposita commissione di attuazione che è stata incaricata di studiare il problema di queste comunicazioni imperiali. In poche parole, si tratta di quanto segue. Le comunicazioni telegrafiche e radiotelegrafiche attraverso l'Impero sono attualmente esercite in parte dai diversi ministeri delle Poste e in parte da società private. Queste ultime, da un anno in qua, sono piombate improvvisamente in cattive acque sotto il peso delie concorrenza di un vasto servizio di radiotelegrafia introdotto dalle amministrazioni inglesi delle Poste sulla base del sistema delle onde a fascio. Il genio di Marconi, escogitando il nuovo sistema la cui eccellenza è innegabile, scatenò involontariamente una rovinosa lotta di tariffe fra le società cablografiche e le imprese radiografiche, .ad intero profitto delle Poste inglesi, per le quali le onde a fascio si risolsero in un affarone. Stava però per pagarne il fio l'organismo complessivo delle comunicazioni imperiali, perchè le società e le imprese suddette progettavano di cedere i loro impianti ad imprenditori americani, oppure di lasciarli cadere in disuso. Orbene, le linee cablografiche attraverso l'Impero possono essere commercialmente battute dalla radiografia in circostanze ordinarie, ma in circostanze straordinarie, come in caso di guerra o di prolungati sconquassi atmosferici, esse rimangono indispensabili. La loro vendita a stranieri e il loro deperimento sarebbe intollerabile. Di qui, l'intervento del governo imperiale e il progetto di unificazione oni sul tappeto. L'intera rete delle comunicazioni inglesi col sistema governativo delle onde a fascio sarà industrializzato e farà capo ad un immenso « trust », che includerà le attuali imprese cablografiche e radiografiche debitamente amalgamate. In compenso, il governo di Inghilterra e quello dei Dominions eserciteranno sul « trust » una costante funzione di vigilanza, regoleranno le tariffe, e potranno impossessarsi di tutti gli impianti in caso di guerra 0 di perturbazioni civili. Il discorso del trono si occupa iti fine di politica interna, accennando con ansiosa preoccupazione al | tuttora insoluto problema dei disoccupati, e alle condizioni in cui versano le industrie del carbone, del ferro e dell'acciaio. I rimedi prospettati esulano naturalmente dal protezionismo, restringendosi a quella riforma dei tributi locali che Churchill proponeva la scorsa primavera, con il proposito di alleggerire le spese generali che gravano sui bilanci dell'industria pesante. Anche l'agricoltura ne avvantaggerà. Così il discorso del trono rivelava indirettamente in tale guisa il maggiore caposaldo di quello che sarà il programma ministeriale per le elezioni generali dell'anno prossimo. M. P.

Persone citate: Aman Ullnh, Churchill, Marconi