Tornano i naufraghi dell'Artide e la verità rifulge

Tornano i naufraghi dell'Artide e la verità rifulge Tornano i naufraghi dell'Artide e la verità rifulge Il prof. Behounek del gruppo Viglierì, giunto a Berlino, esalta la valorosa condotta di Nobile e dei suoi compagni, smentendo tutte le frottole e le calunnie diffuse sulla drammatica spedizione « La madre di Malmgreen esce rasserenata dal colloquio con Zappi, che le ha consegnato la bussola del glorioso figlio « L'aviatore russo che salvò il gruppo Mariano dichiara di aver veduto sul ghiaccio soltanto due uomini. Parla uno che c'era Berlino, 30, notf Il prof. Behounek, che a Warae(munde si era separato dal resto dei suoi compagni per proseguire per Praga attraverso Berlino, è arrivato qui stamane alle 10,30, accompagnato da sua sorella. Alla stazione è stato ricevuto dall'inviato di Affari cecoslovacco, consigliere di Legazione Blàhoch, da tutto il personale della Legazione, del Consolato, e da numerosi mesmbri della colonia cecoslovacca, nonché da una folla di giornalisti e fotografi. Era accorsa a Berlino anche la sua fidanzata, accompagnata dalla madre. Nel deserto polare non è come a tàvola Il prof. Behounek, assediato dai giornalisti, si è immediatamente intrattenuto con loro nella sala d'aspetto della stazione ed ha fatto loro dichiarazioni interessanti, che tutti i giornali questa sera pubblicano. I giornalisti lo hanno naturalmente tempestato di domande, specie sulle varie dicerie e sulle assurde accuse ohe hanno fatto in questi giórni il giro della stampa. Il proff Behounek prontamente, enorgicamento e convincentemente, ■non tardò a smentire in blocco ed anche in dettaglio le varie frottole e malignità messe in giro da Agenzie o da giornalisti senza scrupoli : — Nel deserto polare — così egli si è espresso ad un certo punto, — le cose sono molto diverse che in patria, davanti ad una tavola bene imbandita. Innanzitutto, Behounek ha tenuto a constatare che tutte le Jicrie circa i contrasti che avrebbero avuto luogo fra i vari membri della spedizione non hanno il menomo fondamento di verità. Anche stamane eeii si è separato da Nobile e dagli altri membri della spedizione come da ottimi amici, e con un grande rammarico per la separazione. Egli ha smentito inoltre recisamente ciò che fu detto circa obblighi che gli siano stati fatti di limitare la sua libertà di parola. Che sia reso giustizia — Anche quando ero lassù, sul « Krassin » — ha detto — ho dato qualche intervista, ma purtroppo di là non potevo immaginare come le vostre parole venivano riportate. Solo adesso apprendo quello che ne è stato fatto. Qra, l'unico mio desiderio è questo: che a Nobile e a tutti gli altri membri della spedizione sia resa giustizia. Non ho potuto ancora controllare tutto quello che è stato pubblicato sul volo dell'Italia, ma ho l'impressione che gli avvenimenti siano stati spesse volte giudicati in maniera del tutto erronea, e che siano stati fatti, tanto a Nobile quanto agli altri italiani della spedizione, gravi torti. In tutti i modi, il generale Nobile è un provato ed esperto aeronauta, oltre che un uomo superiore, e mi compiaccio di averlo avuto per capo. Le impressioni, le deformazioni contenute nelle varie narrazioni — anche delle mie — sono nate dal fatto che molte volte era estremamente difficile farsi capire da coloro che ci venivano ad interrogare. Cosi, una volta sono venuti a bordo del Krassin sette giornalisti dei quali uno solo biascicava il francese, e tutti gli altri intendevano soltanto il russo... Nobile e Malmgreen Entrando in particolari, e parlando specialmente sull'episodio Malmgreen, Behounek dice : — Io ero mollo ìntimo di Malmgreen e anche Nobile, come lutti gii altri, gli voleva bene. Nobile lo chiamava il suo « preferito ». Tali rapporti rimasero inalterati dal primo all'ultimo momento; e ciò del resto è anche confermato dal fatto stesso che Nobile aveva scelto Malmgreen un'altra volta dopo il primo volo del Norge, benché un gran numero di meteorologi italiani gli facesse pressioni per andare al suo posto. In quanto alla marcia sul ghiaccio, non è vero che Nobile l'abbia disposta o comandata. Malmgreen è partito di stia libera volontà, ed anzi Nobile era contrario alla partenza dei Ire. Ma la situazione era talmente difficile; che Nobile non voleva limitare la libertà individuale dei singoli, tanto più che egli stesso, per le sue ferite alle gambe ed alle braccia, si sentiva limitato nella sua azione personale. Il congedo di Malmgreen da Nobile e da noi è stato estremamente cordiale, e Malmgreen promise a Nobile che, se la fortuna gli avesse arriso, sarebbe tornato con la spedizione di soccorso. Uno dei particolari che decise Malmgreen a partire fu l'avere osservato col cannocchiale sulla distesa dei ghiacci i viveri che {'Italia aveva dovuto gettare via all'ultima ora. Egli pensava di ricuperarli e di-servirsene. Il generale Nobile, ripeto ancora, fino all'ultimo momento, era di opinione contraria alla divisione del gruppo. In ogni modo, aveva deciso per conto suo di rimanere sotto la tenda rossa anche nel caso che tutti gli altri-, meno Cenoni die aveva le gambe rotte, avessero risolto la partenza per là terra ferma. Interrogato da un redattore della lìerliner Zeitung sull'asserito proposito di suicidio che Malmgreen a vrebbe ad un corto momento espresso, Behounek lo ha confermato. — Dopo la caduta, Malmgreen fu preso da una specie di depressione nervosa, ed espresse ad un certo momento tale proposito; ma Nobile riuscì a distoglierlo, rammentandogli che Dio proibisce t( suicidio, al che egli rispose che era un Ubero pensatore. Malmgreen ghidicava disperata la situazione. Perchè Nobile fu salvato per primo Interrogato sui motivi per cui Nobile fu salvato per primo, Behounek ha detto: — So che Nobile è stato paragonato al capitano di una nave che cola a picco. Questo paragone non è perfettamente a posto nelle situazioni polari; e tanto meno in. quella in cui noi ci siamo trovati. Anzitutto, Nobile era uno dei più gravemente malati, ed in ogni caso non si poteva salvare per ultimo, anche perchè l'ultimo doveva essere Biagi, causa la radio. Quarantotto ore prima dell'airivo di Lundborg, era stato fissato, sotto la tenda rossa, l'ordine seguente: l.o Cecioni, 2.0 Be hounek {che aveva avuto un acciecamento per neve), poi Troiani {che era febbricitante), poi Nobile, indi Viglieri, ultimo Biagi. Questo ordì ne però fu dovuto alterare dopo l'arrivo dì Lundborg, il quale dichiari di avere lo stretto ordine di portare via per primo Nobile, dal quale le si volevano avere delucidazioni e informazioni preziose per il salvataggio degli altri, che del resto si considerava imminente. A ciò va aggiunto che Nobile era più leggero di tutti, ed era questo un argomento molto importante, perchè Lundborg non voleva pretendere troppo dal suo apparecchio. Per appagarlo, si dovette scartare Cecioni, che con i suoi 105 chilogrammi non fu potuto salvare per primo, come era stato stabilito. Non rimase dunque altro che caricare il generale, che pesava soltanto 58 chilogrammi, poiché Lundborg non volle rischiare di prendere a bordo un peso maggiore. Nel secondo volo di salvataggio, che poi finì — com'è noto — con l'arrivo di Lundborg nella tenda rossa, Lundborg intendeva prendere a bordo due persone, perchè questa volta era venuto senza il meccanico ed aveva, anche per altri riguardi, alleggerito il più possibile il suo aeroplano. Sofferenze incommensurabili |5ehounek ha poi detto che il salvataggio del Krassin è avvenuto proprio nell'ultimo momento utile, perchè le condizioni del ghiaccio peggioravano. Anche per Mariano e Zappi, il loro banco di ghiaccio, quando il Krassin tornò indietro, non esisteva già più. — Qualunque sia per essere — ha concluso Behounek — il giudizio definivo che il mondo darà sul volo polare, il fatto è che il rispetto umano per le sofferenze patite da tutti i miei compagni e per quello che parecchi di essi dovranno ancor per lungo tempo patire, deve essere incommensurabile, come queste sofferenze stesse. Behounek ha annunciato che si propone di scrivere sulla spedizione non soltanto una monografia scientifica sulla base delle osservazioni fatte, ma anche un libro vivo di narrazione. Con Nobile Il viaggio del resto della comitiva è proseguito da Warnemunde, per la via Magdeburgo-Halle. A Stendhal, un corrispondente del Giornale delle Otto ore, vincendo la consegna della polizia e attraverso molte difficoltà, ha potuto avvicinare Nobile e si è potuto trattenere con lui nel vagone. La prima persona che ha incontrato, il padre Gianfranceschi, ha indicato gentilmente al giornalista lo scompartimento nel quale si trovava il generale. 11 giornalista descrive Nobile come di aspetto sofferente. Egli è ancora molto torturato d%Ud<Wbrl olla gamba; Sebbene depresso, Nobile.Jq invitò a sedersi presso di lui. Il giornalista riferisce che Nobile si è molto lamentato delle cattive disposizioni mostrate dai giornali tedeschi circa la spedizione. Il giornalista gli lesse, per suo desiderio, alcuni brani di giornali senza fare veli. Nobile protestò contro le molte ed ormai note critiche, mossegli con malanimo e con leggerezza. Ritornò a spiegare, su domanda del giornalista, le ragioni del suo salvataggio per primo. « E' difficile — concluse — farsi un quadro della situazione quando questa non si è vissuta. Adesso, non è il caso di parlar di tutto ciò, ma verrà il rao- j mento opportuno, quando tutto sarà' noto alla luce della.realtà vera». O. P. La dichiarazione di Chiuknowski Mosca, 30 notte. Ecco il testo delle dichiarazioni dell'aviatore Chiuknowski, pubblicato dalle Isvestia: « Quando si verificò la necessità di interrompere le ricerche del gruppo Viglieri, a causa della nebbia che infittiva sulla superficie di ghiaccio, al centro della quale, secondo i nostri calcoli, doveva trovarsi il gruppo Viglieri, io dovetti prendere la via del ritorno. « La radio del Krassin ci comuni cava che la visibilità intorno al rompighiaccio era limitata al raggio di tre miglia. Nello stesso tempo però la nostra visibilità era maggiore. Avvicinandomi alle isole Foyn e Carlo XII, ho incontrato un primo ban co di nebbia che mi ha costretto ad abbassarmi fino a 50-100 metri. Tuttavia vi era qualche possibilità di osservazione, sicché, calcolando, sulla base dei dati avuti, che nella regione delle due isole poteva trovarsi il gruppo Malmgreen, io ho deviato alquanto verso nord, con l'intenzione di esplorare questa zona. « E infatti, a nord della linea retta Foyn-Carlo XII, ho scoperto un gruppo di uomini sul quale ho eseguito parecchi giri, per poterne esattamente individuare la posizione e segnarla sulla carta. 1 miei compagni confermano .li aver visto precisamente come me che, sulla banchisa, si trovavano due uomini, uno dei quali agitava uno straccio, mentre a pochi passi da lui si trovava disteso sui ghiacci qualche cosa in forma di un grande « A ». Nonostante la bassa quota del volo io non posso assicurare di aver visto nulla di più preciso, tanto più che la nebbia ostacolava la vista. « Dopo aver avvistato il gruppo, ho diretto l'apparecchio vers.o il Krassin. Quando, secondo i nostri calcoli, dovevamo trovarci a un miglio circa dal Krassin la nebbia divenne talmente fitta che non riuscimmo a distinguere il rompighiaccio, come non potemmo trovare un campo di atterraggio, nonostante tutti i tentatici fatti. Durante questo volo io fui costretto a levare l'antenna della radio, a causa della bassa quota del volo ». (Stefani).