Melanconia con dollari

Melanconia con dollari Melanconia con dollari Tunney - il campione - ha vinto, ma senza «K. 0.»: 9 milioni e mezzo di lire in tasca == Heeney =» il fabbro = si è fatto martellare come un incudine, ma ha guadagnato 1 milione e 900 mila lire -- L'impresario dice dJ averci rimesso quasi 3 milioni di lire ìmpresano o o a a d a , e o n 0 i a . à , è o o e zrr n no rlio, ua et 0 Londra, 27 notte. Fiasco su tutta la linea al Yankee Stadium la notte scorsa, fiasco per Eugenio Tunney, 11 quale ha bensì vinto il grande match, ma senza K. O.; fiasco per il neo-zelandese Tom Heeney, che ha finito per manifestarsi un semplice pugilista incudine, lasciando trapelare che il martello è di peso minimo; fiasco da ultimo anche per l'impresario Tex Richard, che, secondo gli ultimi cablogrammi, ha finito per trovarsi in sborso di una somma tra i 100 mila e i 250 mila dollari. Trentamila posti vuoti L'arte pugilistica fra gli interstizi di questa trinità di fiaschi ristagna nella malinconia di una stazionarietà desolante. Per una volta tanto il match mondiale è rimasto al disotto della cronaca pittoresca. La tromba dei corrispondenti descrittivi suona oggi quasi in sordina, manca l'impeto tonante della folla nssiepata. Pareva che Tex Rlckard avesse venduto entro mercoledì sera 60 mila degli 80 mila posti disponibili nell'anfiteatro e che nella giornata di ieri un certo flotto di biglietti invenduti avesse trovato acquisitori dopo il colpo di scena dell'annunziato intervento di Jack Dempsey. Erano spacconate da botteghino. In realtà, sotto la cupola di afa che gravava sullo stadio, ben 30 mila posti rimanevano vuoti quando 1 due pugilisti si sciolsero gli accappatoi sulla pedana. I cronisti, suggestionati da questa lacuna, abbandonano la tavolozza di occasione e constatano che i battimani più frenetici del match furono quelli tributati a Jack Dempsey quando fu visto entrare nella rete. Il brusio si riprese e fiancheggiò di fase in fase i dieci lunghi assalti tra il campione mondiale e 11 suo sfidante, ma non vibrò della stessa passione che aveva contraddistinto il benvenuto a Dempsey, un campione morto che nelle simpatie degli americani sembra più vivo di prima. Ma la risorsa del cronisti consiste nela descrizione pura e semplice del match. Non occorrevano specialisti per la bisogna. Papi! d'assaggio Lo scontro fu dei più elementari. Eugenio Tunney si mostrò immediata mente.j superiore al suo avversario, ma tutt'altro che in modo schiacciante, benché Tom Heeney, dal canto suo, si dimostrasse tecnicamente merlo che mediocre. Il campione non osò prendere subito di petto il possente fabbro coloniale. Egli dedicò i tre primi assalti a manovre di sondaggio. Era con vinto di vincere, ma preferiva astenersi dal correre rischi. Si concentrò In un bellissimo giuoco di danza. Una >ecie di danza leggera intorno all'orso. Anche l'orso Heeney giuoco subito di gamba. Ma gli spettatori notarono come i pollici dei suoi piedi, quantunque eccezionalmente veloci per un uomo della sua corpulenza, fossero tardigradi a netto di quelli di Tunney. Questa constatazione bastò a garantire l'inevitabile esito della battaglia. Heeney sarebbe stato battuto. Come ? Quando? Sussistevano soltanto questi due quesiti. I aunttro assalti successivi 11 lasciarono insoluti. Essi furono caratterizzati da tre fenomeni diluiti via via in ripetizione monotona. Innanzi tutto la difesa di Heeney risultava Insufficiente a punto che omasi tutti i colpi di Tunney riuscivano a penetrarla, raggiungendo il bersaglio. Ma il neo-zelandese resisteva tranauillamente alla grandinata come uno di quel palloni di cuoio che 1 pugilisti usano per i loro esercizi. Ciò significava che il pugno di Tunney mancava del peso necessario. Una circostanza piuttosto grave in - un campione mondiale. In secondo luogo la fama che godeva il campione di saper portare scientificamente a segno i suoi colpi in guisa da renderli decisivi, pur senza spalleggiarli con molta forza di propulsione, risultò smentita. Tunney colpi in pieno con azioni di forza e naturalmente tralasciava di inseguire quei suoi famosi tiri sottilissimi ad esito sicuro ctìe la grossolana difesa di Heeney gli avrebbo benissimo permesso. Evidentemente il campione non ritrovava sè stesso, op¬ pteciUpgnpptrteql'stpdTtanImlesievdzmtrcvtol'tesularggsci dqrccnsnpanuctadsmmgnc a , i e o n a o o n ry. e ene azn a e nne io rna n i o ia ini a tso il p¬ pure giudicava che 11 neo-zelandese teneva ben riparati anche quel talloncini di Achille che l'anatomia puglUstica considera esistenti anche nel più galiardo degli atleti. In terzo luogo la straordinaria resistenza di Heeney agli innumerevoli colpi del campione era neutralizzata dall'inconcepibile debolezza dei suoi colpi di con trattacco. Tunney dapprincipio man tenne ermetiche le proprie parate, quasi temendo che un solo pugno dell'avversario, giungendo ni segno, bastasse ad abbatterlo, poi, nel parapiglia, un paio di colpi del neo-zelandese colsero netti l'americano. Allora Tunney si accorse che da quella montagna di muscoli non si sprigionavano so non pugni di piccolo calibro. Immediatamente Tunney abbandonò le cautele e, concentrandosi nell'offensiva, neglesse praticamente la difesa, esponendosi a quanti pugni Heeney voleva. Avrebbero dovuti sesere colpi di maglio invece si riducevano a pizzicotti. li colpo nsll'ocohio Il nume del pugilismo in questo match prese certamente a ridere. Entrambi gli atleti stavano ricevendo reciproche scariche di colpi che arrivavano a destinazione senza alcun effetto. Mediocrità contro mediocrità sull'altare della cintura d'oro. L'ottavo assalto dissipò per un 'stante la monotonia che sembrava dovesse durare fino all'estremo round. Tun uty, come dicemmo, aveva bensì spalancata la propria difesa, ma si era ricordale che, per raggiungere senza guai l'ultimo round e per riscuotere gli applausi finali, bisogna guardarsi essenzialmente dai colpi in faccia, che tirano sangue dal naso, alterano i connotati e menomano la dignità del campione. La reciproca è che quando si finisce per disperare della realizzazione di un K. O., la miglior cosa è di proporsl di colpire in faccia l'avversarlo. Non soltanto per menomargli la dignità con fuoruscita di sangue e con lividure, ma per ingenerargli un po' di temporanea miopia se non addirittura cecità. Tunney nell'ottavo assalto applicò auesta aurea teoria di mezza arte. Heeney si manteneva tutto aperto come un panorama. Tunney gli menò un colpo all'occipite per mandargli sottosopra l'occhiaia: un colpo da «atto alle prese col cane. L'occhiala sinistra del neo-zelandese si riempiva sull'istante di stelle e per tutto 11 resto del match vedeva o niente o doppio. Con il 9.0 e con il 10.O assalto incominciò la nemesi del monocolo insanguinato e tumefatto. Il neo-zelandese non ci vedeva più. Ogni tanto barcollava come un automa, rispondeva flebile al colpi di mltraeliatrice che l'altro eli sferrava a buon mercato, ma. notate bene, senza riuscire ancora ad imbroccare il desiato k. o. Verso il termine del lO.o assalto Heeney rotolò giù sul cordame della pedana come un ubriaco. ma non era uno schianto, era soltanto un ribaltamento. Prima che il conteggio terminasse l'omnibus neo-zelandese tornava in bilico e Tunney gli porgeva le labbra intatte. Il pubblico all'inizio dellU.o assalto era semplicemente stufo. — Chiudete il match — intimò aua e là la folla all'arbitro. La intimazione significava che bisognava proclamare senz'altro la vittoria di Tun ney ai punti, e mandare Heenev a farsi delle compresse freschi sul volto malmenato. Ogni tanto qualche alito di umanità spira flnanco tra le moltitudini, che in America frequentano gli anfiteatri del campionati. L'il.o fu quindi l'assalto finale. L'inoudlna a il martello Heeney non era più capace di battersi. Tunney lo picchiava con una «erta misericordia nel solo intento di ottenere la resa. Questa non venne. L'incudine neo-zelandese ne sembrava disposta a lasciarsi martellare all'infinito. Il ceppo umano, bersagliato di colpi, rimbalzava a zig zag sulla pedana con la gravità di un peso morto. Il capo di Heeney stava reclinato sul petto come quello di un avvinazzato quando gli sopravvengono 1 rimorsi e sta per scoppiare in lacrime. Il suo torso serbava le caratteristiche del pallone davesercIzio di puncing. madncaIemafsmqcpHaprizbdlilcimzskcpicgrbuspm—mdc o ma le sue braccia non riuscivano più a sollevarsi. La volontà automatica del pugilista imprimeva alle sue mani i moviment con cui si abbozzano 1 colpi di pugno, ma i due arti, ridotti all'impotenza, si mantenevano penzo Ioni lungq le coscle del combattente esausto. L'arbitro, tra il gridio della folla ormal arcistufa, diede il colpo di grazia al neo-zelandese; uno spintone e lo fece ruzzolare fra le braccia dei suol secondi nel cantuccio degli asciugamani. I pugni del fabbro continuarono per qualche attimo ad agitarsi automatici nel breve raggio che le forze superstiti gli permettevano. Da ultimo Heeney capi che il match era finito. Eugenio Tunney, con l'aria mezzo annoiata, mostrò al pubblico il proprio volto incolume. Abbozzò un sorriso di risposta alle immancabili ovazioni e prese la rincorsa verso le sue ben progettate vacanze alla scoperta della vecchia Europa, insieme con 11 letterato di grido: una prospettiva più interessante, per lui, di tutto il pugilismo del mondo. Confessioni dal protagonlatl Vale la pena di riportare le elucubrazioni critiche anglo - americane intorno a questo piccolo grande match? Non meritano neppure lo spazio che occupano le dichiarazioni postume di Tunney, di Heeney e di Rlckard. Il primo, in poche parole, dice che il secondo è il più tenace dei pugilisti con 1 quali ebbe finora ad incrociare 1 pugni. Heeney confessa che Tunney gli rimane maestro sotto molti aspetti, ma naturalmente aggiunge che avrebbe piacere di misurarsi di nuovo con lui. Rickard sembra essersi velocemente rassegnato ad una lieve distrazione dal totale dei suoi cinque milioni di dollari, per coprire le perdite inflittegli da questo match. — E' stato un affaruccio agro-dolce — motteggia l'impresario. — Lasciamo questo agro o rallegriamoci del dolce. Di quale dolcezza egli parli, non si capisce bene, perchè a conti fatti il boccone non appare dolce che per Tunney ed Heeney, i quali non hanno elevato di molti punti l'arte pugilistica, ma hanno incassato, come sapete, rispettivamente 520 mila e, 100 mila dollari. Pertanto, se il match non ha aggiunto alcun che di importante agli annali del pugilismo, ha certamente giovato a mettere in luce le sempre più straordinarie risorse del giornalismo moderno. Varil quotidiani di Londra mandarono inviati speciali per l'occasione a New York. Il Daily Mail inviò anche un suo brillante caricaturista, specializzato in vignette sportive. Da parecchi giorni a New York il caricaturista viene tracciando ogni sera ameni schizzi intorno al match Tunney-Heeney. Questi € bianco-neri t appaiono tre ore di poi nella prima edizione mattutina del Daily Mail, riprodotti esattamente come se fossero stati disegnati in redazione. In quale maniera si verifica un cosi incredibile prodigio? Le vignette del popolarissimo caricaturista sono trasmesse istantaneamente • a Londra per mezzo del sistema radio-telegrafico di riprodu zione dei fax-simili. La matita, che traccia un foglio di carta bianca a New York, traccia gli stessi segni automaticamente sopra il foglio di carta agganciato a Londra ad una cassetta di « misteri » marconigraflcl. MARCELLO PRATI. crersobPmsenedimnesitorampinetelodecoalcocoauè tetesatlL di NnfBnq

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