Le spazzature nella economia agricola

Le spazzature nella economia agricola Odi ricchezza male utilizzata Le spazzature nella economia agricola La grande quantità del materiale di rifiuto giornalmente prodotto da una grande città, e la sua composizione molto varia costituiscono le ragioni delle grandi difficoltà che si incontrano per eliminarlo. Se difficile ne è la raccolta ancor più difficile e complessa ne è la eliminazione o la utilizzazione. D'altra parte vi è una ragione igienica di tale importanza da obbligare qualunque agglomerato umano di una certa grandezza a porre in primo piano fra i problemi quello delle spazzature. All'estero, prima che da noi, tale questione fu studiata, e tutte le soluzioni proposte tendono ad utilizzare questi rifiuti domestici o stradali da cui, come vedremo, si possono realizzare notevoli utili. Senonchè le soluzioni proposte, o adottate, nei paesi stranieri hanno nei nostri riguardi una grave pecca d'origine: ed è che esse si adattano a tipi di immondizie la cui composizione è sostanzialmente diversa da quella delle nostre città e ciò per il diverso regime alimentare, le diverse abitudini e le diversità delle condizioni locali. Onde è sem- Sre avvenuto che, applicati presso i noi i metodi altrove usati, si sono risolti in veri e propri fallimenti dello scopo che si voleva raggiungere. Ecco perchè alle soluzioni straniere che hanno tutte carattere industriale, alcuni nostri studiosi ne hanno contrapposto altre a carattere nettamente agricolo che hanno già dato importantisimi e positivi risultati. lina volta ancora i sostenitori delle idee, metodi e macchine straniere sono battuti e ben battuti come vedremo subito in un rapido esame comparativo. 11 lato igienico della questione, cioè la necessità di allontanare i gravi pericoli di infezione che possono derivare dall'ammassamento, carico, scarico e scelta di materiali putrescibili ed anche infetti, è quello che si deve tenere più presente. Anche da questo lato la genialità italiana ha di gran lunga superato gli stranieri. Sorvoleremo sulla raccolta propriamente detta, per la quale si usano quasi in ogni città carri e carrette di ideazione e fabbricazione straniera; mentre esiste per certo almeno un sistema prettamente italiano l'« Itanimac » che nulla ha da invidiare (anzi!) ai vari « Verschuren », « Colonia » ecc. e parleremo più specialmente della possibilità di trarre dalla spazzatura un utile non indifferente giovando all'igiene e alla economia nazionale. Escludiamo, intanto, aprioristicamente che le spazzature raccolte in una città possano venire ammassate in luoghi anche lontani. E' noto infatti che i microrganismi patogeni che sempre esistono fra questi ammassi v. rifiuti, trovano qui le migliori condizioni di sviluppo e riproduzione, mentre le mosche, i topi, gli scarafaggi e le polveri trasportate dal vento divengono si curi veicoli per la propagazione delle malattie più pericolose. Il raggio di diffusione della infezione a mezzo degli animali piccoli è cai colato in circa tre chilometri, coi topi assai più e, col vento, è praticamente illimitato. Inoltre possono avvenire combustioni spontanee, oppure infiltrazioni dannose nelle acque sotterranee prodotte dalle ploggie filtranti a traverso le spazzature. Il dott. Weyl riferisce in proposito che nella ultima epidemia colerica che infierì a Copenaghen, si ebbe il doppio di colpiti nel quartiere più signorile della città. La cosa apparendo strana, fu fatta una inchiesta dall'Ufficio d'igiene. Essa portò alla conclusione che la causa della infezione derivava dal fatto che detto quartiere era costruito in una zona che era stata deposito rilevante di spazzature. Questo deposito vecchio di 250 anni, conte*neva ancora molte materie in decomposizione e bacteri patogeni! Analogamente il permettere (come si fa ancora in molte città italiane) che le spazzature vengano gettate sui campi, così come esse vengono raccolte, presenta pericoli non minori per la pubblica salute. Anche la cernita delle spazzature per separare carta, stiacci, vetri, ferro e altri residui; è pericolosa non solo per coloro che la eseguiscono, ma anche perchè essi possono divenire veicoli per la propagazione delle malattie. Inoltre do vrebbe essere proibita anche dal punto di vista del decoro umano. La cernita così detta « meccanica » non risolve il problema perchè la macchina si riassume in un trasportatore a nastro che lascia ca¬ terial? %^'&?^&*J££% •tK!e5f™W ^"P" separati a mano da operai E solo un mi- glioramento industriale della ope- razione, merftfe si deve pretendere un miglioramento igienico. Dove precauzioni igieniche severe sono state adottate, come ad es. a Monaco di Baviera, l'operazione è gravemente passiva. Preoccupati da tutte queste difficoltà igieniche e subito fatti accorti della possibilità di ricavare denaro anche da questo ripugnante prodotto, all'estero si studiarono varie soluzioni. Di esse: quella del Wells, che distillava le spazzature, quella amerina, di estrarne i grassi con un procedimento chimico, e quella germanica, di fabbricare della cellulosa, sono state scartate alle prime prove industriali perchè finanziariamente non redditizie. Prese gran voga, invece, il così detto « incenerimento d.eìle spazzature », che, nato in Inghilterra, fu adottato in Germania, Svizzera, Belgio, Francia, Olanda e Scandinavia, con varia fortuna, che è strettamente collegata al tipo della spazzatura usata. In Italia, l'entusiasmo per ciò che è straniero ci portò a fare tre impianti. Tutti dovettero essere chiusi. Esistono almeno undici sistemi di Incenerimento, ma tutti richiedono la cernita preventiva delle spazzature, con gli inconvenienti già deplorati; dallo ciminiere esalano odo ri tanto molesti da generare conti mie proteste der'i abitanti viciniori; inoltre il loro rend^r^-ito varia secondo la compos'zio-e e il grado di umidità delle spazzature. Lo scopo essendo quello di utilizzarle per produrre del calore e quindi del va pore in speciali caldaie, onde ricavarne energia elettrica, si capisce quale importanza venjrn nrl assume- re il loro potere evaporante, il quale è rilevante nelle spazzature inglesi, e in alcune della Svezia e della Germania, perchè sono poco ricche dì umidità e molto ricche di polvere di carbone, mentre è semplicemente irrisorio da noi, come appare da questo specchietto: "i?H.,,LTERnA ' vapore Kg. b^-Albans ogni Kg. spazzat. ha 2,ts 2,02 GloucGstre Wellington SVEZIA Stoccolma GERMANIA Wagonza Francoforte OLANDA Amsterdam ITALIA Genova Torino Milano Trieste • » 1,96 vapore Kg. » 1.40 vapore Kg. » 1,30 » 1,00 vapore Kg. » 0,00 vapore Kg. » 0,18 • 0,18 » 0,18 » 0,18 Rileviamo, del resto, dal Bollettino del Comune di Genova del 31 agosto 192-4, che una Commissione di tre ingegneri, nominata dal Comune per riferire sull'impianto di incenerimento della Volpara, il cui esercizio costava al Comune una ingente perdita annuale, concluse che : a) la spazzatura di Genova non può bruciare da sola, onde bisogna aggiungerci il 5,15 % di carbone per avere 445 calorie per Kg.;* b) che possono ritenersi combustibili solo i 7/10 delle spazzature, e che con economizzatori si possono al massimo avere circa Kg. 0,182 di vapore per Kg. di spazzatura; c) che la spazzatura bagnata richiede 1*11,4 % di carbone, e può sottrarre al focolare fino al 66 % del calore prodotto. Dal che si può ben dedurre che lo spazzature delle città italiane essendo molto simili, questo sistema costituisce per noi un assurdo finanziario, richiedendo l'uso di carbone importato e uno spreco di un materiale di grande utilità per l'agricoltura. Per la stessa ragione della composizione delle spazzature riteniamo poco confacente all'Italia il sistema Gannow, che consiste nel triturare finemente — dopo la solita deprecata cernita — le spazzature. Vedremo in un prossimo articolo come invece si presenta il problema della utilizzazione agricola delle spazzature secondo i più moderni sistemi: italiani questi finalmente! G. OLDOFREDI.

Persone citate: Italia Genova, Wells, Weyl