Tardi ma vendicato...

Tardi ma vendicato... Tardi ma vendicato... Ecco qui rultimò capitolo (ma sarà proprio l'ultimo?) di una complicatissima vicenda che due anni or sono destò non poco rumore e curiosità. SI trattava — come molti ricorderanno — di un marito tradito 11 quale, armata mano, era riuscito a farsi rilasciare una regolare dichiarazione di... colpa, In carta da bollo, dall'amante della moglie e che incarcerato per tale atto di violenza aveva dalla prigione sporto querela per adulterio contro dMut riuscendo ad ottenerne la incriminazione. Vincenzo Scolastri, che in quell'epoca era vice-brigadiere delle guardie di P. S-, da tempo era assillato dal dubbio che là' moglie, Antonietta canova, avesse una relazione colpevole col piazzista Pasquale prato di Francesco di 25 anni 11 quale abitava in via Feletto 16, mentre egli con la moglie stava nella casa n. 38 della stessa via. Lo scolastri era convinto che tale relazione, esistesse, ma non era mal riuscito ad averne le prove. Appostamenti, finte partenze, tutto egli aveva tentato senza raggiungere lo scopo prefissosi: quello di sorprendere i due adulteri in flagrante. Esasperato, non potendo più contenersi, egli organizzò allora tutto un piano che a suo giudizio doveva riuscire meravigliosamente. La sera del 26 marzo (slamo sempre nell'anno 1926) lo scolastri si presentò nella abitazione del Prato, e gli dichiarò che in possesso di un mandato di cattura contro di lui per furto, era andato ad arrestarlo. Il piazzista protestò contro l'accusa, assicurò che doveva trattarsi di un orrore, ma davanti all'uomo che rappresentava la Legge, finì per accondiscendere e recarsi con lui in Questura, dove a suo giudizio avrebbe dovuto chiarirsi l'equivoco. Non appena fu nella strada, lo Scolastri lo pigliò per la giacca e gli gridò sul viso : — Confessai Tu sei l'amante di mia moglie 1 ^ La nuova accusa fece comprendere al Prato l'insussistenza della prima, ed allora negando, tentò di liberarsi dal suo aggressore per darsi alla fuga. Ma non ne ebbe 11 tempo. Con una bastonata bene assestata lo Scolastri gli fece comprendere come non fosse Tacile sottrarsi al... destino che" gli era preparato, n piazzista, domato, -si lasciò quindi mettere le manette e con durre-via docilmente, come un vitello destinato al mercato. Lungo la strada l'agente si fermò da un tabaccaio per comperare un foglio di carta ballata, e poiché t clienti guardavano l'arrestato, egli lo presentò con queste parole : — E' l'amante di mia moglie e questa volta lo tengo. Dopo quella sosta lo Scolastri, sem pre trascinandosi dietro l'arrestato, lo portò fino... a casa sua dove lo fece sedere accanto ad un tavolo sul quale pose penna e calamaio ed il foglio di carta bollata che aveva comprato lungo la .via. Estratta quindi la rivoltella che tenne a portata di mano tolse le manette all'arrestato e gli disse: — Ed ora scrivi la confessione del tuo peccato, con tutti 1 dettagli necessàri, come se tu fossi in punto di morte. U Prato tentò di ribellarsi, ma vi era la rivoltella per tenerlo a dovere. Al chiasso che ne nacque, i vicini accorsero ad osservare la stranissima scena. Ma ti piazzista, che sentiva di non poter sfuggire a quel marito oltraggiato, se non accondiscendendo a quanto egli pretendeva, fini per scrivere quello che l'altro volle. Lo Scolastri, in possesso di tale documento comprovante la sua Infelicità coniugale, si accingeva a sporgere querela di adulterio, quando sul più bello si vide trarre In arresto per sequestro di persona, minacele ed abuso di potere nelle sue qualità di agente di Pubblica Sicurezza. In carcere, 11 disgraziato si logorava pensando che, mentre se ne stava forzatamente ad ammirare il sole a scacchi, il piazzista e la moglie dovevano ridere certamente di lui e se la godevano. Fu allora che a sua volta denunciò 1 due per adulterio. Anzi, a carico di quest'ultimo aggiunse l'imputazione di furto, per aver rubato dalla sua abitazione della biancheria. La denuncia diede luogo ad Indagini, ed essendo da esse risultati elementi che la convalidavano, fu iniziato un processo, a piede liberò contro il piazzista, che si concluse con una condanna ad un anno, due mesi e 15 giorni di reclusione. Il Prato appellò, ma poiché non aveva molta fiducia nella sua innocenza, approfittò della libertà della quale godeva ancora temporaneamente per darsi alla latitanza. Da quell'epoca egli era uccel di bosco e forse riteneva, che la sua faccenda fosse stata messa nel dimenticatoio, tanto più che il suo accusatore, lo Scolastri, non faceva più parte dopo la clamorosa avventura di cui era stato protagonista,' del Corpo delle guardie d. P S. Ma gli agenti hanno buona memo ria, e glielo provarono l'altro giorno quelli addetti al Commissariato della Barriera di Milano, i quali, riconti sciutolo, mentre si trovava in un esercizio, lo trassero in arresto, in forza di quel tal mandato di cattura, che come la spada di Damocle, sempre' pendeva sul suo capo. L'arrestato è stato passato alle carceri. qb

Persone citate: Vincenzo Scolastri

Luoghi citati: Indagini, Milano, Prato