Diritto pubblico bolscevico

Diritto pubblico bolscevico Diritto pubblico bolscevico i a e e a o à i e e l o i b 6, nnr aa o e i , U Il fenomeno russo continua a tener desta l'attenzione europea. E non si tratta soltanto dell'interesse partigiano di chi spera il successo o l'insuccesso dell'esperimento bolscevico, ma si tratta, ormai, anche di un interesse di carattere superiore. Si è molte volte già giunti a superare la curiosità per l'aneddoto più o meno pettegolo, od anche per le condizioni generali della vita civile in Russia, per le conseguenze pratiche ed immediate del più che», decennale regime. Maggior copia di notizie, equanimi ed esatte relazioni di visitatori, contatti con rappresentanti ufficiali e con abitanti dello Stato rosso, hanno permesso di diminuire la smania di sapere qualcosa di nuovo o di inedito, anche se inventato, e nello stesso tempo cominciano a permettere di organizzare con qualche serietà scientifica ' le nostre nozioni su quegli avvenimenti e di trarne delle precise considerazioni. Neppure ci si limita ad affrettate . sintesi storiche tendenti a valutare il fatto rivoluzionario e ad inquadrarlo nella storia russa, tentativi che, con scarso successo, si facevano già all'indomani della stessa rivoluzione di Ottobre, quando ancora non si sapeva con precisione, forse nemmeno da molti dei dirigenti di quel movimento, nè dove si volesse andare nè quale fosse, in realtà, l'importanza ed il significato delle dichiarazioni che si facevano e degli impegni che si andavano prendendo. Oggi, con maggior consapevolezza di- critici e di storici, con maggior serietà e certezza d'informazione, con documenti, raramente letti nel testo, ma però consultati su discrete traduzioni, da molti studiosi di varie nazioni'si tenta di dare contributo di scienza alla sovente assai imperfetta conoscenza che, anche fra persone colte, si ha delle cose russe. Un tentativo di questo genere ha fatto un giurista, M. Sertoli, con un suo notevole volume sulla Costituzione russa, volume che si propone di organizzare sistematicamente e di teorizzare l'ordinamento politico e giuridico della Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche Russe. La pubblicazione e la traduzione delle fondamentali leggi dei bolscevichi e la copiosa letteratura internazionale, sugli avvenimenti russi permettono al Sertoli di commentare e di interpretare la legislazione politica bolscevica e di presentarne non solo il sistema, ma di tentarne la critica giuridica e storica. In complesso assai interessanti, anche per il lettore italiano, sono le conclusioni a cui giunge questa ricerca. Lo Stato bolscevico si fonda, come è noto, sul popolo lavoratore. In Russia il principio « chi non lavora non mangia », se pure non è stato preso sempre alla lettera, ha però creato un singolare regime politico nei rapporti di cittadinanza, regime che, come del resto quello stesso principio, è la conseguenza delle fondamentali premesse dottrinarie e pratiche della rivoluzione. Fondato sul lavoro produttivo il diritto di cittadinanza, ne viene di conseguenza che il non-lavoratore od il lavoratore I improduttivo non sono cittadini. AIla nostra mentalità moderna non è neppur facile capire come un russo, nato ed abitante in, Russia, possa addirittura non essere cittadino del suo paese. In realtà, per comprendere una così singolare condizione, non si può ricorrere nò all'esempio degli schiavi, nè a quello delle infime categorie servili o quasi servili di agricoltori dell'alto Medioevo. 11 non-lavoratore, in Russia, non si trova in una situazione in qualsiasi modo paragonabile a quelle classi storiche. A parte quelli che hanno potuto essere gli abusi polizieschi, le misure repressive d'ordine pubblico, la posizione del non lavoratore (ovvero, si sottintende, del lavoratore improduttivo) è chiaramente definita in un articolo della legge fondamentale sovietica : « Art. 7. - Il terzo Congresso nazionale dei Sovieti dichiara che durante la lotta decisiva del proletariato contro i suoi sfruttatori, non possano costoro partecipare a nessun organo del potere. Il potere deve appartenere interamente ed esclusivamente alle masse lavoratrici ed ai loro rappresentanti autorizzati: i , Sovieti dei delegati operai, soldati • e contadini ». Organo del potere è, Inizialmente, il diritto elettorale, diritto politico per eccellenza: tale diritto non spetta al non lavoratore. TI servizio militare armato per la difesa dello Stato rosso non tocca a chi non è cittadino ma il non lavoratore, che non è cittadino, come può venire costretto a prestazioni d'opera di carattere forzoso, servilo, può venire egualmente costretto ad una specie di servizio militare non armato, cioè ad una forma più regolare e sistematica di prestazione coatta di opera personale. A questo modo il non-lavoratore, benché originariamente russo, in uno Stato che non si pone come principio fondamentale la proprietà o la nazionalità, ma bensì il lavoro, viene ad essere in una situazione assai simile a quella in cui, di fronte a Roma, si trovavano gli italici: non cittadini, e quindi non partecipi di alcun diritto civico, ma però costretti a prestazioni militari, soltanto che per gli italici non si trattava d'altro, in complesso, clje di obblighi militari ed eccezionalmente di tributi; per i non lavoratori sottoposti al regime sovietico s\ tratta di obblighi a lavori coatti e di restrizioni di libertà personale. Allo stesso modo che è escluso dalla cittadinanza il russo non lavoratore, cosi può esservi incluso, logicamente, senza restrizione di sorta. 11 non russo lavoratore che si trovi occasionalmente nel territorio dell'U.R.S.S. : in quanto, soppresso il criterio nazionale, ed ammesso soltanto il criterio del lavoro « produttivo », non v'è nessuna ragione'per che il « compagno » lavoratore clie si trova in Russia e, lavorando, prò- ' duce in essa comunità, non possa godere di quei diritti che gli vengo-

Luoghi citati: Roma, Russia, U.r.s.s.