Il trionfo diplomatico di Kellogg Il Patto di rinunzia alla guerra sarà firmato a Parigi in Agosto?

Il trionfo diplomatico di Kellogg Il Patto di rinunzia alla guerra sarà firmato a Parigi in Agosto? Il trionfo diplomatico di Kellogg Il Patto di rinunzia alla guerra sarà firmato a Parigi in Agosto? - è Londra, 20, notte. Il Patto multilaterale di rinunzia alla guerra è praticamente un fatto compiuto. Tutti gli ostacoli sono stati rimossi. La firma di tutti è assicurata. Kellogg ottiene un grandissimo trionfo diplomatico. Il mondo è spettatore di una affermazione importante. Il nuovo Trattato si risolverà appunto in una affermazione di principio, la quale non è nuova, ina non guasta a reiterarla. Quanto alla pratica, essa va lasciata alla discrezione delle parti contraenti. Sotto questo ultimo aspetto, il Patto antibellico sotto gli auspici della America lascia il tempo che fa. Gli « imponderabili » Pure, le solenni affermazioni, anche quando sono disgiunte da concreti impegni, sono capaci di scavare solchi nella storia. Non di rado, anzi, finiscono per creare all' atto pratico certe invisibili remore di cui da principio non esiste che il vago senso in alcuni, mentre in altri esiste soltanto la certezza che le realtà del futuro ignoreranno totalmente il manovrato atto di fede compiuto sul terreno accademico di un Patto inconcludente. Lo stesso Bismarck riconosceva l'esistenza e la pressione di quelli che egli chiamava gli « imponderabili ». Il Patto multilaterale non potrà a meno di creare degli imponderabili di cui i condottieri delle Nazioni non potranno esimersi dal tenere conto. In ogni caso, questo Patto significa che l'America riprende formalmente il suo posto nell'agone della diplomazia mondiale. Gli « imponderabili » americani, dato che il Patto ottenga la sanzione del Senato di Washington, abbandonano quindi la loro forma passiva degli ultimi dieci anni e assumono in compenso, per i grandi avvenimenti futuri, una forma attiva destinata a pesare considerevolmente sulla bilancia dei rapporti internazionali. Questi «imponderabili » dovrebbero essere allacciati con tutte le. cure possibili agli « imponderabili » esistenti in Inghilterra, e ciò allo scopo di suscitare tale un blocco genericamente armonico da mettere il mondo anglosassone nella piena capacità di reprimere lo scoppio o il proseguimento di qualsiasi guerra. Su questo concetto si impostano i commenti della stampa inglese alla Nota con cui Chamberlain aderisce definitivamente, in nome non solo dell'Inghilterra ma di tutto l'Impero, al Patto proposto da Kellogg Nessun giornale lancia ditirambi ma nessuno si prova a menomare il signfìeato che i dirigenti inglesi attribuiscono al Trattato di cui ora non si attende più se non il varo formale. Vero è che la sua destitu zione di contenuto pratico non vie ne punto nascosta. Essa è oggetto di rilievi perfetta niente realistici anche nei fogli che maggiormente si felicitano del fatto compiuto. In pari tempo, non viene neanche nascosto il peso degli elementi imponderabili che la pace può sollevare e diffondere dove non esistano, oppure accentuare e ringagliardire dove esistono già. 11 concreto e gli imponderabili ' vengono posti sulle bilance e i commentatori finiscono per attribuire maggior peso ai secondi che al primo. Le accoglienze dei giornali Vi è qualche eccezione, ma conferma la regola. Il liberale Manchester Guardian, ad esempio, non si prova che a stringere il concreto, e mostra un pugno pieno di mosche. Tuttavia procede ad un esame delle mosche e, dopo tutto, esso pure le giudica benefiche e capaci di trasformarsi in api. La Morniny Post si attiene, in campo ultra conservatore, alla stessa procedura con la sola differenza che, mostrando al pubblico il pugno di mosche, le circonda di barzellette. Nondimeno, neanche la Moming Post ha l'animo di presagire che il pugno di mosche a cui si riduce il Patto multilaterale è destinato a trasformarsi in un pugno di vespe. Da questo vacuo tentativo di perpetuazione della pace, la Morninu Post, in altri termini, non attende glLbtsPdrsfipnilalcun rincrudimento di pericolo ui guerra almeno per il Paese che più le sta a cuore, vale a dire, il suo. La pace rimarrà incrollabile : « Abbiamo avuto in questo nostro Paese tale una inondazione di nausea verso la guerra — osserva la Mommo Post — che dubitiamo che perfino delle quadriglie di cavalli sfrenati riuscirebbero a trascinare la presente generazione in un altro confitto ». Almeno venticinque anni & pace sono assicurati da ogni ève nienza. Tutu gli altri giornali versano ac qua santa sul Patto alla vigilia della firma. Il Times si rallegra anzitutto che la risposta inglese salva guardi così nettamente i vitali in teressi dell'Impero britannico, sen za bisogno di sottigliezze legali. La America non può nè vuole fiatare in proposito. Poi, il giornale disserta sugli sviluppi del Patto e conviene con Chamberlain che il nuovo strumento implica un certo progresso sulla via della pace definitiva. Esso non si riduce ad una a .'ermazione di buoni propositi, ma realmente investe il supremo concetto della politica nazionale. La diplomazia, d'ora in poi — secondo il Times — dovrà smettere di considerare la guerra eome uno dei suoi utensili di riserva per le sue pratiche quotidiane. Il Daily Telegraph segue la stessa linea. Kellogg, secondo questo giornale, merita le cordiali felicitazioni di tutti coloro che in travvedono nella pace il supremo bene raggiungibile nella sfera dei rapporti fra i popoli. Le conseguenze del Patto La prossima firma del Patto dovrà e potrà essere fine a se stessa ? I commentatori, indorato il presente, speculano sul futuro e si domandano che cosa avverrà dopo il Patto. Pare che debbano venirne delle conseguenze. Vari giornali, almeno, sembrano aspettarle senz' altro. Il Times si mantiene vago in proposito. Il nuovo Patto — esso afferma — estende le regioni del mondo attraverso le quali lo scoppio della guerra sta facendosi sempre più improbabile. Ma non basta : « Le ulteriori conseguenze del Patto potranno risultare anche più significative dall'avanzamento che esso registra». Altri fogli, in specie di sinistra, incominciano subito ad agitare le conseguenze più desiderabili. Sul ceppo del nuovo Patto, sostengono essi (con aria antiveggente oppure di assai bene informati) sarà giocoforza innestare nuove pratiche per la riduzione degli armamenti e per la estensione degli arbitrati. Senza dubbio a fil di logica sarebbe imprudente non aspettarsi un tentativo in tal senso. Frattanto, 1' ambasciatore inglese a Washington non esitava a toccare apertamente un tasto che i commentatori toccano piuttosto al largo: «-Se le due maggiori Potenze del mondo, l'Impero Britannico e gli Stati Uniti — egli dichiarava ieri sera — si mettessero d'accordo nell'idea di reprimere la guerra, oppure ricusassero crediU e forniture a qualsiasi belligerante, sarebbe assolutamente fuori di questione ehe potrebbe benissimo impedirsi ogni conflitto ». La cerimonia della firma, secondo messaggi dalla capitale americana, si svolgerà a Parigi probabilmente entro il prossimo mese. Kellogg salperebbe alla volta della Francia il 22 agosto e si profila a Washington la quasi certezza che parecchi ministro degli Esteri europei saranno presenti alla funzione. MARCELLO PRATI.

Persone citate: Bismarck, Chamberlain, Mommo, Tutu