L'Italia nella città improvvisata della Stampa mondiale

L'Italia nella città improvvisata della Stampa mondiale L'Italia nella città improvvisata della Stampa mondiale I! Padiglione inaugurato solennemente all'Esposizione internazionale di Colonia (DAL NOSTRO TNVIATO)- ' Colonia, IO notte. Del Padiglione Italiano alla granfie Esposizione internazionale della Stampa a Colonia, che si è inaugurato questa mattina, diremo anzitutto, facendo «co alle cortesi parole pronunciate dal primo borgomastro della citta, signor •Adenauer, che esso colma un vuoto, il quale era vivamente e sinceramente 'deplorato non solo dalla benemerita 'Amministrazione cittadina, organizzatrice di questa Mostra grandiosa e dal Governo tedesco, ma dalla massa imponente del pubblico, che affluisce quotidianamente da tutte le parti della Germania e del mondo a visitare questa nuova grande città della Stampa mondiale, sorta come d'incanto eulle rive del Reno. Era impossibile Che l'Italia, che ha cosi gloriose tra'dizioni di Stampa, sia nel campo del giornale, che in quello del libro, e che è oggi indubbiamente alla testa di tutte le altre Nazioni, per quanto riguarda l'organizzazione sociale e sinjdacale della classe dei giornalisti ed buche — sia detto senza falsa mode fetta — per quanto riguarda la periste professionale, deflnitivamento man tasse ad una Mostra, nella quale tutte ^Je Nazioni del mondo si sono sforzate irli rappresentare In qualche modo il Brado di sviluppo, che hanno saputo ^toccare. E, se Dio vuole, questa as •♦Senza non è stata definitiva. L'organizzazione tecnica Inaugurata appena nel maggio, la grande Esposizione di Colonia ha ogjfjì. 10 luglio, il suo Padiglione «aliamo, e con esso si può dire completa, lic Autorità di Colonia avevano del jresto, con fine cortesia e con preveg igente intuito, lasciati intatti a dispostone dell'Italia i locali ad essa de iBtinati nel grande semi-circolare Palazzo delle Nazioni. E noi possiamo •Vedere, oggi, con orgoglio su d/ essi rfcventolare, e sul loro frontoni brillaTe, la bandiera italiana e gli stemmi Sabaudo e Littorio. Nell'interno figurano in eloquente ordine 1 simboli al meno e le indicazioni sommarie di quelle cbe sono le tappe storiche e di tiuello che è il livello oggi raggiunto 'dal nostro Paese In questo nostro laVoto della carta stampata, nel quale, *— o> per mezzo del quale, — a diritto 10 a torto, si simboleggia e si rappre Senta il progresso di un Paese nella istoria della civiltà. Certo, l'Italia, che Stampa. VItalia che scrive, l'Italia che legge, l'Italia che pensa, l'Italia che (produce e agita idee e fatti. l'Italia .the incide la 6ua cifra nella storia Ideila civiltà e del progresso umano a «nezzo del carattere fuso non è tutta Jfral. in questi cinque ambienti, da ieri destinatile nel palazzo delle Na zioni. Ma nessuna Nazione è, nè può esser» tutta intera nel suo padiglione, ili ili magslqr, posto è naturalmente- fati jto, in questa veramente colossale espo: visione (come è perfettamente natu rale) alla mostra del grado di svilup po raggiunto dalla tecnica tedesca in ogni campo; da tutto ciò cbe concerne la stampa, l'informazione e la di! fusione delle notizie, e della cultura; le per forza di cose e per ragione di Bistinzione e talora di tempo tutte le altre Nazioni hanno dovuto limitarsi bd una rappresentazione simbolica per lo più generica e saltuaria (o l'ima cosa e l'altra insieme) della loro (attività passata e presente in materia, Vero 6 — bisogna dirlo subito — che tanche la stessa mostra tedesca (anzi i; questo il carattere che contraddi *tingue questa esposizione dalle soli te esposizioni che rimangono sempre nazionali per quanto si dichiarino In jternazionall) non si limita alla sola «dimostrazione del grado di sviluppo raggiunto dalla tecnica e dalla periZia tedesca, bensì tenta di dare un quadro del grado di sviluppo e di efficacia civilizzatrice raggiunto in tutto 11 mondo da tutte le Nazioni nell'arte idi raccogliere, di creare e di affidare alla carta e diffondere per il mondo le notizie, le idee e la cultura. Tali (sono ormai — e cosi inscindibili e In districabili — 1 legami che uniscono in questo campo la produzione e l'attività di un Paese con quelle di un altro, che una esposizione la quale avesse voluto mirare a limitarsi al campo di azione strettamente e gret jtamente nazionale sarebbe riuscita perciò solo monca, incompleta e inefficace. E l'amministrazione della città Idi Colonia, grandemente benemerita idi questa opera la quale è riuscita tome un grande quadro sinottico Semovente del progresso contemporaneo, ha avuto il merito di avere com preso ciò e di avere saputo dare an iche a tutto l'insieme dell'esposizione un carattere largamente e realmente internazionale e non limitatamente tedesco. Questa ò stata la prima fondamentale ragione dell'immenso successo da cui la grandiosa esposi Mone è coronata dal pubblico mon (diale dei suoi visitatori ed è soltanto in aggiunta ed in completamento di ciò che a ciascuna Nazione è stato poi accordato un padiglione speciale per esporre quello ' che ciascuna di esse credesse utile (in materiale, in Simboli, in campioni ed in originali) a dimostrare il curai turo speciale, il tipo od il valore del proprio contributo alla storia della stampa. E ciascuna Nazione ha fatto del suo meglio, a seconda del proprio istinto, 'del tempo avuto a disposizione e delle Varie opportunità e circostanze, ina per lo più con simboli grafici e soltanto parzialmente in esemplari. La cerimonia dell'inaugurazione Nel Palazzo delle Nazioni, slamo lontani naturalmente dalla stragrande e Sovrabbondante quantità di rappresentazioni in movimento, di macchinari veri e propri!, di vita concreta e reale, di plastici colossali e di sorprenidente sviluppo tli cose in azione che tontraddistinguono tutto l'insieme della Mostra tedesca. Nel campo delle Nazioni siamo necessariamente in una zona da museo e nessuno — e nemme no quindi l'Italia — ha potuto sottrarsi a- questa imperiosa ed inevitabile neressità di cose. Pure, ciascuna na zione. a seconda della propria forzit, del proprio impulso e del proprio spirito, (■ riuscita in varia e relativa inifura a sottrarsi in parte, par quanto delemqubiprdequlfommfonsumrfbgrgfosìqstteinaInzodpspnnsfgsaaddnccsdnrvl'SrPccliladcacedBMomchepiplPGslnangmdgpEldsscptpmtscdsnmA ò n i e i a o o e e a o n o e e o i n o n e l t a à a a am e e e o n o i o e i n ) l iaeo, e a le ne nri ane laa e re a t, iio del suo meglio per dare anche sotto le vetrine di museo e attraverso l'immobilità grafica un'idea di quello che il suo dinamismo in azione. E, in questo sforzo di fare il meglio possibile, diciamo subito, l'Italia appare in prima linea. La domanda se, senza la faccenda del ritardo e della primitiva rinunzia questa Mostra italiana avrebbe potuto luscire più completa o forse più profondamente espressiva, non è per un momento da respingere. Ci si può domandare cioè se, nel caso che le cose fossero potute procedere normalmente, non ci troveremmo oggi davanti a risultati diversi e maggiori. Non sappiamo. Ma la domanda noi la registriamo rfbn già per segnalare manchevolezze gravi o vuoti, dei quali non ci accorgiamo (se non di quelli Insiti nella forza delle cose e comuni a tutti) bensì soltanto per segnalare la bravura quasi eroica degli incaricati del no stro Governo nel riprendere attivamente le coso c nel condurle a termine in breve tempo con sforzo di celerità autenticamente diremo — poiché siamo In materia — giornalistico, ed in mez zo a difficoltà di ogni sorta, dimostrando ancora una volta come l'Italia sap pia prontamente ed efficacemente ri spondere quando è chiamata da una necessità che non ammette discussioni nè calcoli, nè avare misurazioni di sforzi. Ma, prima di dare un'idea vaga e generica del padiglione che stamattina si è con grande solennità inaugurato alla presenza di Italiani e di tedeschi ammiranti, ci preme di dire in breve della cerimonia stessa. L'inagurazione del padiglione ha avuto luogo stamane alle 11, nella grande sala detta del cinematografo (uno degli ambienti di cui il padiglione è costituito) alla presenza di S. E. l'ambasciatore conte Aldrovandl-Marescottl appositamente venuto da Berlino, e del console generale Italiano a Colonia, colonnello Stivala. Assistevano, venuti dall'Italia, l'on. Amicucci per la Federazione del Sindacati fascisti dei giornalisti, Mario Baratelli ptr l'Istituto Nazionale di Previdenza, il prof. Fumagalli ed il comm. Bemporad che hanno avuto il compito di organizzare sezioni speciali del padiglione, rispettivamente cioè la Sezione del Risorgimento e quella del libro. Per la parte artistica hanno collaborato con grande abnegazione e analogo successo Mario Sironi e l'architetto Muzzi. Delle autorità tedesche erano presenti il Primo Borgomastro di Colonia, signor Adenauer, altri due Borgomastri della città, Banner e Meerfeld; il Presidente di Governo — o Prefetto — Elfgen, il dottor Tletmann, il direttore della Fiera, Esch, il consigliere Hahn. Le autorità tedesche hanno con la loro numerosa presenza espressamente voluto accentuare l'importanza che davano all'intervento italiano, 'che si risolve in una nuova prova della simpatia reciproca e della collaborazione culturale fra i due Paesi. Il discorso del gr. uff. Barella 11 comm. Barella, commissario del Governo per l'organizzazione della Mostra, e che ne ha portato sulle sue spalle la croce principale (oltreché in maniera specifica quella che si riferisce alla Mostra giornalistica contemporanea vera e propria), ha tenuto il se guente discorso-. t Eccellenze, signore,'signori ! In nome del Capo del Governo italiano, Duce del Fascismo, Benito Mussolini, ho il grande onore di dichiarare aperto il padiglione italiano in questa grandiosa Esposizione della stampa internazionale. L'Italia coltiva da secoli la passione della stampa, dal giornale al libro, t sotto l'egida del Littorio ha saputo as sicurare alla classe giornalistica un contratto di lavoro ed un sistema di previdenza che la pongono decisamente in testa a tutte le Nazioni. Noi non potevamo quindi straniarci da questa magnifica rassegna, la quale attesta attraverso le vicende liete e tristi della storia di ciascun Paese, attraverso i sacrifici degli studiosi, l'intelligente ardore degli industriali, infine la passione — spesso ignorata — di coloro che non vivono se non di carta stampata, per l'odore della carta stampata, la grande e nobile missione del giornale e del libro. « La città <li Colonia si è resa vera mente benemerita per questa sua ge niale iniziativa, il cui notevole successo va ascritto principalmente al perfetto intuito dell'on. borgomastro, signor Adenauer, ed alla competenza, alla passione, alla attività generale del dottor Esch. Il padiglione italiano, organizzato nello spazio di poche settimane, ha — secondo me — raggiunto lo scopo che il Duce voleva, quello cioè di di mostrare attraverso una mostra stori ca, che la passione del giornale (o me glio della carta stampata) è da noi an tica e radicata quanto il nostro culto per la Patria. Tutti gli italiani che vivono nel nuovo culto di Benito Mussolini sanno che nessuna arma è più potente e più sacra quando il giornale è al servizio delle giuste e nobili cause della Patria. E, ancora, tutti i giornalisti italiani sanno che il giornalismo, per antica universale definizione, è una pedana; ma essi sanno anche che il segreto per spiccare il salto non è quello di servirsi del giornalismo, bensì di servire il giornalismo, « Accanto al giornale ed al libro, l'Italia fascista ha voluto prospettare lo sviluppo delle proprie industrie della vita agricola e di alcune fra le più importanti branche da cui il nuovo Stato corporativo voluto e creato da Benito Mussolini trae elemento e certezza di vita feconda. Attraverso i grafici ò possibile rendersi un chiaro concetto di ciò che l'Italia fascista sotto la guida del Duce ha potuto realizzare e saprà realizzare., Ma l'impronta di questo padiglione viene dal Duce ed è particolarmente sua. Come in altri tempi, la vita e le vicende della Patria sono oggi legate ad un grande statista che fu prima un grande giornalista. Cosi fu di Cavour, cosi di Crispi. Ed era giusto che tutta la nostra mostra si imperniasse e si compendiasse in lui, primo artefice e giornalista sommo; e, accanto a lui, in colui che oggi è considerato il capo spirituale del giornalismo italiano: il suo degno fratello, Arnaldo Mussolini, magnifico continuatore della fatica quotidiana del Duce nel giornale. Arnaldo Mussolini è stato il creatore di quell'Istituto di previdenza per la classe giornalistica che io ebbi l'onore di esaltare alla Conferenza internazionale della stampa tenutasi lo scorso anno a Ginevra. Egli o il nocchiero del giornalismo italiano: è giusto quindi clic la Elia figura sia degnamente inquadrata ed esaltata in questo nostro padiglione. • Saluto e ringrazio le autorità della forte e laboriosa Nazione tecnica che ci ospita, e che ha l'onore di aver organizzato questa civile ed ammaestrativa manifestazione. Saluto il nostro ambasciatore e tutte le personalità italiane che sono accorse in questo pa digitane, che ricorda cosi luminosa un'ine la cara Patria nostra. E prego tutti di volersi unire al mio pensiero di devozione ed ammirazione, di {e*l strgrludemcopotrideonl'IsenitoquMIcintreviaun2 brunlonil cocagitrInuncolocodelecrmdem15se^aldusasopotasencen17FGfoCpupDsncPbrdndcBmncpsSdeddilLvmEapgtoctpoeingzsgLdlG(FlfiBcmlsgdgtlcqdcsddlIm—DiaznftmFemzaqro«tdpal a i a a a n l o a o a a i a a a e o o o *l La risposta del borgomastro Gli ha risposto il primo borgoma stro della città, signor Adenauer, rin graziando del saluto e a sua volta salutando il Governo italiano e il « grande condottiero ■ dell' Italia, ed esprimendo la gioia di Colonia per il vuoto colmato nella sua Esposizione: «Ogni popolo — ha detto — mostra qui il contributo che ha saputo dare alla storia del progresso umano; è per noi un onore e un successo di avere con noi l'Italia ». Il coro del coristi della Scala, presente a Colonia, ha chiuso la cerimonia al canto dell'Inno fascista. Lo scel to pubblico di signore e signori si è quindi sparso per le sale a visitare le Mostre. Il padiglione italiano si compone di cinque grandi e piccoli ambienti, oltre l'atrio d'ingresso verso il grande viale del padiglioni. Sono 5 sezioni: un «alone d'onore grande oltre 140 mq„ 2 piccole gallerie per la mostra del libro, una sala per la mostra grafica, una sala degli stands ed un gran salone per la mostra del manifesto e per il cinematografo. Il salone d'onore comprende anzitutto la mostra stori ca del giornalismo italiano dalle origini fino al giornalismo fascista, attraverso la mostra del Risorgimento In apposite vetrine si ammira come in un gran quadro (sviluppantesl pure con i necessari saiti e lacune) tutto lo sviluppo del giornalismo italiano a cominciare dagli « avvisi » o « lettere » del 1500 e del 1600 in forma di 0PU«c°; letti stampati contenenti notizie ai cronaca e di politica del tempo: « La memorabile disfatta - ad esemplo -dell'esercito turchesco » del 1605; «ìa morte della Regina d'Inghilterra .del 1536; 11 «ragguaglio generalei dell assediò delia Roccella. del 1622; «« ^ventoso et tremento caso successo alla città di Verona di una chiese caduta all'improvviso ammazzando assaisslme persone.; un'altro «successo . di acque, terremoti e venti a Napoli nel 1609; tutte cose che anche altara, come si vede, accadevano pur senza gli inviati speciali. Si passa da ,ti «avvisi, o «lettere, ai gior noli, ira i quali fra i primi il « Sincero > di Genova del 1653. La Mostra storica Veniamo al Perico deUarivoluzlo ne francese: la Gazzetta di Torino ne 1795; il Genio democratico diretto dal Foscolo e da suo fratello.del ««v" Giornale senza titolo del 1796; L hQ.ua for* diVenezia del 1797; ^Estensore Cisalpino del 1797; il Monitore C sai pino del 1798; i vari altri monitori uscui in varie città della Penisola percorsa dal brivido repubblicano. il Difensore della libertà del 1797^e persino il Genio di Democrito del 1798. Ve niamo al giornalismo del primo e se condo Risorgimento: il Conciliatore di Pellico del 1818 e '19; la Voce della libertà di Modena del 1831; il Messaggere Torinese del 1836;.il Risorfftmento del 1848 La parola è trovata. Le tanno corona L'Alba, il Caffé Parocchi di Padova del 1848. l'Ausonia pubbli cato a Parigi dalla principessa di Belgioioso del 1845, Di particolare interesse fi naturai mente la mostra della stampa mazii niana che ebbe, come si sa, sede vacante e sempre rinascente in varie parti della .penisola e dell'estero: L'Esule di Parigi, L'Italiano, La Jeune Suisse. L'Apostolato Popolare, L'Italia del popolo. La Giovane Italia del '31 e '32 a Marsiglia; L'Italia del popolo di Milano del 1848. e quella di Roma del 1849: L'Italia di Losanna del 1850 il Don Pirlone del 1848 a Roma e L'Armonia della Religione con la Civiltà, di Torino, titolo un po' lungo ma espressivo degli ideali del tempo Ed infine il Dovere di Genova, accanto a cui figura un mònito autografo di pugno di Mazzini a coloro che non pagavano l'abbonamento, che è, a quan to pare, un vizio antico che risale an che ai tempi di eccezionale febbre patriottica. Una siirwpatica mostra speciale 11 prof. Fumagalli ha avuto poi l'idea di organizzare in ima apposita vetrina ed è una raccolta di medaglie coniate in onore di giornalisti, o per conto di giornali, per riconoscenza o celebra zione di meriti. Fra i giornalisti insigniti di tali medaglie si trovano giornalisti del calibro dei seguenti. Ludovico Antonio Muratori (Giornale dei letterati d'Italia), Vincenzo Mon li (Poligrafo e Giornale senza titolo) Giuseppe ParinI, Vincenzo Gioberti (Saggiatore e Antologia Italiana), Ugo Foscolo (Il Genio Democratico), Camillo Benso conte di Cavour e poi giù giù fino a Giosuè Carducci ed a Cesare Battisti, e scusate se è poco. La Mostra Fascista La mostra storica è egregiamente completata da una sezionerà parte, che mostra con documenti del più alto valore la storia (usiamo qui la parola storia in senso intensivo) presente del giornalismo politico italiano. Si tratta di documenti del Popolo d'Italia e del giornalismo di Benito Mussolini. Sot to un grande busto del Duce — la bel la opera di Wildt — la preziosa tripli ce vetrina a ciò destinata mostra, in quadrati fra ingrandimenti fotografici di Mussolini in varie pose, insieme inMtichchUnidetr19decogrnndMsvlimdtutrdluamit1 con alcuni numeri del giornale mussoliniano, 1 manoscritti di otto articoli del Duce del Fascismo, il comunicato del 30 ottobre del Comando della MI lizia Fascista per l'omaggio al Milite Ignoto, un manoscritto — prezlosissi mo questo e di straordinario interesse — dell'impegno programmatico che il Duce aveva fissato per il caso in cui i fascisti avessero dovuto partecipare ad un Governo di concentrazione na zionale. Gli impegni testualmente era no: 1) scioglimento della Camera e ri forma elettorale per sistema maggiori tarlo; 2) scioglimento di tutte le formazioni politiche militari anteriori al Fascismo (arditi del popolo, comunisti ecc.); 3) provvedimenti urgenti econo mico-flnanziari; 4) sgombero della terza zona della Dalmazia. Ed in quanto alla distribuzione dei portafogli: cin que portafogli ai fascisti : Esteri, Ma rina. Guerra, Lavoro, Lavori Pubblici oltre al Commissariato dell'Aviazione « Infine — conclude testualmente l'au tografo — non partecipazione diretta di Mussolini, per facilitargli il com pito nel confronti del Fascismo ». Una annotazione a lapis in un canto segna la data del 9 agosto 1922, durante il Ministero Facta. Segue, sempre di pugno di Mussolini, il proclama nel giorno della presa del potere: «Fascisti d'Italia, il nostro movi L.nqdslitenpmnrpceptpLccdqrarppt«hdcrdllppnsdstdlsmllctddcbMtbdpMbCgdtrudpgcPidmtranssulnreclplpdp o i e e a 1 o a e o o i i e i e i o ù e e e a l a l i e Duce del nostro partito ha assunto poteri politici dello Stato. Tornate alle consuete opere, ecc.. ». Le vetrine ancora contengono le ultime cartello del discorso Mussolini al Consiglio dei Ministri sulla rivalutazione della moneta, il testo dattilografato della Carta del Lavoro con le firme autografe di tutti i ministri, ed infine il messaggio di D'Annunzio a Mussolini nella notte In cui ebbe notizia della compiuta Marcia su Roma, che conclude: « La vittoria ha gli occhi chiari di lattante: non la bendate.. Un'altra vetrina, che illustra l'organizzazione del Sindacato Nazionale dei giornalisti fascisti, mostra fra l'altro l'autografa domanda di Mussolil per esservi ammeso il l.o agosto 1926, e la sua polizza di assicurazione dell'Istituto di Previdenza. La vetrina contiene modelli delle ter---" p carte grafiche illustrative dell'organizzazione. I grafici, i libri, le riviste Nel medesimo grande salone figurano inquadrati in linee architettoniche di stila nuovo, dovute all'architetto Muzzi, immensi grafici dimostranti lo sviluppo del giornalismo moderno italiano. Una enorme carta dell'Italia, metri 5 per 7, reca attaccate al nomi delle città in cui escono, le testate di tutti i giornali quotidiani d'Italia. Altri grandi cartoni recano le copertine dei giornali settimanali e riviste illustrate, divise per categoria, ed altri ancora (disposti su un grande mappa mondo) recano, le testate dei giornali italiani che W pubblicano all'estero. 1 i o e e l i e a a i rl i o ro n L.a diffusione del sentimento italiano nel mondo vi è ampiamente ed elo quentemente dimostrata. Nella parete di destra un altro cartone reca le testate delle riviste specializzate d'Italia: letterarie, artistiche, scientifiche e tecniche, ed infine nella parete di si nistra tutti 1 nomi delle pubblicazioni periodiche e riviste sono sinotticamente disposti. Cartoni, pannelli, ornamenti simbolici sono di Mario SI ronl. In basso, in giro, lungo tutte le pareti, sono in appositi scaffali a scacchi tutte le pubblicazioni quotidiane e periodiche in corso, il cui servizio per il pubblico è assicurato durante tutto il tempo della mostra. Non minore interesse desta, nell'apposita galleria, la mostra del Libro. La quale, sebbene limitata al libro contemporaneo (ed è un peccato che cosi sia pel Paese che vanta la gloria degli Aldi e di Bodoni), pure dà un quadro vivo del grado di sviluppo raggiunto dal nostro Paese in questa arte. Trecento esemplari delle migliori edizioni del libro moderno disposti per materia, dimostrano il livello di perfezione italiana in quest'arte. Citare è impossibile: basta nominare le « Opera Omnia » di D'Annunzio (che hanno una vetrina a parte), il Carducci e il Pascoli del Zanichelli, le collezioni Hoepli, il « Corpus Nummorum Itallcorum. del Re, il volume della collezione Gualino e quel capolavori della libreria di Stato che sono le « Poesie » del Foscolo e il « Principe » del Machiavelli. In un salone a parte sono i libri e i discorsi di Benito Mussolini dell'* Alpes ». Molte altre vetrine mostrano un ristretto numero di saggi di copertine di libri e riviste, allo scopo di dimostrarne la perfezione grafica; e un'altra infine ha una raccolta di libri modernissimi, da Pirandello e dalla Deledda ai più giovani. Qui, ahimè.!, ci sono dei salti acrobatici, ed al tempo medesimo alquanto affrettati. Particolare valore hanno nei rispettivi stands le mostre del Touring Club Italiano con il grande meraviglioso atlante internazionale che forma l'ammirazione dei tedeschi in materia — che è tutto dire — la Carta d'Italia, la guide, le carte turistiche, ecc., e le varie pubblicazioni del benemerito Istituto; la Mostra dell'Istituto Cartografico Mill tare con i magnifici plastici delle Alpi; la libreria religiosa con alcuni li bri del Papa, con una Bibbia preziosa della Ambrosiana, ed altri libri dell'O pera Cardinal Ferrari; e infine la Mostra coloniale, notevole per le pub bllcazionl ufficiali del Ministero delle Colonie, specie in materia archeologica. Un banchetto L'ultimo grande salone è il salone della cinematografia tappezzato all'in torno, lungo le grandi pareti, da una ricca Mostra del manifesto italiano. Questo salone del cinematografo è una grande attrattiva per il pubblico dei visitatori dell'Esposizione. L'Istituto «Luce., che ha 11 compito delle proiezioni, potrà raccogliervi grandi allori e contribuire assai alla conoscenza dello sviluppo del nosrto Paese In ogni campo, se, insieme con i fllms di propaganda vera e propria del Fascismo e della rinascita economica e industriale italiana, saprà alternarvi proiezioni di interesse generale, cosi da attrarvi costantemente ed appassionatamente il pubblico internazionale per tutti i mesi della Espo sizione. L'Italia può essere contenta di que sta giornata; la quale ha culminato in un banchetto in uno dei ristoranti dell'Esposizione, che è stato una fraternizzazione italo-tedesca. L'ambasciatore Aldrovandà vi ha pronunziato un elevato discorso nel quale ha tenuto, come rappresentante politico dell'Italia, ad esprimere il suo compiacimento per l'avvenuta partecipazione dell'Italia alla Esposizione di Colonia, di cui ha magnificato la grandiosità e la perfezione. Ha delineato lo sviluppo del contributo sia italiano che tedesco alla storia della stampa ed ha concluso brindando alla sempre maggiore conoscenza e all'avvicinamento reciproco del due popoli. Gli ha risposto il primo Borgomastro di Colonia, Adenauer, mettendo in rilievo la perfezione dell'organizzazione del patrimonio italiano e dichiarando che mostre come questa che oggi si compie a Colonia sono, oltreché il mezzo di rappresentare il grado di sviluppo tecnico raggiunto dai varii popoli, anche il mezzo migliore per avvicinare tra loro questi ùltimi con vantaggio della pace mondiale; ed ha infine anche egli brindato all'avvicinamento tra la Germania e l'Italia ed alla prosperità di quest'ultime. La giornata si è chiusa con una rappresentazione di gala all'Opera, dove la Compagnia della Scala ha dato l'Aida. GIUSEPPE PIAZZA. UdsdcczvdnngCcPinCcdsnbqpddGrgrdsltisdcntottzidnref1stnnaVsiqmgvcnprddprac