L'arresto di tre audaci ladri

L'arresto di tre audaci ladri L'arresto di tre audaci ladri Il tentativo all'oreficeria Marietti — Il furto ad una sartoria Il peggior passo è quello dell'uscio a r i i o i n i i . a . i o o l a i o o o e e n 1 i l a a a n Nella notte dal 25 al 26 novembre I sdel 192-7 una pattuglia di carabinieri I isppupprcmidella stazione di Castellamonte, nel compiere un giro di ispezione, trovava un'automobile ferma in vicinanza del recinto del cimitero del Comune. Nei pressi della macchina stavano due individui;-un contadino ed uno chauffeur. La presenza, a quell'ora ed in quella località, dell'automobile e dei due individui mise in sospetto i carabinieri, i quali senz'altro li fermarono. Essi furono identificati per il chauffeur pubblico Vincenzo Morando di Giuseppe, di anni 27, abitante a Torino in corso Ponte Mosca 59, e il contadino Giuseppe Ferrando di Giuseppe di anni 30, da Borgo Novara e domiciliato a Borgiallo. I due furono accompagnati alla caserma e la macchina sulla quale si trovavano due impermeabili, guanti e berretti portanti tutti la marca di una fabbrica americana, fu sequestrata. 11 tenente del carabinieri De Ambrogio, dopo aver sottoposto gli arrestati ad uno stringente interrogatorio, riuscì a far parlare Io chauffeur il quale confessò di aver portato da Torino a Castellamonte tre individui che egli conosceva so lamente sotto il nome di Ettore, Mario e Berto, i quali erano scesi di macchina poco prima di Castellamonte e si erano avviati a piedi in paese dove, a scopo di furto, intendevano di... visitare la succursale della Banca Agricola. La notizia, quanto mai interessante, indusse i carabinieri ad una ra pida perlustrazione in Castellamonte e nei dintorni senza però riuscire a trovar tracci-a del tre lestofanti. Poiché essi provenivano da Torino, il ten. De Ambrogio informò minutamente del fatto il commissario comandante la Squadra Mobile della Questura di Torino, dott. cav. Ramella, il quale affidò l'Identificazione dei ricercati ai marescialli Di Pietro, Satragno e Pezzi e ai vice-brigadieri Carligno e Celeste. Le indagini furono assai lunghe e la boriose: gli agenti non avevano come punto di partenza che tre nomi propri. Tuttavia, frugando fra gli individui della mala vita, interrogando persone che frequentano quel mondo che vive ai margini della società, gli agenti riuscirono nella difficile bisogna. L'Ettore fu identificato per Ettore Bogio di Luigi, di anni 30, senza fissa dimora ed il 2 luglio corr, dopo lunghi appostamenti, venne tratto in arresto. Dopo questo primo successo vennero identificati gli altri due complici nelle persone di Mario Giuseppe Musso di Giovanni, di anni 25, da Rivoli, senza fissa dimora, e di Umberto Mario Barbero fu Giuseppe di anni 30. Fu possibile, dopo lunghe ricerche sapere che i due venivano segnalati in diversi punti della città, e da indizi raccolti si potè presumere che essi fossero gli autori degli audaci colpi ladreschi operati — specialmente in questi ultimi tempi — nei negozi durante l'ora di sospensione dell'esercizio, e cioè dalle 12 alle 14. 11 Barbero aveva preso alloggio in una stanza in via Stampatori 9 e con lui doveva abitare anche il complice. Venuti a conoscenza di tale indirizzo la mattina del 5 luglio gli agenti facevano irruzione nel domicilio del Barbero e lo immobilizzavano prima che egli avesse avuto tempo di riaversi dalla sorpresa per quella visita ina- I spettata. La camera era stata mutata I in un magazzino di nuovo genere. Vi si trovava un completo armamentario per furti con scasso: palanchini, trapani, pinze, chiavi false, grimaldelli, una lunga fune armata di uncini atta per le scalate dei muri di cinta,.lampade elettriche portatili, nonché una... rispettabile pistola automatica Berretta calibro 7,65 e portante il numero di matricola 69892. Nel locale non mancava la refurtiva. Vennero sequestrati diversi tagli d'abito, abiti confezionati, e soprabiti risultanti compendio del furto operato 11 3 maggio scorso in danno della sarto»? Capella e Ramella di via Pietro Micca. Come i lettori ricordano, il furto era stato operato da due sconosciuti in abito da operai. Il primo sotto le spoglie di un imbianchino (si -ritiene fosse il Barbero) salito su dl una scala a piuoli, portata dal compagno e ' da questi tenuta salda, era salito tranquillamente fino all'altezza del sovraporta che gli aveva permesso di introdursi nel negozio e compiervi il furto delle stoffe e degli abiti nonché di 3000 lire in contanti. Fra l'altro il ladro si em impadronito di un soprabito che stava appeso ad un attaccapanni, e che fu ritrovato nella camera del Barberò. Il soprabito faceva parte del corredo personale del proprietario del negozio.. Quattordici cappelli nuovi, residuo della refurtiva di 72 cappelli, proveniente dalla ditta Giovanni Boano la quale era stata derubata dal mezzogiorno alle 14 del giorno 12 aprile scorso, facevano bella mostra nella camera del Barbero, dove pure fu trovata una bacchetta di legno, un oggetto che poteva apparire di nessuna importanza mentre invece ne aveva una grandissima. Quella bacchetta era un « modello » in tutto simile alla strana sbarra di ferro svitabile a mezzo della quale era stato tentato il furto in danno ■ dell'orefice Marietti in piazza Castello, 25. Su di un foglio di carta era schizzato il disegno delta, bacchetta stessa. Inventariata la refurtiva e trasportatala in Questura, insieme ogli ordigni ladreschi ed al Barbero, due agenti rimasero nella camera deserta e vi si fecero chiudere a chiave. Essi erano convinti che il Musso sarebbe tornato al comune domicilio e questa loro convinzione non andò errata. Qualche ora dopo una chiave strideva nella teppa ed il Musso faceva tranquillamente il suo ingresso nella stanza. Non avanzò che di qualche passo perchè subito gli agenti, i quali stavano addossati ai lati della porta, gli furono sopra e lo immobflizzarono. Il lestofante, caduto in trappola, giudicò inutile tentare una vana resistenza. Egli si lasciò togliere di tasca una rivoltella marca « Lepage » di calibro 6,35 e portante il numero di matricola 778 ed un robusto e corto pa. lanchino. Tanto la rivoltella del Bar. bero quanto quella del Musso si ri» tengono di provenienza furtiva. An« che il secondo arrestato fu condotta in questura dove già si trovava il primo e interrogato alla sua volta dal commissario dott. Bamella, ma tanta il Musso quanto il Barbero si chiuse» ro in un assoluto silenzio e nonostante le prove schiaccianti raccolte a loro carico non risposero che dicendo di no a tutte le contestazioni. Nell'ufficio della Squadra Mobile si trovano ora depositati tutti gli oggetti ritrovati nella camera occupata dai due ladri. o e i a e i i i i i e e i -