Ex condannato a morte che vuol giustizia

Ex condannato a morte che vuol giustizia Veni* anni dopo Ex condannato a morte che vuol giustizia Londra, 9 notte. Dinanzi alla Corte di Appello di Edimburgo si è aperto oggi l'esame del ricorso in appello avanzato da Oscar Slater contro la condanna alla^pena capitale pronunziata contro di mi venti anni or sono. Lo Slater. U-hprntn ri» nnr-hi mpsi rial rarrprp se. ^«ffl^nuffisa^^M£3 Ifflffl^JS. passl dal banco ove nel 1908 si sentiva condannare alla pena di morte. L'udienza di oggi è il coronamento di una intensa campagna di molti anni, tenuta viva da giornalisti e scrittori, da persone appartenenti a tutte le classi e inoltre dalla stessa presunta vittima dell'ingiusto verdetto la quale durante vent' anni non cessò un giorno di proclamare la sua assoluta innocenza. Tale campagna per la revisione della sentenza, appoggiata da grandi giornali, incontrò sempre più vasto appoggio attraverso il paese e avrebbe sicuramente condotto molto prima di oggi alla revisione se non si fosse presentato fin qui un ostacolo insormontabile. Il delitto era stato commesso in Scozia. Era quindi di competenza y.on della giustizia inglese, ma di quella scozzese. Orbene, la Corte di Appello esisteva in Inghilterra, ma non in Iscozia. Come dunque fare appello ad una Corte inesistente? Dinanzi alle pressioni dell'opinione pubblica e alla necessità di risolvere una volta per tutte il mistero, che continua ad avvolgere la persona di Slater, venne istituita poco tempo fa la Corte di Appello dinanzi alla quale ora Slater ricorre non più come condannato, ma come uomo libero avente purgato la sua pena. Il verdetto che emetteranno fra giorni 1 cinque lords al quali gli avvocati di Slater fanno oggi appello, qualunque esso abbia ad essere, sarà, a giudizio d-i più un atto di giustizia. Vi è infatti la sensazione che indipendentemente dal fatto della colpevolezza o meno dello Slater la giustizia non fu amministrata con assoluto scrupolo, ed imparzialità. Il crimine era stato orrendo. Una vecchia signora ottantaduenne che viveva sola con una cameriera a Glasgow, venne trovata assassinata nella sua camera. Il cranio era fracassato e il corpo coperto di ben quaranta ferite. La cameriera, uscita per imbucare delle lettere, entrava In casa proprio nel momento In cui l'assassino ne usciva a corsa precipitosa. La camera era sottosopra. Ma, per quanto la signora possedesse una collezione di gioielli di grande valore, l'assassino si era impadronito soltanto di una « broche • di diamanti. La polizia, poco tempo dopo, veniva a sapere che un Israelita tedesco a nome Slater aveva venduto la a broche » ed era partito per l'America qualche giorno dopo il delitto, sotto falso nome ed insieme con una donna con cui non era ammogliato. Egli venne arrestato a New York per essere estradato In Inghilterra. Lo Slater, prima ancora che si iniziasse la procedura di estradizione, offri volontariamente di tornare in Inghilterra e di presentarsi alla giustizia di Glasgow per dimostrare la sua innocenza. Giunse a Glasgow, ma, Invece di vedere riconosciuta la sua onestà, venne condannato alla pena capitale. Nel frattempo, si era scoperto che il gioiello che egli aveva venduto non era quello in possesso della vedova assassinata» Sorsero dubbi all'ultima ora e la condanna all'Impiccagione venne commutata in quella dei lavori forzati a vita. Senonchè, la ottima condotta del condannato durante 19 anni di carcere, il fatto che egli stesso si era presentato dinanzi alla giustizia scozzese e l'intervento In suo favore di alte personalità e finanche di funzionari di polizia, fecero approfittare lo Slater di altre successive riduzioni di pena, grazie alle quali egli oggi può presentarsi a piede libero dinanzi ai lords della Corte di Appello scozzese per chiedere la revisione del processo. Impresa questa difficile quanto mai, poiché gran numero di persone che oggi potrebbero recare nuovi elementi in favore dell'excondannato sono scomparse dalla scena. Il medico che prima esaminò il cadavere ed affermò essere stata la morte causata non da un martello come sostenne l'accusa, ma da una sedia, è morto. E' morto pure il giù dice che emise la sentenza; scomparso il funzionario di polizia che ebbe il coraggio, poco dopo- la condanna, di proclamare l'innocenza dello slater e che a causa di ciò venne destituito e morì nella più completa miseria. La sola persona che avrebbe potuto recare qualche nuovo elpmr-nto non =! è presentata: è la cameriera dell'assassinata, la quale dichiarò di riconoscer? npllo Slater l'uomo che essa vide passare dinanzi a sè come un baleno, mentre essa rincasava pochi minuti dopo l'assassinio. Fu appunto n base a questa identificazione e ad alcuni episodi alquanto oscuri sul passato dpllo Slater che questi venne condannato. Oggi la cameriera, che "0" tornò mai più in Inghilterra e ..iwe ln America, ha fatto sapere che boi; intende rimettere piede ln Inghtl- nvaaivrlcsbcm1tgnmttMcdpnlsnfrrMsA7ti terra, e che nessuna luce può disgraziatamente portarvi. Senonchè, altri testimoni sono giunti da New York chiamati gli uni spon ^.f «Bgjf *>™'coscienza, gli ^agli ™S»tt del corni¬ Sfeìgfrh rVr,e\'si?"? gfl .processo co: 0 lun?° tempo fa e munito di M <acco^ ""««"ante Pubbliche sot lezioni. Grazie a questa clrcostan za, Slater oggi assisteva non soltanto ad un dibattito legale quanto ad un nuovo processo. In luogo elei dottore defunto è comparsa la vedova, che ha narrato ai giudici come suo marito, per quanto fosse stato il primo ad esaminare il cadavere, non fosse stato poi invitato a deporre in Corte di Assise. Un altro teste che a causa della sua funzione assistette all'inchiesta giudiziaria ha affermato oggi che a nessuno dei testimoni allora convocati venne fatto prestare giura mento. tae (Mti e qulee nso3 q(T2.Un altro funzionarlo di polizia ha poi riferito che, contrariamente alla versione sostenuta nel 1908. lo Slater non prese la fuga per l'America, poiché si recò a Liverpool con l'intento di imbarcarsi, ma vi rimase vari giorni abitando in un noto albergo, dove si era iscritto col proprio nome e cognome. Ma le più interessanti testimonianze sono state oggi quelle di due alti funzionari della polizia federale americana, i quali arrestarono lo Slater al suo sbarco a New York e lo condussero in prigione in attesa dell'espletamento delle pratiche per la estradizione. La cameriera della vedova assassinata si trovava, Insieme col rappresentante della giustizia inglese, nel corridoio della prigione mentre lo Slater vi penetrava ammanettato. Il magistrato inglese, rivolgendosi alla cameriera, le disse: • Ecco l'assassino! ». Pochi giorni dopo, la cameriera era invitata a descrivere l'assassino e Identificarlo. Naturalftiente — sostiene oggi il funzionario americano — essa indicò lo Slater, che il funzionario inglese le aveva, pochi giorni prima, senza alcuna prova di appoggio, presentato come il colpevole dell'orrendo delitto di Glasgow. L'avvocato difensore dello Slater ha oggi sostenuto che la cameriera non intende mettere piede in Inghilterra, perchè non ha la coscienza tranquilla. Essa ha narrato che vide passare dinanzi a sè l'assassino, ma è risultato che l'uscio di casa era chiuso. L'autore del delitto doveva dunque trovarsi in casa prima che essa uscisse. La donna doveva, molto probabilmente, conoscere la persona che aveva visto uscire conrendo. Dunque, menti nel corso del processo, e ora preferisce tenersi lontana dalia giustizia del suo paese. L'udienza è stata rinviata a domani, ma pare evidente che qualcosa di misterioso e di inesplicabile avvolgi ancora, a venti anni di distanza. 11 dramma di Glasgow, Forse le udienze successive recheranno nuova luce sia <n favore dell'ex-condannato, sia in appoggio del verdetto della giuria dell'anno 1908. M. P. B2 'liD?LscGmbmz?i(PdclattnpssPptEcdvèvdrAidcSdtSSStdtLM2Cdgrlc