Germania e Austria

Germania e Austria Germania e Austria Miiller forma II suo Gabinetto 9 anni dopo aver firmato il trattato di Versailles • Berlino, 28 notte. : Dopo tanti tira e molla — durati Bino a cuasta mattina, allorché i giornali uscivano annunziando il fallito tentativo di Muller — la lista del nuovo Ministero è definitivamente formata. Un « definitivo » però che t giornali definiscono « provvisoriamente definitivo » ovvero « definitivamente provvisorio», perchè è inteso che il Ministero che ormai si è formato è un compromesso sulla via della famosa grande coalizione, la quale dovrebbe essere definitiva mente formata in autunno, quando finalmente si spera che si potrà procedere anche dal Governo prussiano alla formazione della grande coaJizierue, e cosi consolidare le basi del Governo del Reich, accettando la richiesta dei populisti e dando un carattere unico ai due massimi Governi del Paese. ••.Cop .queste premesse e questi propositi — sui quali è da contare sempre, dato e non concesso, che in un regime di frazioni parlamentari possa arrivare, per dirla con Dante, « a mezzo '1 verno quel che novembre fila » — si sono potute improvvisamente calmare per un poco le beghe e lé bizze dei partiti, che sino a stasera avevano fatto tutto quanto era in loro potere per fare fallire la combinazione. Come al solito, quello che ha spinto le cose all'im- .,prbVvisa soluzione è stato l'energico , intervento del presidente Hindenburg^che geloso custode com'è delle .sue prerogative e guardiano severo dei greggi dei partiti, a nessuno vuole permettere di uscire dal loro recinto, é Che' ad un certo punto ha puntato i piedi e detto: — Basta! lersera Muller era andato dal presidente Hindenburg per dirgli in sostanza che i suoi sforzi si erano infranti contro difficoltà insormontabili consistenti ormai definitivamente nel fatto che il Centro voleva per se il vice Cancellierato o — in via subordinata — il Ministero degli Interni, al quale però i socialisti non potevano rinunziare avendolo ormai .assegnato a Severing. Il Centro ieri diceva: « O il vioe-Cancellierato o ritiro di tutti i miei candidati ». Il 'presidente stette a sentire Muller, .e poi gli disse: «La prego di riferire da parte mia alla frazione del Centro che siccome 1 ministri li nomino io, dipende da me la nomina di un vice-cancelliere o meno. Ora, 10 non sento alcun bisogno di istituire l'ufficio di vice-Cancelliere del Gabinetto, ufficio che non è previsto come istituzione regolare nè nella costituzione, nè nel regolamento di Governo. Del resto, ciò sarebbe come cercare di farmi dare delle prescrizioni obbligatorie, da una frazione parlamentare, circa l'esercizio dei miei diritti costituzionali ». Fornito di questa risposta, che non ammetteva repliche, Muller è apparso stamane al Reichstag ed ha preso contatto col Centro, ,che finalmente stasera improvvisamente rin'sayiva; ^Per l'intervento.;., di , Hilfer jìfng, .$uòvo ministro dette ;,;F^affitò( fu trovato un coirmromessò sulla formula dèlia cosidètta « provvisorietà » del Gabinetto sino .all'autunno, provvisorietà in vista del futuro consolidamento della grande coalizione ottobrina tra Prussia e Reich. \Sino a quel momento, il Centro si laccontenta di un solo ministro nel Gabinetto, cioè von Guerard, al quale tuttavia sono assegnati due Mi nisteri: uno in via effettiva, che è quello delle Comunicazioni e l'altro che è quello dei Territori occupati in via di interim (posto quest'ultimo che von Guerard è incaricato di te nere caldo per un altro suo collega di partito sino all'ottobre prossimo) Sulla base di questo compromesso il Ministero si potè dire subito forma to\ Però rimaneva scoperto, anche dopo il ritiro degli altri candidati del Centro, il Ministero del Lavoro, già offerto a Brauns. Bisognava provvedere subito ed i socialisti sono stati costretti a prenderlo per sò, contrariamente alla speranza che a vevano accarezzato di lasciare lo scabroso Ministero al Centro, che le aveva da otto anni. Cosi Muller ha assegnato il dicastero del Lavoro al compagno Wisel. Un ultimo vuo to della lista è stato subito riempito, o cioè il Ministero della Giustizia, già offerto anch'esso al Centro ed ora dato al democratico Kock. Come risultato di questi accordi, il Centro -e conformemente al proverbio — ha ottenuto meno volendo troppo, e la socialdemocrazia ha dovuto assumersi un'assai maggiore responsa bilità di governo di quella che non avesse l'intenzione di assumersi di fronte alle masse, prendendo il Mini si ero del Lavoro. _ L'elenco definitivo del Gabinetto è dùnque cosi costituito CajiceUiere : Ermanno Muller (socialista); Esteri: Stresemann (popu lista); Reichswehr : Groener, (senza nartito); Interni: Severing (socialista); Economia: Curtius (populista) Finanze: Hilferding (socialista); Ap prqvìaionamenti: Dietrich (democratico); Comunicazioni e Territori pceupali: von Guerard (Centro) .Giustizia: Koch (democratico); Lavoro: Wisel (socialista); Poste: SchaetzeK Centro bavarese). Alle 17, Muller si è recato dal presidente per comunicargli la lista che Hindenburg, senza perdere tempo a scanso di, imprevisti, si è affrettato ad approvare emanando senz'altro i decreti di nomina. Il Consiglio degli Anziani del Reichstag ha deciso che il Parlamento sia convocato per martedì alle 15 coll'ordine del giorno : <■ Dichiarazioni del Governo ». I giornali, di destra, di sinistra e persino i socialisti, accolgono il Ministero senza entusiasmo. Il Giornale delie Otto Ore (per menzionarne uno di sinistra, che riassume egregiamente il giudizio di tutti) dice che il precedimento usato nella formazione di questo Gabinetto è staio disonesto: con un simlie sistema non si potrebbe, nonché governare la Germania, neanche gestire una salumeria in un sobborgo argentino: ed è quanto basta — dice — per togliere al parlamentarismo l'ultimo resto di prestigio che gli rimaneva. Altri giornali si Indugiano a notare la curiosa coincidenza che il Gahinetto MOHer si formi p~>prio nel giorno luttuoso per la Germania della ricorrenza dei trattato di Versail'ebche Multa" precis-unenta nove anni fa £(rmò'. «II Gabinetto del M«ar>r o a r a n i i l , l a , l o a i e e i e è a ( a . i l è o i o a l e i o, a o ò, a o e r o o to, a, d e o — e ua n di iè ou a i) p ori ) a: 7, r no peel adì ia i nie di te edi o: oaia è re to ri uto no rib, ni r>r Muller, firmatario di Versailles — dice il Lokal Anzeiger si distingue da un Governo che può,governare altrettanto quanto il trattato di Versailles si distingue dalla vera e durevole pace». E la Deutsche Tatjes Zeitung osserva: « Giornata di lutto nazionale è oggi. Teniamo desta la protesta contro l'opera vergognosa. Ma noi purtroppo, come i fatti dimostrano, siamo caduti in liti familiari ci stiamo sbranando vicendevolmente e facciamo esperimenti ciarlataneschi nel campo sociale ed economico, dimenticando che la vera causa della nostra crisi è l'ipocrita, brigantesco, assassino trattato di Versailles. Chi è per il trattato di Versailles, è un nemico mortalo della Germania. Versailles come sfato quo? Giammai I >. Non sono questi, per Moller, augurali saluti. Come la stampa austriaca accoglie il discorso di Seipel suU'Arischluss Vienna, 23, notte. Le dichiarazioni fatte ieri dal Cancelliere Saiipel al Consiglio Nazionale hanno riportato il problema dell'Anschluss nel vivo della pubblica discussione. Oggi tutti i giornali se ne occupano largamente citando anche i coonemnti pubblicati a Berlino e nei Paesi delia Piccola Intesa. Quanto scrive la Reichspost sembra ispirato dal Più schietto entusiasmo per il pensiero di Seiipel, che ha indicato — dice il giornale — la via da seguire a tutti gli austriaci. « Ieri — dice l'organo ufficioso cristiano-sociale — è stata una grande giornata di politica estera al Parlamento. La posizione dell'Austria davanti al problema internazionale dell'Europa centrale è stata delineata in chiare proposizioni. Che il Cancelliere abbia potuto fané ciò in termini che ci sono abituali perchè emunziati la prima volta, da anni, da parte nostra: che egli abbia potuto tracciale la nostra linea di condotta senza dover cambiare nulla alle direttive da lungo tempo fissate, ci dà la convinzione di avere scollo la strada g'msta, ci riempie di un senso di tranquillità e sicurezza poiché non dubitiamo ormai più che lo scopo sarà ragg'unto, se non domani, domani l'altro, con runa o con l'altra soluzione ». Concludendo, la Reichspost rileva chi il grande discorso del Cancelliere è stato accolto da applausi da tutta la Camera, prova questa che circa le linee fondamentali della politica estera non vi è fra i partiti alcuna divergenza di vedute. Per la Neue Freìe Presse è un fatto importante che l'Austria — come ha detto fra l'altro Seipel — non ha fatto nulla che potesse offrire una base alle dichfciraz''o.ni del Ministro degli Esteri jugoslavo, Marinkovic. « Senza offendere Marinkovlc, Seipel ha saputo — nota il giornale — distinguere fra la politica austriaca e quella caratter'rtzzata ' dai desideri degli uomini di Stato della Piccola Intesa ». Come ieri il Cancelliere, la Neue Prete Presse si domanda oggi dove esista il sistema economico della Piccola Intesa di cui ha fatto parola il ministro jugoslavo: «Non vediamo nessuna unione organica La Romania e la Jugoslavia sono in agricoltura concorrenti: la Romania e la Cecoslovacchia hanno assai poco in comune sul mercato mondiale. In quali rapporti sono poi mieste economie con. .l'AustriaT Dalle statlstlchi}, ,,<),el Uogfrp commercio,e^qfa,' si desùme che. le. nostre importazioni dalla £ermania sono salite dal 3.V al' 53 per cento del'totale mentre le' esportazioni m Germania aumentavano da 27 a 38 per cento. Le importazioni e le esportazioni nostre con la Cecoslovacchia ra.ppresentano il 44 e il 22 per cento. Sono aumentate anch'esse ma restano di gran lungi addietro nei confronti con quelle tedesche. Ancora niù netto appare il contrasto quando si guardino le cifre relative al com mercio con la .Tneoslavia e la Romania, che negli ultimi anni è notevolmente dlmlmulto ». La conclusane della Neue Freìe presse é la seguente. « Non sediamoci al tavolo della Piccola Intesa dove ci si vogliono offrire 'eccoimie economiche per dominarci pconomr'camente ». Mossi da ragioni di opposizione In terna, i socialisti non vorrebbero dare rneione a SflineJ e perciò YArbeiter Zeitnna di errori si dimostra malcontenta delle d'ohiarazioni del Cancelliere. Ma è malcontenta perchè il Can celliere dovAva. a suo pa.rere. assumere un atteggiamento ancora p'ù espli cito: «La nostalgia dell'unione col ooipolo tedesco fratello (perchè non al tro è il nensiero dell'Anschlnss) — scn've l'organo (Id sinistra — Seipofl la riduce alla necessitò, di un più vasto ♦errtorio economico ». Alla ouale osservazione viene obbiet tato dal Neue Wiener Taneblall: «Di re di più di quanto ha detto Pelpel non era possibile nel momento attuale, un ministro austriaco può fare una omissione di fede, ma non una polit'cn di provocazione che avrebbe come unica conseenenza dpi danni pel noslro Paese, debole e privo d'aiuti. Con ragione perciò il Cancelliere ha attribuito grande importanza all'aspetto economico del problema ». Onapto al fatto che le dichiarazioni di Pelnel siano state prò vocate dal deputato socialista Otto Rauer (il quale, or non è molto, aveva scritto un notevole articolo in cui si dichiarava assai meno convinto fautore dPll'« Anchslnss »). il Neve Wìpvpt Tnnchlalt è persnnto che l'esito delle eipzioni cernTapIchp ha contribuito a far mutar di vedute la social-demo crazia austriaca. nCommenti romani Roma. 28, notte. La portata politica delle dichiara zioni fatte dal cancelliere Seipel al Consiglio nazionale sui rapporti tra l'Austria e la Piccola Intesa, è sottolineata dai giornali particolarmente nei riguardi della questione dell'Anschluss. Il Giornale d'Italia, rilevando come nel convegno di Bucarest i mi' msti" della Piccola Intesa abbiano ri preso l'esame di.accordi economici più assorbenti e generali di quelli creati dai consueti trattati di commercio, ai quali dovrebbero associarsi l'Austria e l'Ungheria, soggiunge: « Assorbite nel quadro economico e politico del centro europeo, l'Austria e l'Ungheria sarebbero deftnitivamen te disarmate e sottratte, una al movimento sempre più diffuso per l'unione con la Germania, l'altra al lavoro di ricostituzione di una forte autonomia economica e politica nazionale Ancora una volta il pretesto della di fesa della pace, dovrebbe mascherare lo sviluppo di potenza di qualche paese » La Tribuna dal canto suo nota che tutto l'artificio anti ungherese ma spe cialmente anti italia no suggerito alla Piccola Intesa dal balcanismo della politica giornalistica francese, non è durato a lungo e scrive: • Siamo già al capovolgimento, e la stampa francese è obbligpta a vedere come nello stesso linguaggio saponoso del cancelliere austriaco Seipel ricompaia la solita arroganza tedesca che si appresta ad acquisire ogni fìnt antigermanico della Piccola Intesa, per passare alla posizione superiore di chi si compiace in quest'occasione di fa re ccnjscefe che il posto della res:,.m Austria non è in una confederazione . iù o meno balcanica, ma nell'unione co-'fro la Germania »'.