I fantasmi degli Ineas fra le prodigiose mura di Cuzco

I fantasmi degli Ineas fra le prodigiose mura di Cuzco I fantasmi degli Ineas fra le prodigiose mura di Cuzco DAL oMUNIH»,ugno. Vorrei con un avvicinamento di sapore europeo rendere per gli ignari isignificato di questa vecchia Cuzco neriguardi dell'America antica. Penso aCracovia, ad Aqulsgrana, a Ravenna anche, ma finisco con il trovare che nella sua funzione di ex-capitale imperlale essa è più a posto collocandola vicino a Toledo o tutto al più a Granata. I peruani vorrebbero addirittura confrontarla con Delhi dei Mogol ma evidentemente esagerano, malgrado che Cuzco sia stata la città principale di un' impero più vasto di tutti quelli che ebbero per seggio coteste venerabili città e il centro d'una religione che si esteso per tutto il continente dove vivevano uomini suscettibili di un certo incivilimento. M'ero figurato un conglomerato serrato da mura, visibile da lungi su di un alto pianoro, dominato da una cittadella solitaria, qualche cosa che i miei occhi avevano già veduto ai piedi dell'Blvend in Persia, Ecbatana per esempio. Viceversa Cuzco è nascosta nel suo « bolson », le abitazioni si serrano l'una contro l'altra in un punto dove si riuniscono tre valloni, tre torrenti, discesi dalla montagna e, all'lnfuori di qualche campanile di forma quadra, non si vede niente di particolare sino al momento che si raggiungono le porte della città. Essa giace su di un leggero pendio, le strade diritte, salvo nei punti dove un torrente le costringe ad incurvarsi, molte sono cosi strette che le vetture possono difficilmente incrociarsi. Del resto i veicoli sono rari o l'inconveniente quindi non ha un'importanza eccessiva. Eppoi Cuzco oggi non ha che 30 mila abitanti o poco più, indii per la maggioranza, e se è facile raggiungerla con la ferrovia, meno facile è lasciarla per una strada diversa... Sta per essere ultimata tuttavia ima buona rotabile che permetterà di discendere la Cordigliera e raggiungere il fiume « Madre de Dios » e l'Amazzone e quindi l'Atlantico, per via acquea. Strade, caie, chieseLe strade nella città sono selciate di pietre cosi grandi e fruste che il letto di molli torrenti appare più unito e comodo al viandante. In mezzo scorre un rigagnoletto come nelle città anatomiche, che disinipegna parecchi uffici compreso queìlo di profumar le strade di odori che non sono di rose, Ma all'inconveniente si sta provvedendo come si è provvisto ad impedire che gif americani del nord continuino a saccheggiare le rovine portandosi via quei ohe gli scavi danno ancora di stoviglie incas, di mummie, di oggetti di argento ed oro, il patrimonio archeologico perua.no insomma, quanto mai originale e strano. Le case san solide di costruzione, con piccoli cortili quadrati all'interno, circondati da vecchie gallerie in legno. Molte hanno due piani con balconi coperti e intagliati alla guisa moresca, qualcuna possiede ancora delle belle porte con lo stemma di qualche vecchia famiglia- spagnuola sul'-battente. Uno d'essi porta le sembianze dai quattro fratelli Pizarro e si suppone che la casa sia stata abitata dal Conquistatore. Ma ciò che caratterizza la città sono le piazze. La maggiore, senza essere attraente come le piazze di Lima e d'Arequipa, offre con le tre chiese clie occupano due dei lati e la fortezza di Sacsahuaman sulla collina che la domina, un assieme imponente. Le due piazze minori, Cusipata e San Francisco, sono meno regolari ma ruvidamente pittoresche, con arcate e vecchie case bizzarre dipinte d'azzurro, e decrepiti balconi. La cattedrale, se non balla, è maestosa, con le sue solidissime torri. Nell'interno un dipinto attribuito a Van Dyk, un altare dove Pizarro prese la Comimione e certe curiose, pitture che rappresentano cerimonie di monacazione del XVII secolo. Interessa però maggiormente la fcacristia con il ritratto di quella buona lana di Vincente di Valverde, il primo vescovo di Cuzco, colui che a Catamarca incitò Pizarro a sterminare la scorta dell'Incas Atahualpa. Pizarro esitava e si rivolse verso Valverde come per domandargli consiglio: «Vi dò l'assoluzione — gridò il monaco; — massacrate questi infedeli Casigliani, vi dò l'assoluzione! ». C'è da scommettere che il ritratto è di pura fantasia come quelli dei primi Papi nella basilica di San Paolo a Roma. Ma il volto duro e quadro, gli occhi senza pietà, rispondono al carattere del personaggio che e senza dubbio uno dei più notevoli nella storia della conquista spagnuola. Fece una fine più miserevole ancora di quella di Pizarro: qualche anno dopo aver retto il vescovado di Cuzco, rendendosi per mare a Panama, naufragò sula costa presso Tumbez e fu divorato dagli indiani di quei paraggi. Altari in argento massiccio Impressionante per 11 suo barocchismo è un'altra chiesa detta della Compagnia, cioè della Compagnia di Gesù. Tutte le chiese di Cuzco hanno degli altari in argento massiccio e lavorato come al Messico. Una vera opera d'ar e è il coro della vecchia chiesa di San Rlasio, fatto d'un sol pezzo, scolpito da un artefice indio, degno di figurare in una nostra cattedrale, ma 6 la sola, poiché in materia di buon gusto artistico si può dire che anche nella colonia più ricca d'America, cioè in Perù, gli spacnuoli portarono meno che al Messico. La città con la sua grande altitudine è assai salubre, il paesaggio attorno seducente, ma scarso d'alberi. gii alberghi discreti, lo auto ora corrono sulla bella rotabile della vallata di Vilcanota. La maggior parte dei luoghi che hanno un interesse storico bisogna Però raggiungerli a cavallo Benché fedele alle sue vecchie abitudini, tutta penetrata di misticismo, la società è di costumi semplici ed amabile. Nessun popolo del resto è più aggradevole del peruani, siano essi di pura origine spagnuola o abbiano sangue indio nelle vene. L'Università è antichissima, fu fondata nel 1508. A Cuzco si parla largamente il > quichua», la lingua degli indii, poiché essi, corno dissi, costituiscono la maggioranza della popolazione: drizzano sotto i portici e nelle piazze i loro banchetti di vendita, s'aggirano per ogni dove immantellati nei • poiidhos » con in capo i loro grandi cappelli di paglia coperti dalla parte • per il bel tempo » di velluto e dalla parte t per la pioggia » di llanella scarlatta. Sfilano greggi Interi di lama carichi; gli avvenimenti che animano la città sembrano essere costituiti unicamente dalle feste religiose con relative processioni. Ma il viaggiatore a Cuzco è più tratto a rievocare il passato che ad interessarsi del presente, poiché gli elementi che aiutano a trasportarlo indietro nel tempo sono più tarlanti che in qualunque altro luogo d'America. Ripeto: parlanti ma non certo sfarzosi. Le rovine infatti dell'Impero distrutto da Pizarro consistono unicamente in resti di muraglie. Niente edifici, n«ssuna statua, nessuna pittura. Lo spagnuolo distruttore ha annientato ogni cosa ad eccezione di quello che non era possibile polverizzare; cioè le ciclopiche mura. Tutto ciò che apparteneva alla vecchia religione doveva perire ed è perito. Tuttavia le muraglie sono di tai natura e potenza e solidità, da testimoniare largamente l'abl'ità costruttiva degli Incas. Stupefacenti castrazioni Macigni di trachite tagliati a rettangoli allungati, con la superficie esterna liscia leggermente convessa, blocchi riuniti con cura stupefacente di modo che la lama del coltello può raramente penetrare nell'interstizio. Muraglie che come quello che rinserrano una lunga e stretta strada partente dalla grande piazza s'inclinano leggermente all'indietro con pochissime aperture, ma con un'ampia porta che offre un bel campione della porta dei tempi incaici. Altre muraglie, probabilmente anteriori, sono di tuit'altra specie, cioè letteralmente ciclopiche, con assise meticolosamente sagomate in guisa da permettere ai blocclii di sopra, di sotto, a destra e a sinistra, di combaciare esattamente. Cosi appaiono i resti del cosidetto « Palazzo rlell'lnca Roca » e del « Tempio del Sole ». Le rovine di quest'ultimo sono assolutamente degne di stare alla pari con le più superbe d'Egitto. La città abbonda di questi frammenti. Se ne trova utilizzati per gli usi più vari, ^niìa costruzione delle chiese $ del palazzi a quella delle staile. E' accaduto qui quello che avveniva nella vecchia Turchia per le rovine greche e romane ; Cuzco, in questo campo, sembra un po' Angora prima della trasformazione kemalista, ma qui, malgrado il sincero proposito di cercate di restituire a Cuzco per lo meno qualche cosa della topografia dell'antica capitale, bisognerebbe abbattere tre quarti della città sorta dopo il 1540, che si è stabilita sulle muraglie inca, e quali oggi fanno da fondamenta ad un gran numero di edifici. Cuzco non ha ancora un vero museo pubblico. Esistono invece delle raccole private dove si vedono delle pitture nca su legno non certo paragonabili come finezza alle figure d'uomini e di animali lasciateci dai popoli precolombiani abitatori dell'America Centrale. Anche le stoviglie peruane che riproducono la forma di esseri viventi sono piuttosto grossolane, benché abbiano l pregio della colorazione originalisima. In quanto alle armi, mi son sembrate più interessanti delle lancie e delie flonde usate dai guerrieri inca: formidabili archi e le enormi treccie che adoperavano i loro nemici e di cui 'armano ancora i selvaggi delle Amazzoni. La fortezza di Saesahuaman L'Imponenza delle muraglie antiche nell'interno di Cuzco appare insignifiante dinanzi agli spalti assolutamente gomentevoli della fortezza preistorica i Sacsahuaman sovrastante la città i 250 metri. E' qualche cosa che suera i manufatti pelasgioi presso Taormina o quelli delle città volsche. Di assù si abbraccia la veduta dell'intera ittà dai tetti rossi, delle lunghe strae diritte ombreggiate a tratti dalle ovine inca, delle grandi piazze con li indii e i lama piccini come formihe, più lontano s'apre la valle soleggiata e all'orizzonte si drizzano le cime nevose della N'evada di Ausungate. La terrazza è a mezza costa della col na e formidabili 6paltl di pietra univano un tempo alla cima: ne restao ancora d'una incomparabile maetà sorgenti su tre linee parallele, una ietro l'altra e la loro lunghezza (mezo chilometro quasi), l'enormità masiccia dei blocchi, fanno della fortezza uno dei monumenti storici più impresionanti che esistano al mondo. L'opea sembra risalire ad un'epoca assai ontana, di molto anteriore al tempo degli Incas soggiogati dagli spagnuoli, denota negli esecutori un'abilità tecnica superiore, poiché la fortificazione non è rettilinea ma a salienti e a rienranti. Vien fatto anzi di pensare che l sistema che aumentava grandemente a potenza difensiva delle opere dove rplcsslcutdlntscv va appartenere a genti più atto a organizzarsi in società che a fare la guerra, meno militare degli aztechi o degli spartani che non cinsero di mura le loro città poiché il valore dei cittadini doveva bastare a difenderle. Sulla cinta del monte altre rovine, cioè altre pietre, ma meno enormi di. quelle della fortezza, smosse dai cercatori di tesoriL'ho già accennato: il Perù e la Bolivia sono pieni di storie di tesori sotterrati dagli Incas per sottrarli alla rapacità dei conquistatori. Ma è più di un secolo che non si trova nulla II tesoro che i peruani hanno cercato con maggiore accanimento è la catena dioro deU'Iiw-a Huayna Capac, lùhga come il giro della gran piazza di Cuzco e che fu gettata nel lago d'Urcos. tutti sono ancora convinti che la gran catena è ancora nel fondo del lago. Dirò ancora una parola per ii famoso . trono degù incas » che è una eminenza rocciosa collocata a poca distanza dalia fortezza, straordinariamente levigata e dura sulla cima Si tratta di un piano inclinato sul quale generazioni di ragazzi devono essersi divertiti a far gli scivoloni. Li facevano già al tempo dello storico Garcilaso pochi anni dopo la conquista. Il particolare curioso è offerto dai sedili ■n tagliati nella roccia sulla sommità e n fianchi con angoli stupefacenti di recisione e le parti piane perfettalente liscie. Il gruppo di sedili più notevole ne comprende tredici, uno centrale che è il più elevato e gli altri che declinano dalle parti, nove a sini"ra e tre a destra. Perse non si tratta ie degli stalli di un tribunale. Nessun storico del tempo della conquista spiega chiaramente che cosa abbia rappresentato questo matematico lavoro di scavo e di finitura. E' superfino aggiungere che su nessuna delle muraglie si constata l'ombra di una sostanza adesiva qualsiasi; la loro solidità risulta dal peso e dall'esattezza delia sovrapposizione. Esistono nelle vicinanze di Cuzco e in diversi punti del Perù, altre imponenti rovine incaiche. Dappertutto si tratta di muraglie e di porte testimoni d'una abilità meccanica considerevole e di un enorme lavoro, ma mute di linguaggio artistico. Niente cupole, meno ancora vòlte, sconosciute agli Incas, qualche colonna appena. SI deve quindi dire che il gran Tempio del Sole a Cuzco consistesse di sole alte muraglie cingenti dei cortili e, come unica decorazione, lastre d'oro fissate alle pareti. E' una concezione costruttiva impressionante di aridità benché piena di energia e di potenza. Soltanto sovrani dispotici alla guisa dei Faraoni o dei satrapi babilonesi o degli mperatori cinesi hanno potuto ottenere dai loro sudditi opere come la fortezza di Sacsahuaman. La testa dell'altimo Incas L'improvvisa decadenza di tutta una razza, voglio dire la condizione odierna di questi indii peruani, non molto lontana da quella degli indii messicani, non si spiega che pensando ad una distruzione totale non solo della famiglia reale ma dell'intera classe di governo. Non rimasero che i contadini, già semplici servi se non schiavi sotto i loro sovrani indigeni, i quali contadini, terrorizzati da una tirannia ben più spietata di quella degli Imperatori del loro sangue, caddero in un'apatia irrimediabile perdendo sin a memoria di quel che era stato il loro Paese. Poiché bisogna dire che i conquistatori iberici furono, dal loro odioso punto di vista, assai scaltri quando impiegarono tutte lo risorse della crudeltà per oltraggiare i sen imenti del popolo e diffondere il terrore Hei cuori. Non si può soffermarsi nella gran piazza di Cuzco sen za ricostruir la scena che vi accadde quando l'ultimo rampollo della schiata imperiale degli Incas, ini giovinetto nnocente, accusato di ribellione dal viceré spagnuolo Francisco di Toledo, fu giustiziato in presenza della folla ndia. Quando il boia levò la scure di morte un tal lamento scaturì dal popolo terrorizzato che l'esecutore arrestò il gesto fatale e i dignitari spagnuoli della chiesa corsero dal viceré domandandogli grazia per l'Incas. Ma Toledo fu inesorabile, il giovane ven ne decapitato e la testa infissa su di una picca rimase presso il palco del supplizio. Al colmo della notte, gli spagnuoli guardando dalle finestre he davan sulla piazza, furon stupeatti di vederla ancora stipata di popolo indio in ginocchio, dinanzi alla esta dell'ultimo Incas. Cuzco ha vedute innumerevoli altre cene d'orrore ed altre rivolte d'indii... Del resto nella vicina Bolivia l'insur ezione degli indii è, si può dire, la ente. Nel passato dicembre il dover no boliviano dovette mobilizzare 20 mi a soldati per fronteggiarla. Non ho parlato delle mummie pe uane. Esse non hanno in verità nula di comune con quelle dell'Egitto ome sontuosità di custodie e arte di reparazione, e invece di giacere alungate sono rattapprite con i ginoecti" ontro il mento. 11 fascino di questa trana e melanconica città è altrove. Sono le case, le strade, della Cuzco pagnuola, grigie, lunghe, trascurate; e decrepite muraglie dell'antica Cuzco he sfidano i millenni, evocatrici di una civiltà scomparsa, queste piazze roppo vaste per una popolazione riotta e la sensazione di essere molto ontani dalla vertiginosa vita modera che le danno, fra le altissime monagne, lo stesso carattere di quei coiddetti cardini dell'umanità che qui ome in altre parti dei mondo sopravivono, calamite di spettri. ARNALDO CIPOLLA.