Il macabro caso Mestorino alla luce delle nuove indagini

Il macabro caso Mestorino alla luce delle nuove indagini Il macabro caso Mestorino alla luce delle nuove indagini Parigi, 20, notte. ■ Continuando la sua inchiesta, sui reati di occultamento di cadavere e di ricettaziono di gioielli, imputati alla signorina Susanna Charnaux, la cognatina di Mestorlno, 11 giudico istruttore ha proceduto oggi ad un lungo interrogatorio di tutti i testimoni dell'assassinio del disgraziato Truphème. Questo interrogatorio, prolungatosi per più di cinque ore, fu seguito da un confronto con Susanna Charnaux. assistita dal suo difensore. La narrazione fatta la settimana scorsa dalla Imputata è stata cosi precisata nei suol minimi particolari. , „ _ Fu il giovane operaio Marcello Larignon il primo ad essere* udito. — Era un po' più di mezzogiorno quando Moncet (un altro operaio) venne ad avvertirci che nell'ufficio del padrone si battevano. Tutti siamo andati e.abbiamo visto Mestorino che era chinato verso terra su di un uomo. Questi era a « quattro zampe » e si lagnava e teneva fra le mani un'asta di acciaio, che serve per arrotondare i braccialetti. Susanna Charnaux chiese a suo cognato: «Cario, che. fai?». «Lasciateci tranquilli — rispose, il padrone — e un ladro •. Noi siamo partili dopo che Susanna Charnaux aveva strappata l'asta di acciaio a colui che abbiamo saputo più tardi essere Truphème. Essa la portò nell'atelier e noi slamo andati tutti nell'ufficio dei clienti, attiguo a quello del padroni. Sentivamo che la lotta continuava. Tutto ad un tratto, Susanna Charnaux svenne. Io le battei sulle mani e due minuti dopo essa riprese ì sensi. Ritornata in sè. la ragazza volle precipitarsi dal cognato mentre il Moncet aveva preso un martello per separare i rissanti. Dopo avere esitato, Susanna Charnaux apri la porta dell ufficio. Per una seconda volta penetrammo nella camera. I due uomini erano ancora nella stessa posizione. Truphème non parlava più. gemeva, soffiava, rantolava, sembrava soffocare. Mestorino ci intimò nuovamente di uscire, e noi ritornammo nell'ufficio dei clienti. Infine, per una terza volte. Susanna Charnaux si recò da.sua cognato mentre noi facevamo ritorno nel!olflclna. Quando Susanna Charnaux tornò nell'atelier, Moncet era partito per fare colazione. Beninteso, si parlò della battaglia, ma nessuno pensava che fosso sopravvenuto un esito la- taNel corso del .pomeriggio Mestorino mandò il Larlgnpn a comprare della tela ed un gomitolo di spago, senza però indicare l'uso che voleva fa™ Quante teJaT — damando H glo- ^Mestorino si voltò allora verso la cognata e con. aceewto interrogativo le chiese: — Sette metriT Da sette o otto metri — rispose la ragazza. A . — Prendine otto metri — concluse Mestorino, che in quel momento appariva perfettamente padrone di se. Il giovane apprendista Pietro Leievre, totenrogato a sua volta conferma questa narrazione o aggiunge che Susanna Charnaux nel corso del pomeriggio l'aveva mandato a comperare dell'acqua ossigenata e dell'alcool. Per fasciare Mestorino? O per pulire 11 pavimento dalle macchie di sangue? 11 teste lo Ignora. L'operaio Moncet ha pure confermalo le dichiarazioni di Larignon, ma afferma di non aveTe mai preso un martello per tentare di separare i due combattenti. Susanna Langlois, interrogata per ultima indicò che verso le 15 avendo chiesto a Susanna Charnaux che fosse accaduto di Truphème, la ragazza rispose: — E' partito. — Concdrdemente i quattro -testimoni hanno indicato che Mestorino teneva la sua. vittima talvolta feona. al collo, talvolta per le spalle. Che si può dire stilla Charnaux? Ben poco. Essa ria negato le parole più oompromettenti che le sono state attribuite, oppure ha dichiarato di non ricordarsi esattamente di quanto fosse avvenuto. Tuttavia, ha riconosciuto di essere andata tre volte da suo cognato, e di avere la prima volta tolta l'asta di acciaio dalle mani del Truphème, che essa aveva riconosciuto fin dal primo momento. Dopo essersi occupato della questione dell'occultamento del cadavere e della scena del delitto, il giudice istruttore haatenuto a delucidare la questione della ricettazione di gioielli. Susanna Langlois ha narrato: « Il 13 marzo, verso le 9 del mattino, Susanna Charnaux mi ha consegnato un pacchetto di brillanti dicendomi: «Mettili nella tua borsetta, e non dir nulla ». Nel pomeriggio, verso le U, nel momento in cui partivamo per la podizia giudiziaria da cui eravamo convocate entrambe, essa mi consegnò un pendente pregandomi di metterlo nella mia borsetta ed anche quella volta aggiunse: «Non parlarne». Quando, 11 14, appresi l'arresto del padrone mi affrettai a portare ogni cosa alla polizia giudiziaria ». Messa al corrente di queste gravi dichiarazioni, Susanna Charnaux ha affermato di non ricordarsi più di aver detto di conservare il segreto sulla consejgna delle pietre preziose. — Per quanto concerne il pacchetto — ha soggiunto — se avessi voluto dissimularlo mi sarebbe stato facile. Susanna Langlois aveva le pietre nella sua borsetta quando eravamo alla polizia giudiziaria. E' la migliore prova che io non nascondevo nulla. — E per il pendente — interroga poi il giudice istruttore — non Ignoravate che era stato confezionato con pietre rubate al Truphème ? — Non lo ignoro più oggi — risponde la « cognatina ». — Ma non lo sapevo quando mio cognato me Io consegnò. Ignoravo che egli avesse preso quelle pietre preziose al Truphème, ma sono convinta che sia stato confezionato anche con altre pietre. — Susanna Charnaux concluse protestando nuovamente la sua completa buona fede e la sua innocenza per quello che concerne i due reati che le sono attribuiti. Una polpetta alla stricnina Pisa, 30 notte. Tale Emolo Cremolanti. di 56 anni, è stato condotto all'ospedale perchè in preda a gravi sintomi di avvelenamento. 11 disgraziato cessava di vivere dopo qualche tempo. Si è potuto accertare che egli aveva mangiato una polpetta confezionata con mortadella che conteneva della stricnina. L'autorità lia aperto una Inchiesta per accertare come siano andate le cose.

Luoghi citati: Parigi, Pisa