La Mostra dell'Opera Nazionale Combattenti

La Mostra dell'Opera Nazionale Combattenti Passeggiate all'Esposizione La Mostra dell'Opera Nazionale Combattenti Chi, dal monumentale ingresso principale della Mostra, entra nel grande piazzale ove trionfa, in un meraviglioso impeto eroico l'Irruente Cavallo del Duca d'Aosta, nella slanciata concezione di Davide Calandra, resta subito colpito dalla imponenza massiccia e severa di un padiglione che forma come la scena di fondo della vasta arena teatrale. E* il padiglione del1 Opera Nazionale Combattenti. Esso è stato costruito per incarico dell'Opera, dall'Ufficio Tecnico dell'Esposizione, su progetto dell'architetto Macaluso di Torino. L'edificio è alto 15 metri e raggiunge — con i pennoni, l'altezza di m. 25. La facciata del padiglione è adorna di sei colonne in forma di fasci littorii, terminanti in alto con scuri rivolte all'esterno. Al sommo fra colonna e colonna, quattro pannelli laterali in plastico con i simboli dell'agricoltura e della milizia; nel pannello centrale il motto dell'O. N. C.: < ense et aratro ». L'interno del padiglione è decorato dal pittore Bea. I quadri dimostrativi della multifor: me attività dell'Istituto nel campo agrario e nei campi economico-sociale e finanziario, sono stati eseguiti dal prof. Carotti, direttore della Scuola d'Arte di Civita Castellana. Nel padiglione sono illustrate, t mezzo di ampie vedute panoramiche, di plastici, di diapositive luminose, 17 fra le principali aziende agrarie e bonifiche idrauliche dell'Istituto, e cioè le aziende agrarie di Casanova (Torino), di Isola Sacra (Roma), Pietralata (Roma), Annone Veneto (Venezia), San Cesareo (Roma), le Bonifiche e A ziende agrarie di Coltano (Pisa), San Cataldo e Porto Cesareo (Lecce), Stornara (Taranto), Alberese (Grosseto), Sanluri (Cagliari), le Bonifiche del Trigno (Chieti), di Val Sellustra (Bologna), di Merano; della Valle del Quieto; di Licola; l'Istituto G. Fortunato « vivaio di viti e di fruttiferi » in Rionero in Vulture (Potenza). Inoltre è illustrata, a mezzo di diapositive luminose, l'azione di istruzione e di propaganda a mezzo di cinematografie che l'istituto va svolgendo in ogni regione d'Italia. Assai interessanti sono i modelli in legno dei numerosi tipi di fabbricati colonici costruiti dall'Opera Nazionale nelle sue aziende agrarie; tipi che variano da regione a regione, in rapporto alle diverse esigenze dell'economia agraria, al differenti usi delle popolazioni rurali, ecc. Ricordiamo ancora le nitide diapositive riproducentl case, ville, palazzi, castelli, alberghi, situati nella Vene zia Tridentina, di proprietà dell'Ope ra Nazionale. I beni stessi — che pri ma della guerra appartenevano a sudditi ex-nemici — sono destinati -alla véndita. Su appositi mobiletti, sono disposte le numerose publicazioni edite dall'Opera in occasione della celebrazione del X annuale della Vittoria, che è altresì il X anno di vita dell'Istituto. Fra le pubblicazioni segnaliamo le se guenti : « L'Opera Nazionale per l Combattenti », volume di oltre 300 pagine, illustrato da 270 incisioni; quindici opuscoli contenenti altrettante monografie delle principali bonifiche idrauliche e trasformazioni fondiarie dell'O.N.C; una carta delle bonifiche idrauliche e trasformazioni fondiarie, eseguite o in corso di esecuzione nelle varie regioni d'Italia; un volume di oltre cento pagine, corredato di numerosissime incisioni, illustrante le proprietà in vendita nell'Alto Adige; un volumetto contenente 11 programma del t Codice della Terra », Biblioteca Agraria dell'O.N.C. di imminente pub blicazione. Le origini dell'Opera L'Opera Nazionale per i Combattenti, che in questo anno di celebrazioni patriottiche, celebra anche il suo decimo anniversario, fu. costituita nel dicembre 1917 per dare ai difensori del Piave, contro i cui ' petti si infrangeva, oramai impotente, lo sforzo dell'invasore, un segno tangibile della gratitudine nazionale. Il provvedimento legislativo col quale fu costituita è lo stesso Decreto luogotenenziale 10 dicembre 1917, n. 1970, che autorizzò iTstituto Nazionale delle Assicurazioni ad emettere le polizze di assicurazione gratuita a favore dei Combattenti. L'Opera Nazionale, peraltro, non potè essere concretata nel suo ordinamento e nelle sue funzioni e dare inizio alla sua attività se non verso la metà dell'anno 1919. Essa è sorta per portare — con una vasta e ardita azione di elevazione morale, economica, finanziaria e tecnica — le forze di lavoro dei Combattenti al più alto rendimento per la completa valorizza zione e per lo sviluppo sempre maggiore di tutte le risorse nazionali. Infatti, il regolamento legislativo dell'Opera Nazionale dice testualmente, che questa ha lo scopo di concorrere allo sviluppo economico ed al miglior assetto sociale del Paese, provvedendo principalmente alla trasformazione fondiaria delle terre ed all'incremento delle piccole e medie proprietà, in modo di accrescere la produzione e favorire l'esistenza stabile sui luoghi di una più densa popolazione agricola. Nell'adempimento di questo suo scopo, l'Opera si propone l'elevazione economica e morale dei Combattenti, ha personalità giuridica e gestione autonoma, ed è sottoposta all'alta vigilanza del Capo del Governo. Fu costituita con un capitale di fondazione di 300 milioni di lire, formato dal provento di oblazioni e lasciti di Enti e di privati, e, per la differenza, con utili netti conseguiti dall'Istituto delle Assicurazioni, nella gestione dei rischi di guerra in navigazione, tenuta per conto e nell'interesse dello Stato. Il patrimonio dell'Opera ascende oggi a circa 350 milioni di lire, ivi compreso il valore dei beni già appartenenti alla dotazione della Corona e, dalla munificenza del Sovrano, donati all'Opera Nazionale. Il dono del Sovrano e la volontà del Duce Sua Maestà il Re, primo Soldato d'Italia, il 21 agosto 1919. indirizzava al Governo la seguente nobilissima lettera : t Dopo la nostra grande guerra che ha riunito tutti gli uomini in un solo sforzo tenace, dopo la vittoria che ha dato all'Italia più grande sicurezza e dignità nel mondo, dobbiamo riprendere, con rinvigorita lena, il nostro pacifico lavoro. E' mio desiderio che pajte del beni, fin qui in godimento della Corona, ritorni al Demanio' dello Stato, e quanti costituiscono fonte di reddito, siano ceduti all'Opera Nazionale per i Combattenti. — Vittorio Emanuele ». Con questo munifico atto — inspirato ad uri austero senso di devozione alla Patria — il Sovrano dava un luminoso esempio del dovere che incombe su tutti coloro che dispongono di beni di qualsiasi natura, di promuovere — anche col personale sacrificio — la completa valorizzazione, per trarne il massimo rendimento, nelllnteresse generale. La sovrana volontà ebbe immediatamente attuazione: 7.700 ettari di terreno (77 chilometri quadrati) passarono cosi al patrimonio dell'Opera, perchè fossero da essa, portati al ptù alto rendimento col lavoro dei Combat^ tenti nel superiore Interesse dell'economia del Paese. Il criterio dell'as: soluta preminenza dell'azione agraria sulle altre forme di attività risponde fedelmente alle precise direttive del Capo del Governo. Il Duce dellu rinnovata Italia — sotto la cui vigilanza, come si è detto, è posta l'Opera Nazionale per i Combattenti — ha voluto che il grande istituto si costituisse sentinella avanzata nelle battaglie per la rinascita agricola dèi Paese. L'Opera è oggi presieduta dal1 on. Manaresi, che della volontà del Duce è fedele interprete. Questa attività ha portato il patrimonio terriera che l'Opera va trasformando e valorizzando con il lavoro dei Combatten¬ ti, ad una estensione di oltre 76 mila ettari. Essa comprende i terreni acquistati nelle forme del diritto comune e terreni trasferiti all'Opera mediante espropriazioni, oltre i terreni già appartenenti alla dotazione della Corona. L'azienda Casanova tra Carmagnola e Poirino Il procedimento che l'Opera segue per la valorizzazione delle terre che man mano entrano a far parte del suo patrimonio, si può riassumere schematicamente cosi: Le opere e* senziali di bonifica idraulica e di sistemazione agraria dei terreni, che richiedono una organizzazione sistematica e validi mezzi tecnici e flnanziari1'„..veEg?no compiute direttamente dall Istituto. Resi i terreni suscettibili di immediata cultura, essi vengono assegnati a combattenti coltivatori diretta o a cooperative di agricoltori formate in maggioranza di combattenti. I terreni sono concessi, di norma, in fitto a miglioria con diritto di acquisto, istituto attraverso il quale l'Opera esperimenta la capacità dell'utente alla conduzione diretta ed autonoma del fondo, mentre l'utente compie 11 più efficace tirocinio. Infatti, requisito pnncipalissimo dell'istituto dell'utenza a miglioria con diritto di acquisto, è l'obbligo da parte dei concessionari di compiere miglioramenti stabiliti all'atto della concessione: all'adempimento di questo obbligo è strettamente subordinato il riconoscimento del diritto di acquisto. Dei 77 mila ettari di terreno gestiti dall'O. N. C.. circa 29 mila sono direttamente condotti dall'Opera per la esecuzione dei lavori essenziali di bonifica di trasformazione fondiaria. I restanti 48 mila ettari sono stati concessi in fitto o in vendita ad agricoltori ex. combattenti coltivatori diretti. Pertanto, l'azione agraria dell'Ope ra va determinando non solo una graduale incessante estensione del territorio produttivo delia Nazione a aia conseguente accrescimento della ricchezza e del benessere collettivo, ma la formazione di un nuovo nucleo di piccoli proprietari consapevoli della funzione sociale della proprietà. Infatti sui terreni riscattati dalla bonifica, oltre 20.000 braccianti agricoli si stanno trasformando in piccoli proprietari terrieri, moralmente e tecnicamente preparati, amanti dell' ordine, difensori della Patria e del Regime. * L'Azienda agraria di Casanova del- I estensione di circa 2586 ettari, è situata, com'è noto, nei Comuni di Carmagnola e Poirino. Quando, nel 1920, 1' azienda venne trasferita all' Opera, essa presentava mi aspetto di squallore: terreni depauperati da pratiche colturali primitive e sfruttatrici, case cadenti, pochissime strade a fondo naturale, qualche cisterna d'acqua potabile, dovunque vecchie e logore piantagioni legnose, assoluta mancanza di acqua per irrigazione. L' Opera dissodò la tenuta con una spesa di circa 57.000 lire; costruì 80 chilometri di strada, spendendo circa un milione e 300.000 lire; nove stazioni di estrazione e di sollevamento di acqua dal sottosuolo per un importo di quasi 1 milione e mezzo di lire; eresse 36 case coloniche e 33 fabbricati di uso comune con una spesa di cinque milioni di lire; restaurò vecchi fabbricati per un importo di oltre un milione; apportò migliorie varie alla tenuta, che richiesero una spesa di oltre 200 mila lire. Trasformata cosi la tenuta, essa fu divisa in 87 poderi, 38 dei quali di ettari 30 ciascuno e 49 dell'estensione variabile tra i 9 e 20 ettari. Nell' azienda dove, prima deli' intervento dell' Opera vivevano stentatamenta poche famiglie di agricoltori, sulle quali si rifletteva lo squallore della terra arsa e depauperata, oggi prosperano 140 famiglie di contadini combattenti con oltre 1500 componenti. Questo spettacolo di fervente attività agricola si ammira nell'ampio salone della Mostra. Plastici e schemi, piante e diagrammi testimoniano di questa ascesa lavorativa, cementata nel più puro ricordo che è concesso alle umane capacità, quello del sangue sparso in quattro lunghi anni di guerra combattuta per la salute della Patria. Quel comune cimento, quella comune volontà di vincere, forma come il lievito della odierna laboriosità, nella quale 1' agricoltore italiano può ben servire da modello a tutto il mondo, per onestà, probità e capacità. II massiccio padiglione del quale degnamente si adorna la grande piazza delle Esposizioni di Torino, parla al visitatori di tanta nostra virtù, e al vivido ricordo di questa bellezza, ecco che le sobrie e contenute tavole della Mostra, si animano di vita fattiva e produttiva, cosi come vuole 11 motto che è l'Insegna della Associazione Nazionale dei Combattenti: Ense et Aratro. 8I0ELIO.

Persone citate: Carotti, Casanova, Davide Calandra, Duce, Macaluso