La più di lunga crociera a remisei canottieri torinesi

La più di lunga crociera a remisei canottieri torinesi La più di lunga crociera a remisei canottieri torinesi Da Torino a Roma sul Po lungo le coste dell'Adriatico del «Ionio e del Tirreno fino al Tevere. Un grande avvenimento sta maturando nel mondo dei canottieri, al quale gli interessati guardano con estrema curiosità. Una nuova, audacissima impresa sarà tentata, un'impresa che era, e forse è tuttora, considerata da molti pressoché impossibile. Una crociera a remi verrà compiuta da Torino a Roma, attraverso il Po, lungo le coste dell'Adriatico, del .Tonio e del Tirreno, e attraverso il Tevere. L'impresa 6 presto enunciata; ma ad effettuarla è tuft'altra cosa: è veramente quello che si dice un osso duro. Fanti pericolosi Prima di tutto, c'è la lunghezza del percorso. Sono circa 3900 chilometri, che dovranno essere superati. E' questa', la crociera a remi piti lunga che sia stata tentata.; tuttavia non sta certamente qui la maggiore difficoltà. Ciò che rende l'impresa veramente irta e grave è la natura di alcuni tratti del percorso, che sembrano creati apposta per opporre ostacoli su ostacoli ad una barca a remi che si avventuri per essi. Senza tener conto del primo tratto, fTorfno-Alessandria. che sarà percorso fcon una comune barca fluviale a fonilo piatto, si può dire che le vere difficoltà comincieranno a Brindisi-Bari. S>i inizia quivi, infatti, una costa aspra, a tratti rocciosi, con l'insidia di Scogliere affioranti, che va con queste •caratteristiche fino a Taranto. Vi è compresa nna zona che è addirittura ■il non «plus ultra». Sono i 65 Km. della costa che va da Otranto a Santa Maria di Leuca, un continuo mura •glione che^cade a strapiombo sul mare, con unSaltezza variante da 10 a •300 metri, e~dove non è assolutamente .possibile alcun approdo; zona, cioè, che bisogna-assolutamente superare di iun sol flato. Quivi le difficoltà si complicano. Doppiare il capo di S. Maria di Leujca, vuol dire, dover superare un pericoloso gioco di venti e di correnti: correnti dell'Adriatico che incrociandosi con quelle del Jonio, creano ostacoli e pericoli. Le cose volgono ancora al peggio, se ci si imbatte nel mare mosso. Valga un esempio. L'anno scorso lin equipaggio della « Tarentum » di Taranto compì la crociera Taranto-Bari; ma nel canale d'Otranto poco mancò che la crociera non finisse drammaticamente. L'imbarcazione, che viaggiava senza scorta, fu sorpresa dal mare grosso, e, sballottata presso una costa rocciosa senza possibilità di approdo, fu in continuo pericolo di sfasciarsi contro 1 massi. Per fortuna l'imbarcazione fu scorta da alcuni pescatori, che erano a riva, i quali, con segni, riuscirono a guidare i rematori entro una caverna che essi soli conoscevano e dove i croceristi poterono mettersi in salvo. Non meno aspro e difficoltoso si presenta il tratto Taranto-Messina. Basti dire che mai esso è stato percorso da un'imbarcazione a remi, tante e così gravi sono le incognite cui dà luogo. Non luoghi di approdo e neppure di ricovero, all'infuori di quelli fissi, sponda rocciosa, scogli affioranti, correnti capricciose, venti: tutto quanto, inson ia, può cooperare a sconsigliare il tentativo. Anche lo stretto di Messina costituisce, un punto nero, a causa delle correnti che si incontrano e delle continue bufere. Qui occorre, approfittare dell'alta, marea, che raggiunge i 66 centimetri, cioè viaggiare dalle 18 alle 21 circa, per avere facilitato l'arduo compito. Le coste Calabre non sono neppur esse, per dei croceristi, l'ideale; anzi, sono da temersi le mareggiate improvvise e il cosidetto mare vecchio o morto, -dalle onde alte e lunghe che ostacolano gli approdi. Poi viene ancora nel qaradro delle difficoltà, il capo Circeo, esposto ai venti, dominato da correnti e senza possibilità di approdo. La scelta dell' imbarcazione Trattandosi di superare così formidabili asperità è naturale che i candidati alla crociera abbiano proceduto ad una laboriosa preparazione e meticolosa organizzazione. La scelta delrimbarcazione, uno dei punti essenziali, ne ha costituito una buona parte. Quii si è fatto del nuovo. Nessuno dei correnti tipi poteva soddisfare le esigenze, dando affidamento di riuscita; perciò si è dovuto pensare ad un iipo nuovo, che venne costruito da uno specialista di Alessandria. Esso ha della lancia, della baleniera e della yole, pur differenziandosi da ognuno. Una creazione nuova insomma, di cui i competenti dicono addirittura « mirabilia ». Tutto ciò spiega il grande interessamento del mondo dei canottieri. Due sono i motivi della curiosità, dell'attesa; ed entrambi essenziali, diremmo, vitali. Primo: vedere se la crociera, la più lunga e la più difficile finora tentata, che si ripromette di passare là dove nessuno è passato con la pura forza delle braccia e dei remi, sarà felicemente condotta a termine; secondo: vedere la prova che darà la nuova imbarcazione nel duro e lungo cimento. Chi vive fuori del mondo dei canottieri difficilmente può darsi ragione della vastità e dell'intensità di un taile interessamento. Bisogna mettersi nei panni degli interessati, per capire. Si tratta di sapere se tutte le coste d'Italia sono abbordabili con la forza dei remi, si tratta di sapere se c'è una imbarcazione capace di superare... l'impossibile. In altre parole, è un nuovo orizzonte che può schiudersi, è un nuovo patrimonio, sia morale che pratico, che può essere conquistato. Il che spiega che tutto questo piccolo e singolare mondo sia un poco in ebollizione, che da tutta Italia si scriva e si guardi a Torino dove il nuovo evento sta maturando, che già si siano fatte proposte di acquisto ' della famosa imbarcazione, prima ancora di vederla alla prova... Cioè, per amore dell'arte si sarebbe persino disposti a rinunziare al capolavoro, lasciando... a piedi i sei candidati ella crociera... Gli ardimentosi a le loro tappe Ma questa è un'eventualità da scartare. La crociera si farà. L'organizza zione è già quasi ultimata, a giorni -tutto sarà pronto. Hanno dato il loro appoggio morale e finanziario — poi che l'impresa costa anche quattrini — enti, autorità, privati. E difatti, oltre a costituire una sana propaganda di turismo nautico, oltre a costituire un esperimento dal quale i canottieri attendono la soluzione di diversi problemi, la crociera è anche un'impresa patriottica; è atto di obbedienza al comandamento del Duce « navigare ed osare » ; è un modo di onorare e commemorare il grande Principe Emanue le Filiberto, l'iniziatore delle forze na vali del Piemonte; è un modo di fe steggiare l'anniversario della Vittoria, dimostrando che la gioventù d'Italia anche in pace ama la fatica ed il ci mento. E tutti questi aspetti dell'iniziativa sono riassunti e simboleggiati nel ge sto che i croceristi compiranno di recare al Duce, a Roma, il messaggio di Torino e di tutto il Piemonte, festante nella commemorazione di due patriottiche ricorrenze. La crociera si inizierà il 7 luglio e terminerà agli ultimi di agosto, n percorso è stato fissato in 40 tappe giornaliere, con nna media di circa Km. 70 per tappa; ma vengono preventivati una quindicina di giorni di forzato riposo dovuto a cattivo tempo. Le tappe sono: Casale, Rea di Pavia, Cremona, Borgoforte. Crespino (Venezia), Porto Corsini, Cattolica, Ancona, Pesaro, Montesilvano, Trigno, Punta di Mileto, Mattinatella, Trani, Bari, Monopo lì, Brindisi, Torre di S. Andrea, S. Maria di Leuca, Corso Cesareo, Taranto, Torre Bollita, Cajo Trionto, Laganetto, R. Uria, Roccella, Foce R. Amendolea, Bagnava, Briatico, Fiumefreddo, Sca lea, Pisciotta, Lioimella, Massalubren se, Napoli, Mondragone, Terracina, An zio, Ostia, Roma. L'equipaggio si compone di sei uomini, appartenenti alla varie Società canottieri di Torino, e tarmo tutti parte della Milizia. Eccoli: il seniore cav. Franco Rippa (Cerea), i militi Giovan ni Giannoccaro (Cerea), Antonio Gian noccaro (Cerea), Alfredo Bonetto (Ce rea), Edgardo Vergiati (Armida), Ma rio Piana (Caprera), e Camillo Mattassero (Esperia). Vi sono poi altrettante riserve: Lucinio Bonetti (Cerea), Carlo Homiger (Cerea), Luciano Imerico (Casale) Paolo De Paulis (Esperia), Alessandro Negro (Armida), Camera (Caprera). Costoro si terranno a disposizione. In caso di malattia o di incidenti tra i primi sei, debbono, telegraficamente chiamati, accorrere a sostituire i com pagni resi impossibilitati a proseguire. Ma tale eventualità si spera non si verificherà. E l'augurio « Buon viaggio! » suona sincero attorno ai va lorosi partenti.