Due propulsori dell'idea navale

Due propulsori dell'idea navale Due propulsori dell'idea navale Il foca Emanuele Filiberto e Fammiraglio De Saint Bon 9t ooosfaimo scadono due anniver bari eb« interessano In ugnai modo U iPhwnonto « la Marina Militare, facendo ) haìlnrn imo specialissimo vincolo che rtortoamenie unisce H secolo XVI con 8 Meato XIX e che nnisee, pure storicaima nobilissima regione Italiacon una delle pio forti garanzie di dèlia nostra Patria. Cioè hi ce 4 «grinte centenario della nascita di Emanuele Filiberto di Savoia e si iMUple II primo centenario della nascite dell'ammiraglio Simone Pacarci d« Saint Ben. Qoaie legame può esservi tra l'ima e rattra personalità, cosi Mietenti per nateli e per epoca, e quale s fftnite fra loro ai può riscontrare dal iato marinaro e regionale T .Vi è meno distacco di quanto a prima vista puosupporsi: Emanuele Filiberto, con la vàlida cooperazione del conte AndreaMvmniim noJProvana di Leynl — vero complice ne-cessarlo — fu il primo e vero organizzatore della Marina Savofata, comi che diede alla sua Armata uno spirito di corpo e che le impresse il marchio dell'italianità, per cui con pieno diritto quell'Armate, diventate poi successivamente siciliana e sarda, può vantare di essere la diretta ascendente della Marina Italiana. Simone de Saint Bon fa l'ultimo riformatore, il quale, raccogliendo la Marina, appena diventata nazionale, in uno stato di depressione, molto slmile allo sfacelo, conseguente a Ltesa, latrasformò, le diede nuova vite restituendole un'anima che, a dispetto di tutte le glorie del passato, si era separata del corpo. Entrambi nati a rjh'ambery, a tee secoli precisi di distanza, entrambi cittadini di elezione di Torino, entrambi benemeriti di avere risvegliate la Marina e specialmente di avere modificata l'opinione dei governanti e del pubblico in senso favorevole alla Marina stessa, entrambi possono apparire affratellati, nonostante la differenza di classe nobiliare, quali Agli benemeriti del Piemonte a quali pietre basilari dalle quali l'Armata italiana spiccò il salto per nuove glorie ; tale coincidenza abbiamo volute far risaltare, non per semplice amore dei confronti paradossali. La ricorrenza del quinto centenario idi Emanuele Filiberto ha dato occasiona a morti cultori di storia di portare nuovo materiale atto a far meglio conoscere la figura gigantesca di quel Principe dalla multiforme attività, e Vogliamo augurarci che qualcuno voglia. — avendone la possibilità — frugare ulteriormente negli archivi, con l'intento di portare altri e particolareggiati lumi sulla parte che più spiccatamente si riferisce all'opera svolta dal Principe stesso nei riguardi dolla Marina Sotto questo speciale aspetto non pestiamo dire di essere completamente all'oscuro, perchè dalle opere del barone Claretta, del senatore C. A. Gerbaix de Konnaz, del Gioffredi, dell'ammiraglio Frasca, di Ettore Janni, di Jack I.a Bolina e di altri, si hanno sufficienti eie menti per comprendere ed apprezzare II protendo ed illuminato spirito marinaro di Emanuele Filiberto e per for> màrsi un'idea esatta v circostanziata rte) p|ù salienti fatti dell'epoca, quali: l'aziono' svolta nella battàglia di1 tarante dalle tre galere> Savoirie al comando del Provana e la successiva gestione di due galere affidate all'Ordine di S. Maurizio a Lazzaro sotto il co mando dell'ammiraglio Marcantonio Galleani. Però nr! complesso si hanno dei punti, delle epoche per le quali la storia e monca, troppo sintetica, adat la al t.rattatelli per le scuole secondarle e manca la documentazione rlferentesl ad azioni eli minore importanza e, quel che j.iù interessa, difettalo smi buzzamente dell'opera di organizzazione intesa a creare dal nulla la Marina, come personale e come materiale." E' una lacuna, questa, che purtroppo Sion e isolato al solo periodo di Emanuele Filiberto, ma che si estende fino ad assimilarsi ad un lago, per tutta la storia della Marina Sabauda a comin d'are dall'epoca in cui essa diede i sool primi vagiti sul Lago di limono, fino al momento in cui, cacciata dalle Orde giacobine del generale Danselme sfuggendo al blocco della, squadra del l'ammiraglio Tniguot, dovette abbandonare Vfllaftanca e rifugiarsi in Sardegna con base a La Maddalena, La lacuna dipende in massima parte dalla dispersione e distruzione degli archivi del Comando della Marina, archivi successivamente trasportati da ViHaAranca in Sardegna, poi a Genova e poi ancora a Spezia per finire, in gran parte, vittimo dell'eccessivo zelo delle Crocerossine che, in tempo di guerra, andavano alla febbrile ricerca e requisizione di carta vecchia p*?r mandarla al macero. Ma la lacuna dipende altresì dall'insanabile indifferenza se non addirittura repulsione, che gli italiani in genere nutrono per le cose del mare, sen timento negativo che si trasfonde an che agli studiosi ed al ricercatori di archivio, t quali sono felicissimi di stendere una memoria per annunziare e rommentare la scoperta di uu -vecchio atto di investitura di un 'ondo, ma. forse prevenuti della loro supposta Incomprensione di fatti, lasciano che la polvere dei secoli si accumuli indi «turbata su quanto riflette la oronaca marinara dei tempi passati. Deficienza ili studiosi marinari a specialmente reudenti nello località ove maggiormente gli archivi contengono documenti preziosi: Torino e Cagliari. Basti dire che, mentre delle più piecole città del Piemonte sono stati ordinati e pubblicati cartolari e statuti municipali, nessun lavoro del genere — per quanto ci risulti — si ò fatto per Villafranca Marittima, che è stata il contro navale del Ducato di Savoia e per un certo tempo del Regno di Sar degna e che si devo giustamente dea niro la culla della Marina italiana Eppure, il quinto anniversario della nascite di Emanuele Filiberto dovrebbe Bcuotcro gli studiosi, perche la realizzazione del potere marittimo e stata una fra te più meritevoli opere del Grande Duca. Ricordiamo per sommi capi che Egli iquando ancor esule militava al servizio idi Spagna, diede incarico ad Andrea Pro vana di Leynl di organizzare la flotte, ed il suo luogotenente assolse brillantemente questa mansione senza mezzi, in parte vendendo delle sue Terre, in parte facendo ricorso all'aiuto di altri signori, in parte accettando la collaborazione del corsaro villafran obese Giovanni Moretto, che gli apportò una galera, l'esperienza propria nonché quella del suo agguerrito campeggio. In pochi anni la flotta, da un nucleo embrionale ed improvvisato, sì lngsaudi, tanto da cooperare ad importanti azioni di guerra, senza sfiguconfronto di armate agguerrite, Ptetermezzo di quell'altea magnificai figura che fu l'ammiraglio Andrea Omnrin tìa finn/>'«» — Ber rammtrasdìo come quelle di Venezia, di Spagna, di Genova, di Marta. L'assedio di Penon de Veiez, la difesa di Malta, la battaglia di Lepanto, le numerose offensive contro 1 ptoMAi musulmani, brillano nel libro d'at*, deQa Marina dei Montagnardi (come con espressione benevolmente canzonatoria fu definita la Marina di Savoia, costituita in gran parte da elementi savoiardi e piemontesi) e queste azioni non debbono essere cancellate dal libro d'oro dette Marina Italiana, legittima discendente dell'Armata di Emanuele Filiberto. Appunto per impedire ohe la memoria si affievolisca dalle presenti generazioni, sarebbe bene che tatto l'intenso lavorìo navale condotto dada fervida mente e degl'indomita volontà del Duca Teste di Ferro fosse meglio e più particolareggiatamente delineato e saremo ben lieti se le nostre parole riusciranno a richiamare l'attenzione degli studiosi «M'argomento. Per Simone Pacar et de Saint Bon, successore — dal ponto di vista mari-! naro di Emanuele Filiberto e del suo. luogotenente Andrea Provana — con Giorgio De Geneys — per rammlragilo de Saint Bon non necessitano troppe delucidazioni e smmnzzamenti storici, polche quanto egli fece è ben note, od almeno dovrebbe esserlo, a tatti coloro che non appartengono proprio oBe ultimissime generazioni. CIÒ non toglie che, date le benemerenze dell'Uomo, una delle poche figure che abbiano brillato a Lissa a che di Lassa seppe distruggere lo spirito deprimente, sia ingiusto lasciar passare inosservato a centenario della nascite-: non teste, non j rumorose commemorazioni, nulla di teatrale, ma semplici manifestazioni di rtefrescamento della memoria, doverose per Torino cho divenne Patria di adozione del Saint Bon, allorché egli dovette rinunziare alla cittadinanza di Chambery per avere optato a favore dell'Italia nell'epoca in cui la Savoia fu cedute alla Francia. Proprio per in coraggiare gli storici allo studio della Marina Savolna e par fare, debolmente, opera di refrigerazione della memoria, abbiamo scritte queste podi e e sconnesse considerazioni, addivenendo a quella specie di paradosso quale può apparire l'accoppiamento di due personalità savoiarde, piemontesi ed anche marinare: 11 Duca Emanuele Filiberto di Savoia e l'ammiraglio Simona Pacoret de Saint Bon. NAPOLEONE ALBINI