L'uccisore del suo ex-socio condannato ad un anno di detenzione

L'uccisore del suo ex-socio condannato ad un anno di detenzione Il dramma di Porta Palazzo L'uccisore del suo ex-socio condannato ad un anno di detenzione i e o e e e . e l Il (processo contro Francesco Rossi, il meccanico che uccise, la notte del 4 settembre, il commerciante Luigi Serra, si è conchiuso .ieri nel pomeriggio, con qualche anticipo sul previsto. Di comune accordo, le parti hanno rinunciato alle deposizioni di numerosi testi, i quali avrebbero dovuto riferire intorno a circostanze già note, ed illustrate esaurientemente nella prima udienza. Questa falcidia della lista testimoniale — che era in effetto pletorica — ha fatto si che il dibattito si avviasse più rapidamente verso, l'epilogo. Gli-ùltimi testi che sono stati escussi hanno deposto sui precedenti dell'imputato, sul turbamento psichico da cui il Rossi fu colto dopo i suoi contrasti col Serra. Altri testi hanno accennato . ai rapporti intercorsi tra il Rossi ed il Serra e sulla condotta di quest'ultimo che aveva dato luogo, anni addietro, ad incidenti di varia natura. Ultimata la sfilata dei testi, il Presidente ha intrapreso la lettura degli atti. Tra le carte processuali, il documento più notevole appare la perizia medico-legale, stesa dai professori Carrara e Tirelli, sulle condizioni di mente dell'imputato. Il documento è diffusissimo e fa fede della diligente indagine compiuta dal periti-intorno alla personalità ed all'azione del Rossi. I rilievi dei periti psichiatri La necessità dell'analisi psicologica dell'azione dell'imputato ha.portato i periti a considerare dapprima le risultanze degli atti processuali, a seconda che conèernano: la fase remota dell'antefatto, la fase più prossima al reato, il momento in cui fu commesso il reato e la fase successiva al reato. I rilievi effettuati in questo campo confortano ed.appoggiano gli altri dati che i periti hanno desunto dall'esame clinico dell'imputato. L'anamnesi indica che un fratello del nonno paterno del Rossi fu ricoverato al manicomio; un suo cugino paterno fu pure al manicomio e mori in istato di coma epilettico; un altro suo cugino paterno si uccise, benché provveduto di molti mezzi di fortuna, perchè si credeva in miseria. 11 Rossi, in tenerissima età. fu ammalato di tifo, e questa infermità lo lasciò rachitico. In seguito egli ebbe a subire vari atti operatori sinché, nel 1925, rimase assai scosso in seguito ad un accidente automobilistico. Da quell'epoca la sua memoria ebbe a subire defteenze congiunte a facile eccitabilità. Il medico clie lo curò per le ferito riportate in quell'infortunio rilevò in lui « segni manifesti di squilibrio mentale, con fasi di eccitazione e di logorrea in tenrottada improvvise crisi di pianto» Secondo i periti, la vita psichica del Rossi si riassume in questi due sintomi prevalenti: grande emotività e atteggiamenti depressivi persecutori. II suo stato emozionato e nevrastenico si riverbera poi anche negli atti e nelle estrinsecazioni sue in genere. Questo stato nevrastenico derivato da emozione patologica è, nel Rossi, una condizione morbosa suscitata ed aggravata dagli avvenimenti che culminarono nella uccisione del Serra, ma certamente presente all'epoca e nel momento del reato. Il Rossi è uomo morale, mite, buono, laborioso, sobrussimo, alieno dalle compagnie e dai divertimenti, amante della famiglia. Pure quest'uomo dalla personalità antitetica a quella del criminale, è diventato omicida. Perchè ciò abbia potuto accadere si intenderà solo — dicono i periti — se si accetta il concetto di una patoge nesi morbosa psicopatologica del fatto che il Rossi ha commesso. Generi camente considerato, il reato commes so. dall'imputato offre i caratteri dell'azione patologica, perché contrastante con la personalità abituale di lui perché eccezionale, anzi isolato nella vita dell'imputato, perchè volto contro ogni suo. interesse, anche il più elementare, perchè — anche clinicamente considerato — offre gli attributi dell'atto di mente inferma. Il Rossi è un debole,. tanto somaticamente che psichicamente. La sua debolezza psichica non è solo l'effetto del perdere assoluto dell'elemento affettivo-sentimentale iperestesico in quello rappre sentativo. ma anche di un moderato ma pur sicuro abbassamento di questo in confronto alla norma, cosicché per doppia via si esagera la vita sen timentale. lo « stato di affetto » deRossi e cioè per lo scarso potere rappresentativo e per eccessivo dinamismo della sentimentalità. «Parziale responsabilità» Concludendo il loro esame, i periti hanno ritenuto che per effetto di cattiva ereditarietà e di malattie sofferte, Francesco Rossi mostrò in occasione di traumi fisici e morali tale predisposizione agli squilibra neuropsichici che. per la sua grande emotività, culminarono anche in episodi di dissociazione psichica vera e propria. In occasione e a cagione dei suoi rapporti commerciali col Serra, venne, man mano, ad instaurarsi nel Rossi una condizione continuativa e crescente neurastenica, delineatasi, nell'ordine rappresentativo, con atteggiamenti persecutori da parte, e contro il Serra, e', in via effettiva, con uno stato di emozione patologica. Nel reato commesso, il Rossi ha portato questo stato d'infermità di mente Ma siccome non risulta che questo stato neurastenico siasi mai sviluppato in un delirio vero e. proprio di persecuzione, né. la condizione di emo¬ zione patologica si sia perfezionata nella dissociazione psichica acuta completa, cosi i periti ritengono che la infermità di mente del Rossi, nel momento del fatto, debba considerarsi solo parziale. Ultimata la lettura degli atti e concordati i quesiti da proporre ai giurati, ha preso la parola il P. G. comm. Moretti. Dopo avere minutamente esaminato le linee della causa, e le condizioni obbiettive e soggettive in cui l'imputato ha agito, il P. G. ha dichiarato di riconoscere che il suo atto delittuoso debba essere giudicato con qualche attenuante. E l'oratore della legge ha concluso invitando i giurati ad affermare la colpevolezza del Rossi con le diminuenti della seminfermità è della provocazione grave. Si è avuta quindi l'arringa a difesa dell'avv. Quaglia. Tratteggiata acutamente e brillantemente la causa nei suoi aspetti umani, l'oratore ha preso in esame i risultati dell'indagine peritale, per passare a dipingere efficacemente lo stato d'animo dell'imputato al momento del fatto. L'avv. Quaglia, ha sostenuto quindi che il Rossi agì sotto l'impulso di una provocazione ma anche per difendersi, temendo di essere aggredito. E colle altre dirimenti, già ammesse dallo stesso P. M. egli ha invocato in favore dell'imputato anche quella dell'eccesso di difesa. La sentenza I giurati hanno accolto questa tesi difensiva e negando che il Rossi abbia premeditato il delitto hanno affermato, die egli agi per eccesso di difesa ini seguito a provocazione grave ed in istato di semi infermità di mente. In base a questo verdetto, il P. G. chiede la condanna del Rossi ad un anno di detenzione. L'avv. Quaglia si alza e dice rivolgendosi al Pre sidente : — In seguito al risarcimento com piuto, quest'uomo ritornerà nella vita senza un soldo. Egli riprenderà il suo lavoro, ma la ricerca di lavoro si presenterebbe per lui difficile se non impossibile qualora la condanna che gli sarà Inflitta vpnisse menzionata nel certificato penale. Ho fiducia quindi che il presidente vorrà ordinare la sospensione dell'iscrizione della pena nel cartellino penale. A quest'istanza della difesa il P. G. dichiara di non opporsi. Il presidente comm. Bobba si ritira e poco dopo pronuncia la penitenza: Francesco Rossi è condannato ad 1 anmo di deten zione ma di questa pena non sarà fatta menzione sul certificato penale. L imputato accoglie la lettura della sentenza piangendo. II Rossi, sempre piangente, è portato fuori dall'aula per essere ricondotto al carcere. Egli è detenuto dal 9 settembre scorso: gif restano quindi da scontare poco più di tre mesi ancora. pcutmtgd1dunmSar L'episodio di Col San Giovanni L'episodio di Col S. Giovanni, per cui il Tribunale aveva ordinato lo stralcio quando, qualche tempo fa, si discusse il processo Gaschi e C, è stato esaminato ieri. Erano imputati col conte Federico Gaschi, di 28 anni, abitante in via Della Rocca 19, il ventenne Alfredo Barilari, Luigi Trucchetti di 25 anni, abitante in via Dos Ambrois 2, Victor Risso di 26 anni, abitante in via Roma 21, tutti in istato d'arresto, e certi Luigi Mazzullo di 29 anni, abitante in via Garibaldi 37 « Alessandro Sandroni di 29 anni abi tante ad Altopascio, citati con mandato di comparizione. Il Gaschi, il Barilari, il Trùcchetti e il Risso erano imputati di violenza privata in danno dell'albergatore Emilio Rigoletti di Col S. Giovanni, di oltraggio verso la guardia di finanza Giulio Rigoletti, di lesioni guarite in 13 giorni e del reato previsto dall'art 217 della legge di P. S. per avere in quella ed in altre occasioni, portato indebitamente e pubblicamente il distintivo del Partito fascista dal quale erano stati espulsi. Il Mazzullo ed il Sandroni erano incolpati di mandato nei reati di violenza privata e lesioni attribuiti agli altri imputati. Il Tribunale (Pres. cav. Antonelli, P. M. cav. Villa, Cane. dott. Vivo) ha pronunciato a tarda ora la sentenza. Ma/zullo e Sandroni sono stati assolti da ogni imputazione per non avere commesso il fatto; Gaschi, Barilari. Triicchetti e Risso sono stati assolti dalle imputazioni di violenza priva ta, lesioni ed indebito porto del di stintivo fascista, per non provata reità. Vennero ritenuti invece colpe voli di oltraggio aggravato e condannati a 2 mesi di reclusione ciascuno. DUpsa avv. Dagasso, Filippi Torchio. Ezio Rossi. Signorini, Ma this e Verderame. Una riduzione di pena In Corte d'Appello (Pres. conte Mar chetti, P. G. comm. Aroca) è stata rie saminata ieri la causa del dott. Giulio Ubertiizzi. Come si ricorderà, l'Uber tazzi veniva condannato due mesi or sono dal Tribunale a 6 anni e 10 me si di reclusione per una serie di truffe e per falso in cambiale. La Corte — accogliendo talune delle tesi di di ritto prospettate dai difensori dell'ini putato, avv. Pavesio e on. Villabru na — ha riconosciuto in favore del l'Ubertazzi la diminuente della semi.in fertilità mentalp e ritenendo che i sin goli reati di truffa costituissero un uni co reato continuato, gli ha ridotto la pena inflittagli a 4 anni di reclusione.

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