Il grandioso spettacolo

Il grandioso spettacolo Il grandioso spettacolo ^f*I5?,a,1* dl, o^1? ripartirono con i",^**™1 ^ J** !« lwse di Milano dflcisi a nfare l>0' » via* Torino ha vissuto ieri una delle più memorabili giornate di festa. Il desiderio di assistere al grande Carosello storico e di prendere quest'occasione per visitare l'Esposizione al Valentino ha richiamato in questi giorni da ogni città d'Italia una folla enorme che ha dato a Torino un caratteristico ed alto tono di animazione quale da tempo non ricordavamo. Si può dire che tutte le famiglie dell'aristocrazia torinese hanno arato qualche ospite in questa eccezionale circostanza; ma anche innumerevoli case della borghesia hanno dovuto accogliere paranti od amici, poiché gli alberghi si sono trovati nell'impossibflltà di ospitale tatti i via? Statori in cerca di una camera Ogn: vano possibHe — perfino 1 gabinetti da «ISno è stato utilizzato perchè molta gente s'è adettata a dormire anche sa un semplice divano; ma a malgra do di questi sforzi moltissime persone hanno dovuto rassegnarsi a cercare una stanza nelle cittadine vicine. Centinaia di _ poi il viag gio per aver modo di dare una capatina all'Esposizione. Si calcola che almeno ottantamila persone siano venute a Torino, disperdendosi presso famiglie di conoscenti, alberghi e alberghetti oppure riprendendo la via del ritorno. Una nota assai caratteristica la si e avuta poi nella mattinata e nelle primissime ore del pomeriggio di ieri, con il febbrile movimentò di automobili private, di taxi e di vetture pubbliche. Verso le 15 trovare un veicolo per andare allo Stadftim era divenuto un problema quasi insolubile, sebbene 1? automobili corressero avanti ed indietro senza tregua. Por tutta la giornata quindi c'è stata a Torino una vivacità veramente straordinaria. Ciò torna, del resto, ad onore della Città nostra che ha fama di cordiale ospitalità ed anche di molto buon gusto. Una festa a Torino ha sempre un tono d'arte e di eleganza. Anche in questa occasione la tradizione non è stata smentita. U folla allo Siadiuffl Il Carosello ere fissato per le 15,30, ma già fin da mezzogiorno una piccoa folla urgeva alle entrate dei posti popolari. E da quell'ora il pubblico seguitò ad affluire ininterrottamente a utte e quattro le entrate dello « Stadium ». Le guardie municipali ed 1 miiti disciplinavano la ressa, mentre teo rie di automobili venivano a fermarsi n Corso Vinzaglio, in Via Montevecchio, in Corso peschiera e Corso Castelfldardo per apportare sempre nuovi visitatori. Le vaste gradinate che limitano la ancor più vasta arena, venivano man mano popolandosi ed affittendosi sempre ptù. Nei posti non ji'j merati i primi giunti avevano agio di scegliersi la posizione migliore, ma gli altri si accontentavano di trovare un posticino sia pur angusto dove accomodarsi. 11 «parterre» si era granito in un baleno. Le ore dell'attesi trascorrevano in commenti e previsioni dello spettacolo. Molti spogliavano l'opuscolo-programma acquistato all'entrata per farsi un concetto delle diverse fasi del Carosellc, altri, per ingannare il tempo, esaminavano col binoccolo le tribune di fronte e quelle flancheggianti. In previsione della vastità dell'arena quasi tutti si erano muniti di cannocchiali per aumentare le facoltà visive. , „ Nel mezzo della pista una auto inaf natrice compieva delle evoluzioni per annacquare il terreno che il sole finalmente caldo aveva reso un po' troppo duro e quindi difficile per le evoluzioni dei cavalli. Era infatti la prima giornata di maggio nella quale il sole si rivelava in tutta la sua forza. Come conseguenza del caldo che la grigia pietra dello Stadium accumulava, una fioritura di «parasoll» bianchi e colorati sbocciarono in breve su tutti i settori, poiché un buon terzo, se non più, degli spettatori apparteneva al sesso gentile. La folla formava di per se stessa un quadro imponente e pittoresco, ravvivato dai vivaci colori delle « toilettes > primaverili delle signore. Ad esso formava degna cornice lo Stadium che su Drosetto dell'ing. architetto Pagano Po.ijanovitch, era stato artisticamente decorato. Il primo senardo degli spet latori si volgeva al Palco Reale la cui balconata addobbata di damasco cremisi avanzava a semicerchio. Quattro colonne fasciate di velluto rosso a bordi dorati, sostenevano il soffitto disegnato a cassettoni hi azzurro e oro, sullo sfondo di seta celeste, sfolgorava una triganlesca Vittoria dorata, la stessa che l'architetto T.pvl-Montalcini ha ihnflpl'ittn Ppr i! padlg'iopo iieìia Guerra iill'Ksposizione, Al di sopra del palco nuaitro handiere tricolori sventola no, e di fianco due colossali orlflam mi con lo stemma sabaudo compieta l no la decorazione. A qualche distanza a destra ed a sinistra del palco, su drappi a fondo bleu spiccano in oro tli emblemi del Fascio, la Croce di avola, e lo Stemma di Torino. Queste decorazioni si ripetono su tutte le lesene che dividono i diversi settori delle gradinate, rilegate fra loro con una striscia azzurra che corre lungo tutto l'alto cornicione dell'edificio. Bandiere tricolori ovunque e altri gigan teschi oriflommi all'entrata principale di Corso Vinzaglio di dove dovevano entrare i torneanti. Quei colori, ravvivando il grigio della pietra che conferisce un aspetto di antico edificio alto Stadium, danno ad esso una tìsonomia insolitamente luuova, festiva, in carattere con la gin condita della belila giornata di maggio, dolio spettacolo e dell'animo de eli spettatori. Per ingannare l'attesa le musiche; quella Presidiaria. quella del la R. Marina e quella dei Reali Carabinieri, suonano per turno festosi pezzi. L'arrivo dei Smraii Ad un tratto una marcia dell'Excel slor rimase improvvisamente in tronco per .intonare la Marcia Reale. Una automobile, seguita da altre macchine è entrata da Corso Caste-lfidardo ed è andata a fermarsi sotto 11 palco reale. Giungono Sua Maestà il Re e S. M la Regina. S. A. R. il Duca d'Aosta e S. A. R. il Duca di Genova vanno ad incontrare i Sovrani i quali salgono sul Palco Reale. Non appena essi com oaiono sulla balconata tutti gli spettatori scattano in piedi In una spontanea e festosa dimostrazione. « Viva il Rei • è gridato da centomila bocche e le acclamazioni si incrociano nell'azzurro cielo sovrastante la vasta arena. Un fitto sventolare di fazzoletti da ''impressione di un enorme miccio di farfalle svolazzanti sulla moltitudine S. M. il Re, sorride e saluta volgendo in giro lo sguardo ad osservare il non comune spettacolo presentato da quella folla festante. Ouando le Loro Maestà hanno preso posto nelle poltro ne loro destinate, il Duca d'Aosta, il Duca di Genova, il Prinoine di Udì ne, il Principe Konrad di Baviera, la Principessa Maria Adelaide, la Principessa Pistoia d'Aremberg. S. E. Tit toni. S. E. Rocco, S. E. Volpi, S. E. Devecchi, S. E. Teruzzi, S. E. Giunta, S. E. Cavallero, salgono alla lor volta sul pnlco. Governatori, senatori, deputati gli ambasciatori d'Inghilterra e di Spagna, generali di tutte le armi e personalità continuano ad affluire per la entrata di corso Castelfidardo. Sotto il Palco Reale si schiera uno squadrone di corazzieri con la spada sguainata e sopra di essi sul parapetto sul quale si appoggia il Sovrano spicca sul velluto cremisi, lo stemma dorato dei Savoia. Lo Stadium è al completo, cosi gremito, cosi affollato come a memoria del Torinesi, non lo è mai stato per alcuna altra manifestazione. Il Carosello può incominciare. La « grida » Ed ecco, cessata appena l'eco degli applausi di saluto ai Sovrani, entrano trenta trombettieri e compiono un intero giro al galoppo, annunciando l'ingresso del Direttore, sono muniti di trombe lunghe. Dieci di essi indossano il costume di « Novara Cavalleria », del 1560 e gli altri venti quello di « Nizza » del 1706 e del 1849. LI comanda il maresciallo Gianotti. Subito dopo, montato su uno stupendo morello, avanza al galoppo il Direttore del Carosello, il generale di Cavalleria Conte Alfredo Fè d'Ostiani, in costume nero e oro, cinquecentesco rievocante la figura del suo antenato" Cavaliere Nicola Fè, vincitore del premio posto dalla Principessa Gonzatra nel torneo del 1558 a Brescia. Una immensa ovazione saluta l'Ingresso del geniale e paziente organizzatore dell'indimenticabile festa d'arme, che è seguito dall'Araldo, sottotenente Mario Beldi, dal suo portacolonnella La Fiura e dal portastendardo del Carosello. Cusenza. Giunto 6otto la tribuna reale, il Direttore si toglie il feltro piumato e si china sull'arcione, rendendo così omasc'o alle i.nro Maestà: indi fa un cenno e l'Araldo legge la grida, che fu dettata da =: A. R. il Duca d'Aosta: Sire! Torino negale VI Inchina, il superbo raduno del fedelissimo popolo Vi osanna. Grande e piena di Fato è l'ora. Tre secoli, nel magnifico agone rivivranno In loro Epopea. \r presiedono Ir snrlì Ire Grandi del la Vostra Stirpe, a Sovrano. Emanuele Filiberto, che piegò il Destino al ferreo volere; in cui era chiuso il prodigio delle future Dominazioni; Vittorio Amedeo II, che la prima regale Corona cinse al superbi disegni ed alle indolitile audaci"; Carlo Alberto, che donò se stesso alla morte, per consacrare il Sue popolo ad una vita immortale. Sire! La passione dei martiri, l'eroismo del guerrieri, il vaticinio dei poeti; dalla lontananza dei tempi, in quest'ora si raccolgono: ed il cielo di maggio tutto ne risplcndc. Le ali di tutte le Vittorie battono il volo possente al cospetto delle Alpi inviolate. L'ultima, la ptù. grande, tre volte sul Vostro Capo, ó « Vittorioso », ne trasvola e tre volte il popolo fedele Vi ripete il grido di tutte le battaglie e di tutti i trionfi: * Savoia!*. Degnatevi di consentire che i mille mille cuori aspettanti abbiano le loro gioie. Nell'Augusta presenza Vostra e della Graziosa Regina, degnatevi di consentire che i ludi cortesi, con fervida passione apprestati, abbiano incominciamento. La lettura della « grida », dalla prosa, vibrante, solleva un'altra ondata di applausi entusiastici ed un festoso sventolio di fazzoletti. Il Re fa un cenno d'assenso e la giostra incomincia, annunciata dai medesimi squilli che al Carosello del 1558 annunciarono I ingresso del Vincitore di San Quintino, Emanuele Filiberto di Savoia, al Carosello dato in suo onore da Enrico II a Parigi, in quella piazza che di noi prese il nome di « Place du Carrousel » : il Duca e l'augusta consorte. Margherita di Francia, personificati ieri dal Principe di Piemonte e dalla Principessa Jolanda. II Principe di Plemqjife e Jolanda di Savoia L'apparizione deT due Principi provoca un lungo mormorio di compiacimento ed un lunghissimo applauso scroscia da tutti i settori. Il Principe, in costume di velluto rosso di che s'avvantaggia la sua prestanza, e la Principessa in un magnifico deliziosissimo abbigliamento a ricami d'oro e d'argento antico, fanno il loro ingresso, preceduti dagli ufficiali addetti alle loro auguste persone, magg. cav. Tullio Lovera, tenente di vascello Sesto Sestini, maggiore A A. cav. Piero Giberti, capitano cav. Santone di Santarosa e dal capitano degli stendardi, capitano Giacomo Portovennre. Li segue un brillante corteo costituito dalle seguenti dame e gentiluomini : fi Damigella Raffaella'"degli Alberti: damigella Giuseppina Provana di Collegno; damigella Vittoria de Viry; damigella Giuseppina Ferrari d'Orsara; principessa Angela Gonzaga. Cav. Federico Langosco dei conti di Langosco; cav. Lodovico dei marchesi Compans di Brichanteau Challant; conte Scipione Barbiano di Belgioioso; conte Andrea Provana del Sabbione cav. Casimiro Costa dei conti di Polonenera; cav. Arduino Valperga dei conti d| Masino; cav. Carlo Alberto Pensa ai San Damiano e di Tournon; cav Leonoldo Roero dei conti di Monticello : cav. Roberto Asinari dei marchesi di San Marzano; conte G. Mori Ubaldinì degli Alberti, marchese della Marmora; cav. Luigi Beccaria Incisa dei conti di Santo Stefano; conte Alessandro Colleoni; don Alberto Pio di Savoia: cav. Luigi Giriodi Panissera del conti di Monastero; marchese Franco Arborio di Gattinara; cav. Bosone Mattone dei conti di Benevello Challant; cav. Carlo Iberto dei conti di Rovasenda; marchese Carlo del Carretto di Torre Bormida; conte Carlo cacherano d'Osasco; don Francesco Dal Pozzo dei marchesi d'Annone' conte Cesare Radicati di Brozolo: Re nato Galleani d'Agliano conte di Cara vonaca; cav. Eugenio Asinari dei mar diesi di Bernezzo; conte Augusto Avogadro di Collobiano; conte Vagnone di Trofarello; marchese Ottavio Pallavicino di Ceva e Priola; cav. Alberto Corderò dei marchesi di Montezemolo; marchese Scarampi del Cairo e di Prunei: cav. Vittorio Malingri dei conti di Bagnolo: conte Ottavio Gremo di Ternengo; cav. Maso dei conti di Custoza: marchese Pompeo Lovera di Maria: cav. Carlo Passerin dei conti d Entrèves e Courmayeur; cav Luigi NicoliS dei conti di Robilant; cav. don Enrico Amat di San Filippo; cav Maurizio Fracassi Ratti Mentone dei marchesi di Torre Rossano; conte Franco Ferretti di Castelferretto. Il Duca Emanuele Filiberto sta, con l'augusta Consorte, in mezzo all'arena e la Corte si schiera dietro di lui. Vittorio Amedeo il e Ansa di Francia Ed ecco Vittorio Amedeo IL 11 restauratore della Dinastia è personificato dal Duca delle Puglie e la Regina Anna di Francia dalla Duchessa delle Puglie che porta lo stesso suo nome. Li accompagna il Principe Eugenio dì Savoia, che in terra d'Austria si procacciò altissima fama di condottiero personificato dal Duca di Bergamo. Un applauso altissimo si leva nella vasta arena. I Principi sono seguiti dalla loro Corte così composta: damigella Lydia di Rovasenda; damigella Franca di San Germano ; damigella Nina di Chiusano; damigella Maria di Bernezzo; marchese Lodovico Pallavicino Mossi; cav. Ippolito di Sant'Albano dei marchesi di Lucinge ; marchese San Martino di San Germano; marchese Giuseppe Roero di Cortanze ; principe Franz Lanza di Scalea; principe di Niscemi ; conte Giovanni del Priolo dei duchi di Villarosa; cav. Demetrio Turinetti dei marchesi di Priero; marchese Morozzo di Bianzè; cav. Franco di Chiusano; cav. Giacinto Asinari dei marchesi di San Marzano; barone Marcello Corporandi d'Auvare; cav. Emanuele Solaro dei conti di Monasterolo; cav. Clemente Lovera del marchesi di Maria: marchese d'Ais : conte Emanuele Balbo Bertone mar chese di Breme : Teofilo Cavalierone di Caravana barone di Piverone; marchese Luigi Scozia di Calliano; cav. Umberto Provana dei conti di Collegno; cav. Roberto Biscaretti dei conti di Ruffla; cav. Paolo Perone dei conti di San Martino; conte Tomaso Ricardi di Netro ; ^cav. Giuseppe Petitti dei conti di Roreto: cav. Franco dei conti Riccardi: don Carlo Avnierieti. marchese di Lnconl: conte Alfredo iVs di Villamarina del Campo: cav. don Carlo di Boyl dei marchesi dì Putifìgari; don Orazio Quesad/t di San Pietro; marchese Gerolamo della Planargia; cav. don Vittorio Prunas Tola. La Corte di Vittorio Amedeo II. con i Sovrani ed il Principe alila testa, si dispone a destra di Emanuele Filiberto, sullo stesso allineamento. Carlo Alberto Entra per ultimo, Re Carlo Alberto, con la Regina Maria Teresa, l'uno meravigliosamente personificato dal Duca di Pistoia, l'altra dalla graziosa Principessa Dona di Savoia-Genova. L'enorme foWa scatta una volta ancora in un applauso irrefrenabile. Coi due Principi sono le dame ed i cavalieri: damigella Teresina Gromis di Trana; donna Bernardetta di Villamarina del Campo, donna Peppinedda di Villa Hermosa, damigella Cristina di San Marzano; conte Carlo S&llier de la Tour marchese di Cordon, conte Guido de Fonnaz, conte Pio Galleani d'Agitano, marchese don Enrico Manca di Villa Hermosa, marchese Cesare del Carretto, barone Luigi Sanjust di Teulada; conte Alberto Balbis, cav. Cesare Balbo dei conti di Vinadio, cav. Gregorio Calvi dei conti di Bergolo; cav. Carlo Francesco dei marchesi di Revel e Sant'Andrea, nobile signor Augusto del baroni Moro; conte Ferdinando di Suni; cav. don Gian Carlo Sanjust del baroni di Teulada, conte Luigi Balbiano d'Araraengo, cav. Rodrigo Ripa dei marchesi di Meana, barone Gaspare Mella Arborio di Sant'Elia cav. Emanuele Beraudo dei conti di Pralormo; cav. Filippo Balbo Bertone dei conti di Sambuy. .conte Canera di Salasco, conte Ferdinando Morozzo della Rocca, conte di CasaJborgone, marchese Vincenzo Morelli di Popolo e Ticineto, conte Gilberto de la Foresi de Divorine, maggiore Giovanni dei baroni Chiodo, cav. Livio dei conti Librario; cav. Ferdinando Perrone dei conti di San Martino, cav. Rodolfo Biscaretti dei conti di Ruffla, barone Emilio Guidobono Cavalchina, cav. Paolo della Chiesa dei conti di Cervignasco, conte Gastone Avogadro di Vigliano, cav. Dionigi Grisi Rodolì dei conti della Pie, barone Carlo Ricci des Ferres. Il meraviglioso gruppo si dispone alla sinistra di Emanuele Filiberto. Le quadriglie Ed ecco entrano al galoppo, successivamente, le quadrigllie dei torneanti. Rappresentano anch'essi le tre epoche e sono contraddistinte da un motto, che è U grido di guerra del tempo: Saint Maurice, che risuonò in guerra ed in torneo all'epoca di Emanuele Filiberto, Bonne Nouvelle, che fu l'Invocazione dei combattenti di Vittorio Amedeo II e Savoi/c, divenuto ai di nostri Savoia. Le tre quadriglie si affiancano dietro I rispettivi sovrani: vale a diTe, la quadriglia « Saint Maurice » dietro alla Corte di Emanuele; « Bonne Nouvelle » dietro a Vittorio Amedeo II e « Savoye » a Carlo Alberto. La musica presidiarla, diretta dal sottotenente M.o Satta, intona allora la Marcia delle Nazioni ed entra, al galoppo, la quadriglia delle Dame, al comando del marchese Onorato Honnrati, tenente colonnello di « Nizza Ca valleria ». composta di clnquantuna signora, delle quali già pubblicammo, a suo tempo, l'elenco. Trombettieri e trabanti si schierano dietro alle quadriglie. Il Duca Emanuele Filiberto avanza, leva II braccio e tutti salutano S. M. il Re al grido fi « Savoie! » vuÌ™rS„orivauprgsdctca1rqtrfssnlt