Il nefando attentato al Consolato italiano di Buenos Aires

Il nefando attentato al Consolato italiano di Buenos Aires Il nefando attentato al Consolato italiano di Buenos Aires Odioso delitto degli antifascisti - Le vittime della bomba: lavoratori italiani, un sacerdote, cittadini argentini, un alto funzionario Numerosi feriti gravi estratti dalle macerie - Le indagini Le vittime e gli arresti Buenos Aires, 2-1 notte. Dagli accertamenti finora compiuti circa le vittime dell'esplosione della bomba al Consolato d'Italia, risulta che i morti sorto : Paglieri Filippo, italiano, e due argentini identificati, più altri sei morti non identificati. Dei feriti italiani si trovano in condizioni relativamente gravi i seguenti : Antonio Picanesi, di anni 24, Rafaele Barone, di anni 42, e sua molie Mira Graziavi, di anni 40, Salatore Pascale, di anni 33, Antonio Maschietti, di anni 17, Gregorio Salimbeni, di anni 27, Luigi Alipe, di anni 64, Vincenzo Dabarna, di anni 50, Virgilio Fr.ancioni, impiegato al Consolato, di anni 53, Antonio Seda, di anni 22, Ugo Corsini, di anni 36, Giuseppe Migliavacca, di anni 39, Giovanni Peligio, di anni 20, Tommaso Gionti, di anni 66. Un'altra ventina di feriti sono stati ricoverati nelle proprie case e non sono in condizioni gravi. Tra essi vi sono quattro impiegati del Consolato Dopo le prime vittime dell'esplosione, fra le persone che si trovavano nel pianterreno del consolato, ono stati estratti dalle macerie del sottosuolo numerosi feriti gravissi mi, alcuni dei quali sono morti non appena giunti all'ospedale ed altri sono in gravissime condizioni. Si deplora la morte del sacerdote Zani netti, dell'alto funzionario argentino Duranona, che era al consolato per compiere le operazioni di visto al passaporto per un suo viaggio in Italia. L'ex-presidente della repub blica argentina Jrigoyen ha fatto pervenire all'on. Capanni le sue con doglianze. La polizia prosegue attivamente le indagini per scoprire l'autore del l'attentato al consolato d'Italia. So no stati arrestati 56 individui sospet ti. Si crede che l'autore dell'atten tato fosse a cognizione della visita che l'ambasciatore Marlin Franklin doveva fare a mezzogiorno di ieri al consolato, e che il suo proposilo fosse appunto quello di attentare alla vita dell'ambasciatore d'Italia e del console. ' La bomba di minore potenza sco perta in un sacco nella farmacia italiana di proprietà del fascista Mastronardi si presume che vi sia stata deposta da un individuo che si era recato poco prima nella farmacia per acquistare un purgante. Si spera di poterlo rintracciare. E' elogiato il conlegno dei pompieri, della polizia e dei soldati argentini accorsi per prestare il loro aiuto alle vittime. Il console d'Italia on. Ca panni è dovunque presente per por tare una parola di conforto, esortando alla calma e alla tranquillità. (« Stefani »). Opera di antifascisti Londra, 24 notte. L'Agenzia Reuter riceve da Buenos Aires : « L'Ambasciatore d'Italia ha dichiarato ieri al rappresentante dell'Agenzìa. Reuter che l'origine dell'attentato contro il Consolato d'Italia si trova direttamente nei gruppi antifascisti che sono responsabili dell'attentato di Milano. Egli ha aggiunto che si sarebbe trovato personalmente al Consolato se la bomba fosse esplosa dieci minuti più tardi. La sede dell'Ambasciata e le abitazioni dei rappresentanti, italiani sono fortemente vigilate dalla polizia ». (Stefani). La deplorazione argentina Buenos Aires, 24 notte. (A. A.) Della dolorosa impressione prodotta dalla tragica esplosione al Consolato italiano, si fa eco la stampa argentina. Tutte le occasioni sono buone per l'attività terroristica: a pochi mesi di distanza dalle violente manifestazioni per Sacco e Vanzetti, lo sciopero dei lavoratori del porto ha dato pretest} all'inumana attentato che porta evidenti i caratteri dell'odio antifascista. Alcuni giornali, ricordando l'inflessibile severità con la quale il Presidente eletto, dott. Ippolito Irigoyen si oppose, durante il suo primo governo, alla propaganda anarchica, reclamano una legislazione speciale contro il sovversivismo in Argentina. Fino a questo momento non si ha alcun indizio degli autori della strage. Le indagini della polizia si svolgono attivissime : tutti i migliori e più abili funzionari sono stati mobilitati. Che l'attentato sia opera di antifascisti lo dimostra anche il fatto che la seconda bomba nel quartiere della Boca fu posta sotto l'insegna della farmacia esercita dal sig. Beniamino Mastronardi, che è il presidente del Comitato fascista del rione. La miccia dell'ordigno fu tempestivamente spenta da un figlio dello stesso Mastronardi che ebbe a riportare per questo suo coraggioso gesto ampie ustioni alle mani. I feriti, alcuni dei quali aggravati, sono stati visitati dalle autorità. Alle vittime si preparano solenni funerali Un particolare che pone in evidenza il mostruoso piano degli attentatori è che la bomba micidiale pare fosse preparala in modo da scoppiare al momento in cui VAmbascia¬ . iste d;Italia, S. E. Martin-Franklin, si sarebbe trovato in visita al Consolato italiano. Si sapeva infatti che l'Ambasciatore sarebbe stato ospite del Console Generale, on. Italo Capanni, verso mezzogiorno. Il Consiglio Municipale ha approvato una elargizione di diecimila pesos {pari a 80.750 lire) a favore delle vittime della bomba scoppiala al Consolato italiano. I capi delle associazioni operaie fii . Rosario hanno ordinato il prohtn* gamento dello sciopero generale di ventiquattro ore. La situazione nel porto di Buenos Aires non ha subito nessun cambiamento. Messaggi di cordoglio e d'indignazione Il Ministro degli Esteri argentino «Il Console italiano a Mussolini. — Il telegramma del Segretario dei Fasci all'Estero. Roma, 24 notte. II ministro degli Affari Esteri della Repubblica Argentina ha diretto ài Capo del Governo il seguente telegramma: » Buenos Aires, 23 maggio. — Prò« fondamente indignato per Vesplosio» ne testé avvenuta nel Consolato ita« liano di questa città, esplosione die » ha prodotto vittime fra i lavoratori « italiani che cooperavano al progret« so argentino, mi affretto a porgere • a V. E. le mie condoglianze sincere e « l'espressione del cordoglio del Go- • verno Argentino per l'infausto acca« àuto. Saluto V. E. con i sentimenti < della mia più alta considerazione, « - F.to Angelo Gai.labdo ». Il comm. Parini, segretario dtà Fasci italiani all'estero, ha inviato al cav. Romualdo Martelli, delegato statale per i Fasci italiani in Argentina, il seguente telegramma: « La vigliacci ter ia omicida di avversari ignobili deve fare più forte la nastra fede e più salda la nostra volontà di vittoria. L'ordigno micidiale è prova della disperazione dei nostri nemici. Mi rappresenti, in nome del Fascismo, alle esequie, e gridi il mio « presente » dinanzi ai morti innocenti, che non saranno invendicati ». Il regio console generale in Buenos Aires, ha inviato il seguente telegramma a S. E. il Capo del Governo:' « Buenos Aires, 23 maggio. — Odio antifascista ha fatto oggi nuove vittime. L'attentato vllissimo pétìf trova me, funzionari, personale, consolato, colonia tutta sempre più fermi nella fedeltà al Duce e agli immancabili aiti destini della Patria. Alala! — F.to Capanni ». I giornali, stigmatizzando il nuovo attentato terroristico dell'antifascismo criminale riawicinano Io bombe del Consolato italiano di Buenos Aires con quella di piazzalo Giulio Cesare a Milano. Scrive la Tribuna : « L'anti-fascismo è vile. I suoi esecutori non vogliono all'Estero nemmeno affrontare quel minimo di pena che è toccato agli assassini di Bonservizi e di Peri, od i fastidi dei processi anche assolutori, come per l'omicidio di Carosi. Quanto all'Italia, sanno che la Giustizia non sarebbe più indulgente, ed ecco allora che la bomba scoppia a tempo fisso. Ecco la strage attesa da lontano, al sicuro, col calcolo vile di creare una cerchia di terrore intorno ai centri di vita fascista in Italia, o fuori d'Italia, nei Consolati, dove il Fascismo richiama ormai a vita nuova le Colonie italiane. La bomba del Consolato di Buenos Aire3 è stata micidiale, come quella di piazziale Giulio Cesare. Ma, come quella di piazzale Giulio Cesare, non raggiungerà altro risultato se non di raccogliere in una più profonda unità spirituale gli Italiani, siano in Patria, o siano oltre Oceano ». E conclude: « In queste settimane, sotto il suggerimento di miserabili fuorusciti, sì è tentato, da parte dei soliti variopinti stranieri auto-rivendicatori di giustizia, di opporre all'orrore della strage di Milano un'insulsa propaganda contro gli eventuali processi, che avrebbero potuto colpire gli indiziati autori di essa. Non ce ne siamo occupati, perche sappiamo bene che simili iniziative, anche se appoggiate ai soliti Più o meno celebri firmatari! inglesi o francesi, o di dove che sia, sono destinate a rimanere documenti di triste impotenza e di vacua complicità. A questi messeri. ch« tacciono quando vendono le sovvertitrici asso^ ltizioni di omicidii confessi, ecco giungere la risposta dello stesso ribellismo anti-fascista. Sotto l'avallo della loro demo-massonica omertà, alla strage di Piazzale Giulio Cesare risponde auella del Consolato jHBuBnoa Aires..