Le statistiche delle esportazioni

Le statistiche delle esportazioni Le statistiche delle esportazioni Ho moàlrato nel mio precedente articolo come non si possa negare che anche le statistiche italiane delle esportazioni accusino, o meglio accusassero prima del 1917, valori Inferiori al vero, deficienza di cui non si può far torto all'Amministrazione delle nostre Dogane perchè è notoriamente comune a tutti gli Stati. Ma di Quanto restano tali valori inferiori al vero? Ecco l'oggetto di questo articolo. Viene spontanea l'idea di paragonare i valori delle merci che la nostra Dogana dichiara come esportate verso altri Stati con quelli delle merci che le Dogane di questi Stati dichiarano importate dall'Italia. E gu questo confronto appunto si fondano talune ricerche recentemente pubblicate dal Borgatta. sul Sole (ti aprile), le quali l'avrebbero condotto alla conclusione che la percentuale di sottovalutazione del 15 %, ammessa dai tecnici preposti alle rilevazioni doganali, resta notevolmente superiore ai vero. Gli argomenti 'del Borgatta meritano di venir presi In tanto maggiore considerazione in Guanto il Borgatta stesso, in un primo articolo (Il Sole del 28 x settembre 1927), Sembrava plaudite allo dette correzioni le quali venivano a confermare sue precedenti induzioni, e da queste anzi, per il 1925, poco si discostavano nella portata pratica portando a 21,1 miliardi l'ammontare delle esportazioni in luogo Si 19,9, comi egli aveva arguito. Ecco U suo ragionamento per ciò che riguarda gli Stati Uniti d'America. Nel biennio 1925^6, l'America accusa una Importazione dall'Italia di 201.7 milioni di dollari, mentre l'Italia registra una «portezione negli Stati Uniti equivalente a 149,7 milioni di dollari. Vi è dunque una differenza di 52 milioni di dollari, pari al 54,7 % a favore del paese importatore. Per canteo, l'America registra un'esportazione in Italia ^1 357,9 milioni di dollari, mentre l'Italia accusa un'importazione dall'America equivalente a 464,6 milioni di dollari, con una differenza dj. 29,8 % a favore del paese importatore. Senza dare altri particolari, il Borgatta conclude che l'insufficienza della valutazione Ita liana per le esportazioni si ridurrebbe in base a questi dati, al 5 %, cJve corrifeponde alla differenza tra le due per centuali, del 34,7 % da una parte e del 29,8 % dall'altra. Il metodo è ingegnoso; ma l'appi! ■eszlone 6 particolarmente infelice, non solo perchè gli Stati Uniti non seguono lo stesso metodo dell'Italia per l'indicazione dei paesi di provenienza, l'Italia registrando le merci secondo 1 paesi d'origine e gli Stati Uniti secondo i paesi di consegna, ma anche perchè — fattore sistematico di divergenza — l'Italia dà all'importazione 1 prezzi CIF, mentre gli Stati Uniti danno I prezzi FOB, per modo che al 201,7 milioni di dollari di merci Importate dall'Italia, converrebbe aggiungere perchè il confronto tra le due percentuali suddette (34,7 e 29,8 %) potesse reggere. Il prezzo del trasporto (noli ed assicurazione). Se il prezzo del trasporto per l'America si volesse ritenere vicino al 5 %, altri 10 milioni di dollari sarebbero da aggiungere alle cifre americane, e la differenza oltrepasserebbe il 41 %, con un divario di oltre VII % dalla percentuale del 29,8 % trovata dall'altra parte. Senonchè1 — e qui sia il punto debole dal ragionamento del Borgatta — quo feto 11 % segnerebbe l'insufficienza della valutazione italiana delle esportazioni solo nell'ipotesi che la valutazione americana deflle proprie esportazioni fosse perfettamente esatta; che, se invece ciò non si ammette, come è ragionevole non ammettere, la differenza dell'll % Indica solo la differenza tra le deficienze delle valutazioni Italiane delie esportazioni italiane e le deficienze delle valutazioni americane delle esportazioni americane; e tale conclusione non pare essere affatto inconciliabile con una deficienza delle valutazioni italiane del 15 %, quale viene ammesse dai funzionari del competente ufficio delle statistiche doganali. Questa considerazione spiega come, truando il Borgatta considera non i arti Stati Uniti 'in cui può darsi che le valutazioni siano relativamente meno inesatte), ma nn complesso di 9 paesi (tra cui ncn è inverosimile che parecchi si trovino, in tema di valutazione delle esportazioni, in condizioni non molto dissimili, se non peggiori, di quelle dell'Italia), egli riscontra ohe il velette dichiarato da questi Paesi pelle loro Importazioni dall'Italia supera •1 valore dichiarato dall'Italia per le bue esportazioni di circa altrettanto IH 12 %) di quanto il valore delle lmlOrtazionl accusate dall'Italia supera ivalore delJe esportazioni registrate d:i codesti Paesi. Anche qui la concordanze significa sodo questo: ammesso eh-: i dati siano per ogni altro verso comparabili, le deficienze di valutazion-.delle esportazioni nel/1925 e nel 1920 rivestono in Italia la stessa gravità che m cedesti 0 paesi complessivamente considerati. • • • Dopo il 192G, ritiene il Borgatta, d'ar. Cordo in ciò coi tecnici preposti alle rilevazioni doganali, che le statistiche delle esportazioni, più efflcaeementtcontrollate, possano ritenersi attendibili. Ne dubita invece l'Arias (« Popola d'Italia • del 5 aprile). Chi può dire con sicurezza — egli si domanda — di ' quanto le denuncie furono prima de! decreto 11 novembre 1926 interior' ai vero? Nel valutarle al 15 % i tecnici. le impressioni dei quali, a dire dell'Isti lyto Centrale di Statistica, non possono essere Infondate, hanno fatto un'ipo tesi; e chi potrebbe poi giurare che. 'dopo il l.o dicembre 1926. in seguito ad un decreto che commina pene severisferme per le occultazioni, tali diminuzioni siano divenute praticamente traIsoarabill? . E' da notare anzitutto che I tecnici face hanno fatto un'ipotesi, ma hanno compiuto una stima, operazione chi; ricade Jn una ben diversa categoria lògica, e l'hanno compiuta sulla base HI una lunghissima esperienza personale di tutte le dichiarazioni ed evasioni b tentativi di evasione che si compiono la materia di statistica doganale. Ed è poi da osservare che il decreto in parola non si limita a comminare pene »!ù 6 meno severe, ma le fiancheggia teòn efficaci disposizioni. Imponendo, tolto scopo di evitare false denuncie di qualità, la denominazione commerciale deHe merci, rendendo solidale 10I mittente, nella responsabilità della esattezza delle dichiarazioni, lo spedizioniere o 11 commissionario. Istituendo, per provvedere al necessario controllo sul servizio statistico, nuovi posti di ispettore, autorizzando infine gli uffici doganali ad eseguire indagini o controlli sul registri ed altri documenti istìmmerciaTI deCs ditte speditricl ogni fcual volta si abbia motivo di ritenere inloNcstdddccfreacsdgtIo[czcfriceitippdddbdfstqdlemz1mcr[redlpdmlldn6lplrs i , a i o e l a i a è i l a e e e n r , 1 1 7 e e d , a a n a e a i e ò e % e e e e e o , i e e 9 e i i l la e o i:i n-: m-.0 e e r. ie tia e di e! ai e i o o e. d suaci o i; a e ani o è inesatti od incongrui le qualità o i valori dichiarati per le merci esportate. Nè, secondo le dichiarazioni dell'Ufilcio competente, tali norme sono rimaste lettera morta, che l'esame dei libri di commercio viene spesso eseguito mediante la polizia tributaria, e, indipendentemente dalle disposizioni del decreto, una maggiore attenzione alle dichiarazioni viene dedicata de parte dei funzionari locali, sulla base delle direttive impartite dagli organi centrali, e riscontri frequenti vengono eseguiti alle agenzie di spedizione per le merci partenti via mare. Anche i diritti stabiliti a favore dell'Istituto Nazionale di Esportazione per l'esportazione degli ortaggi e I marchi di garanzia, usati, dietro autorizzazione dello stesso Istituto, dalle ditte che ' esportano riso od agrumi, fanno sorgere, da parte di [codesto Istituto, un Interesse all'esattezza dolile dichiarazioni e "facilitano H controllo da parte delle dogane. Di fronte ai dubbi loro affacciati, confermano pertanto i tecnici preposti alle rivelazioni doganali ohe. prima del dicembre 1926, la snbvalutaziorte delle esportazioni può porsi «al 15%, mentre in seguito può ritenersi praticamente trasourabil*. Col che naturalmente non intendono affermare che essa 6ia, dopo tale data, assoluta mente nulla e che prima di essa non possa essere stata di qualche cosa più alla o più bassa dal coeffioente Indicato, ma intendono dire solo che, al postutto, non si avrebbero elementi per indicare una norma di calcolo più plausibile. • • • Per quanto infirmato da molteplici fattori di perturbazione, pure un grossolano riscontro dolile affermazioni dei tecnici si può tentare, esaminando di qranto abbia variato, dopo il decreto del novembre 1926, la divergenza tra la valutazione italiana delle merci esportate e la valutazione estera delle merci Importate dall'Italia. Ho davanti a me 1 dati delle Importazioni dall'Italie registrate nei tre anni 1925, 1926, 1927 Hi Inghilterra. In Germania, in Francia, in Isvizzera, in Cecoslovacchia e negli Stati Uniti d'America, dati che non e difficile mettere a [riscontro con 1 dati corrispondenti delle esportazioni dall'Italia. Aumentando dol 5 %, 1 valori delle importazioni dall'Italia registrate dagli Stati Uniti per portare approssimalivamenite I prezzi da fob a elf. Il totale in lire oro delle merci importale nel detti Stati dall'Italia durante il 1927 risulta di 2.311,5 milioni di dollari, contro un equivalente di 2.162,8 milioni di dollari accusato dalle statistiche italiane all'esportazione. Vi è dunque una differenza del 6 0%. Nelle due annate precedenti, il v*»I«sru medio risulla dalle statistiche estere uguale a 2.293,5, e dalle statistiche nostrane equivalente a 1959.4 milioni di dollari, con una differenza del 17,1 %, che oltrepassa di oltre il 10 % la differenza trovata nel 1927. Questa percentuale, se non corrisponde esattamente al 15 % del dirigenti dell'Ufficio di Statistica Doganale, non se ne allontana essenzialmente, e forse ancora più ad essa si avvicinerebbe, se si potesse tener conto di altre circostanze, su cui qui non mi indugio, e per cui rimando ad una analisi più minuta dell'argomento che sarà fatta sulla Rivista di Politica Economica. * « * Varie altra questioni sorgono intorno allo cifre del commercio internazionale e ai suoi coefficienti di correzione. E', per esempio, l'integrazione del 15 % da adottarsi uniformemente per tutti gii anni dal 1921 al 1926, oppure converrebbe graduarne la intensità dall'una all'altra data? Vi è chi pensa che, all'inìzio del nuovo sistema di accertamento di valore delle merci nel commercio internazionale, le deficienze delle dichiarazioni di valore furono abbastanza gravi, mentre poi si sono an date attenuando, e questo è anche l'av viso del Mortara; alle cifre ufficiali do vrebnero quindi applicarci dei coefficienti di correzione decrescenti dal 1921 al 1923 e soltanto dal 1923 in poi coef fidenti costanti. Precisamente opposi:» è l'opinione del norgatta, il quale peri sa che l'inferiorità delle cifre ufficiali ai sia accentuala nel 1925 e nel 1926 in confronto agli anni precedenti, e, in base a tale convinzione, aveva appunto corretto le cifre dell'esportazioni nello studio eseguito in occasione della conferenza del debili di guerra. Due ordini di fattori sono evidentemente in gioco: l'uno, a cui soprattutto attribuisce importanza, con altri il Mar-tara, derivante-dalla imperfetta organizzazione del nuovo sistema, fattore che ha agito sorvnat tutto nei primi anni del periodo; l'altro, dipendente rial confrollo dei cambi, a cui specialniente rivolgeva la sua attenzione il tìorgatta e alla cui azione ho accennato nell'articolo precedente, fattore che l: sopravvenuto nepli ullimi anni. L'Ufficio Studi dell'Istituto Centrale di Statistica, che pure aveva considerato l'opportunità di differenziare i coefficienti di correzione per gli anni successivi dal 1921 al 1926, ha ritenuto, in assenza dj elementi per determinare le variazioni annuali, meno arbitrario di •ittenetrsi ad un coefficiente costante. Altra questione, che pure l'Istituto Centrale di Statistica non ha mancato l: esaminare, l quella dell'attendibilità ■lei valori delle importazioni, essendoci avanzato il sospetto che, anche per lueste, si verificasse in qualche misura una deficienza del velcri constatati dalle dogane Ma. su questo punto, le dichiarazioni dei funzionati preposti •j.'.ìe rilevazioni sono troppo categoriche per autorizzare un coefficiente di Interruzione qualsiasi. * * Comunque, attraverso la divergenza di idee prospettate, una constatazione emerge, confortante ed importante; è la constatazione che Vinche in queste, difficilissima tra le più difficili rivelazioni, gli ultimi anni segnano, per la statistica italiana, non dico il raggiungimento della perfezione — che la perfe zlone non è di questo mondo, e meno che mai deve cercarsi nel mondo delle cifre — ma certamente un decisivo progresso verso di essa. CORRADO CINI. dnMdpnEmzcrbddul'lagsecdctopsrvmle1Cl'febdclemsdcmsvznpcsdcdlz5dpdidAt1zlscrrttcdmcgv1rrptmtbspmrpq1zds1lcrcsatqCpnmllpetrncncsavnglsmoplniGqcds

Persone citate: Arias, Borgatta