L'arresto di un uxoricida che mandava il veleno alla moglie da New York

L'arresto di un uxoricida che mandava il veleno alla moglie da New York L'arresto di un uxoricida che mandava il veleno alla moglie da New York Milano, 19, notte. Alla signorina Maria De Martin fabbro, ila pochi giorni residente nella nostra città presso tuia famiglia abitante in vda Viiruvio e stato ieri comunicato l'arresto avvenuto recentemente a New York <1i suo cognato Osvaldo De Martin Thomas, su cui mesa la gravissima accusa di aver avvelenala la moglie, l'osca De ..iartih Fabbro, motta sul Unire del 11)23 in circostanze profondamente drammatiche. Il De Marlin Thomas aveva «Dosata a Dosoledo, frazione del Comune di Complico Superiore, in provincia di Belluno, la giovano Fosca, sua cugina, malgrado le lotte dei genitori della fanciulla che non avrebbero voluta quell'unione, poca fiducia nutrendo -essi nella moralità del giovine e sulla ^ua volontà di lavorare. £ che non si fossero ingannati fu oreste dimostrato dal contegno poco afiettuoso del De Martin verso la giovane consone. Insoherente del legame per il quale aveva tanto lottato, dopo pochi mesi di matrimonio egli abbandonò la moglie e pani per l'America, stabilendosi a New York. Parve perù che la lontananza avesse riacceso l'affetto del De Manin per la moglie, alla quale inviava lettere affe>ttuosissi.me. Fu così che la giovane, ottenuto dai genitori il danaro occorrente ner il viaggio, raggiunse il marito in America. La nuova vita coniugale in America fu però poco lieta. La povera Fosca era andata incontro a nuove delusioni. Stanca alfine dei maltrattamenti ai quali il marito la sottoponeva, la disgraziata decise di rimpatriare. Triste ritorno, poiché ella non eolie il coraggio di presentarsi più in casa de;, suoi genitori e, prossima a diventar madre, fini per chiedere osp: talità a una cugina, che, impietosita dall'odissea alla quale la vedeva e sposta, la tenne in casa sua. Poco do mo la giovane diede alla luce due gemelli. Riorese la corrispondenza) col marito ed ancora tuia volta l'uomo, a | tanta distanza, parve ritornare affettuoso e buono nelle sue lettere. Intanto la salute di Fosca De Martin era diventata cagionevole: dolori e .privazioni l'avevano sciupata. Scri.vendo al maritò ella si lamentava di continui dolori al ventre dei quali il medico non sapeva spiegarsi la causa. Il De Martin Thomas mostrò di accorarsene molto e promise alia moglie che avrebbe consultato una celebriti, medica di New York. Un giorno infatti, giunse alla donna una lunga e dettagliata lettera del marito, con la diagnosi, per cosi dire, della illustrazione medica americana die l'uomo affermava di aver interrogato. Non c'erano « spiegazioni • sul mate. Ma lo scienziato aveva cat>.it o d;i f-he si trattava è senz'altro aveva consigliata la cura: tre cartine di una speciale polverina (che il marito accludeva nella lettera) prendendo la quale ogni sofferenza le sarebbe passata j>er sempre. Occorreva però una precauziene: che l'azione delle polverine venisse soretar e completata da quella dell'acqua solforosa di Val -Grande, a circa tre chilometri da Dosoledo: bisognava, anzi, prendere la polvere miracolosa proprio sul posto della salutare argente. La mattina della domenica 7 ottobre 1923. la giovane Fosca, in compagnia di un fratellino, si diresse alla lonte di Val Grande, fiduciosa che la cura inviatale dal marito l'avrebbe finalmente guarita dai suoi disturbi. Attinto un "biccliiene di acqua solforosa, la .giovane donna vi bagnò den trri un'ostia nella ciualc mise poi il contenuto di una delle tre cartine, trangugiò la pillola e vi bevve dietro i'acuua della fonte di Val Grande Passati pochi minuti la poveretta jfu colta da dolori atroci; presto perdette oenl forza e tra. acutissimi spalimi stramazzò al suolo, sotto gli occhi esterrefatti del fanciullo, incapace e Impotente a prestarle alcun soccorso. Il luogo era solitario. Alle invocazioni del fratellino la donna più non rispondeva; le grida di dolore e.rano diventate, ora, fiochi lamenti, le ■contorsioni del male in preda alle ■ouali ella si dibatteva, s'erano come «acquetate: l'agonia più atroce erasò"".Draggiunta in meno di mezz'ora. Il .fanciullo sgomento, fuori di sa per il .terrore e lo strazio, fuggi verso il ioaese per invocare soccorso. Ma nuando alcuni paesani giunsero alla •fonte di Val Grande, trovarono che da novera donna era morta, fulminala da un potente veleno. L'esame necroscopico diede, infatti, Ja prova che la Fosca De Martin era morta avvelenata da un potente veleno, lo stesso contenuto in due cartine trovate nella borsetta. Lo sdegno per il truce delitto, compiuto a distanza dal De Martin Tho<nas fu vivissimo : si comprese che egli, col raccomandare alla moglie di recarsi In Val Grande — e, secondo le sue scellerate istruzioni, avrebbe dovuto andarci sola — e di prendere ]1 le fatali cartine, aveva tentalo di far credere* che la donna si fosee sioontaneamente avvelenata: una .volta sorta ed avvaloratasi la versioine di un suicidio, il suo delitto sarebbe rimasto impunito. L'uxoricida sarà presto rimpatriato per rispondere del suo truce delitto. •bcrdssdiacpclcqk

Persone citate: De Marlin Thomas, De Martin, De Martin Tho<, De Martin Thomas, Fabbro, Manin, Maria De Martin, Osvaldo De Martin Thomas

Luoghi citati: America, Belluno, Comune Di Complico Superiore, Milano, New York