Strauss, Alfano

Strauss, Alfano Marinuzzi al « Regio » Strauss, Alfano onoonogroerepertorocon certistico 0. slato baldamente interrotto da Gino Marinuzzi. (Cosi possa rinnovarsi-anche il repertorio teatrale!). Musiche a torto neglette, o non mai eseguite, sono opporiuiiamente apparse nei suoi programmi, lersera fu la volta di « Also sprach Zarathustra », di Riccardo Strauss, della « Sinfonia in mi » di Franco Alfano c deli't Andantino alrantica » dello stesso Marinuzzi. Del poema sinfonico straussiano. che conta ormai trentaduu anni di vita, basterà ricordare che esso segni «TU! Euenspiegel » 0 precedette « Don (Juixote », una relazione di prossimità e di parentela che 6 di per sé eloquentissima, rappresenta precisamene cioè l'ateggiamento dello Strauss in rapporto alla cosi detta musica a programma, da lui prediletta, e a quella espressione del « meraviglioso » e del « barocco » che più volte descrivemmo e definimmo caratteristica di lui: In quanto alla fonte programmatica, che nel « Cosi parlò Zaralustra» vorrebbe essere la più limpida, polche non oggettiva azioni, come in altri, poemi sinfonici, ma pensieri filosofici, o meglio, sentimenti 0 raffigurazioni dell'anima, essa è staa argomento di dichiarazioni, accuse e difese, da parte dell'autore e dei suoi critici, di polemiche d'ordine generale sulto « musica a programma » speciale sull'opera straussiana, di schermaglie nelle quali l'artista sembrava gluocasse di finte più che di botte e risposte, dicendo c non dicendo. E la tesi della «musica a programma», addove non sia rigorosamente trattaa, cioè considerando meno le forme appariscenti e la contingenza e più 'essenza intima e rimmanenza della creazione spirituale, che è elabora zione d'un determinato stato d'animo, — cui lo stesso musicista può anch.dare un • nome », poiché la parola è bene il. mezzo delle più precise comunicazioni umane — quella tesi, dicevo, è certo tra le più equivoche. Ma se mettiamo il compositore con le spalile al muro, e guardiamo a fondo la sua opera, sta, con la scórta dei suoi etessi pwrogronimt, sia al lume delle nostre particolari idei- sull'arte, null'altro scorgiamo che già non sapessi mo di hii: ur» formidabile, magnifico talento, vago di assurdità più che di concretezza, di bizzarria più chG di coerenza, di decorazioni più che di sostanzialità, che aggrandisce le visioni e le parole per megalomania di rappresentazione, che possiede una meravigliosa tecnica e illimitatamente la dilata, che, in fondo, non è nn grande poeta, che è, diciamo, un secentista, un marinista, quale se ne ritrova in tutti 1 tempi, sempre cioè che si ri. trovi una siffatta disposizione natura le, una siffatta mentalità e capacità Un tale compositore va commisurato in se stesso, e per le sue leggi e per 1 suoi ideali, riconoscendogli che, certo, un sentimento lo muove, ma che egli si compiaqe di abbandonare tale sentimento per svolgere un tema che più s'allontana da esso, dalla sua origine, e più si meccanizza e vanitosamente brilla. Ed è opportuno, notare che proprio nel poema meno « programmaticamente » oggettivato e realistico, e più « sentimentale » 0 estatico che dir si voglia, proprio in questo poema d'aspirazioni e raffigurazioni dell'anima sia meno riuscito allo Strauss di far cosa poeticamente concreta. Meglio convengono alla sua elo. ouente prosa le avventure di ■ Tlil Eulenspiegel» e di «Don Quixote»! Di Franco Alfano si paria in questo stesso foglio, nella rassegna settimanaOe della musica da camera. La sua • Sinfonia in mi », composta venti anni or sono, è robusta, efficace, appassionata, spesso travolgente; dominata, sia nOtì'Allegro, sia nel secondo tempo, svoigentesi con commossa malinconia, sia nel terzo, tutto ritmo e vi vacità, da un rigoroso senso di disciplina formalo. Notevole, in questa composizione, venuta fuori quando pochissimo si scriveva in Italia di musica strumentane, V indipendenza delle idee e dell'espressione dalle maggiori tenden. zo dt quel tempo, e spccioimente dalla già invadente minuteria fraseologica propria d«d francesi. Qualità delle idee sono la nobiltà, l'ampiezza, la scorrevolezza. Certo un'opera ancora viva, è però assai gustata. L'autore fu condotto due volte dal maestro Marinuzzi a ringraziare il pubblico fervidamente plaudente. Come autore del leggiadro e piacevole « Andante all'antica » e come efficacissimo, inuBicaltssimo concertatore e direttore, Gino Marinuzzi fu entusiasticamente festeggiato ad ogni parte del concerto, il quale comprendeva, oltre le opere ricordate, l'ouverture della « Medea » es4a sinfonia della « Gazza aadra ». Alla fine, una lunga ovazione saluto il simpatico direttore. gbnntaenDtutetabssirlosccl'nfonmteteslalofmvrrsdescmacqpdvIscrismmpmstetmbnesDpsrfMmParltttcn■grildrgpnmfcnAnpVCtfdvcTmLnmdMusica da camera Guido Pannain ha scritto : t « La so nata per violoncello e pianoforte di Franco AMano segna un punto di arrivo di molta importanza, nella storia della musica italiana contemporaneo. La sensitività di Alfano, un artista in perenne stato di vibrazione, a volte tormentate ed ansiosa, a volte nostalgica ed errabonda negli sconfinati regni ddla fantasia, vi appare come in pacato e commosso raccoglimento. L'energia dal sue temperamento che spesso proruppe in smaniosa irruenza, ora è tutta concentrata in profondità tìl Urica. La commozione ha scavato un suo proprio letto, nell'animo di questo poeta, tormentato dai battiti dei cuore, trascinato dalla drammatica vicenda della creazione artistica. Ora il dissidio ò composto fri se stesso e la realtà. • Franco Alfano, nato dal secolo XIX, nella foga romantica di cantare se stosso e di contare i battiti della sua anima a ritmo di suoni, si trovò in pieno rivolgimento deWa età nuova che cominciava e del secolo esaurito ohe tramontava. Periodo affannoso, fatto di aspirazioni passionate e di reazioni all'imminente passato. Tanto più grave ed ansioso per la musica italiana in quanto la rinascite al cudto della pura strunjentaiità era di datò recente. Alfano si trovò di fronte al problema individuale di formare la sua Minna di artista, in coincidenza al problema generale della formazione di una nuova coscienza d'arte. In tali gravi condizioni di ambiente e di spirito, egli fu, in Italia, il primo e il migliore del nuovo secolo ad uscirne con risultati positivi. Tra la realtà e l'idea doveva profilarsi un dramma che presto diventerà, per Aitano, il suo dramma. b che s'accentuò a end minò nel contri sto fra ti suo canto e la sua forma* Come' l'anima più vibrava e le sud vibrazioni si stendevano in linee roventi, là forma pareva dilatarsi in grido. U tessuto " musicalo come di bragia e la voce ad altissima tensione, crescevano fin quasi a schiantarsi nel singulto d'una tragedia senza catarsi. Con la sonata per violoncello e pianoforte, Franco Alfano entra neUa fase apollinea della sua arte. Dal lira 11 inia in atto delia sua spiritualità in ardore egli passa alla contemplazione di esso. Quella vita agitata e fremente di ritmi e di canti febbrili e trascinanti, nella quale egli si lanciò a capofitto, ora sembra et» si dia a containiplarla dall'alto. La iragedia del suo spirito che fino a ieri lo ebbe a protagonista, oggi g-'i offra spettacolo. Ed egli si riguarda e ricanta quelli che furono i suoi spasimi, con voce tremula di commozione- • l'occhio appannato di lacrime ». Ilo citalo questi pensieri del Pan» naia (che fra i musicologi italiani è forse il solo che dedichi un'attenzione ugualmente pensosa e profonda al musicisti del passato e ai nostri contemporanei, rivelandosi sempre far» temente preparato e squisitamente sensibile), poiché mi sembra contengano la più acuta sintesi artistica e psicologica deU'evaluzione di Franco Alfano, e, anche, ilei presente suo momento drammatico. Davvero il tra-' vaglio di questo musicista è singolare, la ricerca instancabile del superamento deM'ttttimo trascorso è personalissima, e assai istruttiva al Ani delio siudio della creazione artistica e dello sviiappo delle facoltà espressivt Vano sarebbe il tentativo di concludere oggi, intorno a una cosi mobile e accesa attività in continuo ansioso divenire; soltanto e possibile, cosi ammonisce la storia, fissare a? quando a quando i caratteri che più sicuramente spiccano in un ciclo di anni e di opere. AUa sonata pervioloncello e pianoforte si collegano Infatti, per tutto ciò che il Pannato designa < momento apollineo », il Secondo quartetio, recentissimo, e le Li-' riche ultimamente composte. In queste composizioni da camura ni::, nuova maniera s'è affermata, e già ia notammo. L'intima agitazione, che dianzi prorompeva soventissimo in esagitata movenze, appare da qualche anno disciplinata, eliminando una grande parte dolile involuzioni espressive e delle esuberanze esteriori, e si la sempre più tersa ed eloquente. Il magistrale do-: minio della forma raggiunge l'equilibrio tra la forma stessa ed il contenni-.,. I! quale è pur sempre originale e schiette, mosso dall'ardore fisico a spirituale che è proprio dell'Alfano. Dunque lo sviluppo di un commosso e potente artista, quale ha bene descritto il Pannato, fra i più caratterist:^: fe sisnilicativi, nel tempo nostro. La Sonata per violoncello e pianoforte, eccellentemente interpretala dal: Mazzacurati e dall' autore, costituì ti maggior successo deBa serata che 1» Pro Cultura femminile aveva dedicato alle composizioni dell'Alfano. Calda e ripetute ovazioni al compositore e l'ottimo violonceLlista. Fu pure ascoltato con interesse 11 Secondo Quarte*» to, vigorosamente eseguito dal Quartetto napoletano (signora De Rogatis Proci.ia, signori Finizlo, Scarano, Viterblni); specialmente piacquero il poetico ■ Assai lento » e il leggiadro » Allegretto con grazia ». Due gruppi dt liriche furono egregiamente cantate dalla signorina G. Valle, accompagnato dall'autore, e applaudite; una di esse, recentemente composta, « Giorno I per giorno », in forma di lied, fu replicato per unanime desiderio. — Nolte scorsa settimana si svolsero numerosi concerti, del quali raccogliamo l'eco festosa. Per la Pro ' Cultura femminile suonarono Nino Rossi, al Liceo, e la violinista M. Baibis col pianista Sandro Fuga, netta sede sociale. Al Liceo e al Circolo degli Artisti suonò Remy Principe, accompagnato dalla pianista Elena Di Laura. Al Teatro del. V Esposizione diedero concerto Mario Corti ed Ernesto Consolo. Tali concertisti, già ben noti al nostro pubblico furono simpaticamente risalutati. à. d. e. * * '*' Questa sera, alle ore 21, nel salone dell ex-Liceo Musicale in via Rossini, il violinista prof. Marco Scaglia, con la collaborazione della pianista Edmea Tornasela, darà un concerto eseguendo musiche di Vivaldi", Scarlatti, Bach, Llszt e Frane k. • e • Concerto Scaglia. — Questa sera, nella sala dell'antico Liceo, il violinista Marco Scaglia e la pianista Edmea Tomaselli suoneranno musiche di Vivaldi. Bach, Scarlatti, Francie.

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