«Il datore di sangue» di L. Durtain
«Il datore di sangue» di L. Durtain teatri «Il datore di sangue» di L. Durtain di L. Durtain Parigi, 17, notte. Indiscutibilmente, i romanzieri si volgono anch'essi al teatro. Dopo Jean Glraudoux, è oggi la volta di Lue Durtain, autore del QvaratUieme Elagc e di Hollywood depassé. Neila decadenza in cui il teatro si trova non è' impossibiile che questa immigrazione di autori cresciuti nella scuola dura e sottile di una forma di arte meno convenzionale e più complessa si risolva per esso in qualche vantaggio. Se non è facile che un buon romanziere scriva di primo accinto un buon dramma od una buona coonanedia — e Giraudoux e Durtain c-3 lo hanno provato di nuovo — non è tuttavia nemmeno troppo difficile che i suoi stessi errori presentino un interesse ohe spesso manca elle più applaudite produzioni di drammaturghi e commediograll di mestie re. Tale è il caso insperato, ma nobile e puro della commedia in tre atti rappi»esentata oggi all'Odèon dalla compagnia « Aide et protection ». Il datore di sangue è un uomo che aspirava a vivere una vita di studi e di ricerche disinteressate, unicamente votandosi alla scienza ed al pensiero; vis»veisa, per avere una volta ceduto alila voce del cuore e sposato una fanciulla di condizioni modeste deve a poco a poco rinunziare alle proprie ambizio ni, sottoporsi al giogo di un lavoro materiale semipre più assorbente, il 6ak> — ahimè I — die consenta ai nostri giorni ad un padre di famiglia di fare vivere con decoro i proprii cari 11 dramma silenzioso e tutto intimo di questo personaggio che entrato nell'ingranaggio di una grande azienda di costruzioni navali arriva in poco tem po ad esserne il capo e ad accrescerne gli utili del 60 %, ma solo a costo di un lavoro assillante, che oltre ad estenuarlo lo umilia di fronte a so stesso, inaridisce la forate delle sue vere sod datazioni morali, lo imprigiona, lo separa irrimediabilmente dal meglio di se, non è forse 11 dramma di tutti gli uomini superiori che non furono abbastanza egoisti od abbastanza coraggiosi od abbastanza perspicaci per comprendere in tempo che le vittorie del pen 6iero non sono compatibili con la cura della famiglia, e che tra l'uno e l'altro di questi due doveri esiste un'antinomia irriducibile ? Annie Vivant! scrisse ammi or sono su quest'argomento un bel romanzo che 1 lettori italiani non hanno certo dimenticato. Luca Durtain ha messo nel Datore di sangue meno romanticismo che non la poetes sa italiana nei Divoratori, ma forse ap punto per questo ci ha toccato di più. Il terzo atto specialmente e di una samplicità e di una crudeltà tragiche. L'ingegnere lavora per dieci, ma sua moglie — ohe pure è una donna non peggiore dedde altro — trova semplice mente essere una disgrazia l'avere un marito il quale non bada se non agli affari e torna a casa tardi per il pranzo. E se al povero uomo sfugge un lamento, replica: — Perchè ti sei fatta una famiglia? Non sai perdonarmi di non averti portato una dote ! Parli sempre dei lavori a cui hai dovuto rinunziare, ma se li hai abbandonati per fare qualche cosa d'altro, 6 segno che non metteva conto insistervi!: ». Incomprensione femminile, caratteristica e — .ahimè! — troppe volte confermata dai fatti, perchè' st abbia cuore di accusare Du-ptatn di ingiustizia verso il sesso debole. Ia commedia finisce però con uno scioglimento nel quale non sappiamo se vedere una tarda vendetta del datore dt sangue sui divoratori: moglie, figli e parenti. L'ingegnere decide di rifiutarsi alla continuazione di un sacrificio che non gli frutta nemmeno la gratitudine e la compassione dei suoi e pianta in asso la Società dei trasporti navali per tornare ai suoi studi La sua famiglia dovrà dunque rassegnarsi a sacriflcaTe a sua volta a più di un diritto che stimava acquisito. Vi si rassegnerà? Lue Durtain, per non Inimicarsi definitivamente le donne e non distruggere la poesia del focolare, mostra di sperarlo. Noi ci permettiamo di dubitarne e di concludere che l'ingegnere ha trovato un rimedio peggiore del male. La sorte dei pellicani è di svenarsi per cedere ai figli il proprio sangue. Il solo rimedio per procurarsi una sorte migliore, consiste di non farsi pellicani quando si sia nati aquile. C. P.
Persone citate: Annie Vivant, Giraudoux, Luca Durtain
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