Preoccupazioni francesi alla vigilia della Conferenza

Preoccupazioni francesi alla vigilia della Conferenza LA PICCOLA INTESA Preoccupazioni francesi alla vigilia della Conferenza Wuppo è andato incontro ad un insuc Tcesso. La Piccola Intesa sussiste, co Parigi, 17, notte. In attesa dell'imminente conferenza della Piccola Intesa, i giornali francesi manifestano alquanta apprensione circa le intenzioni di Benes che — come sapete — notizie di varia fonte, rappresenterebbero incline ad un riàyvicin amento con la Ungheria e di conseguenza convertito o convertibile alla revisione del trattato del Trianon invocata da Budapest. Il Temps, pax senza mostrarsi eccessivamente persuaso di quanto scrive, tenta di dissipare l'allarmo dell'opinione parigina e di provare che la Cecoslovacchia non può fare altra politica fuorché quella fatta finora: « E' naturalissimo che si segua con attenzione a Piaga la campagna fatta da certi circoli stranieri in favore della revisione del trattato del Trianon. Ma non sembra che vi siano ragioni per inquietarsi seriamente di un'agitazione, insomma, abbastanza superficiale e che, alio stato attuale delle cose, non può giungere ad alcun risultato positivo. Si capisce perfettamente che gli ungheresi protestino contro il trattato del Trianon, di cui chiedono la re visione. Non vi sono infatti precedenti nella storia di vinti che non reagiscano contro la sorte che è stata loro riservata e non rivendichino in nome del principio dell'unità nazionale il rimaneggiamento delle frontiere che sono state loro imposte. Che degli elementi magiari si trovino sacrificati, ciò non è contestabile, alla stessa guisa che prima della grande guerra, delle importanti minoranze romene, slave e jugoslave dovevano subire la dominazione ungherese. Ma i trattati sono quelli che sono, e il mantenimento dello staiti quo territoriale nell'Europa centrale sulla base di questi trattati è la condizione stne qua non del consolidamento della pace. Nessuno assumerà quindi la responsabilità di incoraggiare un movimento revisionista che rischierebbe di compromettere nuovamente requiiliibriO sul continente. Ad ogni modo, la Pffccola Intesa farà fronte con tutti 1 propri mezzi contro qualsiasi tentativo diretto 0 indiretto pei' modificare l'ordine di cose creato dalla vittoria degli Alleati. La Romania, ■la Jugoslavia j la Cecoslovacchia debbono vigilare "con la stessa fermezza a che non venga attentato in nessun modo ai trattati che harmo fissato le loro attuali frontiere.' « Quali possano- essere gli interesfii particolari di queste tre Potenze in altri oampi, la questione per esse capitalo del mantenimento dello stati quo territoriale, baista a cementare il loro accordo in .seno alla Piccola Intesa. Tutto ciò che fu sino ad ora tentato da varie parti per indebolire quel carattere che ebbe'fin dal primo gior no. E' fuori di dubbio quindi che la prossima riunione"'a Bucarest dei suoi rappresentanti confermerà ancora una volta questa situazione. In quanto all'atteggiamento della Cecoslovacchia ih presenza deHUi e eru figlia in favore di una eventuale revisione del trattato del Trianon, il discorso-che il ministro di Cecoslovacchia a Parigi signor Osusky ha pronunziato ieri a Praga in occasione del decimo anniversario del Congresso dei popoli oppressi, fìssa le cose con tutta la chiarezza desiderabile Osusky, affermando l'assoluta solidarietà dei oèchi e degli slovacchi, ha dichiarato che le frontiere danubiane della Cecoslovacchia non possono esse re modificate poiché la loro revisione metterebbe in causa l'esistenza stessa dello Stato di Praga dal punto di vista delle sue comunicazioni e delle sue risorse economiche. La sua tesi è che la conferenza deHa pace avendo riconosciuto che il Danubio deve rimanere ia base della vita indipendente defllo Stato cèco-Slovacco, ogni campagna che miri a modificare le frontiere deve essere considerata come diretta contro l'esistenza del suo Paese. Si vede dunque da questo discorso di Osusky (che traduce certamente le vedute del Governo di Praga) ohe nessuna prospettiva di revisione del trattato del Trianon si apre da quel lato, e che ad ostinarsi a voler discutere tale questione mentre essa non può essere posta praticamente sul terreno diplomatico, si rischia di creare nell'Europa centrale un'atmosfera di diffidenza che potrebbe compromettere le buone relazioni di popoli la cui collaborazione è necessaria alla prosperità di tutta quella parte del Continente ». Si ignora intanto fino a questo momento se la conferenza di Bucarest avrà o no luogo domani, e se sarà presieduta da Titulesco o da Duca. Il Quai d'Orsay annunzia, nel frattempo, che è stato proceduto al Ministero delle Finanze, fra Poincaré e Markovich, ministro delle Finanze jugoslavo, allo scambio delle ratifiche dell'accordo intervenuto il 19 aprile fra il Governo francese e il Governo del Regno dei serbi-croatisloveni per sottoporre all'arbitrato la questione di sapere su quale base monetaria il servizio finanziario dei prestiti serhi dell'ante-guerra deve essere effettuato. C. P.

Persone citate: Benes, Markovich, Poincaré