Quattro giovani avventurosi

Quattro giovani avventurosi Quattro giovani avventurosi T Tribunale Penale di Torino) Quattro giovani -di settimo — due dei quali potrebbero dirsi ancora adolesceiui, tanto sono radazzi sia lisica mente che spiritualmente — si sono allontanati da casa, nel ìebbraio scorso, per darsi sfrenatamente all'avventura. Ma nel correre l'avventura essi hanno copiato dei clichès di ixtwimo gusto ed estiiemainente pericolosi. L'epilogo non poteva essere diverso: i quattro giovani finirono coll'essere arrestali e ieri sono siati tradotto in Tribunale per rispondere di una serie di imputazioni. Essi avevano cominciato collo svaligiare la casa di un vicino; avevano ripetuto quindi il colpo, con più audacia e con più pericolo, in qualche altra casa ed infine avevano compiuto l'impresa alila grand-guignol: coi visi mascherati, si erano presentati una notte nella casa di un agricoltore e dopo averla frugata in lungo ed in largo se ne erano andati asportando un. piccolo gruzzolo e qualche poco di biancheria. Questi quattro giovani sono: Stefano Frola di Giuseppe, di 21 anno; I/) renzo Savio di Lorenzo di 17 anni. Giù seppe Audano di Francesco di 17 ann e Germaniino Gernuseo fu Serafino di 22 anni. La famiglia del Savio abita a Settimo, in borgata Chioma; un piccolo gruppo di case abiiate da lavandai. Il 6 febbraio le poche famiglie che popolano la borgata erano venute tutte a Tarino per la distribuzione del bucato: non era rimasta a casa che una donna, Ersilia Borr: Ilrunelto, alla quale i paranti de) Savio avevano affidato -a chiave della propria abitazione. Orbene, ad una certa ora del mattino, il Savio si presentò alla Borri chiedendole la chiave di cisa. La donna gliela consegnò ed il Savio, che era accompagnalo da due amici — l'Audano ed il Frola — la riportò poco più di una ora dopo. Questo breve spazio di tempo fu sufficiente ai tre giovani, cui si era unito intanto il Cemueco, per passare daliia ea<a del Savio in quella attigua del lavandaio Giuseppe Pacchioni, dove consumarono la prima impresa. Forzarono la porta d'ingresso con una leva e peneuarono nella cucina £*£0^2™^%n^uÌ *%^tr^= tft.»!? di liquore. Salirono perciò sul terraz zo, e dopo avere rotti i vetri di una finestra si introdussero nelle camere del primo piano. Il bottino non fu disprezzabile: i ladruncoli se ne anda rono asportando gioielli e biancheria per un valore di 1S00 lire. Alle 10 essi salivano sul tram di Torino, evidentemente call'intenzione di recarsi in cit tà per vendere la refurtiva e godersi i frutti di quella prima impresa. Ma ì quattro giovani non si fermarono qui : dopo una brevissima permanenza a Torino tornavano in quel di Settimo e verso il mezzogiorno tentavano una incursione nella casa della signora Vittoria Terrazzi, sita in borgata Molino Prato. Avevano dato la scalata al1 edificio, che è isolato, ed erano riusciti già ad abbattere il telaio di una finestra, quando, sorpresi da un affittavolo della Terrazzi, dovettero abbandonare l'impresa e darsi a precipitosa fuga verso il lungo Po. Quest'insuccesso li consigliò ad emigrare altrove. Si rifugiarono in quel di Cassino ed a S. Raffaele e Cimena compirono un colpo ladresco ai danni della Societi Agricola. Un pomeriggio i quattro s; presentarono nello spaccio di vini della Società agricola, si sedettero ad un tavolo ed ordinarono qualche bevanda. Mentre la donna che esercisce il iocaie si allontanò per servirli, uno di essi si appressò al banco e ne tolse dal cassetto il contenuto: 240 lire. Compiuto il colpo, i quattro giovani si davano subito alla fuga E siamo all'ultimo impresa; la maggioie. La notte del '.) febbraio 1 quattro bussavano al casello n. 5 della Ferrovia Canavesana, in territorio di Volpiano, dove abita il sessan-taseienne Giovanni Tapperò. Il pover'uomo scese ad aprire ed i quattro gli chiesero l'elemosina li un po' di pane. Ma mentre il Tapperò si accingeva ad accontentarli, issi irrompevano nella casa, e immobilizzato i! disgraziato, mettevano tutto a soqquadro. Trovarono 155 lire e se le presero dopo avere asportato anche alcuni capi di biancheria. l.e attive indagini avviate dai carabinieri di Gassino e di Settimo per acciuffare M pericoloso quartetto si conclusero felicemente solo il 14 febbraio 1 quattro giovani, dopo avere a lungo girovagato in territorio di Rivalta, si erano rifugiati nella stalla della cascina Molierano, ed. in quel luogo vennero scovati dai carabinieri ed arrestati. Essi confessarono ogni cosa e solo ieri all'udienza tentarono qualche diversivo p.?r scagionarsi da questa o quella imputazione. Erano incolpati di «re lurti qualificati e di rapina. Il Tribunali: (Pres. barone Scalfaro, P. M. cav. Coitafavi) li ha ritenuti tutt; colpevoli ed ha condannato severamente quegli eh:: era apparso come l'organizzatore della piccola banda: il Frola, cui sono stati inflitti 7 anni e 1 mese di reclusione e 1 anno di vigi'anza della P. S. 11 Cernusco, col benecio del valore lieve, è stato condannato a 3 anni e 7 mesi di reclusione. Per gli altn due imputati, il Savio e l'Audano. entrambi minori degli anni 13, il Tribunalo ha tenuto conto delle ragioni di umanità prospettate dal difensore avv (vino ObPrt: accordando loro tutti i benefici di legge, 11 ha c-'-ndamnati ad 1 anno e 9 mesi di reclusione da scontaci in una casa di correzione.

Luoghi citati: Cassino, Cernusco, Prato, Rivalta, Torino, Volpiano