I primi sessanta coltivatori

I primi sessanta coltivatori Oli orti torinesi I primi sessanta coltivatori La cerimonia inaugurale Adunque l'Ente degli Orti Torinesi ha, per ufficiale consacrazione, il primo del suol Orti. E' una nuova creazione che, gulto. E' noto in che consiste l'idea degli orti In qtiistlone. Ci sono, nell'agglomerato delle citta, dei terreni cosidettl «fabbricabili» che, nell'attesa cìi essere ricoperti da costruzioni si prestano ad es»ere coltivati, e dare dei buoni frutti di giardinaggio <■ di ortaglia. Tanto di guadagnato per le famiglie che li coltivano, per l'economia generale che vede aumentata la produzione della verdura. E la « Famija Turineisa » lanciò Tapinilo. L'appello venne accolto dal Municipio, che mise a disposizione del terreni situati in corso Spezia, ed anche da privati. Ad esempio, c'era In via Cigna, nell'angolo di via Clxlè, nn bel pezzo di terra che, nell'attesa di ospitare degli stabili, era quasi abbandonato, lasciato in buona parte alla mercè delle erbaccle. I proprietari, signori cav. uff. Miretti, Villa, Masera e l'Opera Pia Barolo cedettero gratuitamente il terreno all'utile sfruttamento indicato dalla « Famija », e questa a sua volta lo mise a disposizione dei volonterosi, dopo aver diviso gli otto mila metri quadrati dell'appezzamento In 60 parti. Un avvocato ortolano Fu cosi che la nostra citta ebbe (50 ortolani di più. Operai, forse memori del campioello lasciato o ceduto al borgo natio per forza di cose, fecero domanda di entrare in possesso, per poterlo coltivare, del loro orticello. Unica condizione : avere la fedina penale pulita e pagare cinque lire al mese. Con cinque lire mensili diventare proprietari — o quasi — del famoso, tradizionale orticello, che è nell'animo di tutti gli italiani! Fu. per molti, il sogno che si è avverato. E non solo fra gli operai : poiché anche degli Impiegati fecero la richiesta ed ebbero la concessione, anche dei profess'onlsti. CI fu difatti un avvocato che aspirò all'orto, e lo ottenne e lo ebbe come una piccola fortuna, una piccola grazia. Ed ecco, allora, l'uomo delle pandette, di buon mattino, prima di recarsi all'ufficio, porsi a tu per tu con la terra, farne la conoscenza, interrogarla, interpretarla come sa fare un sagace agricoltore, seminarla, curarla.. E, all'ora di andare all'ufficio, già c'era, invece dei rimastigli neghittosi del sonno, una buona scorta di salutare esercizio corporale, un l'espiro di sana vita spirituale e... lo stimolo dell'appetito. Quest'avvocato ortolano merita di essere conosciuto : è l'avvocato Margnry. E con lui divide gli onori dell'antesignano una signora, che pure volle uno dèi sessantl erticeli! per sè e per la famiglia. Spettacolo veramente bello ed edificante, specialmente di mattino, questo quadrato di terreno racchiuso fra le mura della clt'à. La vita rurale vi signoreggia. Zappare, sradicare, ripulire, piantare, seminare... L'entusiasmo supplisce sovente all'inesperienza; la fatica inusitata è vinta col sorriso sulle labbra ; uomini e donne, enrvi sulla zolla, sembrano quasi in adorazione della terra, della madre terra... Ed ecco che la terra, vinta e commossa, si concede al suoi amorosi cultori Pi rozza, asprigna v. ribelle ebe era, si fa gentile, tenera, liscia; el stende, linda e pettinata, nelle sessanta aiuole tutte rigate ordinatamente di verde, di solchi, dj sentieri... Quel sentieri ove è cosi bello sostare riguardando l'opera compinta, e più scrutando 1 segni dei frutti che verranno... Cosi, ordinati, curati, pronti al bel tempo che finalmente si annuncia, sono apparsi gli orticelli di via Cigna alle autorità ed al pubblico che hanno, ieri mattina, presenziato alla inaugurazione. Che dire della cerimonia? Semplice, bella, In tutto degna della cosa celebrata A noi, cronisti, spetta 11 semplice compito di fare un po' di «relazione». E cominciamo dai nomi. Sono intervenuti il vice-prefetto DI Suny, l'avv. Gal, se gretarlo capo al Municipio, per il Pode presentante della Banca d'Italia, l'avv. Filippa dell'Associazione Sarda, 11 t^Varetto del Dopolavoro, ecc., ecc. Moltele signore. Inutile dire che eran presenti, e facevano gli onori di casa, i maggiori esponenti della «Famija Turlneisa»: il presidente avv. Colombini, il vice-presidente ing. Bergagna, il segretario cav. Gianetto, il conte Metello Rossi di Montelera, l'avv. grand'uff. Barberis, l'avv. comm. Pavesio, ecc., del Consiglio, 11 prof. Mascheroni, l'avv, Margary, 11 cav. Ghiila e gen. Pasta delia Giunta degli Orti. Le due bande che prestavano servizio sono quella della Ó7.n Legione della Milizia e la « Pietro Mlcca ». Mons. G<allea, parroco di San Gioachino, ha Impartita la benedizione, ed ha quindi pronunciato un breve vibrante discorso, compiacendosi del sorgere degli Orti della «Famija», dicendo che già una volta, accanto alla Dora, si stendevano orti e frutteti. La Chiesa, osserva, dà la sua benedizione a tutto ciò che è lavoro, traffico, produzione; ma la sua benedizione speciale la riserva al frutti della terra, poiché l'amore e la coltivazione della terra è la base di tutto, è benessere materiale ed insieme elevazione morale. Con questi orti, prosegue mons. Gallea. ha inizio un'opera nuova; una delle tante opere per cui l'Italia sta tutta rinnovellandosì, ed essa è certamente una di maggior significato, polche l'Italia ritroverà tutte le sue fortune tornando con amore e con fede alle opere della terra. Egli è molto applaudito. Prende poi la parola l'avv. Colombini, presidente della «Famija». Premesso che egli non intende fare un discorso nel senso comune della parola polche uno squarcio di oratoria male si addice ad una cerimonia cosi semplice, festa di intimo significato e di delicata poesia, egli ricorda l'origine dell'Ente degli Orti. L'idea ebbe il pronto e incondizionato appoggio del Duce, desideroso di « andare sempre più verso la /terra », ed egli espresse altresì la convinzione che dalla laboriosa e silenziosa Torino l'iniziativa avrebbe guadagnato tutta l'Italia. Il compiacimento del Duce «Noi. dice l'oratore, stiamo traducendo in atto l'incoraggiamento del Duce. Egli, in alto, lavora con diuturna Improba fatica alle grandi cose; noi. In basso', ci occupiamo di cose modeste. Ma lo facciamo con slancio e con fede. Anche la nostra piccola opera e utile, e necessaria. L'iniziativa nostra degli orti rocchiude, con una pratica utilità, una bellpzza ideale. E' uno sport produttivo, che si alimenta di aria buonn e fa robusti polmoni, ed é altresì aspirazione di semplicità, elevazione di bontà ». L'avv. Colombini prosegue spiegando come si concretò l'idea degli orti urbani come venne accolta da santa simpatia ed entusiasmo, come raggiunse pronto e invidiabile successo., L'oratore annunzia di avere Inviato all'on. Mussolini nn telegramma «Il Duce certamente si compiace della nostra Impresa e dei suoi risultati. E questo ci è preziosa assicurazione che la strada da noi battuta è la buona, di sprone a continuare in essa ». Le parole dell'nvv. Colombini sono accolte da lunchi e calorosi applausi, che suonano pieno consenso e caldo incitamento all'opera sua e della .« Famija ». Un ringraziamento alle autorità ed al convenuti rivolge pure il consolf Bonino, e quindi le autorità e gli Invitati compiono una gradita ed interessante visita attraverso il pittoresco, verzicante dedalo dei sessanta orticelli. E la cerimonia si chiude con un «vermouth» d'onore offerto dal"Circolo Rionale Cesure Oddone, nella sua sede.

Luoghi citati: Italia, Torino