Silbermann

Silbermann Silbermann I giornali hanno annunziato icr l'altro da Parigi che il premio della Vie heureune c stato quest'anno assegnato :>. Jacques de Lacrctello pel mio recentissimo romanzo, amèrméUM* (Paris, Vouvelle ftewt Fraitcàise). TX. un preniio, r**io ha minilo importanza ó«4 premio Bàlpuc, e del premio Da Goiieouw.* o tuttavia Lmbito, c abbastanza notevole. Por me, ò sopratutto significativo che all'attenzione di giudici competenti, e direttamente o indirettamente, a quella del pubblico, bì sieuó imposti, nel giro (li pòchi mesi, romanzi, i quali presentano dai problemi o dei caratteri; clic per brevità chiameremo di ntzza. Prima della guerra, m Francia come, altrove, non ù negavano certamente le differenze somatiche e psicologiche, fra razza, o razza; ma, generalmente, si tendeva a considerarle come secondarie, rispetto! all'essenziale unità dello spirito umano: Rollami vagheggiava appunto la sintesi dello duo culture, francese c tedesca, c in Fondo, la realizzava nello spirito umanitario ed internazionalista del suo Cristo/ore. Dopo la guerra, per evidente influenza della mentalità germanica, ds*l resto secondata da un francese, il conte di Góbineau, :ù i: cominciato a parlare di razze, insistendo! sullo loro differenze, rilevandone gl'intritiBechi pregi e difetti, c cercando di dimostrare che razze diverse non possono intendersi, riè convivere pacificamente. L'anno scorso, il premio De Goncourt fu dato a Batotuila, che forse non celava una tesi, ma che certamente mostrava l'inconciliabilità dei negri con gli eurcr.ei, e particolare mento coi Francesi. Quest'anno, il premio Balzale stato vinto per metà, da Sii rilrieil. ri le. Limousini, che apertamente, sebbene, nelle ambagi d'uno stilo sfuggente, Vaporoso, erepuscolare; mostra come un francese non possa in nessun caso, nemmeno per miracolo di patologia, diventare un tedesco, o viceversa, giacche un insuperabilò abisso morale li separa, Oggi, è i! premio a Sìlòcrmanii, romanzo che mette a contrasto i caratteri ebreo, protestante, cattelieo, e dimostra la loro incompatibilità. Incompatibilità teorica e per essenza; non nella pratica della vita quotidiana. L'autore s'è appunto preoccupato di non contraddire a questa pratica, quando ha pensato che il conflitto doves-.e. svolgersi ira ragazzi, in un ambiente scolastico liceale; che nell'animo ingenuo dell'adoloscentc, i sentiménti'sono schietti ò profondi, nò appaiono disposti a quegli accomodamenti, o rinnegaziorti, che iulrressi volgari o turpi consigliano, r talvolta impongono necessità dolorose. Che Èe a un lettore italiano sembrassero inverosimili i drammi <!iu si svolgono nella, coscienza di giovinetti, bisognerebbe ricordargli che in Francia, o per lo meno a Parigi, i ragazzi sono, in generale, rispetto ai nostri, di sorprenderne precocità, stimolata ed esasperata dagli tiessi parénti, i quali sogliono concedere ad essi contidenze da pari u. pari, veramente straordinario. Dei tre giovinetti presentati, il meno studiato «.simpatico ò il cattolico: manesco, leggero, senza serietà nò profondità spirituale!', tóeguìto dalla maggioranza, questi infierisco sul compagno ebreo Silberinunn, ' uzzicanùolj, oli'endeiidcrìo, 'j/fcrceguiunidolo;.e alia fine, nonostante le difese generose d'un, compagno protestante, che risolutamente s'è merso dalla parte dell'ebreo riesco vittorioso. 11 piccolo ebreo deve emigra re. Silbormann è analizzato da tutti i punti di vista, e, come naturalo, specialmente da quello morale. E' un ragazzo di grande volontà: salta delle classi, si pone fra i primi, si fa valere, dentro e fuori di scuola. Diffida di tutti, impone quando può la sua volontà, ha una grande ambizione: ci tiene a distinguersi fra i compagni per la singolarità e ricchezza delle costoscenza, per la precisione e l'abbondanza delle lezioni che recita, cesi come certo che si distinguerà nella vita, scrivendo libri, diventando un grande scrittore. Ila un'intelligenza precoce, per cui intende a meraviglia i classici, se ne entusiasma, pur faceudo numeroso riserve critiche, e ne sa riprodurre gli stili con abilità singolare. Disprezza la mercatura, dalla quale tuttavia, il padre e gli antenati hanno tratta la loro ricchezz?,; mostra un grande interesse, e una stima maggiore, per i valori spirituali. Infine, sogna di stabilirsi in Francia, dopo che il padre e vissuto in Germania, venuto di Polonia; di farla finita con quella vita nomade d'ebreo, con quel destino ereditario, che condanna al vagabondaggio la maggior parte degl'israeliti. « Essere Ebreo e Francese, non credo che vi sia condizione più favorevole per compiere grandi cose i>. Ma, a realizzare questo soijno, s'oppongono le gelosie e invidio dei compagni, che 10 odiano per la sua patente superiorità; le loro avversioni istintive, perchè di razza diversa. S'oppone la sua stessa, più silici ra e pid profonda, radico spirituale ; elio, sotto gli apparenti entusiasmi, ci sono indifi'eren«e e ost.ilità sostanziali; ond'egli può deridere coloro stessi che vogliono fargli del bene, parlare della Francia, conio se fosse separato da essa, accusarla d'egoismo e di invidia; può infine, piuttosto che umiliare 11 suo prepotente orgoglio, abbandonare la Francia iu cerca d'un'altra nazione qualsiasi, convinto che. la sua vera patria è Israele, e lasciare i suoi studi per il commercio, secondo la tradizione familiare... 1 suoi sogni erano dunque semplici velleità? Le sue preferenze, gusti provvisori e superficiali '< Ma v'e qualcosa di peggio. Ve che Silbermann appare bensì vittima de' suoi compagni, e insomma della società francese; ò tuttavia, a sua volta, anche un ingrato: ingrato verso colui, che unico l'ha difeso ed amato, e che alla fine deve sentirsi rinnegare il beneficio, o piuttosto riconoscerlo con l'immediata dimostrazione del suo diritto: o Credi dunque che non lo meritassi i ». E non cr-mprendo che, invece, egli ha ricambialo il Wiciìcio col maleficio, inoculando nell'anima dell'altro il tarlo del dubbio e della denigrazione sistematica, i-uvesciandogli tutto le divinità: le idee dell'amore, le leggi domestiche, la concezione de! bello, il senso dell'autorità... In fondo, il vero dramma si svolge nello spirito del ragazzo protestante, il quale perciò mi sembra più interessante e più commovente dello stesso Silbermann. E' il tiglio d'un giudice, freddo e ristretto d'idee, e d'una donna rigida, nou d'altro preoccupata, nella vita, che della carriera del marito. Uno spirito piuttosto mistico, facile alle rèverie. Pieno di scrupoli di coscienza, pone la riserva e la rinunzia fra le prime qualità necessarie; capace d'esaltazione e devozione, incontratosi con Silbermann, che soffro per ringiustiaia dogli uomini, consite s difenderlo, proteg¬ LdscafiLaètonsvpgdgatrmusuzebrsgnslcndsainnlR0tgpcieesndgmdcicandqrcthudscimcscmnlteqittiJFc1afigBeammaiasdDsiissilezlmecbrpzNmcgssdns gerlo, amarlo... Quali delusioni! A poco a poco, l'amico gli mostra tutt'i suoi difetti, la sua aridità, la sua ingratitudine; e per L'amico e attraverso l'amico, egli scopre ' > debolezze del padre e della madre, che sono, a. parole, cosi integri, di fatto, cosi corrompibili; perdo la fede nelle virtù, non acquistando il gusto del male; rinunzia infino a tutt'i suoi ideali c alba «missione...». La vita pièga la sua anima ai compromessi, allo viltà, alle, ipocrisie, senza di cui non è possibile muoversi per entro alle, strettoie sociali; cosi, come aveva rivelata l'anima di Silbermann, più che agli altri, a sa stessa. E il giovine eroe protestante diventerà simile al padre, giudice corrompibile per ambizione di carriera, conio il giovino ebreo somiglierà al padre, mercante disonesto per avidità di guadagno. So un giorno s'incontreranno, saranno disposti ad accordarsi ; come di fatto s'accordano, per terze persone, i due genitori, giudice ìimo, reo l'altro, entrambi allo stesso basso livello moral.;, quando i loro interessi vengono, a un certo momento, a convergere. Così, la conclusione alla quale giunge lo scrittore, e dóppiamente amara. Amara, in un primo tempo, quando s'afferma l'essenziale incompatibilità dei diversi caratteri etnico-religiost, cattolico, protestante, ebreo; amara, iu un secondo, quando si riconosce che l'incompatibilità si smussa o si supera nella realtà della, vita, in quanto gli uomini, a qu'aluliqu'e razza appartengano, sono egoisti, interessati, ambiziósi, insomma destituiti di spiritò eroico. Se volete, amara anche in senso trascendente, riconose^udesi l'inevitabile pesantezza della necessità. So questa interprctr*rione e giusta, si vede chiaram"!!te se abbiano ragione i cronisti un po' frettolosi, o i critici tendenziosi, a giudicare Sillierniamt « romanzo Ir-tr^erinonte antisemita ». Per identiche ragioni, non si potrebbe definirlo invece anticattòlico! — Gli studènti cattolici, con Philippe Robin, fi fanno una ensì magra figura ' — 0 perche non anche aiitiprotestante 'j — E' tanta la naturalezza, con la quale il ragazzo pre-testante.rinnega l'amico! — Eppure, a torto o a ragione (e se a torto, la colpa e anzitutto del! autore), chi legge è indotto a considerare come figura centrale, e quasi unico protagonista, Silbermann; e questi, lutto sommato, riesce ben poco simpatico; — Quali ebrei vorrebbero riconoscersi in Silbermann'( Non certo quelli dello Zailgwil, il più famoso e forse il più grande interprete contemporaneo dell'anima israelitica: ebbri di sogno, innamorati di Dio, folli di martirio. Nò, quelli, che conosciamo da vicino, nostalgici forse di un irreale e irrealizzabile Sion, certo ottimi cittadini, fede!' alla terra iti cui nàcquero, attaccati alla' nazione, della cui cultura sono imbevuti... E' però vero che in Italia, dove la tolleranza è stata, più o ni'.no, quasi sempre l'aspettò positivo dèll'indiffcrenza religiosa, non si possono ben giudicaro movimenti e alati d'animo, cerne l'antisemitismo, i quali, fr.r-c, fuori d'Italia hanno la loro ragione d'essere, se non pure una vera giustificazione inorale. Da! punto di vista dell'urto, il romanzo di Lacretello è notevole, sebbene non mostri qualità stilistiche eccezionali, nò procedimenti tecnici singolari. Il suo stile è infatti piuttosto critico e logico, che immaginoso e poetico; la sua tecnica, seguace delia tradizione, na.rruti.va francesi, ossia con una lunga preparazione psicologica, e un epilogo rapido, incalzante, drammalico. Qui, il nodo h costituito dalla denunzia del padre di Silberroana, della quale deve giudicare il padre dell'amico protei.! ante; e il romanzo finisco appunto quando, coli l'intervento di polenti proiettori, il nodo si scioglie. E' uno sfile ed una tecnica, che si ritrovano specialmente nei romanzi dei critici, degli psicologisti e analisti rapinati: in Le cnmariìde infdìlc, per esempio, di Jean Sebiumberger (Paris, Xnuarllr. Rei/ne Franrctis:') : romanzo fine e delicato, procedente quasi tutto per dialoghi, mediante 1 quali duo anime, disposte a rinunziare alla felicità, per seguire; un idi-ale eroico, finiscono cóll'accettarla e volerla, in omaggio a una più umana sincerità. Stile e tecnica, elio fanno pensare al Bourget, romanziere e psicologista, critico ed artista : © forse, attraverso Bourget, allo Stendhal. LUÌJQi TONELl.!,