Vivace dibattito sull'Unità Sindacale

Vivace dibattito sull'Unità Sindacale Il Consiglio Nazionale dei Sindacati Cattolici Vivace dibattito sull'Unità Sindacale Ha iniziato ieri a Torino i buoi lavori il Consiglio nazionale della Confeilera/.ione italiana dei lavoratori che, come « nolo, segue 13 direttive del sindacali sino cristiano. Sono intervenuti i delegati della Federazione mezzadri e piccoli ' proprietari del Sindacato italiano tessile. Sindacato nazionale metallurgico, Unione nazionale postelegrafonici. Federazione italiana lavoratori agricoli. Sindacato edile, Sindacato poligrafico, Federazione italiana bottonieri, Sindacato dipendenti industrie stntnlt, Federazione piccoli proprietari, Sindacato impiego privato, Sindacata italiano del legno, e le Unioni del lavoro di Torino, Roma, Milano, Bergamo, Venezia, ..Treviso, Udine, Catania, Novara, Busto Arsizio, Bologna, Brescia, Monza, Gallarate, Saronno, Treviso, Corno, Lecco, Varese, Binarli, Genova, Savona, S. Remo, Lucca, Pisa, Firenze, Alba, Pesaro. Sono Inoltro presenti i deputati onorevoli Marcoiicini, Fino, Stella, Novasio, Cappa, Banderai!, .Stonni, Salvadori, Achille Grandi, Mauri, il 'consigliere provinciale Cappa-Logora-ed i consiglieri comunali Longhi, Gherra, Piccioni e Gribaudi. Alla presidenza vengono chiamati: avv. Cappa-Legora, presidente; on. Mauri e Noserìa, vice-presidenti. Pronunziarono discorsi d'inaugurazione dei lavori il. segretario generale, della Confedarazioiie on. A. Grandi, che succedette all'on. Gronchi', assunto al Governo; l'aw. CappaLegora, l'on. Mauri, ex-ministro, gli on. Marconcini e Fino, il consigliere comunale aw. Piccioni e don Cantono. Quindi il dott. Valente, di Poma, fece la relazione sul primo 1ema all'ordine del giorno, e di piena attualità; l'unità sindacale. La relazione L'oratore inizia il suo discorso con alcuni spunti polemici contro i monopolizzatori del movimento sindacale, i quali » erano ieri ili >nn colere, ed oggi sono di un colore diverso, ma tentano sempre di dominare con una completa esclusività il movimento operaio ». S'intrattiene quindi sui metodi usati or dall'uno ed ora dall'altro partito per costringere i lavoratori ad entrare nelle proprie organizzazioni sindacali, contrapponendo a questi sistemi quelli tenuti in onore nei Sindacati bianchi ' fi', cui programma di proselitismo può essere sintetizzato nel motto: « niente violenza, niente violentazione ». Proseguendo, il relatore dice poi che i Sindacati sono gli organi completi della società di domani, perche ad essi è riservato un grande avvenire. Esamina poi pariilamente l'essenza dei tre sindacalismi esistenti in Italia: quello a rosso », quello «lancio» ed un terzo che ancora non ha ben definito il suo colore. Dice che l'aspirazione dei lavoratori cattolici è quella di partecipare sempre più largamente, coli'opera e col risparmio, ai benefici del lavoro. Occupandosi poi del problema che oggi è cosi largamente dibattuto in Italia, dice che l'unità sindacale, concepita come fusione intera, come annullamento delle caratteristiche distintive di ciascun sindacalismo, è pura utopia. Troppo gravi e profonde sono le differenze perchè possano essere pareggiate. Comprende come si possa mettersi d'accordo — per solidarietà sindacale — su determino} punti e in via coni ingente, ma la fusione, l'assorbimento lo trovano contrario. Rispettando le autonomie singole, sono possibili intese su postulati comuni, così come avviene in Isvizzera ed altrove, ma nienle di più. Il relatore termini, molto applaudito, e presenta un ordine del'giorno colle sue conclusioni nel senso della relazione. L'appassionata discussione N'olia seduta pomeridiana si inizia la discussione sulla relaziono Valente. Primo oratoro è l'on. Banderali, il quale anche alla Camera ha parlato spesso di questioni sindacali. Fgli dice subito non creder possibile una valida intesa fra il movimento sindacale popolare e quello degli altri partili. Vi som fra i diversi movimenti troppe differenze 1i origine, di metodi, di finalità. D'altra- parte non crede neppur possibile ne con lusinghe, ne con violenze, addomesticare il movimento sindacale. È' molto scetiico sull'avvenire del movimento sindacale fascista così come ha iniziato la sua esistenza. E neppure crede alla possibilità d'intesa e (Ti solidarietà sindacale perchè solidarietà sindacale non può esistere quando sui punti principali, orari di lavoro, salari, diritti, ecc. non si ó d'accordo. Perciò l'oratore e del parere che i Sindacati bianchi mantengano la loro linea d'azione, senza contalti. perchè ossa risponde alle necessità ed agli interessi degli organizzati del Paese. Altro oratore assolutamente contrario alte Intese è don Di Stcfauo, di Catania, il quale dice che nel Mezzogiorno il sindacalismo fascista non ha attecchito. Valotta non crede ah'unità, ma è favorevole alle intese nel senso esposto dal relatore. A lui si associano, per lo conclusioni, con lievi varianti, Molinari di Bergamo. Prandoni di Milano, Masotti di Udine. Folli di Roma, Noseda di Milano. Straziani, di Bologna, non condivide il parere di coloro che attribuiscono scarsa vitalità al sindacalismo fascista. « Il fascismo — dice — sarà trascinalo, '« malgré lui », • a fare del sindacalismo autentico » (interruzioni). Esclude però anche lui l'unità, ma ammette la solidarietà sindacale per scopi comuni. " Avvolgimento politico . dei lavoratori,, Pina, di Saronno, invece dico che per quanto gli consta, gli operai non vedono favorevolrnonte il fascismo. Non Insogna perciò dare ad essi la sensazione di un possibile prossimo avvicinamento. Parlano ancora Verzichi di Boma che è per la tattica evangelica. Giannitelli, pure di Boma, dice che il chiasso che si fa ora intorno all'unità sindacale « non è che la faccia attuale del vecchio problema dell'avvolgimento politico dei lavoratori. E' cioè una manovra politica dei socialisti e dei fascisti. I primi perchè vogliono richiamare a se le masse che stanno loro sfuggendo; i'secondi perchè vogliono attirare nelle loro file gli organizzatori competenti di cui adesso difettano completamente, e per costituire un sindacalismo ufficiale, di Stato. La i lotta di capacità» che il fascismo inalbera a suo motto d'azione riguarda gli individui e non i gruppi. Essa è nella vita una forza autonoma chn non soffre coercizioni e non richiede feconiJamenti artificiali». L'organizzatore Qtairello di Torino propone un'aggiunta allo conclusioni del relatore. Poche parole aggiungono Malanzina e Cresta di Lucca. Poi, l'Of». WBvasio dichiara di ritenere inutile il dibattito perchè ormai Mussolini ha dichiarato che non ne vuol sapere o anche in altri campi l'avversione all'unità è notevole. L'on. Marconcini dice impossibile l'unità come fusione programmatica, perchè manca l'unità spirituale, condiziono che permise nel Medio"F.vo l'esistenza di Sindacati unici. Confida che tra non molto il sindacalismo fascista avrà chiarito le sue finalità, ed allora si esaminerà la questione. Qua1b sarà lo etrumonto dell'auspicata unità, quando sarà possibile raggiungerla? Un ente interconfodorale che abbia il suo sbocco nel campo legislativo. Per ultimo pariti. Tori. Grandi Achille. Egli dice: « Noi non possiamo associarci ad una generale condanna del sindacalismo fascista, di cui ignoriamo i futuri sbocchi, che por ora sono imprevedibili. L'episodio della Corporazione marinara ci dove insegnare qualche cosa ». Sul terreno dell'amore e della fratellanza,— conclude l'oratore, fra prandi applausi, — siamo disposti ad ogni sforzo ». La deliberazione La discussione è così terminata. Il relatore risponde brevemente asli oratori, c quindi si votano le sue conclusioni con l'aggiunta di Quarollo. li testo di esse, che l'assemblea approva, è il seguente: « Considerate che da un lato le ragioni ideali,' dottrinarie e programmatiche, ispiratrici dei diversi movimenti ed organismi sindacali confederali, •— ai quali i singoli lavoratori e loro nuclei organizzati sono e devono essere lasciati liberi di spontaneamente aderire, — nella attuale situazione sociale, caratterizzata da opposte inconcfiafrili concezioni del mondo e della vita e delle soluzioni economiche finalistiche, rendono -umifestataihente--ya4a« illusoria -ed eventualmente tirannica la chimera di una vera e propria unità sindacale, intesa come imposizione di un Sindacato unico, monopolistico ed obbligatorio por tutti i lavoratorie inficiano ogni iniziativa iir-quel senso, tanto più quando essa sia — come nel caso attuale — limitata nei suoi promotori a una frazione marginale di una sola dello grandi correnti sindacali esistenti nel Paese; considerato, d'altra parte, come ogni Sindacato di liberi ed autentici lavoratori, sia pure confusamente, sente l'aspirazione verso una forma il più efficiente possibile di solidarietà e di alleanza sindacale, come organo volonario di secondo grado, nel (male l'unità della classe possa estrinsecarsi —nel pieno rispetto della libertà individuale e collettiva — pei? l'affermazione e la difesa dei comuni ideali e interessi tendenti olla graduale elevazione delle classi lavoratrici, nella quale sopratutto consiste la progrediente umana civiltà; constatato che la C. L L. non solo non ha mai osteggiato, ma ha sempre affermato l'utilità e la necessità di intese su problemi determinati, e che se tale volontà fosse stata da tutto le altre organizzazioncondivisa, avrebbe indubbiamente evitato più di una perdita alla classe lavoratricela Confederazione Italiana dei Lavoratoriravviando e riconfermando nelle proprie fondamentali dichiarazioni di principii e nella propria costante tradizione — inspirate alle più nobili idealità cristiane ed umane di giustizia e di fraternità — i criteri ed i metodi più sani, sicuri e legittimi di un sindacalismo, geloso assertore ad un tempo degli obbiettivi e delle esigenze economiche della Nazione e del lavoro italiano entro e fuori i confini della Patria; ritiene questi stessi criteri e metodi atti a servire di piattaforma per una eventuale dignitosa trattativa ed intesa nel senso sopra esposto con le altre grandi organizzazioni esistenti; e dà con questa direttiva ed entro tali limiti, mandato di fiducia alla propria Commissione Esecutiva ed al proprio Segretariato Generalo ».