La Camera del lavoro in fiamme

La Camera del lavoro in fiamme c A La Camera del lavoro in fiamme I m mm mm Ili HFiomrti( Stanotte, circa le 2, i fascisti hanno incendiata'la Camera del Lavoro, che avevano occupata al mattino. Il segnale dell'incendio è stato dato, da un fragoroso scoppio: si trattava di una bomba incendiaria fatta esplodere nella torretta, cioè nel punto più alto dell'edifìcio. Di li le funinne sijisono propagate con grande rapidità nei sottostanti locali. In breve tolta la parte centrale n sinistra dei due "iani superiori fu in fuoco. Dalle finestre uscivano impetuose, lingueggiando, le fiamme. Esse si ewino sviluppate con sì repentina velocità, p'erchò alimentate da benzina appositamente sparsa-sui pavimenti dai fascisti. L'incendio, infatti, è stato organizzato con cura i^ei'suoi particolari. Ce lo hanno affermato gli stessi fascisti in tiri sopraluogo che facemmo. Tutti i locali dell'edificio dovevano cadere preda delle fi anime. E in verità in breve le fiamme sono sorte anche negli ammezzati e nel piano terreno. La tendina della porta che dà sul balcone è divorata in un baleno dal fuoco. Di quando in quando rintronano piccoli scoppi, dovuti a capsule che esplodono. Ma ad essi sono intercalati scoppi assai più'cupi e rombanti: sono quelli di altre bombe o mine incendiarie destinate a .propagare il fuoco- nei locali' che ancora ne sono immuni. In breve anche il portone, aperto a metà, rosseggia vivamente. Un'ombra nera vi ha sparso un bidone di liquido infiammabile, e quindi vi ha appiccato il fuoco. Tutto l'edifìcio, da terra alla sommità della torretta, appare come un fantastico scenario traforato di rosse fiamme. , Intorno alla Camera del lavoro, in un cordone compatto si stendono i fascisti. Sopra i riflessi purpurei spiccano stranamente le camicie nere, immobili. Poi, mentre l'incendio assume proporzioni impressionanti, sale l'inno «giovinezza», cui fanno accompagnamento gli strumenti di una banda. Una nuvolaglia rossastra e imponente si alza verso il cielo. Le case intorno si accendono di riverberi purpurei e i vetri delle finestre ardono di uno splendore sanguigno. Fra il fumo, le scintille ballonzolanti, portate dal vento, si accendono e si spengono. ,. Dalla Camera del Lavoro è stato portato fuori un enorme rotolo di carta bianca. Essa serve per accendere qua e là dei falò, che vogliono certamente essere segni di gioia. Il vento strappa da terra e solleva in aria grossi lembi di carta incendiata, ed allora un avviso viene lanciato: « odienti alle case! ». Così il gioco non ò più ripetuto. Alle 2.30 l'intensità dell'incendio è tale clic sembra destinato a divorare tutto l'imponente fabbricato. Tutti i vetri delle finestre sono crollati con schianti di cose vive, e iHelai, scheletrici e neri, ardonu delle ultime fiamme. Ma dietro essi, ritagliato nei vani .rettangolari, lo sfondo sanguigno del fuoco si va facendo sempre più esteso e completo... # Sul posto sonò rimasti numerosi i fascisti, con pochi gruppetti' di guardie regie. Alcuni funzionari di Questura si so-, no pure recati sul posto. Ma la consueta opera loro venne paralizzata dalla ferma volontà dei fascisti di rendere i locali in istato inutilizzabile. Tale decisione ha del resto avuto una conferma quasi subito. Pervenuta la notizia dell'incendio alla caserma del pompieri, sono partiti di qui un distaccamento -di nn liti e un'autopompa al comando di un ufficiale. Ma essi jion poterono prestare l'opera loro. I fascisti impedirono ai pompieri di avvicinarsi all'edifìcio in' fiamme. Cosi, mentre scriviamo — e sono oltre le 3 — l'edificio continua ad essere libera preda de! fuoco. I due uccisi In Borgo San Donalo e precisamente in via Pinchi, verso le 23 di ieri sera, da-alcuni passanti venne rinvenuto sleso al suolo, col capo immerso 'in una pozza di sangue, un individuò" dall'apparenza di operali). Egli gemeva e rantolava. Gli accorsi lo soccorsero come poterono e fecero subito avvertile la Croce Verde che mandò subito sul posto/alcuni militi con una baftella, Lo sconosciuto venne trasportato all'ospedale Martini. I 1 dotoiri CinUdan, Mulateri e Coi io «i apprestarono a (soccorrere il'ferito che dimostrava di ostiere sui venticinque anni. Egli presentava! la frattura deK'ossp frontale con fuoruscita di materia cerebrale. I dottori giudicarono_che la ferita fo. slnia prodotta da arma contundente, pi bauilmentu un bastone. Lo medicarono lo fecero ricoverare. Ma pochi moni'.'; dopo il disgraziato cessava di vivere. Da carte e documenti rinvenuti negli ; i ti dell'ucciso si potè rilcvaVc che egli ri tale Andrea Cliiomo, abitante in via £• Rocchetto, 2. Il Cliiomo era un noto comunista me! conosciuto in regkn-r! Borgo San Don e Campidoglio. Veniva chiamato col r. mignolo di « Fiosso » a cagione del col"-,' dei suoi capelli. Era stato implicato o processo per l'uccisione del giovane fa; :i sta Dario Pini. Era. siato però assolto. S et dice che t fascisti; ieri nel pomeriggi.) nhhi*™ «ìnrrmidiin il n,mmn odierne k f. un suo compagno, perche - , . '. : i. f no sospetti di te .e oi abbiano rilasci: re armi in casa e che po to il compagne. Si dice inoltre che il Clì e mo fu visto condotto it) giro, durante J serata, dai fascisti. Sul luogo del ferimento si recò il Con missario avv. Mosso per le indagini caso. Poco più tardi e cioè verso lo ore 2% all'angolo di Corso Vittorio con Corjo Siccardi,' poco dopo la i; i mezzanotte, m>JUj sili iuo^oi scurV*<7u _ — . , i! Segretario della Sw-ione nv.si!di Torino, notissimo appunto listalo sua qualità, ebbe a tratUre dubbiale; die |iiT:is:i\a a terra un individuo sulla quaranti a rantolante. Egli aveva una enorme feria, di arma da iuoco alla fronte, sopra l'echio destro, e il volto era tutto sfigurali e lordato di sangue. L'industriale fece: rnire una vettura pubblica e con (ine;, trasportò lo sconosciuto all'ospedale S a Giovanni, ove giunse già cadavere. Il d tor Dogiiotti ne constatò la morte. Indo', i al morto venne trovate, una tessera dt la Croce Verde, recante i'.^ntnicro t)0T, da :i appare che l'individuo o' tale Ferrerò I Irò, non'meglip designato. La salma v ne trasportata nella cainsra mortua te. dell'Ospedale. Si suppone clip questo V rrero sia il Segretario della Swion.e ur.%i\hirgica di che, in con le autorità e con gli industriali in tutte le vertenze, di carattere economo di questi ultimi temili. Altri foriti A larda ora della scorsa nette è stt trasportato al San Giovanni mi altro i:rito: tale Ferdinando Avanzini ili 38 A\. ni, ferroviere fuochista, abitante i trattoria di via Chisoln. Egli presentata ferite lacero-contuse al capo, contusioni ale spalle ed alle braccia, ed una feriii da taglio ad una mano. Disse clic in via Nizza era stato affrontato da fascisti eie 10 avevano percosso. All'ospedale lo mei} cò il dottor Dogiiotti, che lo giudic ribile in venticinque giorni c lo fece i) coverare. Anche al Martini furono medicati in rata altri f.riti da fascisti. Aristide il is! di anni 23, abitante in via Giuseppe O'-ajsi, 15, venne bastonato in via Duchcsai Jolanda e riportò ferite tri capo guaribili in dieci giorni. In quindici giorni veni giudicato guaribile Aristide Belletto ( 2G anni, domicilialo in via Don Bosco, Gì 11 (piale pure era slato bastonato da fase sti sconosciuti riportando ferite all'occ pite. Alle 2 di questa notte venne medicai all'ospedale Martini il fascista Pam1 Li renzo, d'anni tM,. abitante in via Orfarìi 12, il qualtì presentava ferite lacero-conti se alla mano destra. Narrò elio in un scontro con sovversivi, avvenuto alla:: di via S. Paolo con via San Bernardina era'siato colpito in quel modo. Venne g dicato guaribile in 10 giorni. Circoli coiuuuistiV| occupati Il circolo comunista Cario Marx, aUi Barriera di Nizza, venne nella serata oeei • paio dai fascisti i quali vi insediarono I loro comando di legione. Venne pure oyeupato il Circolo de; ferrovieri in via B • salta che conteneva, fra l'altro, due biiiai di, un buffet ed una grande quantità < i opuscoli-e giornali. Al locale verme appiccato 11 fuoco. Pure alle fiamme venne flati l'edicola del giornalaio che esisteva sul piazzale della vecchia Barriera di Nizza. Altri Circuii occupati furono quelli di corso Stupinigi e quello di vii; D. Bosco. L'occiusziorie e la chiusura ci:!!' Uiiicio consorzialo di coilocumenlo .--abaio, iiel-pomeriggio, alcune persone che, a irtianio ci si riferii-cp, sarebbero inscritte nel Sindacato1 nazionale dei lavoratori d'ai; i "go e morsa, occuparono i locali ueU'UiTi. i consorziale di collocamento, situato in via Bellini, 4. Fatto uscire il personale, i-so; igginnti apposero i sigilli alle porle d'incsso, a guardia dello o,uali furono colloli dei gruppi di vigilatola. I dirigenti de-.' tiicio consorziale ed il presidente di esso. Ing. comm. Pelila, si recarono in Prefettu» ■:. a far presente al vice-prefetto, commendatore Palomba — ir. assenza del Prefetto è a Roma — come l'Ufficio consorziale di 11 nocumento .essendo un'istituzione parlloHcn. in cui sono rappresentati gli industriali 0(1 1 lavoratori, ed essendo sussidialo dal G.D- verno, dalla Provincia e dal Comune, non verno, dalla Provincia e (tal comune, non doveva essere consideralo come Ente di pa.- ,c n profcl|0 col,e Varii abboccamenti coi dirigenti del movimento dello CorpoiazLmi sindacali, ma l'accordo per la riapertura, no.i fu ancora raggiunto.

Persone citate: Andrea Cliiomo, D. Bosco, Dario Pini, Ferdinando Avanzini, Marx, Palomba, Rocchetto, Siccardi

Luoghi citati: Nizza, Roma, Torino