Due feroci assassini alle Assise della Senna

 Due feroci assassini alle Assise della Senna Due feroci assassini alle Assise della Senna Lo Due feroci assassini alle Assise della Senna"scannatoo,,della Villette (Servizio Bpociaio della « Stampe ■) Parigi, 21. rfotte. Avviene raramente che fa un processo solo si aduni una cosi lunga e orribile sene ni delitti come quella che i giurati della Senna hanno cominciato a giudicare oggi. Qu?°l„a « collana di delitti » — si cosi si può chiamare — è resa anche più trucemente suge»stiva dalle figure del suol protagonisti e uai suo rosso sfondo: infatti gli assassini appartengono al mondo della beccheria e u macello, dove si abbattono gli animali, è 1 ambiente delittuoso originarlo. Come avviene sempre negli annali criminali, la scoperta aei primo delitto ha sgranato poi, improvvisamente, tutta la scarlatta collana, per una serie di circostanze che di solito si chiamano fortuite e che si potrebbero anche chiamare fatali. Veniamo ai fatti. Giocando un giorno — precisamente il 21 ottobre 1920 — presso il mercato di bestiame della Villette, alcuni fanciulli rinvennero il cadavere d'una donna, il cui capo appariva orrondamente sfracellato. Le autorità, richiamate sul posto, riuscirono a identificare nella povera creatura la signora Desserre. Era costei una cassiera dei macelli della Villette. Si potè subito stabilire che la Desserre due volte per settimana riscuoteva somme ingenti, che poi portava con sè, e che all'atto *el delitto ella portava con sè la cospicua somma di 72.000 franchi. Poiché sul cadavere non ven-. ne trovato un soldo, non fu difficile inferire che il delitto era stato commesso a scopo di rapina. Delitto, quindi, volgare che doveva dar subiti alla polizia qualche indizio circa 10 « spessore • degli assassini. Le indagini, tosto esperite, portarono all'arresto di un padrone beccaio, certo Renato Jean. Il Jean, messo alle strette, si difese energicamente. Fra il mastro del coltellaccio e gli inquisitori della giustizia s'impegnò un fiero duello: e probabilmente questi non sarebbero riusciti tanto presto ad averne ragione, se un'improvvisa rivelazione non avesse gettato la sua luce decisiva sul groviglio delle circostanze criminose. Infatti uno degli interrogati, tale Bergue, ammise che 11 Jean lo aveva fatto « ufficiare • da un suo amico, certo Tissier, per indurlo a deporre il falso. La maschera caduta. Questa semplice deposizione fece cadere improvvisamente la maschera dal volto del Jean. E si ebbe la confessione. E non soltanto Renato Jean confessò di aver assassinato la povera Desserre, ma aggiunse che al delitto era giunto con la complicità del Tissier, Suo intimo amico. E come se questa confessione non bastasse, il Jean svelò improvvisamente i nomi di tutta una serie di altri complici in una complicazione di nuovi delitti che, avvenuti in quello seorcio di tempi, avevano lasciato la polizia perplessa e sviato. Renato Jean era. In sostanza, il capo di una temibile •fcanda di assassini e di rapinato.!, che avevano compiuto impunemente le loro gesta sanguinose, prendendo di infra specialmente beccherie e banche. Si seppe cosi che alla banda Jean si dovevano imputare j seguenti delitti: l'assassinio della macellala, signora Drevfus; due tentati omicidi consecutivi con relativi tentati furti in danno del fattorino di banca Mazet, che soleva portare con se le riscossioni eseguite per conto dell'istituto stesso; il furto alla banca Blaclta e Gravereau- l'attentato contro il fattorino di banca Roseli! e, in ultimo, svariati furti d'automobili, consumati... cammin facendo. \ •»• l.'ass■issin-io della Dreyfus specialmente si svolse in raccapriccianti circostanze. I coniugi Dreyfus, di cui Jean era sta'o garzone, eserclvano una grossa macelleria n?Ha via delle Fiandre, il Jean si era '''etto dunque che 11 momento era venuto anche per lui per diventare a sua volta padrone ed esercitare come tanti altri, un riparto della macelleria della Villette. Ma per realizzare ques o sogno che per sè stesso era legittimo, gli occorrevano dei capitali. Eg'i pensò subito ai suoi padroni:' conosceva le loro abiudini; non ignorava che la signora Dreyfus tornava sola alla sera dai macelli della Villette cogli introiti della giornata; conosceva a perfez'ipne l'appartamento che essa occupava. Aiutato dai « book maker » Tissier. da un napoletano, certo Di Sena, e da un figuro detto Sarrazln, pescato nei bassifondi parigini — ed ora contumace — il Jean assassi a a sciagurata Dreyfus, che oppone una disperata resistenza. Renato Jean, dopo aver fatto una così lucida confessione, fornendo nomi precisi e circo, stanze esattissime, dichiarò di essersi indotto alla orribile serie di crimini, perchè aveva bisogno di danaro. Non soltanto : ma per dare un esempio di quello che sia una amicizia fortemente intesa, dichiarò che il denaro gli occorreva anche per aiutare il caro amico Tissier, al quale aveva promesso di dare una mano... finanziaria, per l'erezione di un albergo a Parigi. iMa la fortuna non assistette soverchiamente il beccaio bandito e il suo degno amico I colpi contro il buon Mazet fallirono uno dietro l'altro e la Ditta Jean-Tissier si vide sfuggire 250.000 franchi la prima volta e 225.000 la seconda. Fu dalle oscure premesse di questo insuccesso che balzò l'atroce idea di assassinare la pove.a Desserre. Jean e Tissier volevano, comunque, rifarsi I... E la disgraziata cassiera fece le spese, con la sua borsa e con la sua vita!... Il banco degli imputali si moltiplica, I complici che le rivelazioni della coppia Jean-Tissier hanno condotto sul banco degli imputati sono più di una dozzina: in tutto 14 individui figurano oggi al sinistro posto. Da molto tempo il banco degli accusati dellla Corte di Assise non aveva presentato uno spettacolo tanto pittoresco per gli habilués. Al banco ordinario se ne erano dovuti aggiungere parecchi altri per ingrandire il posto destinato agli accusati. Curiosa riunione di individui! diversi per tipo, per accento e per vigore fisico, ma accomunati da uno stesso disprezzo per la vita umana. Essi tutti, infatti, hanno ucciso, rubato, o per lo meno ricettato. Su queste quattordici figure pesa ormai il lugubre titolo di » banda defila Villette ». Il popolare e bonario quartiere di Parigi ove sorgono 1 macelli centrali, ha fornito il suo nome al più tetri annali giudiziari. Gli imputati sarebbero almeno una ventina, se la polizia avesse potuto arrestare tutti i componenti della banda; ma sei sono riusciti a rendersi uccelli di bosco. Accanto al Jean figura certo Di Sena, napoletano, che è accusato di essere stato l'esecutore materiale dell'assas inio della .-ignora Dreyfus. Il Di Sina, condannato in passato per furio, è stato amnistiato. Durante la guer- ra si arruolò e rimase ferito Alto, sn Ho. ve- stilo elegantemente, il Di Sena si esprimp con eleganza e con calma Luciano Tissier. il «book maker», l'assassino materiale della Desserre, è una trista figura d'uomo, con tutti gli aspetti dell'uomo senza scrupoli e senza moralità Vicino a lui è Battistino Tiavail, un uo- mo dall'aspetto onesto, quasi di un dirama-lieo a riposo. Grigio di capelli, con una barbetta a punta, il Travail dà l'impressione di un buon padre di famiglia. Su quest'uomo pacilico pesa invece la terribile accula di avere assassinata con inaudita ferocia la signora Desserre. Arrestato a Rio de Janeiro, il Travail dalla cala della nave che lo trasportava in Europa, e dove si trovava con tanto di ferri, era riuscito a fuggire e a rifugiarsi in Ispagna dove fu poi arrestato. Gli altri accusati appaiono piuttosto come figure secondarie. Dopo la costituzione della giuria e l'appello del testimoni il presidente passa all'interrogatorio di identità degli imputati, ritraeciandone .;li antecedenti. L'Interroga orio degl'Imputati, E si comincia dall'accusato principale: René Jean, di cui il presidente rammenta | gli ottimi antecedenti. Invitato a sp. egare ■ il suo compito durante la guerra, il Jean dice di essere stato ferito quattro volte, di aver guadagnato due citazioni, con croce di guerra. — E' un peccato, dice il presidente, che tutte queste belle azioni siano state cancel- I late dai fatti che oggi vi sono rimproverati. i Sobrio lavoratore, marito e padre di famiglia modello — continua il presidente — ta- li erano le qualità di cui si ornava l'accusato di oggi, a tal punto che- quando la signora Dreyfus fu assassinata, le informazioni fornite sul Jean dal marito della vittima furono cosi buone, che l'inchiesta non procedette più oltre a suo carico. Abbozzato cosi il carattere ncr lo meno apparente del principale accusato, il presidente pnss;i al Di Sena, condannato due volte a Tolone ed a Marsiglia, e colpito da un decreto di espulsione e condannato di nuovo a lu anni di reclusione ed a 10 anni di divieto di dimora. — Siete di nazionalità italiana? — chiede il presidente. 11 Di Seua.risponde: — SI, signor presidente. — Avevate un divieto di dimora del 1911, data alla quale voi foste espulso dalla Francia. Ma voi avete a varie riprese contravvenuto a questo divieto! — Lo riconosco. E' in seguito ad alcuni furti che sono stato invitato a lasciare la Francia. — Nel 1913 siete stato condannato a 6 mesi di prigione a Marsiglia per altri furti? — E' vero. — Quale è la vostra professione? — iMiccr.nico. " — Siete ammogliato e padre di ima bambina? — Si. Durnnte l'interrogale rio dell'Imputato il su0 difensore interviene a favorì del cliente, fa- cendo notare al t-iurl che le varie condanne da cui egli è stato colpito sono state coperte dalla amnistia. Il nno cliente soggiunge l'avvocato non ha del reKto cessato di protestare contro l'ultima condanna alla quale è stata fatta allusione - r 'n\-v Rprnarrie-.ii intprvipne a =iin volti e dlctSlte aSaTà^fWtoto & S^sEiV nanVlidia Corte .li \c^lse in occàsionp del- runfmoprocésso. occasione dei Eglt esclama: — Affé non era cosi colpevole detto, e mi chiedo se allora sia lasciato condannare colpevole. , Chiusa questa parentesi il Presidente continua ad interrogare successivamente tutti gli altii accusa*!. Fra quesfi Battista Travail, merita menzione particolare per cinque anni di lavori forzati, ambiatigli per reato di diserzione. — Le informazioni della Polizia di Marsiglia, ove abitavate, vi segnalano come un malfattore pericoloso! — esclama il Presidente. ^ — Ah, se si dovesse ascoltare la Polizia — interrompe l'accusato — si andrebbe molto lontano ! Terminata cosi' la presentazione degli accusati si dovrebbe procedere all'interrogatorio degli imputati sul fondo della causa, ma il presidente invita il Jean a ripetere gli addebiti da lui formulati nel corso dell'istruttoria contro i suoi coaccusati. Renato Jean non si fa pregare. Accusa formalmente Sarrazin e Di Sena di aver rappresentato la parte principale nell'assassinio della signora Dreyfus, soggiungendo tuttavia che quello che egli sa del Di Sena lo ha appreso da Sarrazin che è latitante. Accusa Sabart di essere intervenuto nella preparazione di questo assassinio e nella spartizione del bottino. Accusa Di Sena e Travail dello svaligiamento delia banca Gravereau, accusa 1 fratelli Giorgio, Leon Alard e Andrea Adam dell'attentato commesso contro l'esattore Boselli, accusa il suo amico Tissier e non il Travail dell'assassinio della signora Desserre; accusa finalmente Coquart, Bignon, Desotot, MacreaiLe gli arabi Rassalonet e Malka di aver più a meno partecipato agli attentati contro il fattorino esattore Mazet e al primo tentativo di assassinio della signora Desserre. Quando egli ha cosi accusato tutti, è la volta dei suoi coaccusati di- protestare. — Di Sena, dice il presidente, non riconoscete di aver ucciso la signora Dreyfus? L'accusato nega prontamente. — Voi non confessate nemmeno lo svaligiamento deila banca Gravereau? — Niente affatto. Eguali proteste ed eguali denegazioni di tutti gli altri accusati. A questo punto, data l'ora tarda il presidente, rinvia il processo a domani.