Come si difende l'"uomo dai quattro nomi"

Come si difende l'"uomo dai quattro nomi"Come si difende l'"uomo dai quattro nomi" REATI JB> PBNB La seconda udienza di uuusto processo alquanto mastodontico, che metterà a dura prova la voce e la pazienza del presidente, avv. Maiola, s'inizia con due dichiarazioni di avvocati. L'avv. /.evi vuole ali: precisato che il cornili, 'rimossi non fu colpito da mandato d'arresto, e quindi non si tolse la vita perche assillato da tale suprema jattura, e l'avv. Quaglia desidera si sappia che il suo difeso Oreste Utero non fu mai condannato. 11 particolare risultava dall'atto di citazione, ina fu un errore materiate dell'Uthcio di cancelleria. Emanuele De Ecclesiis ha continuato il suo interrogatorio dando prova di una singolai-e lucidità e abiiiiù. e in certi momenti di un'ottima memoria. La quale però gli viene meno improvvisamente di tanto in tanto, il ohe spinse la Parte civile ad osservare che l'imputato riconta solo quanto crede che gli giovi L'interrogatorio non è stato tacile neppure per il Presidente. Questi doveva ogni tanto arginare la foga tutta meridionale è le digressioni superflue dell'imputato. — Questo non c'entrai — si affrettava il Presidente ad osservare. — Di questo passò non fluiremo il processo neanche fra un mese!... „. lì i) singolare imputato, pronto: — C'entra, Eccellenza. Non debbo saperlo io?... Eppoichè, sciorinandogli i diversi capi di imputazione, il Presidente abilmente lo incalza e lo stringe, l'imputato risponde che non può dare spiegazioni in quel modo. Vuole domande scritte, per rispondere a tavolino... insomma, l'interrogatorio a domicilio! Altrove pretende che sia il Presidente a dimostrargli la inesattezza delle sue risposte d'oggi a dibattimento, e il Presidente glielo dimostra confrontando le risposte d'istruttoria. Ecclesiis si cava d'impaccio affermando di non ricordare se tu esatto, se fu veritiero in istruttoria. L'interrogatorio va diviso 'in due parti: Parte affari privati, cioè falsi in occasione del suo matrimonio colla Iride Braccio, della nascita del figlio, della stipulazione dei contratti, ecc., ecc. E parte, diremo, commerciale, cioè appropriazione di somme di spettanza del Sindacalo Pugliese, della Banca d'Italia, sconti di cambiali, acquisto e immediata rivendita di merci a prezzi di liquidazione pur di intascare quattrini, e le altre operazioni che originarono la dichiarazione di bancarotta semplice e fraudolenta. i'? imputazioni Ootnplessivamente è colpito da 17 imputazioni, che qui elenchiamo : Lo — Del delitto di cui agli articoli 79, 270 C. P., perchè in Spezia, nelle richieste di pubblicazioni del 19 luglio 1915 e nell'atto di matrimonio del Si gennaio 1910, assumeva avanti l'ufficiale dello Stato Civile il falso nome di Scognamigho Salvatore, con le altre generalità in atti, firmando ffli atti suddetti col falso nome assunto. 2.0 — Del delitto di cui agli articoli fi3, 278 cap. del C. P., perchè, in correità con altri individui rimasti ignoti, in Napoli, il 10 luglio 1015. formava copia autentica dell'atto di nascita di Scognamiglio Salvatore, non conforme ali'originale, in quanto in essa non venne riprodotta in margine l'annotazione del seguito matrimonio con Galvano Dolores, avvenuto in Napoli il 23 gennaio 1013. rontraendo cosi matrimonio in Spezia, il 31 gennaio 191(5. con Braccio Iride, mediante la esibizione della copia dell'atto di nascita suddetta. 3.o — del delitto à\ cui agl'ari. 79. 417, 410 C. P., perchè in Spezia, in epoche varie rial novembre 1914 al 4 marzo 1916, nppropriavasi, convertendole In proprio profitto, di n'imerose somme pel valore complessivo di L. 61G0 che erano state a lui consegnate quale importo premi, da assicurati al Sindacato Pugliese di mutua assicurazione infortuni sul" lavoro ed in danno del predetto istituto; 4:0 — del delitto di cui all'art. 413 C. P . perrhè in Spezia, >n epoca imp'ecifata, quale agente del Sindacato Pugliese di Mutua Assicurazione" infortuni sul lavoro, avendo incassato dalla Cooperativa Edison L. 4753,75 cassate sole L. 511,55 procurando In tal modo a si l'ing usto profitto di L. 4242,40; 5.0 — del deliKo di cui agl'ari. 278 e 284 C. P., perchè in Spezia apponeva la firma falsa di Paolo Bertiei Nardini a titolo di girala in un vaglia della banca* d'Italia emesso a Milano dalla Società An. Coop. Italiana Vita e da esso imputa'o quietanzato il 2 marzo 1916; 6.0 — del delitto di cui all'art. 413 C. P.. per avere in Spezia il 2 ma-zo 1916. con artifizi e raggiri, facendosi credere legittimo possessore del vaglia cambiario di cui sopra, opll'apparenie firma dell'ultimo g raTile Bericri Nardini Paolo, indotto in errore il cassiere di quella succursale della Banca d'Italia, procurato a sé l'ingiusto profitto di L. lì.913.65. da lui indebitamente riscosse cor. conscguente danno della Cooperativa italiana Vita; 7.0 — del delitto di cui all'art. 279 C. P., per avere in Torino il 23 novembre 1916 attestato falbamente avanti lUffleialc dello Stato Civile il proprio stato dichiarando di essere Fedele Gaetano, e che dal'a l°rr nv» unione .di Scognamiglio Salvatore con Braccio Iride il 20 novembre 1915 eia nato un bambino di sesso maschile, mentre il bambino predetto era nato dal matrimonio celebralo in Spezia il 31 gennaio 1916 da esso Imputato colla Braccio Iride; 8.0 — del delitto di cui all'art. 280 C. P., perchè il 28 febbraio 1917 in Torino appone- va la falsa firma di Gaetano Fedele e di Iri de Braccio nella scrittura privata di loenz o. ile, stipulata in tale data da Timossi comm. Paolo; 9o — del delitto p. p. dall'ani, 280 0. P., no il 28 febbraio 1917 perchè in Torii la falsa firma di Gaetano Fedele ed lrile Braccio nella scrittura privata dì locazione di mobili stipulala con Timossi comm. Pao- apponeva ì lo, facendo rer strare la scrittura medesima Mio ~ del delitto di cui all'art 280 C. P., In Torino il 13 set-embre 1918 forma- v* "fa denuncia di Ditta firmando a fa sa ]npn)e c0) nom? ,„ IrWe Braccio, presenti,! r d0 )a r!enunCia niedes'ma alla Came-a di 1 commercio di Torino; ll.o — del delitto di cui agl'art. 79 e 279 fi P., per avere in Torino il 21 tni^ò e il 3 aiitjrr.o 1920. nell'adunanza dei credilo-1 nel fallimento t 'sc,-r Ham.-h atìfs-,to fnlvamon-J!} h • /.i-iVorYì o^~< tj t'tì/inift i n ^.^.^ ir. «V a? • te di cliiamar.-i Btaccio irne, apponendo to tal nome la. (irnia nel verbale d' convo- raziono dei creditori eri ln qneilo ro'.a'lvo alla- rimozione dei ridilli- io n _ ,inl ,ìhtt*n 'iti nii «ii',.i ah „ „ r ti „„„ ,,J-1 n-' ■ Ppr ,ne.re 111 ' ormo il 15 e ld giugno 1920, con artifizi e raggiri, indOUo Bianco Gesualdo mòr.tare Chèques di data 25 e 26 luglio 1920, chòques, -Che alle re laiive scadenze, risultarono inesigibili mentre le cambiali rilasciate dal Bianco verniero dall'Ecolesiis girale e scontate con danno del Bianco che dovette cor. danaro propr.o riti rarle; 13.0 — del tielitto tli «il all'art. 417 e. P., perchè in Torino l'8 e il 14 luglio 1920 appropriavasi convertendole in proprio prontto di cinque dozzine di mèzze pelli colorate, del valore di L. 18.000 circa che gli erano state Consegnate da Giuffrida Pietro in depn. sito come campione: 14.-0 — del delitto di cui «gl'art. 413, 481 e 70 C P., per avere in 'l'orino dal febbraio al lùglio 1920 mediante artifici e raggiri, indotto in errore Timossi Paolo, facendogli cosi accettare per lo sconto numerose cambiali, rilasciate per mero favóre da persone 'nsolvibili, danneggiando per tal modo 'il TimosSi per .oltre L. 100 mila; 15,o — del delitto di bancaròtta semplice, perchè essendo sfato dichiaralo fallito, risultò avere fatto spese personali e di famiglia eccessive, non aver tenuto i libri prescritti, non aver fatto l'inventario annuale, nè la dichiarazione di cessazione dei pagamenti; I6.0 — di batic*:olia fraudolenta per avere quale commerciante dichiarato fallico sottratti libri commerciali e d stratto Vati ivo per un ammontare ingente e no:i ben precisato, e specialmente quello p'oveniente dagli dnar'"PslidKmiacaaePGGlclumB5S^Gluffndà Pietro ed altri; nonché lire, s62.000 provenienti da u> a venalità rti pelli al- bla ditta, Azzófoni Cesire di Bologna L 50 ÒOf) dprover.ienti dalia vendita di pelli 'alia •riiti* 1cCarrello e Demarchi rti Torino, r.. 1.266 Ti- scosse dalla ditta Autino di Torino L 03SG i provenienti dalla vendila 81 noili all*i rlittn dBrprn rtl Twim t on onn ^L^èL 1110 „ ! lS^JofcStSlS^ 80 000 riscosse 11 2 UP'10 . lsui conto corrente suo proprio presso il ere-inni,0 Subalpino, L. 409,17 rappresentanti il li- ! scavo di sconti fattigli dal TimosSi l'aolo delle aquali somme n'oli venne trovala traccia al- sl'atto mt'm^^^W-iFm^i^^ e «rX» imi,!»»*. ' 6 I Dfcuid.11, impiego, 1 s17.0 — di cpntrawer.zione ali art. 436 C. P., nperchè il lì luglio 1920 in Torino declinava 1 cfalse generalità all'autorità di P S. che In- | *galmente nè lo rich'edeva affermando primi ! di chiamarsi Braccio Poscia Gaetano ledei» i Bquindi ScognSlBllo Sa?TOtore Ifzr, «Riguardo al' falsi, limputato ha detto ibe I pLa ricicla degli affari O..ardo al falsi, l'imputato ha det.v, sapendosi colpito da mandato di Cattura e dla ridda degli affnr,, spiega ohe fu costretto a svendere dato il ribasso sùbito delle merci e la necessità di fare quattrini per pagare le cambiali in scadenza. Parte-CiviJe e Presidente, gli ribattono che. malgrado la crisi 0 le cambiali, comprava merce a prezzi aiti a mezzo di nuove rilevanti cambiali e la rivendeva immediatamente a prezzi bassi. 11 Presidente anzi gli chiede: — Come vi sareste procurati i mezzi per pagare le 462 mila l^re di cambiali rilasciateci Giuffrida? Imputalo: — oh! ci sono tanti mezzi.. Il pubblico e gii avvocati di P. C. ridono e l'imputalo con irritazione: — Non c'è niente da ridere, lo avevo due mezzi a mia disposizione. Le banche che mi facevano fido e il coimn. Timossi. gsì i ; ; I ; ; : ninana. presieduta dal Gr. Uff. Lavagna, e terminato il processo contro quel contadino Bo?iat(o Giacomo che in Moncalieri cuid<--'- mente uccise certo Arduino Paolo, pure con ladino, suo confinante. Anche in questo pro cassò, l'imputato risultò affetto da grave sqni librici mentale, secondo una perizia dei dot tori Treves e Carrara. I (ritirati ammisero la. serm'vrppnri.?abilita. concedendo le attenuanti e il Bogiatto venne condannato a 4 anni e ? Presidente.: — Ma se, come diceste avete 1 avuto b'sogno persino di ricorrere alia ven- ' dita dei vostri mobili?! ' 1 Imnntntn r«trl>nm>nrfncY n.n, i f«JZ ?ZW i?„ „ SR?1JrJ ~ ,0 I? •-" <he ro^V?,. Quando non 1 inrei potuto più pagare... Eccomi qui... MIn sostanza il curatore del fcll menlo ha dichiarato che il De Ecclesiis necli ultimi 'giorni liquidando tutto Quanto noteva "ncns- sò in rniitanti la ™i.i,r.J», j- « . iSv-i?«-Sr p'J* Precisa somma di lita san. 141,75.-E colle spiegazioni tìeir*mputaTO i il conto non torna. Si vedrti' In seguito Intanto lasciando In disparte imputati e ■ complic., furberie e raffiriri falsi e .^mhinii" una cosà Sa »l I.tSx, ì'U ■ V mmal1' ' gnsS* c, '^■iJ'lÌhl))^0- 6 lo mteres«a « 10 locca, se si \mole da vicino : la enorme naaa degli affari, il giuoco delle ricompre ; 1 r ; ' ginosa speculaz-one sulle pelli. Sulla, pelle delle scarpe e su quella.... dei consumatori. M Due condanne alle Assise Presso la sessione ordinaria della Cort" presieduta dal conte Marchetti s'è svolto nella mattinata il processo a carico del cameriere Cociglio Giovanni Battista che li 10 Ot- tobre dell'anno scoreo sparò contro il suo pa- drone Botta Carlo, che lo aveva lleeii7iato due colni di rivnlielin ,-iin onVit,wi*w, i aÌSÌ^j' i re Tip ra,colpi; -uù,USlie- Compiuto il misfatto, il : uocigiio si era sparato una terza rivoltellata 'ad una tempia. N'ebbe malattia per 30 giorni guari e fu rinviato alle Assise Due periti a- lienisli. i dottori Tirelll e Audenino; hanno 'dichiarato l'imputalo totalmente irresponsabile perchè afflitto da mania di persecuzione Non completamente di questo parere sono stati i giurati, i quali gli hanno eoncesso solo il vizio parziale e le attenuanti. Per lo che il Presidente ha condannalo il Cociglio a 2 anni e mesi 6 di reclusione. Fu difeso dagli avvocati Daga.sso e Gianotti. Nell'altra sessione della Corte, quella straordinaria, presieduta dal Gr. Uff. Lavagna mesi di reclusione. Fu difeso dagli avvocati C. F. RocrginTi e Bardanzellu. 4-*-* Scssant'anni «li reclusione pel delitto di Castino Cuneo, notte 1 Dopo parecchi giorni di vivacissimo .dibattimento ■ lerml nato alla noMra Corte d1 "Assisi" un nrore"sn I clie ner il suo caràttere'Indiziàrio ha avuteTrttìla fasi assai drammatiche. Il fatto, che ha dato luogo al proce.-so, risale al luglio 1021. Nella mattina del | giorno 20 di detto mese, in un bosco detto Maz- ; »}«h>. an un cbiiometro circa dall'abitato di Ca- j 9tino' ln '""'l dl AIba' veniva rinvenuto 'Ji-avomon. ,p fci'lto Pif>«° Bartolomeo, residente alla Cascinai car.e. presso «astino. Siccome non gli vonne rlnvc- nuto il portafoglio, che doveva contenere oltre Mao; lire, tosi si sospetlù che il Plozzo fo=se stato col-1 n'*0 a scopo di rapina. Vicino al corpo der'lnfe- I lice, I carabinieri trovarono un «ri-osso sa«so In- i trlso di sangue: probabilmente l'arma che era I snvna „er porronda aggressione. Il 25 luglio, il | plozzo si era recato alla fiera di Castino con la i ono le fu recata la lerale notizia. Il Plozzo mori oco dopo, o interrogato sul suol uccisori, riuscì Balbettare il nome <H«Tont». emetta indicazione portò all'arrosto di tal Giellili Ernesto, detto appunto « Toni », e di tal sg«an. 1 Pio Giovanni, clic era1 stato visto alla nera di Ca | tino In compagnia dorèUrómU,«aStìàJ^ISJi: ] asciato corto Bòna, arrestato subito dòpo 11 tatto. A] processo 1 due imputati si difesero energlcarenl^ c nessuna prova ruppe l'Incerte»» degli indizi gravanti a cariai de. Gi'.rondl e dèi Pio. D'altra parte, là tèStrffloManza del brigadiere del KcflH carabinieri, ebo confermò lè parole Catte dal morente e Cloe, fi nome O nomignolo di uno degli mputati. - clttwa «ato tri a &J!2F!l&F&J2!Z ! bitazione, - Impressionò la Ghirìa. che ritenne : olpevoll gli Imputati, della rapina e. del omicidio. | ccordando solo le circostanze attenuanti. In base ; a onesto ver,'c-to, il PreSi'.Utiue -«ondanno Gironi» | Pio a 30 anni di reclusióne è 10 di «orvef Uatlzà. | precidente: t.a^trncci P. M.: t>e n^nerletH ■■— PC- avv. Galimberti e nobcirto **■ Difesa: art. Gaetano Toselli e Mario Berandercgò — cancelliere: Grazianl. ' i processo per le scarpe militari alle Assise alessandrine Alessandria, 7, notte. Stamane, nPa Corte di Assise, è Incominciato un clamoroso processò per furtt, ricettazione, pecuato, estorsione, ili cu! la «Stampa» ha già dato un largo sunto, del precedenti dell'òdi'efrùo dlVtatttmento. Sono imputati: bianchi Egidio, Gallihottl BaTio'-onico. Bòssi Germano. Ghilottl Romeo, Ro- acca ael recluso, dovendo scontare una pena di bniin* di reclusione, ed Anatratone Anselmo, puro detenuto, siedono entrambi nella gabbia degli ae- usaa . „ „ ,„ ,_„' . U aeropl»n* e 1» cocaln» costituitasi la Giuria, n presidente cav. Nasi diih'ara aperta vudten». Prende subito la parola 'avvocato erariale cav. Valentino Caltgarls, il <Jiiae fa Istanza elio venga corretto l'errore materiale n, cui era incorsa ia Seziono d'Accusa naia sua entenza, imputando al tenente Bresciani un danno all'Amministrazione Ministero della Guerra di lire o.ooo, anziché di L. 500.000 A tale Istanza si associa « p- **•» ulT- Augusto Del PAoò, mentre la Difesa sì oppone. L'udienza antimeridiana & Quindi ospesa e rinviata al pomeriggio. Ripresa l'ud'.enza, n Presidente na lettura delta sua ordinanza, con ui si respinge l'incidente, lasciando 61 danno come * scritto nella Sezione di Accusa (L. 50.000). Si comincia quindi 3-iUnlerrogatorio del tenente Bresciani. L'Imputato, che veste in borghese, non u mai m^M'0- » fattoria, e la.sua deposi- zione, trattandosi del maggiore imputato, dovrebbe riuscire assai Interessante. Ma egli non sa nulla «elle accuse mossegli; nulla ricorda: la sua mente pare si sia fermata, in seguito ad una grave caduta d'areoplano ed all'abuso di cocaina. 11 Presidente mano sulla fronte, poi balbetta di aver visto molla gente in quel Magazzeno, ove erano raccolte molle scarpe. L'avv. Romita, della Difesa, ricorna che 11 lenente Btesciam 6 stato un volontario di guerra : fece una grave caduta dall'areoplano da un'altezza di quaranta metri, riportando fratture e contusioni. Affetto da sonnambulismo, 11 disgraziato precipilo una volta da una scala e riportò la rottura dfille gambe: accenna Infine all'abuso di cocaina, di cui era vittima l'imputato, per cui le sue facolta meritali no soffersero notevolmente. Si riserva a questo proposito itt sollecitare una perizia medica, allo trcopo di appurare le condizioni di mente del suo clienle. ! 'et capitano Bresciani 1 K' Interrogato ora l'ex-capitano di fanteria manchi Egidio: ebbe offerta dal Bresciani di isoO pala di scarpe Trovato conveniente 11 prezzo dì L. S«5 l'ima, stipulò 11 contratto, rilasciando WOO lire di caparra. Siccome tali scarpe eano stato veti date al Galllnòttl, questi sborsò la rimanente Somma fli llTe 34.000, che furono dal manchi cònse- guato al lenente Bresciani. Avendo poi il Calli notti rifilò al Blanch! che le scarpo erano in grande quantità spaiate e che non si potevano convenlenM«mcr.tc vendere, si concordò che il Bianchi avreb115 ritentalo di rivenderle a unirò prezzo, e di fatll st t,'ov',> 11 compratore nella Ditta Negri ed Arona, ^ r$ov!; ,a L so. U pala. Il Bianchi, come media zl°*'' et,be due 1 ,Te al Pa,° rtal Bresciani e <oo lire In unto dai Gallmotti: afrerma ancora di aver fatto tale contratto in buona fede, non pensando che U Bresciani, che si diceva flgho di rìcchiisima famiglia, elio aveva due automòbili ed un brillante '''el va,ora di L. ts.ooo. si macchiasse di slmili reat.'. Anzi, quando egli ebbe ad Incontrare il Chllottt. che <on gli altri', disse a hit che se non pagava ìooo'lire a testa ,e cioè, 600O lire, lo avrebbe denunclato per aver comprato scarpe rubate, 11 Blan- à asso fèmore, perche le scarpe erano state vendute regolarmente ed erano di riluto. A sua volta, l'imputato Gallinotti Bartolomeo dice che non conobbe mal 11 Bresciani, col quale non ebbe alcun rapporto: ebbe dal Bianchi una otTferla di 1500 pala di scarpe, al prezzo di L. 26. definitivamente concordato. Diede al Eli.nchl la capara di L. ftOOO e poi la rimanente somma di lire 31.000. SI servi del cnrwttinre Gavazza, perchè il suo carrettiere Fossati era altrimenti occupato e diede 1 copertoni su richiesta del Bianchi, non per nascondere la merce — come vorrebbe l'Accusa, — ma unicamente per coprirla in - C3S0 di pioggia. Era convinto che le scarpe fos 1,1 rifiuto: rivendette le scarpe 0 «.il lire, rlmettenHocl sei lire al pala perchè erans In gran Parte deteriorate. Contrariamente a quanto ha de- posto in istruttoria, afferma che il Gavazza unlcamente e non gli altri accusati un giorno gli dlsso che se non gii dava L. 5000 l'avrebbe ammazzato, porche gM 'aveva fatto trasportare scarpe rubate: non sa 86 811 altl,i abljian0 percepito qualche somma L'imputato Rossi Germano Inchloiiatore di scarpe racconta come un s'orno si recò da lui 11 tenente Bresciani per collaudare una inchiodatura di scarne che erano state date a lui quale Impresario. In quel frangente 11 Bresciani gli offrì oooo pala di scarpe rhe doveva essere autorizzalo a vendere. Siccome 11 Rossi non aveva denaro Per l'acquisto, si convenne, che 11 Bresciani cedeva al Rossi le scarpe a 52 lire «1 palò e che 11 sowaprezzo sarebbe stato 11 suo guadagno» Aveva in casa 4000 naia di scarpe: ne contrattò una parte col signor Zucca a L, 71 (quelle chiodate) <*d a L. 9(5.50 (quelle schiodate). Ne cnnsCn-nò mille deltn quantità contrattata e percepì L. 77 mila, che deposilo In un libretto In attesa del Bresciani. ((!■ lora fuori di Alessandria. E polche II contrailo non andò alla fine le sc^rp* è l'impòrto furono rerip-n-nmente restituiti. Etri' si Intromise in onc sto affare, pensando che 11 Bre-clanl fosse renlmeite n'itrtWszalo 3 vendere le scarne in blocco. Il rresldenle dopo un breve riposo richiama 11 tenente . Bresciani nella speranza di ottenere d.i lui alcune diluci.-1az;onl In merito alla precederne deposizione. Ma 11 Bresciani conserva una abulia 'impressionante. Tutti 1 tentativi per "vincere !a sua mancanza di memoria e per avere qualche risnosta concludente ^rimangono Inutili. Chllotll Romeo, detto « RrusA », nota figura alessandrina, con un scilinguagnolo vivacissimo "io dire con jrast dialettali che sollevano molta - Tlcanì*' c*e egli, jmmitato di estorsloji- InrVirnndo li "lllla *l*e a chiedere ni Oallìnotti, come affeiMa l'acénsài spontaneamente ebbe Invece lire 1000 dal ' 'T'-mpl,,*L° .'^m^'..,.1 ",lale,,n sn" j0,"a ,p av,ov." '''covile da,1 Galllnòttl con alrrc «00 1 re roga Me P«J assi?_nraro il silenzio suo # amu altri quattro ^OT/^Xien^ ^ ^ WgR pi oì en lenza. L'ultimo imputato aocttSàtò tli estors nnc Nega assolutamente osn propria colpa e assicura che le ìooo Ile» percepii? irli f mono ■tinto nel timore olio egli parlasse, H Presidente motte a confronto 11 Oallìnotti, Il chllotll od il Romano, contestando loro alcuno circostanze, milndl toglie l'udienza rinviandola a domfinl mattina per l'interrogatorio degli altri imputati. L'ultimo Iniputalo fr 11 Romano Sisto, anche egli