I frutti proibiti di G. Téry La pensionnaire di Roger

I frutti proibiti di G. Téry La pensionnaire di Roger Le novità teatrali parigine I frutti proibiti di G. Téry La pensionnaire di Roger p(Servizio spedalo dalla s Stampa ») Parigi 28 notte11 tttt i de nepier un to i pipea le nE' to odi el tiva di ere] ... tal ie » : tà vemA nti so acagia mi/ on e oui ere la elte si del del soesre. la rte za A va o iù a ; unto ula è ni ua a14 la ngt . del del mer mo dl- a, a- di la no re; la ae, la seer ù, il Parigi, 28, notte. L'na azione scenica che si svolga nel 193V sembrerebbe adatta soltanto ad un teatro di varietà. Eppure nell'austero Odèon ne è stata oggi rappresentata una, nella quale si fìnge che il vecchio continente sia perturbato in quell'epoca dà una nuova conflagrazione e ove è trattato un delicatissimo problema sociale. La commedia è di Gustavo Tèry- e «a intitola «I frutti proibiti ». 11 Tery è direttore dol giornale l'Oeuvre. Scrittore originale e brillante polemista, egli ha affrontato per la prima volta, con audacia di chi non teme le battaglie, la scena di prosa. Oggi il pubblico gli è stato abbastanza benevolo, ma è probabile che domani la critica gli faccia scontare la gioia degli applausi avuti. Il suo lavoro si svolge dunque nel 1934 « durante la prossima guerra » — come si legge nel programma dello spettacolo. Il marchese Bertrand si è rifugiato in una sua villa assai distante da Parigi con la propria figliola ed una sorella perchè la capitale subisce troppo spesso gli ■ attacchi aerei del nemico. Il più recente è stato eseguito con gas asfissianti ed ha fallo 5 mila vittime. Il fronte di battaglia è però assai lontano da questa metropoli. Esso segue presso a poco il corso del Danubio. Da questa parte stanno gli eserciti delle popolazioni latine; ma l'armata francése si compone di parecchi milioni di negri, poiché questo paese è rimasto straordinariamente spopolato. Dall'altra parte combattono i tedeschi, i russi ed i cinesi. Il marchese Bertrand, membro. dell'Accademia, ha sulla coscienza 12 volumi consacrati tutti alla causa dello spopolamento. Egli è perciò uno dei più ardenti sostenitori della necessità di rendere le unioni prolifiche, nonché della opportunità, di chiudere un occhio su certi pregiudizirche inducono le ragazze, che hanno commesso un fallo, a tenerne nascoste le conseguenze. Una domestica del marchese ottiene infatti di rimanere al suo servizio, nonostante si sia compromessa con un militare congolese, appunto perchè essa potrà dare còsi alla patria un figlio. Le teorie dell'accademico trovano una viva opposizione in sua sorella, la baronessa Laroche. Ella ha conservato ancora tutte le vecchie idee della nobHtà del faubourg Salnt-Germaìn e continuamente ha asire discussioni col marchese, appunto per questioni di morale. Ma la baronessa è anche donna di grande bontà e quando si accorge che la nipote Adriana ama segretamente qualcuno e che il suo amore ha avuto le stesse gravi conseguenze di quello fra la domestica ed il negro, ella pur accorandosi sente di dover Indulgere. Frattanto un ufficiale nativo del Madagascar, ospite del marchese, si è invaghito di Adriara e ne chiede la mano al padre. Al marchese ripugna l'idea che un malgascio sposi sua figlia e gliela, nega. Quando la baronessa apprende ciò, si crede in dovere di rivelare al fratello quello che ella sa. Adriana è in stato interessantei Il padre della sua creatura non può essere che l'ufficiale malgascio. Di fronte ad un fatto cosi imprevisto, il marchese non sa quale risoluzione prendere. Egli interroga la figliola. Costèi invece francamente dichiara di essere l'amante di un altro ufficiale, il tenente Simonet, che fu egli pure ospite della loro villa. In quel momento giunge la notizia che Simonet, durante un combattimento, è morto. Adriana dopo aver pianto tutte le sue lagrime si propone di proclamare a testa alta la propria maternità. Sebbene si sia in pieno 1934, lo scandalo scoppia precisamente còme in questo arretrato 1922. Un alto prelato che deve impartire il battesimo a valle creaturine nate da ragazze che furono sedotte da soldati, non ammette che di tale cerimonia possa approfittare il marchese lfertrand, per farne una esaltazione dell'unione libera. Il segretario perpetuo dell'Accademia consiglia il marchese a soffocare nel silenzio ciò che è accaduto a sua figlia, u meno che «egli non voglia dimettersi. C'è chi mormora, c'e chi sogghigna. Ma ecco che il tenente Simonet ricompare. Non era rimasto che gravemente ferito. Ad Adriana non resta quindi- che diventare sna moglie legittima, come avrebbe potuto fare una signorina di 12 anni prima. La conunedia di Gustavo Tory è qua e là una caricatura della guerra, qua e là una satira dei pregiudizi sociali, ma non deniOi lisce nulla, nò sostiene quella o questa tesi. ESsa rivela soltanto il convincimento dell'autore che la prossima guerra non sia molto lontana e che quando scoppierà in Francia vi sarà una notevole penuria di uomini, poiché le discussioni, le statistiche, gli studi, i concorsi che ora si fanno per tentare di ripopolare questo paese, sono inutili chiacchiere. *** Gli autori drammatici giovani di qui manifestano sempre più la tendenza di evitare non soltanto le forme ma anche le situazioni psicologiche convenzionali. I loro lavori non hanno per altro la pretesa di rivelare uomini d'eccezione o donne eccessivamente singolari: sono semplicemente curiosi studi dell'anima umana i quali giungono regolarmente alla inevitabile conclusione che, anche per le più tortuose vie, uomini e donne debbono finire per piegarsi all'ineluttabile tirannia dell'amore. Uno studio di tal genere, non privo di audaoia e di genialità, ò stato compiuto da un letterato che è ai suoi primi passi sul terreno teatrale: Carlo Roger Marx. Non era noto fino a ieri che per un romanzo intitolato -Ucux amis, ingegnoso, grazioso e promettente. La commedia che ora il Thidtre des ATts gli ha rappresentata è La pensioiiaaire, in tre atti. V a a l a o o o e o a a a l a r e e e e a i e a a, i o i e n a a a e a e a i a 11 caso trattato in tale lavorò è abbastanza bizzarro. I coniugi Fortin hanno la fortuna di possedere un» bella figliuola ed una grossa sostanza. Susanna Forttn ha dlciotto anni. Non è una Mgazza, come suol dirsi, emancipata, ma gode di una certa indipendenza. E' seria, sinceru, volontaria. Emilio Mermillot, giovane letterato che frequenta i Fortin non le fa la corte. Ciò rende estremamente simpatico il giovane a Susanna. Ma, Emilio non ' fa la corte a nessun'altra ragazza: è un bohème che ama troppo la propria libertà per pensare di legarsi con un fidanzamento ed andarsi ad imprigionare nella vita matrimoniale. I Fortin hanno per lui molta amicizia e lo considerano più che altro un passatempo, poiché il giovane è allegro, spiritoso, e sa portare con disinvoltura la sua miseria di letterato che lavora a un tanto la riga, anche in mezzo alla loro opulenza. Una sera, durante una conversazione scherzosa che Emilio ha con Susanna questa fa capire al giovane che ella pensa a lui più che ad un amico. Egli fingo di non comprendere. 11 dialogo si anima, ella si appassiona, lui ostenta molta indifferenza: e chi dice il tradizionale « Vi amo » è Susanna. Emilio non ne sembra sorpreso. Ride, fa lo scettico, ha l'aria di non accorgersi che la ragazza soffre, le dichiara che egli non vuole amare nè lei né altre, e quando Susanna gli dice: «Sposatemi; lasciate-i mi-vivere vicino a voi finché sarò guarita », Emilio s'impazieutisce, la tratta da pazzerella e se ne va lasciandola li sola come una bambina capricciosa e ostinata. L'indomani Susanna va a casa di Emilio. Costui convive con una piccola amica: una delle solite piccole amiche che non amano se non qucljftanto che è necessario per essere credute! creature adorabili, che sono pronte a diventare piccole amiche d'un altro qualsiasi uomo e che nella vita non hanno 'Ideali nè mèta. Susanna capita dunque nella casa del giovane che ella suppone senza legami. Emilio non le nasconde la propria contrarietà. L'a ragazza non si scoraggia e confessa di avere detto ai genitori che vuole diventare sua moglie. Emilio s'arrabbia: egli non ammette tali scherzi di cattivo genere: tiene troppo ad essere libero; quante volte dovrà ripetere che non sposerà nè lei nè altre? Calma, Susanna dichiara che i genitori arriveranno fra poco per intimargli di sposarla, « Ma perchè? » chiede lui stupito. « Perchè ho fatto credere loro che io sono la vostra amante». Emilio s'infuria. L'altra gli ripete che lo ama, che non può vivere senza di lui. lUn po' per pietà, un po' per levarsela d'attorno, egli le lascia sperare che un giorno potrà essere suo marito. Ma quando i coniugi Fortin vengono a fargli una scenala poiché lo credono il seduttore della loro figliuola, Emilio non riesce più a difendersi, si sente come vinto e, senza quasi comprendere ciò che fa, acconsente al matrimonio. Sono trascorsi tre iSfcsi dalle nozze. Emilio si separò dalla piccola arnica e, nello stesso suo appartamento di scapolo,. ospitò la moglie. Ma il matrimonio fra Emilio e Susanna è un matrimonio bianco. Lui dorme in una camera, lei in un'altra. Egli contigua a ricevere chi vuole: donne e amici; rincasa all'alba, vive insomma come prima. Così fu convenuto con la consorte: la quale sta in quella casa come una pensionata. Susanna, paziente, rassegnata, attende la propria ora. Emilio, sempre più b'il.rae, sempre più egoista, la schernisce ogni volta clic ella cerca di ricordarle d'essere sua moglie. Per non fare supere agli estranei quali sono i loro veri rapporti, ella sta preparando un corredo per bambino: egli fa dello spirito sulla commedia coniugale che ella persevera a recitare, la punge con parole ironiche, si mostra crudele. Un giorno ricompare la piccola amica: quando ella s'era allontanata da quella dimora, Emilio le aveva assicurato che mai avrebbe amata la moglie ; ma ora, una carnicina per neonato dimenticata da Susanna su una sedia, rende la visitatrice un po' troppo curiosa, un po' troppo sarcastica. Emilio si offende per sè e per la moglie. L'altra lo beffeggia. Egli s'incigna maggiormente: che diritto ha lei di ficcare il naso nelle sue faccende più intime? La moglie? è una creatura degna di rispetto, clic egli umilia, che egli fa soffrire ; una creatura paziente, ammirevole! Durante la vivacità del colloquio un colpo, casualmente, parte da una rivoltella che si trova su un mobile. La piccola amica se ne va. Susanna sopraggiunge spaventata, ansiosa: vedendo una donna fuggire e Emilio incolume è dibattuto fra opposte emozioni. Finalmente, quando può riaversi, esclama: — « Oh, basta, basta; e troppo; me ne vado»-». E' rivoltata. Dichiara d'essere guarita. Tornerà nella casa dei genitori. Ma ecco le situazioni psicologiche capovolgersi d'un colpo. Mentre Susanna sente di non amare più il marito, Emilio si nncorge di adorare la moglie. Allorché costei si precipita verso la porta, egli le spalanca le braccia e si stringe al petto la moglie appassionatamente. La « pensionata » rimarrà, in quella casa, regina. Qualche lieve ineeperienza in questo lavoro c'è. Ma esso è sceneggiato con molta bravura e dialogato con divertentissima eloguenza: frasi brevi, vivaci, ora gaie, ora pungenti, ora paradossali, sempre. Ascoltare questa commedia è un piacere. Evidentemenié, Cniio Roger Marx è un commediografo nato. Vpdrete: farà discorrere di sè come vari altri giovani che riescono faticosamente a farsi largo sulle scene minori. p

Luoghi citati: Francia, Madagascar, Parigi