L'oscuro dramma coniugale del castello di Nancy davanti ai giurati della Senna

L'oscuro dramma coniugale del castello di Nancy davanti ai giurati della Senna L'oscuro dramma coniugale del castello di Nancy davanti ai giurati della Senna {Servizio speciale delia stampa) ! Parigi, ai, notte. Un grande processo passionale, che per le condizioni sociali delle persone che vi sono implicate susciterà grande interesse, comincia oggi dinanzi ai giurati di Nancy : il processo contro l'ispettore forestale Paolo Boppe, che per due volte nella stessa notte tentò eli uccidere sua moglie. Susanna Demange, figlia di un professore della Facoltà di medicina di Nancy e nipote dell'accademico Maurizio Barrès, il noto capo nazionalista e deputato di Parigi. Durante la guerra il Boppe, che si trovava eotto le armi, si Innamorò d'una vedova di guerra, cèrta Labouret, che lo istigò a uccidere la moglie per potersi quindi sposare con lui. La tragica scena avvenne la notte del ' 3 giugno 1920. La Labouret si presentò al castello facendo una scenata di gelosia al Boppe, che dimentico di ogni senso d'onore la segui abbandonando la moglie. Che cosa sia avvenuto ron si sa. Fatto sta che a notte fonda il Boppe fece ritorno al castello. Il volto insanguinato nello speoohio Erano le 2 del mattino e tinti dormivano, quando Boppe giunse nella sua camera. Egli si coricò accanto alla moglie ; poi, improvvisamente, estratta una rivoltella tascabile, la puntò sulle labbra della moglie e fece scattare il grilletto, La moglie si alzò di un balzo, senza avere potuto ancora rendersi conto di quello che era avvenuto. Uno specchio le mostrò il volto insanguinato. Essa allora capi. « Va a cercare mia cognata supplicò la disgraziata. La cognata abitava al piano superiore. Ma il Boppe fece orecchio da mercante, mentre la moglie si rtowtctnava al letto. 11 miserabile aveva ripreso la rivoltella. « Che hai fatto? — gli domandò la moglje. — Che cosa si dirà ora? ». Al che cinicamente il Boppe rispose: «Si dirà che sei tu che ti sei colpita, perchè eri troppo disgraziata, e cosi tutto sarà sparito ». La povera sifmora avrebbe auasi accettato questo ragionamento e si ànrebha forse anche uccisa, se i suoi sentimenti religiosi non le avessero fugato ogni idea di suicidio. Per il momento le sofferenze della ferita e le sofferenze morali non contavano, nè la tormentavano. » Che cosa si dirà? ». ripetè accasciata dalla ferita. Emozionata e ricoperta dal sangue che essa aveva perduto in abbondanza, la signora Boppe era caduta, sul letto: ma pochi momenti dopo ebbe l'impressione che qualrhe cosa dt freddo le venisse avvicinat'c dal lato sinistro del volto, vicino alla tempia Era la canna di una rivoltella. Il marito rinetpva il tentativo. Una detonazione echej?glò. Essa fu ferita all'occhio. Quello che ne seguì è noto. Una passione disonorante E' in mezzo ad un'afiluenzu numerosissima che si è aperto il processo. Dopo la lettura dell'aito di accusa, durata cinque o sei minuti, il presidente procedette all'interrogatorio dell'imputato. Durante quest'interrogatorio si apprende che questi aveva avuto una relazione con una cameriera del suoi genitori, relazione dalla quale era nato un bambino. Egli un giorno fu avvertito dalla madre della morte del bambino, e non si degnò neppure di rispondere. Alla contestazione di questo fatto da parte del presidente, l'accusato dice che l suoi parenti avevano fatto il necessario per la cameriera, e che egli non aveva mai riconosciuto il figliuolo. Il matrimonio tra il Boppe e la signorina Demange fu assai felice sino al 1917. data in cui l'accusato fece la conoscenza della signora Labouret. Da quel momento l'accusato non ebbe più che uno scopo: sposare questa, fine del resto a cui tendeva anche la donna. Il presidente fa rilevare che l'accusato non era il solo amante di quella donna ed aveva dovuto subire molte umiliazioni. Rammenta il fatto che sapendo che la sua amante era coricata con un colonnello, egli trascorse la notte intera alla porta della camera ad ascollare. L'accusato balbetta: « Ho fatto tante pazzie per la mia amante! ». Tuttavia nega di aver tentato di avvelenare sua moglie con del cianuro di potassio e malgrado le contestazioni che gli vengono rivolte egli mantiene energicamente la sua affermazione. Per quello che concerne la scena del delitto, il presidente espone i fatti che si sono svolti a Castello Montbois. L'accusato dichiara che si deve accogliere la'versione data dalla signora Boppe per esutta, perchè in quel momento non aveva più conoscenza di quello che faceva. L'accusato riconosce che il suo atto era vile, ma che non ha avuto affatto l'idea di far credere ad un suicidio della moglie. Oliando rinterropratorio è terminato ninne dichiara: « Sulla memoria rìi mio padre, giuro che non ho premeditato il mio delitto e conclude: «Grazie a Dio mia moglie non è morta ». La commovente deposizione di Susanna Demange La prima persona udita è la signora Boppe. ma semplicemente a titolo di informazione. Essa non fa che precisare i fatti stabiliti nell'atto di accusa, esprimendosi con moderazione. La voce tremante all'inizio, prende durante la sua deposizione, che dura cinquanta minuti, una strana vigoria. Con voce calmissima Susanna Demance racconta il duplice attentato di cui è rimasta vittima e dichiara che già in passato essa aveva sospettato il marito di averla voluta avvelenare. Essa parla in mezzo al silenzio rispettoso del numeroso uditorio, che è impressionato vivamente, mentre Boppe piange a calde lacrime. Nel momento in cui la signora lascia il posto dei testimoni, l'avv. Camplnchi, ' difensore dell'accusato, si alza e con voce commossa dichiara: « La difesa s'inchina rispettosa, mente dinanzi alla signora Bopps, che è stata una donna ammirevole ». Nell'udienza pomeridiana' si apprende che la signorina Mosnier. l'amante del Boppe che succedette alla signora Labouret, non si pre¬ siddBtdsffslmcaacoqdgsssanfneagaglamspTrmndvdabBgavlcvmttccacncntvturt•uvrLBmpmefvedcuricmnpL iti M it d Pii senterà alle Assise. La parte civile espnrte il suo vivo rincrescimento. Il dott. Paul, medico della polizia, fa. conoscere ì risultili dell'esame radiologico compiuto sulla signora Boppe, di cui conferma le dichiarazioni con tenute nel rapporto medico. I medici alienisti dichiarano che Boppe è pienamente responsabile: egli ha agito nella pienezza rielle sue facoltà mentali. Un testimonio Illustre. Maurizio Barrès Un vivo movimento di curiosità si manifesta nell'aula quando viene chiamato alla sbarra Maurizio Barrès, il noto scrittore e leader nazionalista, che è udito come testimone. Egli declina le- sue generalità e dichiara la sua professione: « Letterato ». Egli rammenta che dopo il delitto volle vedere Boppe, al quale dichiarò che se Susanna fosse morta, per lui ci sarebbe stata la ghigliottina, ma che s? sua moglie avesse potuto scamparla, ciò che si sarebbe dovuto fare sarebbe dipeso da lei e dai suol figliuoli. Boppe non fece nessuna obbiezione. Maurizio Barrès narra poi al Giuri il passo che egli tentò presso la famiglia dell'accusato. Durante la deposizione un violento incidente avviene tra il difensore avv. Campinehi e il testimone. L'avvocato, dopo aver reso di nuovo omaggio alla moderazione della testimonianza della sitrnra Boppe nell'udienza antimeridiana, deplora che il Barrès non abbia altrettanta moderazione. Al che il Barrès ribatte: «Rendo io pure omaggio a mia nipote, ma mi è impossibile trovarmi qui senza esprimere i miei sentimenti. Mia nipote fu una vittima, ma io sono ora il padre di tutta la famiglia ». il Barrès infatti è stato nominato tutore dei figliuoli dell'imputato. L'avvocato generale vuole interrompere la difesa, ma l'avv. Campinehi si difende con energia, e mentre una narte della folla acclama l'avvocato generale, un'altra applaude il difensore. Barrès continuando dice che è suo dovere chiedere il castigo del colpevole, il quale sapendo, all'indomani del delitto, che non sarebbe stato inquietato, non si è affatto pieoccupato dei suoi figliuoli, c basandosi su questa impunità ha continualo a vivere una vita odiosa. E' noto infatti che all'indomani del tentativo d'assassinio della signora Boppe era stato convenuto, in una specie di consiglio di famiglia, che la verità verrebbe dissimulata per evitare uno scandalo. Fu cosi stabilito che le ferite riportate dalla signora sarebbero state attribuite alla caduta <v un armadio. Per accreditare nuesta versione alnunnto singolare si doveva trovare nell'affetto e nella stima degli altri le complicità necessarie. Tuttavia degli accordi finanziari e degli obblighi morali erano stati imposti al Boppe. Onesti doveva versare per i figliuoli C00 mila franchi c doveva impegnarsi a partire per le colonie. Ma il Boppe si guardò bene dal sottomettersi a questa soluzione, che pure era così lieve In confronto al delitto che egli aveva commesso. Egli non mantenne nessuno degli impegni cui aveva sottoscritto, cosicché lu famiglia fu costretta più tardi, nel luglio 1921, a fare apnello al Tribunale della Senna -er ottenere la separazione di corpo. E fu allora che l'incartamento processuale trasmesso al presidente, p nel quale erano contenute con la confessione del colpevole le testimonianze raccolte, provocò l'nnertura di una istruttoria che condusse all'arrosto del Boppe, mentre questi si accingeva ad attraversare la frontiera francobelga. La donna fatale... Ristabilita la calma, dopo che Maurizio Barrès si è ritirato, viene alla sbarra la signora Demange, madre della vittima. Ella aveva notato una certa freddezza del genero verso la moglie, ma essa ignorava le. sue relazioni extra coniugali. Queste invece erano conosciute da altri testi. La signora Depravai, aveva ricevuto le confidenze del Boppe, ma senza annettervi molta importanza. La teste si ribella contro i rimproveri della parte civile, la quale le addebita di non aver cercato di strappare il Boppe da questi vincoli. Avendo la signora Depreval dichiarato ancora che Maurizio Barrès avrebbe detto che voleva evitare un processo dal quale sua nipote non sarebbe uscita illibata, viene richiamato Maurizio Barrès alla sbarra. Questi nega nel modo più reciso di aver pronunciato le parole attribuitegli e la signora Depreval non insiste. 11 portinaio del castello di Montbois, ove la tragedia si svolse, depone riferendo di aver udito Boppe esclamare : « Mio dio, la signora è ferita. Un armadio le è caduto sulla testa». Viene poi interrogato il direttore di •una agenzia di polizia privata. Un vìvo movimento di curiosità si manifesta nell'uditorio quando viene chiamala la signora Maria Labouret, la donna fatale, per la quale 11 Boppe aveva voluto prima abbandonare sua moglie e poi ucciderla. Senza punto scomporsi, la teste rimprovera al Boppe di essersi mostrato verso di lei di una gelosia estrema e addirituura morbosa. Egli non poteva soffrire nessuna delle persone che la conoscevano e che frequentavano la sua casa, per esempio, un colonnello e un maggiore medico, che abitavano nelle vicinanze della sua abitazione. Il difensore le chiedo se il Bopne le avesse comperato una casa a Nancy e la teste con un ■ aplomb » straordinario risponde di non ricordarsene più. Riferisce poi che uivi vòlta il Boppe aveva espresso il desiderio di suicidarsi, ma siccome cambiava idea ad ogni momento, ella non diede peso alla cosa. Finalmente la teste si ritira dopo un battibecco con l'avvocato difensore sulla questione della rivoltella che la teste aveva tolto al Boppe e che poi questi aveva rinpreso. Vengono escussi alt-i testimoni. Alle ore 1S l'udienza' è tolta c rinviata a domani.

Luoghi citati: Nancy, Parigi