Il Consiglio generale della Liberale Democratica non aderisce per ora al nuovo Partito

Il Consiglio generale della Liberale Democratica non aderisce per ora al nuovo Partito Il Consiglio generale della Liberale Democratica non aderisce per ora al nuovo Partito Approvazione dell'opera dei Delegati al Congresso di Bologna Br Il Consiglio generale della provincia e convocalo per le ore li. Devono intervenirvi 1 delegali delle .settanta sezioni regolarmente costituite. Dovrebbero quindi essera presenti mi centinaio di persone. Non i.uttin delegati sono presenti.*ma l'assemblea è ugualmente numerosa, lale come lo richiede l'importanza dell'argomento che deve essere trattato. Alle ore 15,30 l'ing. Gay sale al tavolo delle presidenza. Sono al suo fianco il segretario Gallizio e il prof. Beltazzi. . Sono tra i presenti gli on. Cesare Rossi, Villabruna, Mazzini e Quilico. Sono presenti jl sen. D'Ovidio e RtzzetU. Scusano la loro assenza il presidente del Consiglio on. Facta, loti. Olivetti, l'olia Bevione. Sono rappresentale le seguenti sezioni : Torino, Balangero, Étrandizzo, Brusasco, Carignano, Carmagnola, Favria, Lanzo, Mombello, Cirio, Noie, Pioseasco, Rivarolo, Settimo, Verolenno, Chivasso, Ivrea, Caluso, Cuorgnè, Montestrutto, Pont, Rueglio, San Giorgio, Vistrorio, Pinerolo, Lucerna, Torre Pellice, Bussoleno, Giaveno, Aosta. Complessivamente circa 9000 soci. La relazione sul Congresso L'ing. Gay riferisce sul Congresso di Bologna. Non si dilunga-su quella che fu l'opera di preparazione. « Il Congresso di Bofogna, dice, tendeva alla fusione delle forze liberali-.ì#iocroiiche e di quell,e altre forze non comprese nei partiti estremi, ma mancò a questo scopo ». Ricorda come venne impostandosi la questione,del titolo che riflette una vera e pròpria questione di tendenze e accenna al come si risolse al Congresso di Bologna. Nella seduta preliminare dei dlrettori si ebbe la prima sensazione del dissidio. La sezione torinese fece presente lo stato d'animo dei suoi soci, ma ciò non servi e mutare quello degli altri. Al Congresso ebbero parte principale le forze inquadrate militarmente. Forze coreografiche, che mutarono quella che avrebbe dovuto essere la ftsioiioniia del Congresso e ne alterarono le discussioni. "Mancò la possibilità di fare un lavoro pratico, anche, perchè gli animi non «raiio preparati a questa "fusione ideale che si sperava. Da poi in sintesi le sue impressioni sul Congresso, mettendo in particolare rilievo gli elementi che impressero al Congresso la particolare fisionomia e rivelarono quella che era la. tendenza predominante: liberalismo di destra. Rileva gli sforzi fatti dal democratici e dagli unitari per portare il Congresso verso sinistra e per dare al partito il nome democratico. Legge l'ordine del giorno presentato dall'on. Fazio tra il tumulto del Congresso. Si sofferma sui singoli oratori che parteciparono al dibattito. Legge una sua ietterà nella quale-egli precisò sin dalla 7)rima sera la inconciliabilità delle tendenze. Afferma che dopo il discorso Giovannini, pronunciato all'inizio della seconda giornata del Congresso, l'unità del partito sarebbe stata possibile. Accenna agli oratori che parlarono prima della'votazione ponendo in evidenza che il Congresso, più che a delle preoccupazione di partito obbedì a delle influenze parQamentari. Si intrattiene sui discorso Sarrocchi che provocò la manifestazione all'on. Sajandra. Dimostra che il discorso di Giovanni Borelli, se fosse stalo lineare e conclusivo, avrebbe portato alla conciliazione. Illustra la ventina di ordini del giorno presentati e legge quello che venne approvato. Descrive poi il caos tra cui avvenne la votazione e illumina l'atteggiamento della delegazione -piemontese. E passa a precisare la situazione dell'Associazione. Il Congresso ha approvato il programma da essa presentato, ma ha respinto (niello che èra il titolo suggerito per il parlilo, titolo che determinava il carattere dell'Associazione. Mantenendo fermi i principi che formano la base del proprio statuto la Liberale Democratica mirò alla costituzione di un partito che comprendesse gli elementi di 6ipistra, di destra e i centristi.'A.Bologna si è formato un parlilo liberale con tendenza di destra; la delegazione fedele al suo mandato non poteva far.altro che astenersi dalla votazione, non impegnandosi l'avvenire (Ap7Jlausi vivissimi). La relazione approvata Tedeschi plaude all'opera della delegazione al Congresso ed in modo particolare al presidente Guy. » Il paese, egli dice, attraversa in questo momento una situazione critica: nelle deliberazioni se ne deve tener conto. •Calma e ponderazione ci vuole ». Bertolé presenta un ordino del giorno col quale l'assemblea approva l'opera della delegazione. Anselmo protesta a nome della sezione di Ivrea perchè non si affacciò al Congresso di' Bologna la questione del ritorno al collegio uninominale e perchè le sezioni non vennero informate dei temi che erano in discussione al Congresso. Si ha poi un intermezzo comico provocato da Flavio Razzetti. Non delegato da alcuna sezione 6 presente nell'assemblea e palla e protesta. Nascono vivaci battibecchi. Conclusione: Razzetti può restare ma non deve parlare. /L'n bel castigo ! L'ing. Gay dà qualche spiegazione, poi pone in votazione l'ordine del giorno Bertolé. E' approvato per acclamazione. Per l'unione liberale-democratica E si passa al secondo punto dell'ordine del giorno: » Valutazione delle deliberazioni del Congresso e linee direttive dell'Associazione Liberale Democratica». L'ing. Gay legge diverse lettere e telegrammi con i quali viene fatto invito ai torinesi ad aderire al partito liberale. Illustra la situazione dell'Associazione in rapporto al partito liberale' democratico e comunica che per mercoledì è convocato, a Milano un convegno delle Associazioni che non hanno approvato la deliberazione del Congresso di Bologna per studiare i modi di pervenire ad un'intesa. La circolare d'invito al convegno che porta la firma dell'Associazione Liberale Democra- fica di Milano e la seguente : » E' nota la situazione in cui sono venute a irovarsi le organizzazioni liberali e democratiche che al Congresso di Bologna o si rigirarono o si astennero dalla votazione con la quale si dichiarò costituito il partito. Data la riserva da esse fatta di aderire o meno a questo, l'Associazione Liberale Democratica di Milano, d'accordo coi delegati che al Congresso rappreseniarono l'Associazione Liberale, ili Milano e l'Unione Liberale Democratica di Vergamo, — le quali appunto in conseguenza dell'astensione si trovano nella su accennata situazione. — invita le suddette organizzazioni ad un convegno che avrà luojgo in Milano mercoledì 25 ottobre, alle ore 10,30, nel salone degli esercenti (piazza S. Sepolcro, 0). per uno scambio di idee ed una eventuale comune intesa. La riunione ha grande importanza perchè sono quasi 10.000 organizzati che si trovano fuori del n'uovo partito liberale italiano. Alla riunione po- iranno anche .intervenire i rappresentandoli quelle organza zi rmi le quali pur avèrtilo votato a favore della costituzione del partito liberale italiano, dichiararono di averlo fatto per considerazione che davano al loro voto un. significato nettamente democratico. Sono purè-invitate a partecipare al convegno le numerose organizzazioni liberali democratiche che non hanno partecipato al Con- gresso, sovratutto di quelle Provincie r-he in questo non erano affatto rappresentate ». Tedeschi, vuole l'adesione immediata al Partito liberale italiano in considerazione che il programma presentato è stato accettato. L'altro, dice, può essere pericoloso. Nel primo appèllo lanciato dal Partito non sa vedere nulla che si opponga all'adesione. La Liberale democratica si chiamava un tempo Liberale monarchica. Per esigenze del momento si è sacrificata la monarchia alla democrazia e molti se ne dolsero. Chiede un po' di spirito di sacrifìcio a quelli clic tengono alla definizione di democratica per amore dell'unità. Fieschl : — La democrazia, so che è morta a Villa Celiare con Felice CamUottl. Inutile tepal'aditicinpedPsirelendpsegoliglilisila11dogsecnvnangsaqnrzvCdagfnsdlimgegtrnldmstclspmntLtsrd-«absBCdvgdqddleBscsAsCtnuMzzfhuddLndnpcnndvbglzlptccsptapbngvI r1 ui vsf' entare di riscuoterla. Meglio sacrificare le arole ma ottenere l'unità di azione. Chiede adesione al Partito liberale. Ramella, vorrebbe essere illuminato sulle ivergenze sostanziali tra liberali democraci e liberali puri. Allievo. — '\ j sono Ire soluzioni : adesione, ndipendenza, beneyola attesa. Aderire, no, erchè l'Associazione rappresenta liberali e emocratici e non può assoggettarsi ad un Partito di liberali di destra. Democrazia non ignifica demagogia. Meglio quindi rimanee indipendenti ma cercare nel Paese l'aleanza delle forze liberali democratiche, per on cadere nell'isolamento. Conclude diceno che il Consiglio Direttivo non può di proria iniziativa, orientarsi a destra. Propone, e del caso, un referendum Ira i soci. Berolo, è per l'adesione immediata al Partito iberale. Un congresso di forcaiuoii ! Camerano, dice che il Congresso di Bologna fu congresso di persone e non di ideaità [applausi). Fu mi Congresso di forcaio i I «Quanto al programma voi sapete benisimo che molte volte i vasti programmi ceano possibilità di profonde differenziazioni. 1 programma non fu la cosa più importante del Congresso, ma l'animo ostile a noi demo oratici che nel Congresso si rivelò. A Bologna nessuno potè nemmeno cominciare a spiegare che la nostra democrazia non può essere confusa con la demagogia. La democrazia non è morta a Villa Cellere; essa nata gloriosamente con Giuseppe Mazzini vive ancora e vivrà. Non dimentichiamo che noi-liberali-democratici sotto questa insegna abbiamo qui lavorato qui abbiamo avuto le nostre vittorie. Non è quindi il caso che una grande e solida associazione come la nostra sii accodi ad un partito come quello sorto a Bologna. Col tempo potremo giudicare se quei liberali- cosideiti puri, saranno degni di noi ». Mattò, a nome della sezione del circondario di Ivrea, dichiara che aderire incondizionatamente al Partito Liberale non è conveniente. Meglio la posizione di attesa. Il Congresso di Bologna rappresento una serie di equivoci. La Delegatone piemontese non andò a Bologna per sostenere questo o quel gruppo parlamentare. A Bologna invece si fece una affermazione di tendenza e di uomini. A Bologna vi fu anche l'equivoco fascista. Il fascismo è un partito, non ima tendenza. Chi sente la dignità del proprio par i io non può desiderare che questo si metta n coda'di altro partito, anche se personalmente, si possono avere delle simpatie. Anselmo, presenta il seguente ordine del giorno che è per la « benevola attesa « Lo sezioni liberali-democratiche di Ivrea e del Canavesé (Rìvarolo, Brandizzo, Cuorgnè, Ciriè, Favria, Caluso, Vistrorio, Montestrutto, S. Giorgio, Pont, Verolengo, ecc.), riaffermano la volontà di mantenere unite nella Associazione Liberale-Democratica dela Provincia di Torino le forze liberali e democratiche per cui animate dall'intendimento di impedirò la scissione delle forze stesse democratiche liberali deliberano di atenersi ad una benevola attesa coll'augurio che l'azione del nuovo partito rappresenti 'integrale attuazione ' di un programma schiettamente liberale e democratico lale da permettere non solo- in futuro, ma prossimamente la completa adesione delle Sezioni stesse ». L'ordine del giorno è firmato da tutto le sezioni del Cana.vese, da Pinerolo e Luserria. Quest'ordine del giorno viene accolto con tali approvazioni che si ha subito l'impressione che rappresenta le idee della maggioranza. L'idea di spingere l'Associazione a destra non ha seguito. Anselmo, aggiunge: « Le nostre sezioni non vogliono saperne di adesioni e di scissioni. Aderire al partito liberale italiano vorrebbe dire provocare la scissione ». La deliberazione Carbonatto, di Aosta. — Il Congresso di Bologna è stato antidemocratico. E' stato il Congresso della forca ! Gùatteri. a nome degli operai organizzati dalla Liberale-Democratica chiede la « benevola attesa » e dà lettura di un ordine del giorno. E' accolto ed incorporato a quello dei canavesaui. Betlazzi : — 11 partito liberale italiano in questi ultimi vent'annj è stato essenzialmente democratico. La legislazione l'o dimostra. La democrazia ha potuto in qualche caso isolato confondersi colla demagogia, ina non era la democrazia pura, quella che e vanto Bell'Associazione • torinese {applausi calorosissimi). L'on, Mazzini avverte che parlerà come socio. L'idea della sospensiva, egli dice, mi sembra rappresenti l'idea della maggioranza. Avverto però che vedo un equivocò tra la sospensiva e il proposito di partecipare al Convegno di Milano. 11 senatore Rizzelti: — Non si è democratici se non si è liberali non si è liberali se non si è democratici. Il partilo deve essere unito, deve essere compatto. Si vada Apre a Milano e si tenti se è possibile la conciliazione; Bisogna essere uniti. Abbiamo dinanzi tre partiti: popolari, socialisti, fascisti. I fascisti non hanno debellato il socialismo: ha trent'anni di vita. Esiste ancora. Diamo un mandato di fiducia al Presidente. Il presidente Gay non uova delle contraddizioni tra fi Convegno di Milano e l'ordine del giorno presentato. L'adesione al Partito Liberale Italiano è esclusa pel momento, ma non per l'avvenire. I risultati del convegno di "Milano potranno essere discussi in una nuova riunione. SI ha poj una animala discussione, ma dopo -vibrate dichiam/ioni del presidente Gay, che consente con l'ordine del giorno dei c'anavesani. quest'ordine e approvato all'unanimità. Sei o sette contrari in tutto. Si dà quindi mandato di fiducia al Presidente per rappresentare l'Associazione al convegno di Milano ner l'unione delle forze liberali e democratiche. LLSIGOMBiIAdunanza di postelegrafonici Sotto la presidenza di Vagnone. i postelegrafonici hanno tenuto un'adunanza generale. Il presidente riferi sulla presente situazione sindacale della. Federazione, rilevando l'urgente neceissità di una perfetta disciplina per contenere le rappresaglie che da qualcho tempo — egli disse — si 'sono scatenate sulla chiese postelegrafonica. Il segretario della 2.a categoria, Calabro, diede alcuni schiarimenti sulla portata delle muove tabelle deglj .stipendi. (Ma l'assemblea espresse il parere clic tale argomento dovesse essere oggetto di pjù ampia discussione in altra prossima riunione. Così l'assemblea si limitò a trattare del problema sindacale. Parlarono, ancora Gambone e Torelli, e quindi venne votato ali'unanimità il seguente ordine del giorno: ■ I postelegrafonici torinesi di tutte le categorie, riuniti per discutere intorno alle nuove -tabelle organiche, si riservano ù! ritornare sopra l'argomento per approfondirlo in unii i -suoi particolari prima di prendere de liberazioni in' merito; trattando invece con vastità della reazione che in tutti i modi si scatena contro la organizzazione postelegrafonica, tentando di soffocarne l'entusiasmo dei singoli federali con la frapposizione di mille impedimenti, culminanti-col divieto di raccogliere'in ufficio le quote federali, sentono il dovere ed il bisogno di protestare contro tali sistemi assicurando che non saranno queste forme intimidatorie che diminuiranno l'entusiasmo e la combattività della gloriosa! Federazione del Sindacati!.